Drawings for Projection è una serie di nove film animati muti, realizzata dall'artista sudafricano William Kentridge tra il 1989 e il 2003.

I film esplorano le complesse dinamiche politiche e sociali del Sudafrica durante e dopo l'apartheid e hanno ricevuto riconoscimenti a livello internazionale che hanno consolidato il ruolo di Kentridge come uno degli artisti contemporanei più influenti nel panorama artistico globale.

Drawings for Projection
Paese di produzioneSudafrica
Anno1989-2003
Dati tecniciB/N e a colori
film muto
Genereanimazione, politico, drammatico
RegiaWilliam Kentridge
SoggettoIl magnate Soho Eckstein rappresenta le contraddizioni e le complessità della società sudafricana post-apartheid
AnimatoriWilliam Kentridge
Episodi
Johannesburg, 2nd Greatest City after Paris; Monument; Mine; Sobriety, Obesity & Growing Old; Felix in Exile; History of the Main Complaint; Weighing... and wanting; Stereoscope; Tide Table

Tematiche e personaggi ricorrenti

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I film di Drawings for Projection riflettono le tensioni e le trasformazioni della società sudafricana durante e dopo l'apartheid. Temi ricorrenti includono la deumanizzazione dell'industrializzazione, la complessità delle relazioni umane e la lotta personale e collettiva contro l'ingiustizia. Le narrazioni spesso ruotano attorno a due personaggi: Soho Eckstein, un magnate dell'industria mineraria, uomo d'affari senza scrupoli, e Felix Teitlebaum, alter ego dell'artista, un romantico innamorato della moglie di Soho. Entrambi sono di origine ebraica e bianchi e permettono di esplorare temi di potere, oppressione, identità e memoria.[1]

Apartheid

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Apartheid.

L'apartheid era la politica di segregazione razziale istituita nel 1948 dal governo di etnia bianca del Sudafrica, rimase in vigore fino al 1991. Il suo iniziatore è stato Daniel François Malan, che dal 1948 al 1954 fu anche primo ministro.

Fu applicato dal governo sudafricano anche alla Namibia, fino al 1990 amministrata dal Sudafrica. Per estensione il termine è oggi utilizzato per rimarcare qualunque forma di segregazione civile e politica a danno di minoranze, ad opera del governo di uno stato sovrano, sulla base di pregiudizi etnici e sociali.[2]

La serie

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La serie si compone di nove film muti, rispettivamente: Johannesburg, 2nd Greatest City after Paris; Monument; Mine; Sobriety, Obesity & Growing Old; Felix in Exile; History of the Main Complaint; Weighing... and wanting; Stereoscope e Tide Table.

Johannesburg, 2nd Greatest City after Paris

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Il primo film della serie è intitolato "Johannesburg, 2nd Greatest City after Paris" e risale al 1989. Il film mostra il conflitto tra Soho e Felix, che rappresentano le forze contrastanti in Johannesburg durante un periodo di cambiamento sociale ed economico. Soho è ossessionato dal desiderio di potere e successo, mentre Felix cerca amore e connessione umana.[3]

Durante il film, assistiamo al progressivo pentimento di Soho per le sue azioni, sebbene questo pentimento possa essere visto come superficiale o non sincero. Le scene si alternano tra momenti intimi tra i personaggi principali e scene esterne che ritraggono le masse, inclusi cortei di protesta e lavoratori oppressi. Il contesto in continua evoluzione di Johannesburg, devastata dalla guerra civile e dalle tensioni sociali, fornisce lo sfondo per le vicende dei personaggi.

Il film esplora temi di potere, ingiustizia sociale, amore non corrisposto e la complessità della condizione umana, il tutto ambientato in una Johannesburg in tumulto e in trasformazione.[4]

Monument

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Il secondo film della serie è “Monument” del 1990 e mostra la costruzione di un monumento al lavoro che celebra Soho come un benefattore civile. Alle orazioni commemorative di Soho si alternano immagini di un lavoratore africano che, piegato in due dalla fatica, porta sulle spalle il monumento da inaugurare. Una grande folla si assembra attorno al monumento coperto da un lenzuolo bianco. Una volta scoperta, la scultura si rivela non un tributo a Soho quanto un ritratto del lavoratore oberato dal peso degli strumenti di lavoro.

Improvvisamente la statua apre gli occhi, come animata da una forza rivoluzionaria che sembra preannunciare la fine imminente dell'impero di Soho.[4]

Il terzo film dei "Drawings for Projection" è "Mine" del 1991 e racconta l'attività sotterranea nelle miniere di Soho Eckstein. In un continuo movimento tra alto e basso, tra superficie e abisso, Kentridge illustra la vita e l'arduo lavoro dei minatori, rinchiusi nel sottosuolo e piegati dallo sfruttamento inumano del loro padrone. Le scene sottoterra, rese con toni scuri di carboncino, alternano visioni di tunnel, dormitori e immagini delle navi utilizzate per il trasporto degli schiavi.

A questo abisso di violenza fanno da contrappunto le immagini di Soho che, incurante della sofferenza inflitta alla sua terra e al suo popolo, fa colazione a letto.[4]

Sobriety, Obesity & Growing old

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"Sobriety, Obesity & Growing old" è il quarto film della serie del 1991. Narra il crollo dell'impero di Soho Eckstein, che viene distrutto dalle inondazioni prodotte dall'amore di Felix per la signora Eckstein. I palazzi si sbriciolano, l'acqua invade le strade, e Soho finisce a vivere in solitudine con il suo gatto, mentre l'intertitolo recita "La sua assenza ha riempito il mondo". Per la prima volta nell'epica di Kentridge ci viene mostrato il lato più umano di Soho che, impotente, guarda il proprio mondo andare in frantumi. La narrazione della vita di Soho si alterna alle scene in cui la folla protesta, marcia e reagisce agli eventi che nel mondo reale stavano sbriciolando pian piano il sistema dell'apartheid.[4]

Felix in Exile

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Nell'anno che segna la fine dell'apartheid, il 1994, Kentridge disegna questo quinto "Drawings for Projection": Felix, esiliato a Parigi in una stanza d'albergo, guarda alcuni disegni raffiguranti il paesaggio dell'East Rand, una zona mineraria vicino a Johannesburg. I disegni sono fatti da Nandi, una donna africana che, munita di un teodolite, traccia metodicamente su alcuni fogli tutto quello che vede attorno a sè: violenze, corpi martoriati e paesaggi desolati.

Pur essendo distante, Felix assiste all'inizio della ricostruzione del Sudafrica del post-apartheid .

I disegni di Nandi diventano così un mezzo per conciliarsi con la sua città di origine della quale Felix tiene viva la memoria.[4]

History of the Main Complaint

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In questo film del 1996, il sesto dei "Drawings for Projection", si racconta la malattia di Soho in seguito al crollo del suo impero e la sua conseguente guarigione o redenzione. Kentridge ci lascia nel dubbio sull'effettiva sincerità del pentimento di Soho.

L'intera opera è chiaramente una riflessione sulla situazione politica coeva in Sudafrica: in quello stesso anno viene riunita la Commissione per la Verità e la Riconciliazione, davanti alla quale criminali come Soho potevano aspirare all'amnistia con una semplice confessione pubblica.[4]

Weighing... and Wanting

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Nel 1997, nei difficili anni del post-apartheid, Kentridge riprende i "Drawings for Projection", ma ne abbandona le profonde dualità evidenti nei personaggi contrapposti di Soho e Felix. In questo film vediamo solo Soho, che avevamo lasciato in un letto di ospedale nel film precedente: Soho si aggira, solitario e pensieroso, nell'arido paesaggio attorno alla sua casa. Un sasso che trova per terra si trasforma in un'enorme pietra, per poi trasformarsi in un cervello. Attraverso raggi X e TAC, il cervello di Soho si anima fino a diventare una radiografia delle atrocità commesse nel passato, come una scansione cerebrale di tutta la sua coscienza e memoria.

Tratteggiato con toni introspettivi e intimistici, Soho sembra lasciarsi alle spalle i suoi comportamenti più malvagi per immergersi in una nuova dimensione intimista.[4]

Stereoscope

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In questo film animato del 1999, Kentridge narra la dualità insita nel personaggio di Soho, che qui viene letteralmente e metaforicamente diviso in due. L'artista richiama la pratica della stereoscopia, in cui due immagini pressochè identiche e affiancate si fondono, dando l'illusione di essere un'unica visione tridimensionale. Le scene che si susseguono in questo film sono spesso divise in due, come a enfatizzare la natura ambivalente dell'uomo e il tentativo di Soho di riconciliarsi con la sua metà migliore. Questo sdoppiamento soggiace in realtà a tutta l'opera di Kentridge, e traduce uno stato esistenziale di indecisione e impotenza, nel quale si combinano drammi personali e traumi collettivi.[4]

Tide Table

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In "Tide table" del 2003, Soho Eckstein contempla per la prima volta l'impatto devastante dell'HIV e dell'AIDS in Sud Africa. Il film inizia con un paesaggio marino di scogliere e sabbia e un mare calmo, poi gradualmente bungalow, sedie a sdraio e onde. Soho appare su un balcone dell'hotel, mentre su un piano sotto tre generali guardano verso l'esterno attraverso un binocolo.

Soho è poi visto sulla spiaggia leggendo il suo giornale del mattino. Mentre si addormenta, i dintorni assumono la qualità di un sogno. Una donna nera calma Soho addormentato; una sedia della spiaggia comincia a muoversi circa in un ballo sconosciuto; i bestiami compaiono. Alcuni dei bovini annegano, o vengono macellati e appesi su scaffali di carne mentre le carcasse di altri vengono lavate a terra. E così via, come altri personaggi vanno e vengono in tutto questo sogno che si svolge.[5]

Tecnica e stile

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William Kentridge adotta una particolare tecnica di animazione conosciuta come stop-motion disegnato. Inizia il processo realizzando i film disegnando su grandi fogli di carta con carboncino. Per ogni scena crea una serie di immagini successive sullo stesso foglio, apportando modifiche minime e cancellazioni parziali. Ogni stato del disegno viene quindi fotografato, consentendo di creare una sequenza animata.

Questo metodo si distingue dalle tecniche convenzionali di animazione, poiché Kentridge non genera una nuova serie di disegni per ogni fotogramma, ma opera direttamente sullo stesso foglio di carta, cancellando e ridisegnando parti del disegno. L'uso di specchi e proiettori facilita la trasposizione dei disegni e l'aggiunta di dettagli complessi. Lo stile visivo dei film di Kentridge si caratterizza per un'estetica grezza e dinamica.[6]

Utilizzando carboncino su carta bianca, il suo lavoro presenta contorni sfumati e tracce di cancellatura visibili. Questa tecnica conferisce ai film un aspetto organico e immediato. L'uso esclusivo di bianco, nero e tonalità di grigio amplifica il dramma visivo e la profondità emotiva delle opere. Le tracce dei disegni precedenti rimangono visibili, creando un senso di stratificazione temporale e movimento continuo. Grazie alla versatilità del carboncino, Kentridge ottiene una vasta gamma di tonalità, dalla profondità del nero alle sfumature del grigio, aggiungendo profondità e texture alle immagini. Le cancellature parziali lasciano segni fantasma che suggeriscono il passare del tempo e la trasformazione delle idee, contribuendo a enfatizzare il processo creativo.[7]

Sebbene siano muti, alcuni cortometraggi includono colonne sonore composte da musiche classiche o suoni ambientali. La musica è utilizzata per creare l'atmosfera e sottolineare le emozioni delle scene, aggiungendo una dimensione uditiva che arricchisce l'esperienza visiva e amplifica l'impatto emotivo delle immagini animate. Kentridge collabora spesso con compositori e musicisti per integrare tracce sonore che completano la narrazione visiva.[8]

Ricezione critica

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La serie "Drawings for Projection" di Kentridge è stata ospitata in numerose mostre internazionali, tra cui la Biennale di Venezia, la Documenta di Kassel, la Tate Modern di Londra, il MoMA di New York e molti altri importanti musei e istituzioni d'arte di tutto il mondo.

Gli studiosi hanno accolto positivamente il modo in cui Kentridge ha saputo affrontare temi complessi e universali, come la colonizzazione, l'oppressione politica e la memoria storica, attraverso un linguaggio visivo ricco di suggestioni e metafore. E' elogiata la capacità di Kentridge di creare narrazioni complesse e profonde attraverso la combinazione di immagini e suoni, che sfidano e coinvolgono lo spettatore in modo profondo ed emotivo attraverso un'estetica unica e coinvolgente. E' possibile affermare che le opere all'interno di "Drawings for Projection" di William Kentridge sono di grande impatto e significato e meritano di essere studiate e apprezzate.[9]

  1. ^ William Kentridge: 9 Drawings for Projection, su publicartfund.org (archiviato dall'url originale l'8 febbraio 2023).
  2. ^ Apartheid, su it.wikipedia.org (archiviato dall'url originale il 24 aprile 2021).
  3. ^ Stella Cattaneo, L’universo onirico e storico di William Kentridge, su finestresullarte.info, 21 aprile 2021.
  4. ^ a b c d e f g h Cecilia Alemani, William Kentridge. Supercontemporanea, a cura di Francesco Bonami, illustrazioni di William Kentridge, Milano, Mondadori Electa, 2006, pp. 28-58, ISBN 9-788837-043636.
  5. ^ Tide table, 2003 by William Kentridge, Art Gallery of NSW, su artgallery.nsw.gov.au (archiviato dall'url originale il 24 giugno 2014).
  6. ^ William Kentridge’s 9 Drawings for Projection, su moma.org (archiviato dall'url originale il 15 agosto 2016; seconda copia archiviata il 13 novembre 2016).
  7. ^ William Kentridge. That Which Is Not Drawn [William Kentridge. Ciò che non è disegnato], su benandanti.it, 4 novembre 2020.
  8. ^ Paola Bristot, ARTE – “Waiting for Kentridge” a Tavagnacco, su olimpiainscena.it.
  9. ^ Rosetta Brooks, William Kentridge, su artforum.com (archiviato dall'url originale il 19 novembre 2023).

Bibliografia

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  • Cecilia Alemani, William Kentridge. Supercontemporanea, a cura di Francesco Bonami, illustrazioni di William Kentridge, Milano, Mondadori Electa, 2006, ISBN 9-788837-043636
  • Dan Cameron, Carolyn Christov-Bakargiev, J. M. Coetzee, William Kentridge. Londra, London:Phaidon, 1999, ISBN 071483892

Filmografia

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Drawings for Projection

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  • Johannesburg, 2nd Greatest City after Paris, William Kentridge, 1989
  • Monument, William Kentridge, 1990
  • Mine, William Kentridge,1991
  • Sobriety, Obesity & Growing Old, William Kentridge, 1991
  • Felix in Exile, William Kentridge,1994
  • History of the Main Complaint, William Kentridge, 1996
  • Weighing... and Wanting, William Kentridge, 1997
  • Stereoscope,William Kentridge, 1999
  • Tide Table, William Kentridge, 2003

Voci correlate

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Altri progetti

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  Progetto Coordinamento/Università/UNIPD/Digital History 2024: collabora a Wikipedia sull'argomento Coordinamento/Università/UNIPD/Digital History 2024

Collegamenti esterni

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