Bartolo Alberto Varsalona (Catania, 24 febbraio 2011) e Claudio Varsalona (Catania, 24 febbraio 2011) sono due attori, scrittori, critici cinematografici e mafiosi tunisini, tra i criminali più pericolosi ricercati dall’FBI dopo la morte di Matteo Messina Denaro.

Biografia

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Rosa nero in croce, gridando porco zio, gli disse a mamma sua di chi son figlio io... La mamma gli rispose alzando la sottana, ma che ci posso fare sei un figlio di puttana. Ciucciala, Ciucciala, ciuccia la banana, rosa nero figlio di puttana.

I gemelli Varsalona nacquero il 24 febbraio 2011 a Catania, nuovo capoluogo della Sicilia da poco ceduta dal governo Berlusconi IV alla Tunisia, scelta che aveva permesso all’Italia di raggiungere il pareggio di bilancio ed evitare così il default. La famiglia Varsalona era una delle più distinte della città etnea, avendo espresso in passato numerosi sindaci e membri del consiglio di amministrazione del Catania Football Club.

Già in giovane età i due dimostrarono una forte attitudine verso la criminalità e la violenza, entrando presto a far parte della cosca locale e iniziando a scalare i vertici di Cosa Nostra. Durante la scuola primaria, usarono le loro connessioni con la malavita per intimidire i professori e gli avversari di calcetto, arrivando anche alla gambizzazione dei rivali.

Parallelamente alla crescita della loro carriera criminosa, i gemelli vollero intraprendere un’ambiziosa carriera attoriale, venendo di poco scartati dal cast di Gomorra - La serie, al quale avrebbero voluto unirsi per avere l’opportunità di seguire gli ordini del boss Matteo Messina Denaro, che aveva dato loro il compito di uccidere Roberto Saviano. Pur fallendo ignominiosamente questa missione, i gemelli si innamorarono del mondo del cinema e della televisione, comparendo finalmente nella miniserie televisiva della RAI Questo nostro amore, che valse loro fama nazionale ed internazionale.

Pur essendo brillantemente avviati verso una fulgente carriera cinematografica, il capo dei capi Messina Denaro ordinò ai gemelli di scoprire l’identità di Elena Ferrante, così da ricattare l’élite letteraria italiana. I due intrapresero quindi la carriera da scrittori, che portò Bartolo a vincere il prestigioso Premio Campiello Giovani e a scoprire l’identità della Ferrante nella giovane scrittrice Michela Panichi, appena immatricolatasi all’Università di Bologna.

I due quindi decisero di seguirla assumendo le innocenti personalità di due studenti di lettere, riuscendo ad arrivare clandestinamente in Italia con un barcone arenatosi a Villa San Giovanni[1]. Dopo alcune difficoltà a trovare una sistemazione nella città felsinea, i gemelli furono soccorsi da Tommaso D’Aloia, esponente della Sacra Corona Unita, da sempre alleata della Mafia siciliana. Trovata una casa grazie a questa intercessione, i due camuffarono ulteriormente le loro identità fingendosi palermitani e grandi tifosi dell’odiato Palermo Football Club.

Dopo aver quasi ucciso il famigerato Diego Imbastardo causa le loro violenze durante le partite di calcetto, i gemelli capirono di avere le autorità alle calcagna e, dopo aver frettolosamente liquidato la Panichi, seppellita nei pressi di Perugia, si organizzarono per tornare finalmente nella tanto amata Catania.

Voci correlate

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