Utente:MarinaFregosi/Storia delle città

Storia delle città
Altro titoloDalla proto-urbanizzazione all'espansione urbana del Terzo Mondo
AutorePaul Bairoch
1ª ed. originaleAprile 1992
1ª ed. italianaMaggio 1996
GenereSaggio
SottogenereArchitettura
Lingua originalefrancese


Storia delle città anche noto come Dalla proto-urbanizzazione all'esplosione urbana del Terzo Mondo è un saggio di Paul Bairoch pubblicato in francese nel 1992; analizza il fenomeno della crescita urbana, quali ne siano le principali cause e le probabili conseguenze.


Capitoli

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  1. Nascita del fenomeno urbano e proto-urbanizzazione
  2. Città delle società tradizionali: dalla nascita delle città vere e proprie alla diversità dei sistemi urbani del XVIII secolo
  3. La Rivoluzione Industriale: una rottura fondamentale che porta all’odierno mondo urbanizzato
  4. L’inflazione urbana del Terzo Mondo: un fenomeno senza precedenti storici


Proto Urbanizzazione

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La condizione indispensabile che ha reso possibile questa nascita è stata la rivoluzione neolitica, costituita dal momento di passaggio da un’economia basata sulla raccolta, la caccia, la pesca, ad un’economia fondata sull’agricoltura e la pastorizia.

La principale conseguenza della rivoluzione fu il forte aumento di produzione alimentare per ogni singola superficie di terra, che creava un’eccedenza di produzione alimentare disponibile allo scambio ed un aumento della densità di popolazione.

Per mantenere un’economia basata sull’agricoltura bisogna adottare la sedentarietà ed abbandonare il nomadismo. Un centro urbano vero e proprio presuppone non solo un’eccedenza di produzione agricola, ma la possibilità di scambiare questo sovrappiù. Le possibilità di scambio sono direttamente proporzionali all’ammontare di questo sovrappiù rispetto alla superficie.

L’agricoltura mette in moto un processo di urbanizzazione, giocano un ruolo fondamentale la fertilità del suolo e l’efficacia dei sistemi agricoli.


Cronologicamente collochiamo la comparsa dell’agricoltura:

  • nel periodo tra l’8500-8000 a.C. in Medio Oriente;
  • nel periodo tra il 6000-5000 a.C. in Asia;
  • nel 5000 a.C. in Africa;
  • nel periodo tra il 7000-6500 a.C. in America;
  • nel periodo tra il 6500-6000 a.C. in Europa.


Riguardo invece alla nascita delle prime città pre-urbane o della proto-urbanizzazione collochiamo:

  • in Medio Oriente abbiamo Gerico verso il 7800 a.C. e Catal Huyuk verso il 6500 a.C.;
  • in India si sono sviluppate verso il 2500 a.C.;
  • in Cina sono comparse nel periodo tra il 2000-1500 a.C.;
  • nell’America precolombiana nel periodo tra il 1500-800 a.C.;
  • nell’Africa Nera nel periodo tra il 1000-500 a.C.


Città delle società tradizionali: dalla nascita delle città vere e proprie alla diversità dei sistemi urbani

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L’urbanizzazione vera e propria è una rivoluzione collocata tra il 3500 e il 2700 a.C. aumentando la popolazione mondiale del 70%, la maggior parte di essa concentrata nelle città.


L’apparizione delle prime autentiche forme di civiltà urbana si ha:

  • nel Pakistan dal 2100 al 1750 a.C.;
  • in India dal 1000 al 400 a.C.;
  • in Cina dal 1400 al 1100 a.C.;
  • in Giappone dal 650 al 700 d.C.;
  • in Corea all’inizio dell’età cristiana;
  • nel nord Africa dal 2600 al 2400 a.C.;
  • nel sud Africa dall’ 810 al 630 a.C.;
  • in Messico dall’800 a.C.;
  • in Europa dal 1200 al 1000 a.C.


Zone come l’area tropicale dell’Africa nera e dell’Asia e l’Europa settentrionale e orientale sono aree in cui l’urbanizzazione è comparsa solo a partire dall’anno 100 d.C., poiché l’agricoltura era quasi del tutto ignota.

Anche nell’America precolombiana le civiltà urbane sono tardive: i Maya, raggiungono un sistema urbanizzato solo dopo il 200 d.C., sebbene si possa risalire fino al 2500 a.C. quando ancora erano organizzati in villaggi e si basavano sull’agricoltura.

Nelle analisi tenute per studiare il fenomeno urbano l’unico criterio operativo utilizzato rimane quello degli agglomerati, fissato alla misura di 5000 abitanti.

Il tasso mondiale di urbanizzazione calcolato in percentuale però non tiene conto delle proporzioni: se la percentuale variasse di poco durante i secoli, non significa che il livello di urbanizzazione è rimasto invariato, poiché la popolazione è aumentata dai 250 milioni dell’anno 100 ai 970 milioni al 1800, per cui proporzionalmente anche la popolazione risiedente nelle città è quadruplicata.


Inoltre la stabilità delle percentuali della popolazione urbana non implica la stabilità del numero dei cittadini:

  • ad un aumento del tasso di urbanizzazione non corrisponde necessariamente un aumento del numero dei residenti in città;
  • ad una diminuzione del tasso di urbanizzazione non corrisponde necessariamente una diminuzione del numero dei residenti in città.


Una costante nella storia dell’urbanizzazione è l’alta mortalità infantile, ricorrente in tutti i paesi sviluppati del Terzo Mondo. Il tasso della mortalità infantile urbana superava del 60% quello delle campagne, su cui influivano i numerosi regimi demografici, tra cui la dimensione stessa delle città.

Se da una parte si registrava un’alta mortalità urbana, dall’altra il flusso migratorio della popolazione dalla campagna alla città compensava le perdite subite.