Utente:Lupo rosso/Sandbox/sulla scultura ed applicazioni

un riferimento Web al contentuti del lavoro in questione e' [1] [2] [[3]] [4] articoli degli stessi autori riferiti agli stessi argomenti furono pubblicati sulla rivista di aggiornamento La via del sale della ausl 3 dei Genova negli anni 2000/2001

utilizzo scultura come supporto terapeutico riabilitazione malati cronici psichici e considerazioni di tipo propedeutico modifica

Con la dizione Arterapia in generale si indica un percorso di appoggio e/o cura di in dirizzo psichico nato attorno agli anni 1950,discende da esperienze di di psicoterapia dinamica e da pratiche dedotte dalla applicazione della Psicoanalisi. Per la musicoterapia e la teatroterapia vi son origini molto piu' anticche cherisalgono a momenti di applicazione delle suddette arti nella loro espressione nella cosidetta normalita' ad esempio la struttura del teatro greco con i suoi riuali e ritmi era un appoggio arteterapeutico di massa senza esser stato studiato a tavolino per questo scopo,cosi' come certi canti militari strutturati in detreminatoi modo serivano a toglier ,o meglio lenire,la paura dei combatenti verso l'attacco all'avversario.Tornando all'impostazione progetta ta in ambito terapeutico ,comunque nei manicomi arabi sembra siano state applicate sedute di musicoterapia a partire dall'800 d.c.il dotor Philippe Pinel (1745 – 1826) e discepoli introducono tale tecnica nei manicomi europei nel 1800.Ma e' solo dakl 1950 che l'Arterapia prende peso nella'appoggio/cura di stati psichici disturbati diventando terapia individuale e poi espandendosi dove e' possibile al gruppo e orientandosi con maggior vigore verso metodi di espressione non verbale.Il luogo preposto all'applicazione della metodica Arteterapeutica e' generalmente un laboratorio avente in dotazione materiali a basso costi e possibilmente disprati,a parte casi specifici come l'applicazione nella Scultura che richiede un particolare settore del laboratorio con attrezzi e materiale specificato e non a basso costo ,in generale, nel caso di espressioni corporee tipo esercizi ginnici e danza lo spazio a disposizone deve esser sicuro ed adeguato alla liberta' di movimenti. Bibliografia di base

  • 1- Arieti S. -Creatività La sintesi magica -ed. Il Pensiero Scientifico1979
  • 2- Bello S. -Spontaneus Painting Method-ed.Art Therapy on the Net 1999
  • 3- Bertoletti P. -Mito e Simbolo- ed.Dedalo1986
  • 4- Bettelheim B. -Il mondo incantato- ed.Feltrinelli 1977
  • 5- Dubuffeet J. Breton André -La Societé- Musèe dell'ART Brut- Losanna 1947
  • 6-Freud S. -Saggi sull'arte la letteratura e il linguaggio- ed.Boringhieri 1969
  • 7- Privalova I. Kunsthistorikerin-Russisches Museum,St.Petersburg 1999
  • 8-Waller D.-Group Interactive Art Therapy- ed.Routledge 1993

partiamo da alcuni miei lavori tanto per esser chiari i lavori seguenti son stati fatti dal sottoscritto che ne detienre tutti i diritti e le citazioni son tratte da lavori sul sottoscritto e/o che riguardano anche il sottoscritto,o citazioni con fonte e quindi regolari,si far notare che adesso la stesura e' ben distante dai lavori originali e quindi e' inutile permesso per copywrigth,fuor di dubbio che la massa contenutistica e' riferita a quei lavori,ma non piu' ne' forma ne' scrittura ne' la chiarificazione

vediamo se si ci puo' ricavare una voce un minimo comprensibile

«--Lupo rosso 08:34, 30 ott 2007 (CET)si occupa di utilizzare la propria capacità artistica presso l'IMFI, Istituto per le materie e le Forme Inconsapevoli, presso l'ex OP di Genova Quarto. Nel lavoro di riabilitazione e cura dei pazienti cronici si è impegnato da tempo con entusiasmo e competenza. Le considerazioni che ci invia sono un sostrato importante per l'applicazione con questi pazienti.(Luca Trabucco,psichiatra,psicoanalista)»

da "per via di levare"


«Dai diamanti non nasce niente, dal letame nascono i fiori»


«.....in quella sede dovette controbattere la credenza che la psicoanalisi fosse una forma di suggestione, sottolineando l’antitesi esistente tra le due discipline, portando come esempio le argomentazione di Leonardo da Vinci nel descrivere la differenza tra scultura e pittura. La differenziazione consisteva nel fatto che la pittura opera per via di porre (in italiano neltesto originale), cioè aggiungendo colore alla tela, così come Freud riscontrava per la suggestione, mentre nella scultura si opera per via di levare(in italiano neltesto originale) cioè togliendo alla forma grezza tutto ciò che nasconde la futura statua in essa contenuta, proprio come l’analisi rivela ciò che prima era nascosto.....»

da Ernest Jones “Vita e opere di Sigmund Freud, 2 gli anni della maturità 1901-1919” Il Saggiatore

Citazioni da utilizzare;ne serviranno altre modifica

«Partendo dall’esplorazione della psiche del bambino la Melanie Klein concentrò i suoi studi sulla precoce relazione del bambino con la madre, come oggetto d’amore primario, che introiettato costituiva una base solida per un sano sviluppo. La Klein considerò l’oggetto, il seno materno, sorgente di vita e nutrimento»

da I contributi di Melanie Klein e di Wilfred Bion

««Anche il poeta fa quello che fa il bambino giocando: crea un mondo di fantasia, che prende molto sul serio; che, cioè, carica di forti importi d’affetto, pur distinguendolo nettamente dalla realtà».....Il bambino quando gioca trova piacere, soddisfazione, realizzazione.Racconta il gioco e lo condivide con gli amichetti cercando anche i genitori,(gli Dei).Ma durante il divenire adolescente questi giochi si fanno segreti, diventano fantasie non comunicabili, dei «castelli in aria»,cose "non da grandi", (e gli Dei perdono sempre piu' le lore catatteristiche di perfezione).....da adulto si vergogna a comunicare questi «sogni ad occhi aperti» e spesso crede sia il solo a farli; se poi trovasse il coraggio di parlarne, il più delle volte provocherebbe nell’ascoltatore un freddo scetticismo o addirittura «una certa ripugnanza»,(spesso ipocrita e "perbenista" da parte dell'ascoltatore)»

estratto-semplificazione dail poeta e la fantasia Sigmund Freud Una nota.

«La primitiva concezione freudiana lega la creatività artistica al concetto di "sublimazione" delle mete pulsionali parziali. In particolare la scultura rappresenterebbe una sublimazione della fase coprofilica dello sviluppo del bambino. Tuttavia la stima in cui Freud tiene l'artista per la capacità di descrivere le leggi e le modalità di funzionamento dell'inconscio, che solo a costo di grandi sforzi egli riuscì ad individuare e formulare, fa pensare ad un'idea di fondo sulla creatività artistica più "creativa" e meno legata alla meccanica pulsionale (Sigmund Freud era cultore del'archeologia ed i reperrto archeologici meglio conservati son quelli inerenti la scultura per la stessa materia di utilizzo per il lavoro,aggiunta fuori nota ovvero l'acheologia come metafora della psicoanalisi[1]»

riferito per via di levare

«Il fruitore si trova davanti a qualcosa che può entrare in risonanza con propri aspetti inconsci, ma si trova altresì davanti a un codice, a un particolare linguaggio, che sembra capace di contenere quei contenuti, rendendoli accettabili. Il piacere dell’osservatore sta nel fatto che da un lato energie istintuali censurate possono essere scaricate, dall’altro il controllo dell’io ne esce rafforzato,poiché tale scarica avviene attraverso un codice culturale socialmente accettato, in cui il fruitore si identifica (Il motto di spirito e la sue relazioni con l’inconscio, 1905; Il poeta e la fantasia, 1907;Sigmund Freud

Graziella Magherini Psicoanalisi ed esperienza estetica.Un modello interpretativo

«Tendere al contenimento del sentimento rappresenta propriamente a mio avviso il nucleo dell'esperienza del "bello", dell'esperienza estetica. Il sentimento contenuto apre alla creazione in quanto non si ha a che fare solo con l'esperienza rimossa, cioè già in qualche modo vissuta, ma con la rivelazione di aree della mente che devono essere ancora simbolizzate (v. anche Magherini, 1992, 1997), che hanno a che fare con esperienze mentali che devono trovare ancora la loro pensabilità (Tagliacozzo, 1982).»

riferito per via di levare

Premesse modifica

La premessa per interventi di tale genere è "l'annullamento" di parte della "personalità artistica" del maestro, o per meglio dire di quei dati caratteriali spesso legati alla cosidetta capacità artistica che non solo possono essere di peso, ma deleteri ed invalidanti. Gli interventi, in tal caso potrebbero essere inutili o addirittura potrebbero peggiorare la situazione psichica dei discenti (malati), quindi deve esser ben chiaro al "maestro" sia il perché vuol interagire con gruppi di persone che spesso la gente "normale" tende ad evitare, sia il modo con cui intederà impostare tale interazione. A questo scopo sono idispensabili una serie di colloqui propedeutici prima dell'inizio del corso con uno o piu' professionisti,ovvero psichiatri e psicoanalisti. È altresì indispensabile, durante il ciclo di incontri, tenere brevi riunioni con lo pschiatra-artista, che conduce il corso assieme al "maestro", subito prima e subito dopo ogni incontro. Subito prima, perché lo/la psichiatra renda edotto il maestro delle sue deduzioni sull'incontro precedente sia per la tattica da seguire nell'imminente incontro che puo' variare a seconda dell'umore anche momentaneo dei "discenti" e della dinamica del gruppo; e' anche utile se non indispensabile un corso comune fra maesrto e psichiatra-artista magari supervisionato da un terzo psicologo,"direttore" del corso, ma esterno al corso stesso dal punto di vista pratico. Il colloquio personale fra psichiatra-artista e maestro e' neccessario non solo per analizzare quanto fatto per progettare un successsivo incontro ma anche per il "maestro" che se fortemente empatico, cosa utilissima per lo svolgimento del corso a condizione che non faccia trasparire in modo disturbante le emozioni, ha bisogno del supporto della Psichiatra-artista per elaborare il dolore "assorbito" dal gruppo dei malati e dall'ambiente. Più il corso va avanti, più questa fase diventa meno pesante per motivi di adeguamento da parte del maestro sia al gruppo che all'ambiente. Nelle prime fasi e' consigilabile la presenza di ausiliari-infermieri per motivi di sicurezza e di intervento immediato vista la pericolosita' degli attrezzi utilizzati nello specifico della scultura. L'esperienza dimostra comunque che pur con tensioni non ci son stati mai episodi che richiedessero un intervento diretto degli ausiliari, la cui presenza può essere sempre meno indispensabile e anche sparire del tutto se il corso ottiene buoni risultati.In Inghilterra tali interventi sono impostati da uno psicoanalista e/o psichiatra, dalle spiccate capacità aristiche ma col bagaglio necessario alla sua cosiddetta "spersonalizzazione artistica". Uno dei dati fondamentali di un "artista" vero o che tale si crede, è l'egocentrismo molto sviluppato,essendo infatti l'arte legata in gran parte alla sublimazione di stati di sofferenza connessi ad un nucleo infantile inesprimibile in modo "adulto". Tale nucleo tende a fuoriuscire per poter esser "contentuto" dal fruitore, e da questo si deduce l'egocentrismo e le megalomania ,tipica del bambino, trasladata nel rapporto comportamentale con gli osservatori, nell' adulto artista. Tale discorso può essere correlato alla tesi di Wilfred Bion inerente ad un basilare messaggio comunicativo avente come scopo la comprensione di sé attraverso l'altro ( "Una teoria del pensiero"). Questo e' il primo dato caratteriale che puo' invalidare gli interventi. Il corso ha bisogno di due responsabili, un professionista nel ramo psichico che lavori col "maestro" e il "maestro" stesso. Conseguentemente il primo deve possedere anch'esso/a interessi e capacità artistiche.

nucleo occorre la generalizzazione che non sia esente da esperienza personale ma non scritta in prima personaBelin ghe' da rie modifica

Nel lavoro normale della scultura puo' capitare di lavorare su materiali particolarmente ostici,come basalti e selci,definizione in senso lato e non esattamente scientifica, e la fatica fisica,puo' condurre in uno stato mentale che permette di puntualizzare alcune considerazioni (anche se in parte in quanto il soggetto e' uno scultore) per ciò che riguarda le arti figurative e la scultura in particolare.Per quanto riguarda la fatica psichica si tornera' in seguito nello specifico,dopo aver premesso che le due fisica e psichica non son per nulla scorrelate e se emtrambe portano ad un certo punto quasi alla "disperazione" d'altro conto sono il mezzo per raggiungere un buon grado di chiarezza e la "sfida" offerta dal materiale non è per niente casuale infatti e' ovvio che la durezza del materiale sta a simbolizzare pezzi di mente ancora non "scolpiti" e che producono "pensieri" (o "non pensieri" per alargare il discorso dei "non luoghi" di Margherita Levo Rosenberg per meglio dire )di difficoltosissima elaborazione provocanti stati angosciosi.

«Lo spazio, il luogo in cui viviamo o fantastichiamo di vivere,le strade, gli alberi, i giardini coi quali conserviamo una relazione,assumono nei nostri pensieri una tonalità affettiva, legata alle esperienze ed ai ricordi che in qualche modo vi sono legati (sintetizando fuori nota:e vi sono i "non luoghi" quei quelli l'opposto di quanto citato e che talvolta neppure possono esere espressi a parole,tipici gli istituti manicomiali di un tempo»

Un giardino delle sculture per il Centro Basaglia di Genova: lo spazioreinventato di Margherita Levo Rosenberg

Dal punto di vista puramente "artistico" si puo' asserire che nella la scultura la forma debba dominare sulla materia, (ovvero se il pezzo ha contenuto emozionale trasformato ,grosso modo esente da residui di caos psichico dello scultore non elaborato ,il materiale può essere qualunque in linea di massima), ma spesso il materiale è più importante dal punto di vista emotivo per l'artista che per l'osservatore. Commercialmente vale l'opposto e cio' e' dovuto in gran parte all'imposizione del materiale "ricco" per problemi che nulla hanno a che fare con la validita' artistica :se la saliera di Benvenuto Cellini fosse di ottonestiamo pur certi che sarebbe considerata opera minore ,se non trascurabile al punto da non esser citata: la grandezza del Cellini non si evince dal modellato delle saliera succitata.Quindi avviene un rovesciamento di termini, spesso purtroppo,il fruitore dà più importanza al materiale che al contenuto, e tale ribaltamento e'dovuto sia ai suddetti motivi strettamente inerenti al mercato che al modo di vedere ormai socialmente accettato da gran masse di fruitori,esempio ne sono tutti i gioielli preziosi che portano i principi della chiesa invece di portare oggetti di culto che siano di ottima fattura ,artisticamnete considerando,ma di bronzo che sarebbero piu' consoni ai dettami del tanto citato ,quando serve, San Francesco,(per non parlare di Cristo e dei suoi dettami di "poverta'" e modestia),invece i notabili ecclesiastici portano pesenti monili d'oro magari di non elevata fattura dal punto di vista artistico. Del procedimento psichico inerente la scultura ne ha già parlato Henry Moore e ne ha specificato precedentemente il significato Émile-Antoine_Bourdelle, allievo,ma forse superiore al maestro per alcune opere, di Rodin.Émile-Antoine_Bourdelle ,egli altro non ha fatto che riuscire a dire un

sentimento che è parte integrante del vero scultore.

 
Centuro morente

Il problema,

elaborando l'intuizione di Bourdelle, si svolge attorno al concetto di "cristallizzazione" del tempo, o senso del magico o del dio come sostiene Bourdelle.Facciamo un rapido e molto approssimativo confronto fra pittura e scultura. In generale in un quadro si può rappresentare un qualcosa di sfumato nella realtà (paesaggio, natura morta, ecc.) mentre nella stragrande maggioranza delle opere scultoree c'è uno stacco netto fra l'opera e lo spazio circostante o reale, a parte qualche eccezione (vedi interni o esterni di Arturo Martini) e non è casuale che quasi sempre il soggetto scultoreo sia un corpo o corpi umani (Henry Moore specifica che la sua "guida" è il corpo di donna, sensazione molto speso condivisa dagli scultori.Henry Moore fa riferimento, nel particolare, ad una situazione di vissuto infantile che lo ha profondamente impressionato,ovvero quando la madre per premio gli permetteva di lavarle la schiena, cosi' come Arturo Martini indichera' come linea guida per la sua scultura ,la fonte di ispirazione,nello specifico,ovviamente sublimata ,forse,per la potente e liquida nuotatrice,scultura in cui il Martini esprime gran parte della sua plasticae (forse basta una rotazione in senso antiorario della "donna che nuota sott'acqua" per avere un'idea di quanto asserito dal Martini ) la visione delle cosce e natiche bianche della prostituta che alloggiata presso la famiglia Martini andava ad orinare nel ruscello davanti alla casa. visione delle cosce e natiche bianche della prostituta che alloggiata presso la

famiglia Martini andava ad orinare nel ruscello davanti alla casa,

«“ A due anni, a casa mia una stanza era stata affittata ad una prostituta… una mattina, scesa sul canale, si alzò le sottane…Visione del grande deretano sui tronchi delle cosce, bianco, che esplode. Questo tempio. Tutte le mie donne sono quella rivelazione”»

Confessa Martini nei Colloqui

Vista l'impressione cosi' robustamente ricordata e "scolpita" con poche parole da Arturo Martini,la parola utilizzata visione e non semplice vista e' giusta perche' esprime compiutamente il contenuto emoptivo che la visione eve aver suscitato in Martini quando era bambino. Il senso del "magico" ,come "magica" e' la visione del Martini,si ha in quanto la stessa tecnica scultorea porta ad un effetto di "stacco" dalla realta' circostante senza "sfumare",tale effetto si ha sopratutto quando ci si occupa di forme antropomorfe,come si diceva: questo e' una delle componenti basilari che portano all'impressione della"cristallizzare" del tempo da parte del fruitore: da ciò il "dio" e l'ovvio richiamo all'"eternita'".La scultura e' più primordiale di altre tecniche di espressione artistica quali la pittura,ad esempio o la stesura di libri: non ha bisogno della predominante mediazione del raziocinio per esprimere il concetto,alcuni psicanalisti pensano che la fonte primario dell'indole scultorea sia da far risalire a quando il bambino e' nel ventre materno,cosi' come la musica,in quanto non puo' vedere ne' parlare ma puo' sentire rumori e toccare cio' in accordo della "secondarieta'" come fonte di sviluppo temporale della pittura e dell'arte dello scrivere.Un paesaggio ha bisogno della prospettiva ,studiata per secoli fino ad arrivare ad un'ottima conoscenza della tecnica,e quindi ovviamente risultato di ben maggior mediazione fra il sentimento e espressione estetica e sopratutto raziocinio. Il gesto dello scolpire, ovvero piegare un materiale ribelle al proprio desiderio, è l'unica mediazione a cui viene sottoposto lo scultore,in quella fase ,fra gli istinti personali o di comune sentire,sentimenti di cui si esprime la loro simbolizzazione nel reale tramite l'utilizzo della fantasia e cio' e' parte del processo che sta alla base della creativita' e della comunicazione creativa immediata ed empatica. Lo stesso materiale,duro,difficile da piegare ai propri desideri,che tenta di ribellarsi alla mano dello scultore e'un simbolo stesso dei sentimenti e desideri dell'"artista",dell'intimo di difficile elaborazione ed il titolo dell'opera spesso non coincide con quel pensiero o (insieme di pensieri che era stato stimolo approssimativo per l'inizio del lavoro),ovvero il materiale scolpito simboleggia la parte psichica intima dell'artista, e il titolo e'molto mediato per pudore e/vergogna di mettere allo scoperto in modo "lampante" i suoi sentimenti,inoltre se il lmateriale e' duro e solido e' conneso normalmente,nella mente di scultore e fruitore, alla lunga durata nel tempo col duplice effetto di "concretizzare il Dio o gli Dei" e di affermare da parte dello scultore il dominio su se stesso dimostrandolo quindi alla persona (o persone) che gli è più cara,il Dio o gli Dei, ottenendo anche, ma in seconda istanza, l'effetto di "cristallizzazione" del tempo,ovvero la "sfida all'eternita'"che la pietra richiama per il fruitore immediatamente attratto in prima istanza dalla potenza della materia.Questo in ottimo accordo con quanto detto da Sigmund Freud

«Il bambino quando gioca trova piacere, soddisfazione, realizzazione.Racconta il gioco e lo condivide con gli amichetti cercando anche i genitori,(gli Dei).Ma durante il divenire adolescente questi giochi si fanno segreti, diventano fantasie non comunicabili, dei «castelli in aria»,cose non da grandi, (e gli Dei perdono sempre piu' tale caratteristica).Da adulto si vergogna a comunicare questi «sogni ad occhi aperti» e spesso crede sia il solo a farli; se poi trovasse il coraggio di parlarne, il più delle volte provocherebbe nell’ascoltatore un freddo scetticismo o addirittura «una certa ripugnanza»,(molto "ipocrita" da parte dell'ascoltatore)»

estratto-semplificazione dail poeta e la fantasia Sigmund Freud.Un altro passaggio chiave per l'utilizzo di queste note nella pratica dell' applicazione di appoggio terapeutico e' aver ben chiaro il correlato fra la parte intima del "maestro",professionista o del discente e le le emozioni suscitate nel fruitore dell'opera.E' propedeutico un esempio di quanto asserito sul Dio e/o Dei,che servira' a comprendere il concetto del Dio(o esteso degli Dei),cio' servira' anche a chiarire il concetto di frustrazione,nel seguito,da parte dello scultore,"maestro" e/o discente:tale concetto se introiettato ed elaborato con bastante chiarezza permette invece di superare la frustrazione stessa e di procedere verso la strutturazione di nuove opere.Torniamo al concetto del Dio e prendiamo il"Grande nudo femminile" di Alberto Viani:ovvero una figura femminile a gambe assolutamente allargate , con ben chiara la sua connotazione di sesso, formanti un pigreco stilizzato o ponte che dir si voglia,nella scultura ,il busto, è compresso al punto tale quasi da perdere l'aspetto antropomorfo: il "dolmen". Il dolmen è una rappresentazione del concetto estremamente sintetizzato di un qualche Dio: e'grande, sovrasta, ma con la fondamentale possibilità di accogliere.Senza gravoso sforzo intellettuale si puo' facilmente ipotizzare che il "dio" altro non è che l'oggetto d'amore primario, dentro il quale siamo stati in situazione di beatitudine,ci sarebbe da chiederci spingendoci oltre con temerarieta' se non e' un ricordo inconscio della nascita della fuoriuscita traumatica dallo stato di beatitudine ,caratterrizzato dalla massima sicurezza protezione e pace,ovvero quando eravamo nel grembo materno.Gli Dei fondamentali di epoche arcaiche erano femmine (Gea, Cerere, che aveva come idolo una pietra posta nei campi, la stessa pietra nera della Mecca forse è derivazione di tale usanza Maometto,uomo ,per il tempo di gran saggezza e virtu', costruisce l'Islam quasi scientificamente per unificare le tribu' arabe e dar loro regole etiche che spesso altro non sono che regole di pratica sopravvivenza e sviluppo nell'ambiente in cui vivevano le tribu'in massima parte nomadi.Maometto va a Gerusalemme per studiare la religione ebraica,la quale non e'esente da influssi greco-romani,il dio Pan sdoppiato poi in Cristo ed il Diavolo ne' e'esempio, e si puo' ipotizzare Maometto entri in contatto con i residui della arcaica religione grego-romane o piu' semplicemte se normalmente chiamiamo la terra madre terra cosa ci puo' essere di piu ' simbolico di una pietra calata dal cielo per rappresentare il rapporto col dio piu' arcaico che e' l'"oggetto di amore primario".La situazione di beatitudine stessa, del paradiso cristiano è possibile sia una simbolizzazione-speranza del ritorno alla situazione prenatale dopo morti,situazione che si rivive probabilmente immediatamente prima della dipartita se la dipartita stessa e' serena.Ne consegue che Il concetto di madre-oggetto d'amore primario-dio, può essere esteso, per vissuto ed esperienze individuali,ed e elaborato nel concetto di "guida "o "modello" che dir si voglia (il rapporto madre figlio e'tematica costante in Henry Moore).Quindi l'artista ha bisogno di una idea guida, ovvero "idea protettiva" che gli permetta di esprimere in modo"estetico e comunicativo" sentimenti molto forti, connessi al suo vissuto, talvolta difficile e triste.Lo studio approfondito di Edward Munch chiarisce molte cose sul concetto ricostruttivo del proprio intimo quasi deteriorato,in accordo con le ipotesi della Hanna Segal[2],ma tale idea non può essere che esser relazionata ad una persona (modello) reale,che viene idealizzata nella mente e nel lavoro dell'artista seguendo i più intimi desideri, impulsi affettivi, desideri,neccesita' di protezione ben oltre quella di cui un adulto abbisogna e/o talvolta ipocritamente dice bastante.La persona che assume il compito di "guida",nella testa dello "scultore" è reale ed il farne un "modello" perfetto,entra in contraddizione nel confronto con la realtà in cui le "persone guida" non possono essere totalmente rassicuranti per quando pensieri ( o "non pensieri"),intrinseci dello "scultore", angosciosi e generanti paura.Ma e'tipico dell'"artista",come del bambino, fare il passaggio alla idealizzazione, usando un metodo "evoluto" di comunicare "se stesso" con strumenti appresi dalle esperienze di adulto,tali strumenti han ,pero',da lasciare spazio alla comunicazione "forte"e "immediata" tipica del bambino, permettendo quindi al fruitore di recepire il messaggio istintivo e "leggerlo" tramite il proprio specifico vissuto e cultura e qui torniamo alla tecnica della scultura e della sua "immediatezza",ma sopratutto al rapporto col fruitore,per cui il lavoro non puo' essere semplicemente un fuoriuscita di "caos mentale" interno,talvolta vista come opera d'arte ed il motivo puo' essere la "creazione" ad "arte" dell'"artista" per motivi commerciali e/o di esibizione di potere personale da parte degli addetti ai lavori.Il "caos interno" non puo' esser condiviso dal fruitore e qui manca per l'"artista" uno degli elementi fondamentali per i quali si applica al lavoro.Nel lavoro coi malati cronici la fuoriuscita di caos mentale puo' capitare e,fermo resstando che puo' essere oggetto di conoscenza per lo psichiatra,per il "maestro" scultore il compito e' di far superare questa fase,anche aiutando sul pezzo in costruzione,quanto serve e qui occorre la capacita' di autolimitare gli interventi,difficle per un "artista professionista" che si sente urtato psichicamente dalla furiuscita e la visualizzazioone del caos interno del "malato" per due motivi,uno sì senso estetico,ovvio,ed uno piu' intrinseco perche' non e'detto che il caos interno materializzato non abbia punti di "risonanza" con quello del "maestro scultore" ed in linea di massima con la stragrande maggioranza delle persone "sane" ed ecco un'altro motivo della necessita' che il "maestro scultore" sia preparato anche dal punto di vista psicologico.

La foga,rabbia si potrebbe dire, nello scolpire, nell'impostare opere,(tipica di Michelangelo,cosi' e'stato descritto il Maestro mentre lavorava), è una materializzazione dei sentimenti contrastanti, la stessa creazione artistica è una conferma della "bontà" delle proprie "guide", anche se imperfette. Finita la creazione e, preso atto della realtà(durante l'esecuzione dell'opera l'artista "non è" nel mondo reale se non per quanto riguarda l'uso degli strumenti tecnici e il seguire alcuni canoni estetici), viene fatta mente locale sia sui pennsieri nel periodo dellavoro sia sui risulktati del lavoro stesso.Differenza molto grossolana fra il mentalmente sano ed il "malato" e' la capacita' del sano di furiuscire a piacere dal mondo "allucinato" in cui ha lavorato l'opera ,anche se con sforzo,senza restarci ingabbiato,ilmalato non e' in grado di far in modo semplice e ripetitivo,sopratutto, tale operazione.Tornato nel mondo reale l'"artista" valuta la sua opera in modo assai contradditorio, più la sua opera è valida (confermando quindi intrinsecamente la bontà delle sue "guide"), meno è bastante a rappresentare la sicurezza di base che gli hanno fornito: di qui la frustrazione,elaborata la delusione,con la speranza di divenir piu'bravi,e questo e' un passagio non semplice,sopratuttto in persone con difficoltosissimi vissuti quali possono essere i malati psichici,allo scultore non resta che riprendere il lavoro,che "visto"in un piano porta ad esser considerato come un cerchio che riporta al punto di partenza in quanto si riinizia il lavoro stesso pur su altro soggetto volendo,ma nello spazio,ovvero nella realta' e' una spirale ,con "sezione circolare",che sale verso la meta' della soddisfazione ottenuta dall'opera senza mai raggiungerla:il momento piu' arduo e' quello depresivo che segue la frustrazione,e ribadiamo sempre piu' duro quanto e' piu' duro il visuto dell'"artista".Son tipiche le lunghe pause di grandi artisti od il "negare" la scultura stessa come espressione d'arte come fece Arturo Martini,deluso dall'esperienza di artista di regime fascista e sconfessato alla grande da Henry Moore,ad esempio, che tornando all'"intrinseco" ( rapporto madre figlio e/o rapporto di coppia) fa riscoprire la grande scultura.Vi sono pure casi di cessazione completa dell'ativitta' e/o convogliamento,nella miglior delle ipotesi verso altre espressioni artistiche,vedi Luigi Navone. Tutti questi casi non sono esenti da,piu' o meno rilevanti,implicazioni patologiche.Ovvero si puo' asserire che in parte la frustrazione con susseguente cessazione del lavoro puo' essere non tanto dovuta alla mancanza del beneplacito da parte dei fruitori ma bensi' da radici che talvolta affondano in un circuito mentale chiuso,"circolare" ma piatto,falsamente protettivo in quanto esclude il lavorio e la faticosita' del'evoluzione della mente,che nasce dala frustrazione inttooiettata ed elaborata tramite lo "scontro" con la realta'.Veniamo adesso ad un discorso,che per "perbenismo" si tenta di nascondere mentre invece Arturo Martini lo ha ben messo alla luce con corraggio,molti autori,tutti direi,ma fermiamoci a quelli che hanno piu palese questo dato,da tener ben presente se si applica la scultura con malati psichici come metodica introdotta nel loro appoggio terapeutico,e' la presenza ragguardevole di un un "interiore erotico" che può essere parte basilare e/o integrante delle loro opere. Esempio ne è Francis_Bacon_(pittore),erotico [5]ma pervaso di forte drammaticita' , ed in certo qual modo, ma distante (e molto) da Bacon, lo stesso Michelangelo: su quest'ultimo c'è da fare un discorso a parte ed unico, vista l'immensità estetico-contenutistica della sua opera.Tale interiore "erotico" è quello che può portare al "cerchio" piatto apparentemente protettivo, che è esattamente il contrario della spirale creativa, pur restando fermo che radici divaricantisi ma indubbiamente comnuni comuni.

Il caso della Pietà_Rondanini,alcune ipotesi
leftPietà Rondanini vista frontale
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Confrontiamo la vista frontale dell'opera di Michelangelo con la vista laterale, osservando l'opera si nota si ha un'impressione che sia quasi il Cristo a sorreggere la Madonna, ricordando in qualche modo delle sculture con soggetto Enea che trasporta il padre Anchise fuggendo da Ilio in fiamme.scultura fittile da Pompei I secolo dC e confrontiamola anche con la ben più conosciuta Pieta' in San Pietro

 
Pietà

A parte tutte le considerazioni sul problema del non finito di Michelangelo:

«Michelangelo, che fa del non-finito il vero e proprio tema delle sue opere più suggestive e moderne, una per tutte la "Pietà Rondanini", eseguita in più versioni, dove la forma perde contorni e confini, diventa “informe”e lascia spazio da protagonista alla materia, un altro dei grandi temi cari a Michelangelo, che con la materia aveva un rapporto fisico viscerale e sensuale.....»

estratto da articolo di Vilma Toselli La situazione che si vede raffigurata nella vista laterale e' quella in cui sembra quasi che il Cristo stia per mettersi sulle spalle la Madonna e non esser da lei sorretto: la positura del braccio della Madonna pare in compressione_spinta per appoggiarsi e non in trazione per sostenere. Ed ancora il viso del Cristo suscita un'impressione ben diversa da quella della vista frontale:la visione laterale visto, forse sottolineata dall'effetto del "non finito", dimostra quasi un viso dinamicamente rabbioso piuttosto che stancamente rilassato, ovvero la rilassatezza che si osserva frontalmente, cambia totalmente nella vista laterale in una forte dinamicità. Nella scultura sembrano quindi rappresentati sia effetti plastici che sentimenti, generatori di tali effetti, ben diversi in relazione al punto di vista sia fisico che mentale probabilmente.vandalismo e restauro nella dimensione intrapsichica

  • In buona sostanza e con gran approssimazione ci si chiede se sia il Cristo che viene sorretto dalla Madonna o sia la Madonna che si accinge ad essere portata dal Cristo?

«..... attraverso il linguaggio religioso vi è il tema dominante della maternità e della morte e una immedesimazione coinvolgente con il rito del sacrificio..... il tentativo di esprimere un sé che sente ad autosostenersi - né viene sostenuto -, l'incapacità di una holding materna,(semplificando il termine: supporto appoggio contenimento). Simile stato mentale e' confermato dagli studi sul rapporto madre_figlio tramite osservazione nel contesto familiare di Ester Bick»

(citazione non testuale ma semplificata e spiegata)

da Graziella Magherini: Psicoanalisi e arte tra emozione e ricerca Michelangelo e il linguaggio degli affetti Altresi' si può ricavare dal lavoro succitato che determinate caratteristiche sia di vita che di stile nella scultura son correlate alla sua difficile infanzia: l'esser delegato il suo allevamento ad una balia, sorella di un cavatore di marmo che poi diverrà localmente uno scultore riconosciuto),la reintroduzione nell'ambiente familiare con la perdita della madre naturale ed il successivo nuovo matrimonio del padre, le due immagini materne a lui care , il successivo difficile rapporto col padre, duro oppositore della scelta di Michelangelo di occuparsi di scultura,considerata a livello i lavoro da manovale dal padre, povero ma di "buona" discendenza,(attualmente ci son dubbi sulla vantata da Michelangelo discendenza da Matilde di Canossa,) Il pensiero di Simona Argentieri nel suo lavoro Creatività, vandalismo e restauro nella dimensione intrapsichica può esser riassunto e semplificato per quanto riguarda la rilevante parte dedicata all' opera di Michelangelo nel confronto fra le diverse versioni della pietà: quella di San Pietro altro non e' che la rappresentazione sulla materia dell'io dello scultore coincidente con lo stesso ideale di io che l'artista si e' prefigurato, a quel tempo, per Michelangelo la rappresentazione della bellezza del corpo umano doveva ricondurre l’anima di chi crea e di chi guarda al divino}}(testualmente dal lavoro dell' Argentieri), ciò rappresenta un narcisismo non in conflitto con altri modi di sentire, per cui non sono visualizzabili nel "trasformato" sul marmo dati che riportino ad un conflitto interno sulla tematica madre_figlio,sublimata nel rapporto Madonna-Cristo.

Torniamo a Graziella Magherini

«È stato scritto che Michelangelo ammirasse Vittoria Colonna per le sue qualità virili. Da una parte dunque la richiesta di una holding di tipo materno, dall'altro il richiamo a una dimensione maschile o quanto meno ambigua dell'oggetto d'amore.»

da Graziella Magherini: Psicoanalisi e arte tra emozione e ricerca Michelangelo e il linguaggio degli affetti, fattori estetici virili si possono vedere nelle sinuose femmine della Capelle Medicee e nelle Sibille della Cappella_Sistina ed ancor più nella sensuale ma muscolare Eva del Giudizio_Universale_(Michelangelo),come caratteri femminileggianti si possono osservare nella possente e forte ma "morbida" muscolatura dei nudi maschili sempre delle capelle Medicee, per converso.


 



Giudizio Universale, Eva

  • col termine holding viene il sostegno sia fisico che psichico dato a soggetto che non è ancora capace di applicare le sue funzioni psicofisiche in modo da affrontare i problemi della vita autonomamente

Donald_Woods_Winnicott fissa tre parametri mediante i quali si puo' definire o meno una "madre sufficientemente buona" , holding, handling e object presenting. Handling e' la caratteristica relativa all'accudimento "spicciolo", ovvero pulizia cura e gesti affettivi durante queste operazioni, object presenting consiste nella capacità materna di rendere disponibile l’oggetto di cui il bambino abbisogna quando e' maggiormente utile per la sua formazione-crescita cioè né troppo presto né troppo tardi. A questo punto colleghiamo la carenza di Holding avuta da Michelangelo,secondo la Magherini,la sua cosiddetta Omosessualita' e l'evoluzione nella sua vita della Pieta'. E' necessario compiere un salto di alcuni seccoli e farci alcune domande su due grandi artisti che non erano omosessuali ma avevano usi ritenuti strambi come il travestitismo:Antonio_Ligabue e Marcel Duchamp il secondo e' singolare che scriva sul suo arciusato nella critica orinatoio,anche a sproposito, il termine mutter e si costruisca un alterego ,travestendosi inoltre,di nome Rosa,alter ego ovvero Rose Selayil primo intervistato in televisione vestito da donna dice chiaramente che la necessita' di figura femminile, che non ha, lo porta a conciarsi cosi'(visione ben "ridicola" se non fosse "tragica"), in quanto interpretando la donna mancante tramite i vestiti tenta di lenirne la mancanza.


«Nel 1900 viene affidato ad una coppia di svizzeri tedeschi; non verrà legittimata la sua adozione, ma il bambino si legherà moltissimo alla matrigna, con un insolito rapporto di amore e odio»

da biografia di Antonio Ligabue

Per Marcel Duchamp la lettura in chiave psicologica del "Grande Vetro", ritenuta una fra le sue piu' riuscite opera ,rivela una confusione fra rapporti parentali ed amorosi nel senso erotico, nei confronti della sorella, ben risaputi nel suo giro, e non applicati per quanto se ne sappia, la stessa analisi del grande vetro nel particolare della macinatrice di caffe' rivela, probabilmente stati confusi ivi ben precedenti all'esplicazione di amore erotico.

Di esempi nel mondo artistico ce ne sono innumerevoli, riconducibili a simili tematiche di vissuto,e quindi torniamo al poetico asserto talvolta esprimere con l'arte, come talvolta il sasso che contiene al suo interno cristalli, a cui talvolta, forse, si può accedere in solitudine di Margherita Levo Rosenberg.

  • Ovvero, per adesso, semplificando in molti vissuti difficili poi ricondotti nell'ambito artistico in modo vivibile,vi e' un correlato omosessuale, applicato eroticamente o no non importa,ma che dipende dal "non aver goduto di una madre sufficientemente buona" sempre per dirla alla Winnicot, per cui l'omosessualita', cosiddetta in modo riduttivo,discende dalla necessita' in primis di averne un feticcio autointerpretato come faceva il Ligabue a cui le donne piacevano non poco in senso adulto del termine, comunque non vi son prove che nella pratica Michelangelo "perdesse tempo"in simili "diletti" visto il suo tipo di carattere, quantomeno vi perdesse tempo a parte altre considerazioni, quindi secondo l'analisi della Magherini si puo' desumere che la Pieta' in San Pietro, espressione narcisistica, viene fatta in un momento in cui senza alcuna introspezione di ordine psicologico il grande scultore sublima il suo difficile vissuto in modo per lui mirabile(e per molti dire),anche se non e' per nulla detto che l'opera piu "buona" di Michelangelo sia per l'appunto quella di cui stiamo parlando ma suscita "buone"emozioni al grande pubblico e non spinge ne' verso un'introspezione inquietante (fornendo ,sia nell'immediato che nello studio piu' puntiglioso,un'emozione per l'appunto inquietante come la Rondanini ,ne' e' di difficile interpretazione plastica.

E poi c'e' l'incontro con Vittoria Colonnaritratto,donna magari di caratteristiche anche virileggianti come dice la Magherini ,ma per nulla di spiacevole aspetto e quindi miglior "feticcio"di uno perfetto idealizzato ma autoreferente e quindi portatore pure di uno stato di angosciosa solitudine,non e' piu' solo e puo' affrontare il pesante fardello.Michelangelo finalmente puo' veder meglio entro di se' il sostrato della "furia" che lo sospinge nella sua opera.

 
Vittoria Colonna, disegno di Michelangelo

Ed allora come descrive Simona Argentieri puo' cominciare a togliere gli "orpelli",quasi un attacco vandalico,"orpelli" ,(cosi' visti da lui in quel momento),della perfezione plastica,legati alla visione narcisistica,per affrontare quello che lui ha sentito realmente nel suo rapporto con l'oggetto d'amore Primario individuandosi, quindi, come parte non frontale, apparente,ovvero solo per chi vuol guardare nella sua interezza, in un Cristo macilento ma potente che si vuol caricare sulle spalle il fardello di una Madonna non che non lo sostiene, cioè un reparto della mente che e' adesso elaborabile e simbolicamente rappresentabile come si evince sia dall'analisi della Argentieri che della Magherini relazionato al suo difficile vissuto, nello specifico nel suo rapporto materno, in grandi linee, fenomeno noto nella psichiatria e causante poi danni notevoli,una vera o quantomeno sentita con dei dati di fatti inversione di ruoli nel problema,detto molto all'ingrosso,della Holding.

riferimenti per discorso Duchamp

[6] [7] [8] [9] Rose Sélavy, 1921;universita' Bergamo

generalizzare ancora meglio modifica

mettere sperzonalizzando propria applicazione nella pratica di quanto sopra modifica

«.....Il sentimento estetico nasce quindi dall'incontro tra queste esperienze mentali e' un contenitore adeguato (forse qualcosa di simile voleva anche dire Donald_Meltzer, (1988) che permette la trasformazione; allorché viceversa questa trasformazione non avviene abbiamo una presentazione di contenuti bruti della non-pensabilità.....»

da per via di levare

questo discorso ha delle assonaze con quello piu' rifrerito alla pratica e poeticamente espresso dalla psichiatra artista Margherita Levo Rosenberg parlando dello scultore genovese con cui ha condotto i corsi asserisce:lo scultore affronta con lo scalpello il suo sacco di pietre oscure,parafrasando Pablo Neruda nel vano tentativo di carpirne il segreto,...........ma sotto la pietra c'e' altra pietra,il flusso impetuoso degli affetti,umori,del sentire si puo' soltanto immaginare e ,talvolta esprimere con l'arte,come talvolta il sasso che contiene al suo interno cristalli,a cui talvolta,forse,si puo' accedere in solitudine(estratto semplicato dal lavoro di Margherita Levo Rosenberg) tale situazione mentale (ovvero quella dell'accedere tramite l'arte) del "maestro" scultore puo' essere da lui condivisa ,e messa a disposizione ,tramite un buon rapporto empatico, con i "discenti"ovvero provare a farla rifiorire ,durante la dinamica del corso ,nei "discenti",in maniera delicata (quasi di nascostro,come un adulto che senza intervenire troppo apertamente guida un bambino in un gioco per quest'ultimo importante), per tentar che prenda poi forza atonoma nei "discenti" stessi.L'utilizzo dei materiali duri porta ovviamente difficolta',comunque poi proporzionate a soddisfazione ed a riuscita negli allievi:il maestro deve intervenire quando il materiale e' troppo ribbelle per le energie dell'allievo ma solo quanto basta a fargli suporare il momento che il "discente "sentirebbe come sconfitta ed abbandonerebbe quindi il corso,situazione che si presenta e che non e' facile da recuperare.

«.....secondo il modello curato da Hanna Segal,con l'evoluzione dell'ipotesi della Melanie_Klein, che stabiliva un legame preciso tra il bisogno riparativo e la sorgente della creatività artistica. L'azione artistica, attraverso la conquista dell'universo simbolico,sarebbe indirizzata a trasformare il mondo interno assediato da fantasmi inconsci portatori di angoscianti progetti distruttivi e di morte in un luogo bonificato e ricreato armonicamente.La Segal riprende l'idea che l'artista, avvertendo inconsciamente "il suo mondo interno a pezzi" ricostruisce un mondo restaurato e nuovo utilizzando la via delle emozioni estetiche e del loro linguaggio,basandosi sulla tendenziale universalita' di tale linguaggio.»

estratto da Il progetto trasformativo dell'operazione artistica(pensieri di uno psicoanalista) di Carmelo Conforto

Il problema dell'aggressivita' utilizzata come strumento fuori dal canone distruttivo modifica

«Al di là degli aspetti contingenti, credo che la qualità simbolica dell’opera attaccata sia comunque significativa; anche se non credo sia possibile – sia per l’artista, sia per il vandalo – districare nella dimensione intrapsichica i livelli delle ‘memorie corporee precoci’, intrise di esperienze psico- sensoriali primitive, da quelli dei più raffinati e sofisticati livelli di astrazio- ne»

a da Simona Argentieri Creatività, vandalismo e restauro nella dimensione intrapsichica

«Creatività artistica e creatività del sé La scultura, – secondo il detto leonardesco che tanto piaceva a Sigmund Freud – è un’arte “per via di togliere”, nella quale è più evidente il contrappunto tra il creare ed il necessario parallelo distruggere la forma precedente della pietra: a colpi violenti di scalpello il marmo si infrange e si frantuma per lasciare emergere la nuova immagine. Ma ciò accade – seppure meno clamorosa- mente – anche per la tela incontaminata o la pagina bianca, che dovrà offrire il supporto per l’opera emergente. Ogni creazione (lo dice anche Giulio Carlo Argan, 1968) è un atto distruttivo»

Simona Argentieri,SPI,[3]da uniBo

La definizinione di atto distrutivo data da Giulio Carlo Argan per indicare sinteticamente il processo creativo e' da prender "con le molle" in quanto si puo' anche dire processo trasformativo e non distruttivo tout court,e forse e'stato epsresso in talmodo per dare un forte impatto emotivo sinteticamente espresso,per cui occorre aproffondire il concettto di distruttivita' chiaremente correlato a quello di aggressivita'.

«..... caso che voglio considerare più dettagliatamente è però proprio quello di Michelangelo Buonarroti,non solo bersaglio di ripetuti attacchi vandalici nella posterità, ma lui stesso talora spietato e infelicissimo aggressore delle proprie creazioni. Come è noto, egli infierì sul blocco marmoreo della Pietà di S. Maria del Fiore e poi della Pietà Rondanini, spezzandone irreparabil- mente la composizione e poi abbandonando le opere incompiute.....»

Simona Argentieri,SPI,[4]da uniBo

Sir Herbert_Read,poliedrico scrittore,critico e poeta,parla della possibilita' di trasformare un impulso agressivo in maniera creativa e nello specifico localistico ed in ambito ristretto, alcune sue intuizioni nello studio di arte ed aggressivita',rielaborate e sviluppate sono state utilizzate come parte del sostrato di studio pschico per la preparazione di interventi validi per appoggio e studio terapeutico a Genova presso Museattivo_Claudio_Costa:unnaffinamentto del concetto espresso da Herbert_Read e' il comprendere che l'impulso agressivo distruttivo non si puo' trasformare in quallcosa di diverso ma sui puo' utilizzare in modo diverso,un'ascia puo' sewrvir per spaccar teste come facevano i Frisoni o si puo' usare per far legna da ardere per cuocerew verdure raccolte nei campi.Quando il malato spsichico con tendenze agresive spezza un blocco di materiale duro ,certo che c'e' il piacere distruttivo,cosi' come c'e' nel maestro scultore,ma vedendo che quelgesto se instradato puo' far cose belle,nel senso soggettivo anche del termine,ovvero sculture,il piacere distruttivo viene soppiantato dal piacere della riuscita dell'oprea e quindi vi e' di forzata conseguenza na forma di controllo dell'agressivita',non esente dal piacere dello spezzare in pezzetto di pietra ,ovviamnete,questa situazione mentale noon e' per nulla diversa fra il "malato" ed il sano,di diverso v'e' la capacita' dicontrollo ed instradamento dell'aggressivita' che lo scultore "sano"ha ormai appreso e fa parte del suo bagaglio professionale,in caso contrario distrugerebbe le sue "creature".

da encarta encyclopedia

«in Educare con l'arte (1943),(Herbert_Read) sottolineò l'importanza dell'arte nei processi di apprendimento, opinione che influenzò notevolmente il sistema scolastico britannico»

Bibliografia modifica

sale, I,1, pp. 51-65.

  • Wilfred_Bion (1962) Una teoria del pensiero, in: Analisi degli

schizofrenici e metodo psicoanalitico, Armando, Roma 1970.

  • Wilfred_Bion (1966) Il cambiamento catastrofico, Loescher, Torino

1981.

  • Bollas C. (1987) L'ombra dell'oggetto, Borla, Roma 1989.
  • Bonasia E. (1997) Il sillogismo malato: la paura di morire e il

sacrificio della verità, letto all' International Centennial Conference on W.R. Bion, Torino 16-19 luglio 1997.

  • De Silvestris P. (1994) Transfert come vita e destino, in: Algini

M.L.; De Silvestris P.; Farina C.; Lugones S., Il transfert nella psicoanalisi dei bambini, Borla, Roma.

  • Di Chiara G. e coll. (1985) Preconcezione edipica e funzione

psicoanalitica della mente, in: Riv. Psicoan., XXXI, 3.

  • Ferrari S. (1994) Scrittura come riparazione, Laterza, Bari.
  • Sigmund Freud (1907) Il poeta e la fantasia, OSF, vol. 5.
  • Sigmund Freud (1919) Il perturbante, OSF, vol. 9.
  • Grinberg L. (1971) Colpa e depressione, Il Formichiere, Milano 1978.
  • Jaques E. (1965) Morte e crisi di mezza età, in: Lavoro, creatività e

giustizia sociale, Boringhieri, Torino 1978.

letto all'International Centennial Conference on W.R. Bion, Torino 16-19 luglio 1997.

  • Meltzer D. (1988) Amore e timore della bellezza, Borla, Roma 1989.
  • Segal H. (1951) Un approccio psicoanalitico all'estetica, in: Scritti

psicoanalitici, Astrolabio, Roma 1984.

  • Tagliacozzo R. (1982) La pensabilità: una meta della psicoanalisi, in:

Itinerari della psicoanalisi (a cura di G. Di Chiara), Loescher, Torino.

Collegamenti esterni di approfondimento modifica

note modifica

  1. ^ dal museo Freud
  2. ^ cenni biografia La Segal nel libro del 1952 "Un approccio psicoanalitico all'estetica" parla del suo rapporto,atto prorio alla stesura del libro, con Marcel Proust che fra gli artisti presi in considerazione a suo parere e' quello che ha piu' chiara la dinamica del processo creativo,l'acutezza e la acuratezza di analisi anche se non del profondo,ovviamente,si puo' indubbiamente notare nei lavori di Marcel Proust.
  3. ^ Simona Argentieri, medico psicoanalista, didatta dell'Associazione Italiana di psicoanalisi.
  4. ^ Simona Argentieri, medico psicoanalista, didatta dell'Associazione Italiana di psicoanalisi.