Utente:Lucio Musciacchio/Vaglio

Vaglio di Basilicata, paese che si trova su una ridente collina in prvincia di Potenza. Conta circa 2100 abitanti. L'attività principale è l'agricoltura, che offre come prodotti tipici l'olio di oliva

ed è rinomato nella provincia per il suo museo che accoglie il prunto ritratto di Leonardo Da Vinci. Il suo toponimo Vaglio, deriva presumibilmente dal nome Balios, che secondo la mitologia greca, il progenitore di una razza di cavalli. Da questa ipotesi possiamo dedurre che qui era allevata questa razza di cavalli, e che essendo un mito greco, i primi insediamenti sono greci. Questa ultima deduzione è da considerarsi vera anche perchè sul territorio ci sono stati ritrovati reperti tombali, nel terreno di un certo A. Musciacchio, presso rossano di Vaglio, che sono nel museo Archeologico Nazionale, quali armature e scudi greci.

SI legge nei manuali di storia locale che il territorio di vaglio, dopo un lungo periodo di spopolamento (nel 1277 vi erano 210 abitanti), sia appartenuto agli Orsini dal 1496, potente famiglia romana, concorrente ai Colonna e ai Conti di Tuscolo. A causa di una ribellione degli orsini all'imperatore Carlo V, per 30 anni dal 1530, passa Don Filiberto De Chalon, principe di Orange, amico dell'imperatore, per poi ritornare a Ferdinando Orsini nel 1560. La successione dei potentati continua e l'universitas di Vaglio, continua a essere oggetto di contesa. Infatti nel 1569 Vaglio passa ad un certo Giovanni del Tufo, poi ricomprato dai duchi di Gravina. Solo nel 1582 si riscattano da ogni forma di serviù, si riscattano al consistente prezzo di 21000 ducati, ma non riuscendo a raccogliere la somma, il territorio viene posto all' asta per 34000 ducati. Quando venne venduto ai Massa, peggiorarono le condizioni di vita dei contadini perchè questi si erano impossessati dei demani comunali e dello spazio dedicato al pascolo, negandone l'uso ai cittadini, in completo contrasto con le leggi di tutela. Questi erano tra i cosiddetti Ministeriales, che si erano sotituiti alla vecchia nobiltà, che sfruttavano il territorio il più possibile. Questo malcontento scoppiò nel 1647, anno della rivolta Napoletana, quando, grazie ad una rivolta, riottennero l'utilizzo del pascolo. La sua proprietà, data in dote a Gabriella Massa, passò al Barone di Laurenzana, Francesco Quarto. Vaglio rimase ai Quarto fino alla fine del feudalesimo. Per ordine di Carlo di Borbone, nel 1740 le Università devono avere un catasto, tra cui anche Baglio. Nel 1741 avviene la scissione di beni ecclesiastici, ora pienamente tassati, da quelli appartenenti al clero, tassati a metà. Questi verranno soppressi e messi in vendita nel 1792, ma gli unici acquirenti furono feudatari e borghesi, date le possibilità economiche, rafforzando il proprio potere economico. Nel 1741, Baglio tentò di rimuovere il proprio feudatario portando 9 capi di accuse al Sacro Consiglio.

La cittadina fu teatro di uno riovolta popolare tra le due fazioni dominanti nel 1796, di cui quella di estrazione borghese, capeggiata da Daniele Carbone, l'altro di estrazione nobiliare capeggiata dai Catalano. Nel 1799, l'anno della repubblica Partenopea, i Catalano, di estrazione nobiliare si schierano dalla parte dei reazionari, e radicalizza l'odio tra le 2 famiglie. Intanto il 3 febbraio dello stesso anno, viene costituita una nuova municipalità con presidente Don Matteo Danzi, da parte della borghesia di Carbone e del mondo rurale, perchè desiderosi di una riforma agraria, che consentisse una distribuzione dei terreni del demanio, ma questa ebbe vita breve perchè l'8 dello stesso mese, per sollecitazioni del Cardinale Ruffo, una rivolta, capeggiata da Don Matteo Catalano, scacciò i repubblicani del paese. Ma nel 26 Febbraio, i Carbone, fuggiti a Tolve, con l'aiuto dei repubblicani tolvesi, rientrarono in Vaglio, e mettono in fuga i Catalano. Carbone divenne Presidente con segretario il sacerdote Don Giovanni Danzi. Quando ci fu però il ripristino del vecchio regime, sempre nel 1799, Vaglio si alleò con Cancellara, Tolve e San Chirico Nuovo, per auotodifesa e per salvare la repubblica. Il tentativo fallì, ma il barone Quarto perse ogni prestigio sociale, creando terreno fertile per i Francesi. Nel1806, quando Giuseppe Bonaparte abolì il feudalesimo, il demanio venne diviso tra i comproprietari. Dal 11 Novembre 1807, con la proroga del 18 Nov 1808, una commissione composta da alti magistrati viene instituita per definire e concludere tutte le liti giudiziarie. Quando il suo lavoro termina, il 31 Agosto 1810, venne elogiata per la sua equità ed efficenza dai Borboni, che la integrarono nella propria burocrazia. Intanto, il 29 Agosto 1809, si concluse il riordino del catasto

Nel 18 ottobre 1860, ci fu l' Abolizione dei privilegi del clero, divenuta legge nel 17 Febbraio 1861. Nel Dicembre 1860 Vennero richiamati in servizio tutti i soldati dell' ex esercito borbonico, questo portò una protesta anche a causa della concomitanza dell' aumento del prezzo del pane. Così, nel 1861, ci fu un' Insurrezzione popolare, guidata da una popolana della famiglia "Ciaiodd". Nel 22 Marzo 1861 la repressione della rivolta popolare a Napoli. Verrà comunicato il 6 aprile

Brigantaggio. Il 15 novembre 1861, ormai in vista di Potenza, Carmine Crocco, e José Borjes, si mossero da San Chirico Nuovo per attaccare il paese di Vaglio nei cui pressi si accamparono. Al mattino gli abitanti assaliti e massacrati da forze soverchianti si difesero per quanto possibile rifugiandosi in parte all'interno del convento. Qui continuarono ad opporre resistenza malgrado fosse stato appiccato il fuoco al palazzo stesso. [1] Secondo quanto riportato dal Del Zio nel corso della battaglia le bande di Crocco “uccisero i fratelli Rocco e Francesco De Mattia, Giuseppe Janelli, Faustino Saponara, Rocco D'Anzi e la figlia, Domenico Tamburrini ed altri, tutti gentiluomini patriotti che lasciarono la vita per mano dei feroci masnadieri”. [2]

Dal 1945 la Gestione del Comune è affidata al dott. Vincenzo Tedesco, poi Dott. Pietro Musciacchio 1950-1955, Rocco Ricciuti fino al 1965, Giuseppe Martinelli fino al 1970, Domanico Santangelo fino al 1975, Faustino Somma fino al 1980, Mario Marsico fino al 1983, Federico Ricciuti fino al 1985, Giovanni lo Sasso fino al 1995, Vincenzo Filitti fino al 1998, Rocco Cammarota fino al 2011, poi Giancarlo Tamburrino dal 2013

  • 1496 Baglio passa agli Orsini, per volontà del Re Federico
  • 1530 In seguito ad una ribellione degli Orsini all'imperatore, Baglio passa al germanico
  • 1560 La proprietà del comune di Baglio passa a Ferdinando Orsini
  • 1569 Vaglio passa ad un certo Giovanni del Tufo
  • 1576 Baglio viene ricomprata dai Duchi di Gravina
  • 1582 Baglio si impegnò a riscattare la propria Demanialità per 21000 Ducati
  • 1589 non avendo pagato il riscatto, Baglio venne messo all'asta per 34000 Ducati
  • 1632 Baglio viene venduto ai Massa. Questi si erano impossessati dei demani comunali e dello spazio dedicato al pascolo, negandone l'uso ai cittadini,in completo contrasto con le leggi di tutela.
  • 1647 Questo malcontento, nell'anno della rivolta scoppiata a Napoli, fece scoppiare una rivolta a Baglio, per il riottenimento delle terre e del pascolo.
  • 1670 il Feudo di Baglio venne dato in dato in dote a Gabriella Massa, che andò in moglie a Francesco Quarto, Barone di Laurenzana; rimarrà dei Quarto fino alla rimozione del Feudalesimo
  • 1740 Per ordine di Carlo di Borbone, le Università devono avere un catasto, tra cui anche Baglio
  • 1741 avviene la scissione di beni ecclesiastici, ora pienamente tassati, da quelli appartenenti al clero, tassati a metà
  • 1758 L'universitas di Baglio porta 9 capi di accuse per tentare di rivalersi sul proprio feudatario al Sacro Consiglio
  • 1792 I beni del clero vengono soppressi e messi in vendita, ma gli unici acquirenti furono feudatari e borghesi, date le possibilità economiche, rafforzando il proprio potere economico.
  • \\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\\
  • 1796 Ci fu una rivolta popolare capeggiata da Daniele Carbone per protestare contro gli arbitri della classe dirigente capeggiata dai Catalano, che ostacolavano l'ingresso della borghesia nell'amministrazione comunale.
  • 1799 Carbone viene rieletto sindaco. L'odio tra le famiglie Carbone e Catalano si inasprisce, portando i Catalano a schierarsi a favore dei reazionari
  • 1799 3 febbraio il popolo, con a capo Daniele Carbone, si riunì ed elesse una nuova municipalità, con presidente Don Matteo Danzi
  • 1799 8 febbraio, Don Matteo Catalano, dopo aver riorganizzato la borghesia conservatrice del paese, scacciò i repubblicani dal paese
  • 1799 26 Febbraio I Carbone, fuggiti a Tolve, con l'aiuto dei repubblicani tolvesi, rientrarono in Vaglio, e mettono in fuga i Catalano, Carbone divenne Presidente con segretario il sacerdote Don Giovanni Danzi
  • 1799 Il riprisino del vecchio regime portò Vaglio ad allearsi con Cancellara, Tolve e San Chirico Nuovo, per auotodifesa e per salvare la repubblica. Il tentativo fallì, ma il barone Quarto perse ogni prestigio sociale, creando terreno fertile per i Francesi
  • 1806 2 Agosto, Giuseppe Bonaparte abolisce il feudalesimo quindi anche le giornate lavorative obbligatorie per il proprio signore, il demanio venne diviso tra i comproprietari
  • 1807 11 Novembre viene istituita una commissione composta da alti magistrati per definire e concludere tutte le liti giudiziarie, nel 18 Novembre 1808, la proroga di un anno
  • 1809 26 Agosto, riordino ottimale del catasto
  • 1810 31 Agosto la commissione ha finito il proprio lavoro e si scioglie, la commissione venne elogiata per la sua equità ed efficenza dai Borboni, che la integrarono nella propria burocrazia
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  • 1860 18 ottobre Abolizione dei privilegi del clero, divenuto legge nel 17 Febbraio 1861
  • 1860 Nel Dicembre 1860 Vennero richiamati in servizio tutti i soldati dell' ex esercito borbonico, questo portò una protesta anche a causa della concomitanza dell' aumento del prezzo del pane.
  • 1861 Insurrezzione popolare, guidata da una popolana della famiglia "Ciaiodd"
  • 1861, Nel 22 Marzo 1861 la repressione della rivolta popolare a Napoli. Verrà comunicato il 6 aprile
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  • Brigantaggio. Il 15 novembre 1861, ormai in vista di Potenza, Carmine Crocco, e José Borjes, si mossero da San Chirico Nuovo per attaccare il paese di Vaglio nei cui pressi si accamparono. Al mattino gli abitanti assaliti e massacrati da forze soverchianti si difesero per quanto possibile rifugiandosi in parte all'interno del convento. Qui continuarono ad opporre resistenza malgrado fosse stato appiccato il fuoco al palazzo stesso. [1] Secondo quanto riportato dal Del Zio nel corso della battaglia le bande di Crocco “uccisero i fratelli Rocco e Francesco De Mattia, Giuseppe Janelli, Faustino Saponara, Rocco D'Anzi e la figlia, Domenico Tamburrini ed altri, tutti gentiluomini patriotti che lasciarono la vita per mano dei feroci masnadieri”. [2]
  • Dal 1945 la Gestione del Comune è affidata al dott. Vincenzo Tedesco, poi Dott. Pietro Musciacchio 1950-1955, Rocco Ricciuti fino al 1965, Giuseppe Martinelli fino al 1970, Domanico Santangelo fino al 1975, Faustino Somma fino al 1980, Mario Marsico fino al 1983, Federico Ricciuti fino al 1985, Giovanni lo Sasso fino al 1995, Vincenzo Filitti fino al 1998, Rocco Cammarota fino al 2011, poi Giancarlo Tamburrino dal 2013
  • luigicatalni@yahoo.it

Demografia

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  • 1277 Il comune di Baglio aveva circa 210 abitanti
  • 1447 Il comune di Baglio aveva circa 336 abitanti, infeudatoa Giacomo Malacarne
  • 1545 Il comune di Baglio aveva 1272 abitanti
  • 1815 Il comune di Vaglio aveva circa 2950 abitanti
  • 1881 Il comune di Vaglio aveva 4213 abitanti
  • 1931 Il comune di Vaglio aveva 2775 abitanti, in parte a causa dell'emigrazione verso le americhe
  • 1971 Il comune di Vaglio aveva 2099 abitanti, soprattutto a causa dell' emigrazione
  • Vaglio Basilicata : passeggiando fra storia e ricordi / Emilio Santangelo ; immagini di Vincenzo Pacilio ; prefazione di Santino G. Bonsera; 2001 (Lavello : Alfagrafica Volonnino)
  1. ^ a b Da Frà Diavolo a Borjès – Con il diario del generale spagnolo - supplemento a “La Sicilia” – Capone Editore/Edizioni del Grifo. Pag. 211 e 212
  2. ^ a b Basilide del Zio “Il Brigante Crocco e la sua autobiografia” – Ristampa dell'edizione di Melfi del 1903 – Arnaldo Forni Editore Pag. 27