Utente:Marco Ivancich/Sandbox


Ferrandini Angelo, detto Attilio, (Venezia, 16 maggio 1871- Udine, 13 aprile 1936) è stato maestro di elettrotecnica, inventore e disegnatore. In particolar modo Attilio Ferrandini si occupò dello sviluppo di un sistema di telecomunicazione a distanza via onde radio (telegrafia senza fili) terminato nella sua prima versione nel 1897, quindi successivamente a Guglielmo Marconi.

Biografia

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Angelo Ferrandini nasce a Venezia il 16 maggio 1871. Il padre, Riccardo Ferrandini, nato a Udine il 22 febbraio 1829 e morto, sempre a Udine, il 4 dicembre 1883, era uno scritturale (computista catastale, vicesegretario di ragioneria, prima a Rovigo e poi a Udine). Dal suo matrimonio con Filomena Italia del Negro nascono Giuseppina, Angelo e Annibale Ferrandini.

All’età di 9 anni Attilio e la sua famiglia si trasferiscono a Udine, in Via Giuseppe Mazzini n.4. Qui frequenta l’Istituto Tecnico allora “Pacifico Valussi” in Via Francesco Petrarca, ottenendo la licenza tecnica. Si appassiona di scienze positive: inizia a studiare approfonditamente l’elettrotecnica, concentrandosi in particolare sul ramo della telegrafia senza fili.

Insieme a Giuseppe Antonini fonda una Società Elettrica denominata "La Veloce”. Nel luglio del 1897 avvia, assieme all'Antonini, una sottoscrizione pubblica[1][2][3] per fare richiesta di fondi utili a sostenere la loro ricerca volta allo sviluppo di un apparato di radiotelegrafia senza fili. La sottoscrizione, che coinvolge alcuni tra i maggiori esponenti dell'alta società udinese dell'epoca, ottiene una cifra che si aggira attorno alle 1097 lire. I fondi raccolti servirono a malapena a portare a termine il progetto di partenza, come testimonia la nota economica[4][5], allegata alla relazione sugli esperimenti[6][7][8][9][10][11], redatta il 9 marzo 1903. Il 29 luglio 1897 il Ferrandini e l'Antonini fanno funzionare il telegrafo senza fili, come riportato dalla stampa locale[12], sul quale tengono in seguito varie conferenze pubbliche in Udine[13].

Nel periodo compreso tra il 1899 e il 1903, Antonini e Ferrandini, stando ai riferimenti riportati dalla sorella di quest'ultimo, interrompono la loro collaborazione e sciolgono la società "La Veloce". L'apparecchio viene custodito dall'Antonini mentre il Ferrandini ne costruisce uno nuovo che nel 1938 verrà donato dalla sorella, Giuseppina Ferrandini, all’attuale Liceo Scientifico Giovanni Marinelli di Udine, come attestato dalla lettera[14][15], scritta da quest'ultima, che lo accompagna. Attorno al 1903 Ferrandini va a lavorare a Pordenone e Montereale Valcellina come elettrotecnico e maestro.

Secondo un articolo di giornale[16] riportato dalla sorella, che a sua volta fa riferimento a un articolo del Giornale di Udine, il Ferrandini, in collaborazione con Antonini, avrebbe intrapreso l’industria della galvanoplastica. Tale informazione è probabilmente riferita alla società "la Veloce", la quale, tra le altre, produsse la parte elettrica del famoso Lampadario Calligaris che partecipò all’esposizione internazionale di Torino del 1911.

A seguito della disfatta di Caporetto, Angelo, insieme alla sorella Giuseppina, scappa a Pordenone, dove i due prendono il treno per arrivare a Roma da profughi. Torna a Udine due anni dopo, nel gennaio 1919.

Il 24 marzo 1934 deposita il brevetto di un banco con apparato elettromeccanico a roletta per apertura di cassette elettromagnetiche contenenti piccioni e simili, adatto per tiro a volo. Ne ottiene il brevetto il 29 marzo 1934[17]. Successivamente, due anni più tardi, perfeziona l'apparato e ne ottiene un nuovo brevetto in data 14 marzo 1936[18].

Sempre nel 1934, il 14 aprile, inoltra la domanda di iscrizione all’Albo degli Insegnanti specializzati per lo svolgimento del Corso Professionale di “Elettrotecnica Industriale e Scientifica Disegno”[19].

Angelo Attilio Ferrandini muore il 13 aprile 1936 a Udine.

Il 14 aprile 1936, il giornale "Il popolo del Friuli" di lui scrive:

"Si è spento dopo breve malattia l'elettrotecnico Attilio Ferrandini, figura caratteristica, gioviale e cortese, d'animo generoso. Egli era uno studioso di elettrotecnica e diverse sue applicazioni hanno suscitato curiosità e interesse. Alla sorella, ai parenti, condoglianze" [20]

Telegrafo senza fili

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Gli esperimenti di maggiore rilievo condotti dal Ferrandini furono quelli riguardanti un apparecchio telegrafico funzionante a distanza costruito inizialmente con l’aiuto di Giuseppe Antonini e successivamente perfezionato in proprio. Tutti i modelli messi a punto negli anni si possono suddividere in apparecchio trasmittente e ricevente ognuno dei quali costituito da una componentistica ben definita.

La parte del trasmittente è costituita da cinque parti:

La parte ricevente è costituita da:

Nella versione precedente al 1903 l’apparecchio trasmittente era alimentato da 12 batterie al bicarbonato di potassio da 1.7 V per 6 A che se messe in serie possono generare una d.d.p totale di 20.4 V. Nella versione del 1907, invece, viene riportato dagli appunti dell’inventore che la d.d.p fosse di 105 V, con un amperaggio di 2,25 A.

La batteria era collegata tramite l’interruttore a mercurio al Rocchetto di Ruhmkorff il quale aveva la funzione di aumentare la differenza di potenziale della batteria. Esso era costituito da un nucleo metallico sul quale erano presenti due serie di avvolgimenti di fili di rame: il primario, collegato con la batteria e costituito da 2 strati da 122 spire l’uno, e il secondario, dal quale usciva corrente ad alto voltaggio e costituito da 84 strati da 1022 spire. Questo strumento era capace di trasformare una d.d.p. di 20.4 V del primario in circa una d.d.p. di circa 7 kV del secondario.

Per quanto riguarda l’interruttore a mercurio, esso genera un’oscillazione della d.d.p. in modo analogo a quello mostrato in grafico grazie alla periodica magnetizzazione e scarica del nucleo metallico del rocchetto.

File:Grafico
oscillazioni della d.d.p. in funzione del tempo

Il secondario del rocchetto era collegato all’oscillatore di Righi, composto da quattro sfere metalliche di cui due vuote tra le quali era posta come dielettrico della vasellina. L’oscillatore scaricandosi produceva onde elettromagnetiche di una lunghezza d’onda di 2.8 cm, amplificate da un’antenna.

L’apparecchio ricevente era alimentato da quattro pile al cloruro di ammonio che erano collegate ad un numero non definito di resistori da 0.09 ohm. In questo modo era generata una corrente che passava attraverso il coesore, un tubo a vuoto contenente polvere metallica ( Ni 84%; Ag 9%; ferro dolce 7%) disposta casualmente, la quale, in presenza di un campo elettrico, si orienta diminuendo la resistività e permettendo il passaggio di corrente. Grazie a ciò il coesore era utilizzato come rilevatore di onde e campi elettromagnetici. Probabilmente dal Ferrandini fu introdotto un miglioramento atto ad aumentare la precisione che consisteva nell’appoggiare il lo strumento sull’armatura di un elettromagnete che lo scuoteva in presenza di corrente riposizionando le polveri in modo casuale. Al coesore era collegato un relè, elemento con tre contatti di cui uno mobile in prossimità di una bobina la quale, in presenza di corrente, genera un campo elettromagnetico che attrae il contatto mobile. Il contatto varia in relazione alla quantità di corrente transitante il coesore.

Bibliografia

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https://sites.google.com/liceomarinelli.edu.it/fondo-ferrandini

  1. ^ Documento autografo di Attilio Ferrandini e Giuseppe Antonini relativo alla sottoscrizione pubblica del 27 Ottobre 1897, su w.wiki.
  2. ^ Documento autografo di Attilio Ferrandini e Giuseppe Antonini relativo alla sottoscrizione pubblica del 27 Ottobre 1897, su w.wiki.
  3. ^ Documento autografo di Attilio Ferrandini e Giuseppe Antonini relativo alla sottoscrizione pubblica del 27 Ottobre 1897, su w.wiki.
  4. ^ Conto amministrativo sostenuto da Attilio Ferrandini e Giuseppe Antonini per le esperienze di telegrafia senza fili svolte nel 1897, su w.wiki.
  5. ^ Conto amministrativo sostenuto da Attilio Ferrandini e Giuseppe Antonini per le esperienze di telegrafia senza fili svolte nel 1897, su w.wiki.
  6. ^ Relazione delle esperienze di telegrafia senza fili fatte a Udine nel 1897 da Attilio Ferrandini e Giuseppe Antonini, su w.wiki.
  7. ^ Relazione delle esperienze di telegrafia senza fili fatte a Udine nel 1897 da Attilio Ferrandini e Giuseppe Antonini, su w.wiki.
  8. ^ Relazione delle esperienze di telegrafia senza fili fatte a Udine nel 1897 da Attilio Ferrandini e Giuseppe Antonini, su w.wiki.
  9. ^ Relazione delle esperienze di telegrafia senza fili fatte a Udine nel 1897 da Attilio Ferrandini e Giuseppe Antonini, su w.wiki.
  10. ^ Relazione delle esperienze di telegrafia senza fili fatte a Udine nel 1897 da Attilio Ferrandini e Giuseppe Antonini, su w.wiki.
  11. ^ Relazione delle esperienze di telegrafia senza fili fatte a Udine nel 1897 da Attilio Ferrandini e Giuseppe Antonini, su w.wiki.
  12. ^ Esperimenti del telegrafo senza fili a Udine, in Giornale di Udine, 30 luglio 1897.
  13. ^ Altra conferenza sperimentale sulla telegrafia senza fili, in Elettricità rivista settimanale illustrata, n.47, 21 novembre 1897, anno XVI, p.751.
  14. ^ Lettera di accompagnamento alla donazione del telegrafo costruito da Attilio Ferrandini al Liceo Giovanni Marinelli di Udine scritta da Giuseppina Ferrandini, su w.wiki.
  15. ^ Lettera di accompagnamento alla donazione del telegrafo costruito da Attilio Ferrandini al Liceo Giovanni Marinelli di Udine scritta da Giuseppina Ferrandini, su w.wiki.
  16. ^ Articolo di giornale sulla galvanoplastica e sulla costruzione della parte elettrica del lampadario Calligaris, su w.wiki.
  17. ^ Bollettino della proprietà intellettuale, 1935, su google.it.
  18. ^ Bollettino della proprietà intellettuale, 1937, su google.it.
  19. ^ Domanda di iscrizione all’Albo degli Insegnanti specializzati per lo svolgimento del Corso Professionale di “Elettrotecnica Industriale e Scientifica Disegno” da parte di Attilio Ferrandini, su w.wiki.
  20. ^ Cronaca mesta - decesso -, in Il Popolo del Friuli, martedì 14 aprile 1936, p. 5.