Utente:Scozzalù/Sandbox

Ray Martino (Lecce, 5 aprile 1928) è un cantante e attore italiano.


Biografia

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Gli esordi

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Ray Martino è il nome d'arte del cantante e attore Mario Martiradonna, noto anche come Ray Martin.

Era il 1946 quando il giovanissimo Mario frequentava assieme a suo fratello maggiore il Circolo Universitario di Bari, il famoso “Fortino” sito lungo le mura poste a difesa della vecchia città. Fu qui che esplose prepotentemente in lui la passione per la musica: Mario (non ancora Ray Martino) si cibava di “pane e dischi” divorando, soprattutto, quei grossi padelloni in vinile a 78 giri chiamati “V-Disc”, riservati alle truppe americane, con incisioni delle più grandi orchestre da Count Basie a Duke Ellington, Benny Goodman, The Dorsey Bros, Harry James, Glenn Miller, Woody Herman, Jimmy Lunceford, incisioni di famosissimi cantanti all'epoca sulla cresta dell'onda negli States: Bing Crosby, Helen Merril, Lena Horne, Mahalia Jackson, una “favolosa da sempre” Ella Fitzgerald, Anita O'Day, Billie Holiday, Nat King Cole, Mel Torme, Dick Haymes, Tony Bennett, Perry Como, Dean Martin, l'astro ascendente Frank Sinatra ed altre famose stars. Fu proprio l'ascolto di “The Voice” a stimolare Ray, trasferitosi nel 1947 a Milano ove prese a frequentare la Galleria del Corso - luogo di ritrovo abituale dei musicisti dell'area milanese, per farsi conoscere come cantante e lavorare con gruppi jazzistici, acquisendo sempre più confidenza dei propri mezzi vocali e sviluppando un proprio stile personale.

Primo contratto, estate 1948 in Romagna: Viserbella “Villa dei Pini”; l'arrivo nel locale, una sera, i famosi personaggi dello spettacolo Walter Chiari con la grande vedette della rivista Marisa Maresca e del loro impresario, ed è subito “una scrittura” per la stagione del teatro leggero con la rivista “Allegro” '48/49; debutto Teatro Mediolanum in corso Vittorio Emanuele, ancora sotto molte macerie; cast molto noto nell'ambiente con la partecipazione di famosi personaggi del teatro, oltre a Walter Chiari e Marisa Maresca, Guglielmo Barnabò, Alda Mangini, Galeazzo Benti, Irene Aloisi, Mario DeAngelis, “20 ballerine20”, altrettanti “boys”, una étoile del Teatro dell'Opera di Budapest: PamelaPalma un bravissimo ballerino di colore: Byron Cuttler, l'Orchestra e le musiche del M.o Fucilli, il tutto con la regia di Mario Mattoli e testi di Marcello Marchesi.

Maggio [[1949], fine “giro” per la Compagnia e rientro a Milano; serate in vari locali cittadini, finalmente la prima partecipazione cinematografica, titolo: “Abbiamo vinto!” prodotto dalla Trionfalcine con W. Chiari, C. Pilotto, P. Stoppa, M. Bagni, A.Pagnani, C. Interman, J. Pierreaux, il debutto nel cinema di una giovanissima Antonella Lualdi e (perchè no!) quello di Ray Martino in un ruolo di un certo rilievo, con la regia del vincitore dell' “Orso d'Oro” del Festival internazionale del cinema di Berlino 1948: Robert Stemmle.

L'incontro con Louis Armstrong

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Autunno 1949: troviamo il giovane Ray Martino sugli scudi quando il grande Louis Armstrong lo invita a duettare con lui durante alcune tappe della prima tournée europea post bellica. Ray è il primo cantante europeo ad esibirsi accompagnato dal grande “Satchmo” e la sua meravigliosa “All Star Band”: Earl ”Father” Hines, Cozy Cole, Arvell Shaw, Barney Bigard, Jack Teagarden e la cantante Velma Middleton.

Anche se la musica jazz rimane il suo grande amore, il giovane Ray si esibisce con complessi meno jazzistici ed un repertorio più commerciale. “Bel Sit” Milano e stagione estiva presso il Casinò di Lugano, sin quando ottobre 1951, l'allora non ancora celebre Renato Carosone lo invita, per la partenza dell'olandese Peter Van Wood, a far parte del suo quartetto con Gegè Di Giacomo e il chitarrista Alex Bacsik: stagione invernale trascorsa presso il “Caprice Night Club” forgiando grandi successi, collaborando agli speciali arrangiamenti del quartetto con il solito sarcastico “sense of humor”, (Spike Jones docet!): Malaguena / Tre numeri al lotto / 'O ciucciariello / Quisas, quisas, quisas / Maruzzella / Songo americano / Buona Pasqua pure a te / Tu vuò fa l'americano / Scalinatella / Scapricciatello / Guaglione / Chella là / Luna rossa Nu' quarto e luna / e decine di altri successi in voga nei primi anni '50; partecipando ad alcuni programmi sperimentali della televisione italiana dagli Studi della Fiera Campionaria di Milano. L'estate seguente: Venezia club “Antico Martini” (accesso nel locale sito alle spalle del Teatro La Fenice) e finale di stagione presso il Casinò di Venezia. Rientro a Milano per una nuova stagione al “Caprice”.

Novembre 1952: Ray lascia il Quartetto Carosone ed approda in un gruppo molto jazzistico: Bruno Martino, non ancora ispirato come cantante, chiede la collaborazione di Ray Martino per il suo quintetto: Franco Pisano, Sergio Valenti, Bruno Brighetti e Luciano Messina; il night “La Taverna del Grand Hotel Duomo”, meraviglioso locale, ospita il Gruppo sino alla fine dell'aprile 1953. Maggio-Giugno presso il Club “SanSouci”. Luglio-Agosto e parte di settembre il gruppo di Bruno trasmigra al “Barracuda” di S.Margherita, senza Ray, per precedente contratto che a sua volta si accorda con Wolmer Beltrami per il “Covo di Nord Est”, sempre a S:Margherita Ligure. Ottobre, rientro nel gruppo e lunga scrittura in uno dei locali più snob di Milano: il “Piccolo Bar” (via Manzoni); grande successo di pubblico e partecipazioni a filmati di canzoni per la TV italiana ed una serie di dischi per la Music Records, del discografico Walter Gurtler: Somebody stole my girl / Many times / Cry / Tenderly / Un passo dietro l'altro / Walking my baby back home / Nevertheless / Funny / Singin' in the rain / e, con la grande orchestra e gli arrangiamenti di Len Mercer (Ezio Leoni), altre incisioni: Kiss / Blu Gardenia / Some enchanted evening / Blowing wild / Bali Hay / The hight and the mighty / Stranger in paradise.

Fine del '53, la Scala di Milano invita il grande direttore d'orchestra Leonard Bernstein per dirigere l'opera di Bizet la “Carmen”, bene, dopo le consuete prove, Bernstein ed un gruppo di artisti e collaboratori venivano regolarmente al Piccolo Bar e spesso e volentieri il Maestro sedeva al piano ed insieme a Bruno Martino accompagna vano Ray nel classico repertorio di musiche popolari americane: G. Gershwin, C. Porter, I. Berlin, J. Kern, V. Youmans, H. Carmichael, R. Rogers di cui Bernstein, da profondo cultore non solo di musica classica, interpretava, naturalmente, con grande spolvero di swing.

Il successo

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Ma è il 1954 l'anno magico: sul finire del mese di giugno Ray Martino approda in Versilia dove a Tonfano (Marina di Pietrasanta) Sergio Bernardini inaugura uno strano locale allestito fra le cabine di uno stabilimento balneare battezzato “Al Carillon”. L'estate sarà tutta di Ray e del suo quartetto: Giulio Libano, Berto Pisano, Vittorio Bufoli, Pasquale Liguori, una entusiasmante stagione di “all sold out” per oltre settanta serate, tra cui un paio di esibizioni di Juliette Greco accompagnata da Sasha Distel, che in seguito apriranno le porte di altri famosi night in Italia: “Caprice” di Milano, “Rosso e Nero” e “Shaker Club” di Napoli, “Open Gate” di Roma, “Cristallino” a Cortina, “Lido dei Ciclopi” di Acitrezza-Catania, “La Capannina” di Alassio, il “Chatam” di Torino, la “Taverna Comunale” di Udine; ospiti il “Quartetto Cetra”, mentre prosegue il dialogo televisivo e discografico, questa volta con la Compagnia Generale del Disco nascono i grandi successi: ancora Kiss, ancora Blue Gardenia, Tchumbalabey, Stranger in Paradise, Tu You Do, The man without a star, The high and the mighty, Love me or leave me, Cose fan le donne in donne in primavera, Scritta sopra un albero, Ufemia, From here to eternity, Angolo di cielo, El gitano senoron, Marieta monta in gondola (con Julia DePalma), Blowing wild, Per te, etc.etc.

Maggio 1955, partecipa al Festival de la Chanson Italienne: Parigi “Palais de Chaillot” vince il secondo premio con un seccesso dell'amico Carosone “Ho giocato tre numeri al lotto” presentata in chiave umoristica, come sua abitudine.

Giugno 1955: Ray ed il quintetto partecipano, in quel di Palma de Mallorca alla “puesta de largo” (l'entrata in società) di una nipote di un magnante spagnolo, Don Juan March, in una villa costruita intorno ad una torre d'epoca romana (in località S'avall) ospiti il fior fiore della società iberica e la partecipazione di famosi artisti mondiali: Bernard Hilda e la sua grande Orchestra, Gilbert Becaud, i balletti folkloristici Mallorquines, la soprano Eleonora Carli, il balletto di Claude Marchante e naturalmente il Quintetto di Ray Martino; indimenticabile serata che in seguito aprirà le porte a prestigiosi contratti con la Spagna. Veloce rientro in Italia e tappa di due mesi al Lido dei Ciclopi in quel di Acitrezza (Catania); indi Alassio alla Capannina ed Il Cristallino di Cortina. Ancora il cinema (inizio gennaio 1956) reclama l'”attore” Ray Martino questa volta è il regista Sergio Corbucci che gli affida la parte di protagonista (condivisa con il collega Achille Togliani) nel film musicale “Carovana di canzoni”, musiche dell'amico Armando Trovajoli, girato negli studi di Cinecittà.

Il periodo spagnolo

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Giugno 1956: Ray Martino lascia l'Italia con un nuovo gruppo, con un contratto di un mese destinazione Barcellona, indi Madrid ove quel mese iniziale si prolungherà per sei lunghi e favolosi anni, esibendosi nei migliori night-club della Penisola Iberica. Madrid “El Retiro”, “Florida Park” a seguire una tournée estiva nel nord del Paese: Pamplona, città dell'”encierro” famosa corsa di circa due chilometri di una moltitudine di persone alquanto sotto l'influsso dell'alcool e disfatti da nottate in bianco in una competizione cruenta contro i tori che troveranno la morte nel pomeriggio nella regolare corrida con veri toreri, poi ancora Bilbao nella zona verso il Mar Cantabrico: Las Arenas “Club Maritimo”, molto elitario e frequentato assiduamente dal futuro Re Juan Carlos e dai suoi familiari, nonché dai personaggi dell'entourage e dai grandi magnanti della finanza spagnola; San Sebastian: “Real Club de Tennis”; Valencia: per la grande manifestazione “Las Fallas del Foc”; Sevilla: “Hotel Continental” per il Gran Galà della società locale; Alicante: “Fiestas Populares”; Oviedo: “Teatro de la Opera”. Ritorno a Madrid: night-club la “Parrilla Rex”, la “Bombonera de la GranVia”, in seguito il night-club “Micheleta”. Durante questi impegni Ray ed il suo gruppo vengono invitati a partecipare a molte trasmissioni radiofoniche “Cadena de la Ser”, “Radio Madrid”, “Radio Nacional d'Espana” e soprattutto la giovanissima TV spagnola chiede a Martino di ideare alcuni programmi musicali: canzoni sceneggiate con la partecipazione di artisti, balletti e personaggi internazionali con copioni scritti e recitati in “castellano” dallo stesso Ray, realizzati con scarsi mezzi tecnici e la collaborazione di un esiguo gruppo di entusiasti neofiti, ottenendo, naturalmente, grande successo di audience e lusinghieri consensi da parte della grande stampa. Incisioni discografiche con la Philips spagnola. Estate 1957: è la volta del Portogallo ad offrire al gruppo di Martino un contratto con il night-club del Casinò in località Estoril, in seguito negli anni a venire, Club Ronda e Club Canoa a Cascais, Hotel Embaixador a Lisbona; incisioni discografiche con l'etichetta “Phonomat” ed esibizioni televisive, sempre alternando la presenza del gruppo tra la Spagna ed il Portogallo. Scioglie il gruppo italiano e partecipa, come attore, al film “Il figlio di Capitan Blood” con Sean Flynn, Sandra Panaro ed un folto gruppo di altri attori, girato sotto Valencia (Denia) con due – quasi veri – galeoni d'epoca.

Accetta l'invito dell'Hotel Castellana Hilton per esibirsi con un quartetto di musicisti spagnoli nel night e collaborare anche con Armando Orefiche e la sua orchestra cubana. Il regista americano George Marshall, sta “girando” un film su di un ipotetico “plagio-furto” di un grande quadro di Francisco Goya, dal Museo del Prado, protagonista Rex Harrison, Rita Haywort ed un contorno di altri attori, cercano e trovano in Ray il personaggio di un certo rilievo, cui affidare la parte del critico d'arte per scoprire il plagio e l'eventuale furto del famoso dipinto di Francisco Goya “La fucilazione alla montagna”. Titolo del film: “Furto su misura”. Contemporaneamente partecipa ad una pellicola di produzione spagnola “Esa picara pelirroja”, “plot” con molta musica ed un cast internazionale. Primavera del 1963: Ray decide di ritornare in Italia, breve periodo romano, ed esibizioni con la “Roman New Orleans Jazz Band” in un programma RAI-TV. Contatti ed accordi con il produttore cinematografico Maggi e partenza per Lubjana, due film in programma, coproduzione italo/franco/slava, regìa di Gianfranco Parolini: “Anno '79 la distruzione di Ercolano” e “Il Vecchio Testamento”. Naturalmente cast cosmopolita, attori ed attrici delle tre Nazioni con larga partecipazione di masse, mezzi, carriaggi e cavalli prestati dall'Esercito di stanza in Slovenia per le grandi scene, girate in esterni, nei dintorni di Lubjana e Zagabria e lungo il fiume Sado. Nel contempo la televisione yugoslava scopre Ray Martino cantante: nascono così le sceneggiature di sette brani di musica leggera, successi del momento: “Quando,quando,quando”, “Diavolo”, “Il mondo”, “Il nostro concerto”, “Oui,oui,oui”, “Twist Again” e “Arrivederci Roma”; a disposizione per la realizzazione l'Orchestra ed il Balletto del Teatro dell'Opera di Lubjana, arrangiamenti musicali e scenografie, richiesti da Martino, con la collaborazione di ottimi musicisti e tecnici. Meritatissimi gli elogi da parte dei telespettatori e della stampa.

Il rientro in italia

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Fine 1963: rientro a Milano, ancora canto; tardo autunno con Enrico Intra, Pupo DeLuca e Pallino Salonia, sotto la guida di Gianni Bongiovanni – proprietario di un locale nei pressi di SanSiro – sarà tra gli iniziatori dell' “Intra's Derby Club”,famoso in seguito, quale tempio del cabaret milanese. Due anni più tardi il Derby Club cambia ubicazione e si trasferisce nel cuore di Milano e diventa “Intra's al Corso”. Il grande (e compianto) Mike Bongiorno richiede la partecipazione di Ray Martino con un gruppo di cantanti-attori (Togliani, Lojacono, Renda, Franchi, Pallesi) un gruppo di belle e brave cantanti-attrici e di un balletto per uno show-quiz: “La fiera dei sogni”, programma tra i migliori del grande Mike e, forse, solo secondo al famoso “Lascia o Raddoppia”, una lunghissima serie di puntate con Mike Bongiorno ed il gruppo al completo per l'inaugurazione della metropolitana milanese e ad altri avvenimenti meneghini ed italiani. Nel corso degli anni '60, agenzie e produttori pubblicitari hanno usufruito delle peculiari caratteristiche di Ray, attore versatile ed alquanto spericolato, in qualità di “testimonial” per molti comunicati commerciali trasmessi dalle reti RAI e nei cinema italiani, scenette (concise storie con chiusure promozionali) che all'epoca avevano la durata trai 90 ed i 120 secondi, “Carosello” della nostra TV ne era il maggior fruitore e diffusore; queste partecipazioni valsero a Ray l'assegnazione del “Bagatto d'oro”, considerato l'oscar della pubblicità, per due anni consecutivi: 1968 e 1969.

Un passo indietro: estate 1965 Bruno Beneck, esponente di spicco del settore sportivo della Rai, prepara un meraviglioso programma di varie puntate: “Le Olimpiadi Giovanili”, sede ideale gli impianti sportivi della Ignis di Comerio; presentatori: due noti personaggi dello spettacolo e dello sport: Rolly Marchi e Ray Martino, incaricati di proporre e spiegare le varie discipline di un'Olimpiade con la partecipazione di squadre del settore giovanile e grandi campioni dello sport nazionale ed internazionale: dal ciclismo su strada ed in pista al pugilato, dall'atletica leggera al nuoto, dalla boxe al tennis, tiro con l'arco, pattinaggio, scherma, golf, baseball, calcio giovanile, pallacanestro: chiamiamolo basket-ball per via della favolosa esibizione degli “Harlem Globe Trotter”, uno spettacolo veramente indimenticabile, messo in scena da impareggiabili clown e giocolieri inimitabili, ma veri professionisti del basket.

Anno 1967: ancora indietro nel tempo, Ray Martino, viene scritturato dalla “Italia Società di Navigazione”, per una serie di traversate oceaniche verso l'America del Nord con mansioni di presentatore e “master of ceremony” e durante i viaggi “Circle Line” assume il compito di “Cruise Director” alternando queste funzioni sulle due meravigliose navi della nostra Marina Mercantile: la “Michelangelo” e la “Raffaello”.

Nell'inverno [[1967-1968 assume la direzione artistica del Palace Hotel di S.Moritz. Torna a far parte del gruppo di Sergio Bernardini alla “Bussola” di Focette (sempre in Versilia): dirige l'Ufficio Stampa, contatti con artisti italiani e stranieri, factotum di scena, presentatore, “braccio-destro del Boss” e, nelle “ore piccole” era ancora Ray ad accompagnare con la sua voce e con il suo vastissimo repertorio di “crooner d'eccezione” i “fedelissimi” sino all'alba. Tutte le seguenti stagioni estive lo troviamo a far fronte ai compiti descritti. Poi il 1972 : è la volta di un contratto con la Società Costa Smeralda dell'Aga Kan Karim come Direttore Artistico per animare e movimentare la stagione estiva nei tre stupendi alberghi: Porto Cervo, Cala di Volpe e Pitrizza: serate particolari, balletti e movimentazione di orchestre, personali esibizioni canore ed attività sportive: tra l'altro, credo, l'unica “marcia longa” mai organizzata, non solo in Costa Smeralda, ma addirittura in Sardegna, approvata e seguita in elicottero dall'Aga Kan Karim in persona.

Gli anni ottanta e novanta

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Dopo questa ottima esperienza in Costa Smeralda, Ray decide che è tempo di abbandonare (per raggiunti limiti d'età, dice lui) tutte le attività degli ultimi anni e soprattutto l'attività di cantante ed appendere la voce ed il microfono al fatidico chiodo. Cambia attività, ma senza abbandonare il mondo della musica: assume incarichi di responsabilità all'interno del Gruppo CBS Sugar (CGD Messaggerie Musicali), dirige il settore grafico-creativo dell'azienda per circa tre lustri. Maggio 1986 : il mondo del disco e la CGD subiscono una profonda crisi (nuove generazioni, l'incalzare di nuove tecnologie e supporti di registrazioni, nuovi ritmi, nuove musiche, boh!) e per Ray Martino viene il momento fatidico del pensionamento, condizione che lo sprona a rientrare nel mondo del suo “primo amore”, il Jazz: concerti ed esibizioni con i più noti jazzisti italiani in un repertorio del tutto particolare: i grandi compositori della musica popolare americana nata tra la fine del 1800 ed il 1950/1960. Negli anni '80: la RAI offre a Ray Martino un programma radiofonico di ventidue puntate: “Club 21”, in onda i martedì sera di cui, oltre che cantante ed attore, è anche il coautore dei testi; registra presso gli Studi di Corso Sempione a Milano oltre settantadue brani del repertorio classico dei grandi autori americani: J. Kern, V. Youmans, R. Rodgers, G. Gershwin, V. Young, C. Porter, V. Duke, R. Noble, D. Ellington, M. Dennis, H. Carmichael, McHugh ed altri famosi musicisti dei quali, oltre che un profondo conoscitore, è anche uno dei pochi interpreti ancora in possesso di un ottimo timbro vocale.

Discografia

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Filmografia

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"Abbiamo vinto" è un film del 1950 diretto da Robert A. Stemmle e prodotto dalla Trionfalcine con W. Chiari, C. Pilotto, P. Stoppa, M. Bagni, A. Pagnani, C. Interman, J. Pierreaux, A. Lualdi, Ray Martino 1956 - “Carovana di canzoni” Regia di Sergio Corbucci con Achille Togliani, Ray Martino 1957 - “Il figlio di Capitan Blood” Regia di ? Con Sean Flynn, Sandra Panaro, Ray Martino 1957 - “Furto su misura” 1957 - "Esa picara pelirroja”

Gli spettacoli televisivi

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Riconoscimenti

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Altri progetti

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In uno dei tanti viaggi di lavoro e di piacere negli Stati Uniti, Ray è stato invitato dal direttore del futuro Museo di Louis Armstrong Etichetta collegamento, Mike Cogswell, a visitare alcuni uffici dell'Università del Queens College, sito preposto dal Comune di New York al recupero ed all'archiviazione di tutto il materiale musicale, fotografico e giornalistico del grande trombettista proveniente da tutte le parti del mondo, il cui valore storico-didattico non ha pari nel mondo della musica; con la collaborazione del personale del College, impegnati nel catalogare fotografie, riviste, quotidiani, dischi, incisioni su nastri, partiture musicali, filmati di concerti nel mondo, strumenti musicali, tra cui una tromba d'oro regalatagli dai Reali d'Inghilterra, coppe ed onorificenze ricevute nella sua lunghissima ed inimitabile carriera; tra alcuni di questi prestigiosi cimeli, vi sono anche foto, dischi, nastri, riviste e ritagli di giornali (News Week, Time, Variety, Melody makers, ed altre pubblicazioni) nonché interviste registrate ed un particolare nastrino inviato da Armstrong al critico musicale francese, H.Panassiè, con lusinghiere menzioni di un giovane cantante italiano, Ray Martino, invitato a partecipare ad alcuni concerti della sua tournée italiana. Tutto questo materiale, di grande rilievo storico, sarà sistemato nella casa del grande Satchmo, terminata la ristrutturazione, nel quartiere di Corona al 34-56.107 Street, New York che ne diventerà poi il Museo. L'archivio servirà per molti anni a venire a musicologi, ricercatori (e non solo) per lo studio sulle origini e la commistione con altre espressioni sonore della musica popolare americana dalla fine dell'800 ai nostri giorni, ma anche a tutti i musicisti del mondo. La struttura ospiterà inoltre scuole d'insegnamento e di diffusione musicale per i “teen agers” e corsi di perfezionamento per musicisti. Il museo in questione è stato inaugurato con manifestazioni ed esibizioni varie il 15 ottobre 2003. Contatti telefonici con l'amico Mike Cogswell – direttore del Museo – mi confermano dell' enorme frequenza di visitatori da tutto il mondo.

Collegamenti esterni

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