Hindal Mirza
Hindal Mirza (in basso al centro), presenta a Humayun il ritratto di suo figlio Akbar (Dust Muhammad, 1546)
Governatore di Alwar, Mewat, Malwa e Ghazni
Shahzada dell'Impero Moghul
In carica21 febbraio 1531 –
20 novembre 1551
Nome completoAbu'l-Nasir Muhammad Hindal Mirza ibn Mirza Zahir-ud-Din Muhammad Babur
NascitaKabul, Impero timuride (oggi Afghanistan), 4 marzo 1519
MorteNangarhar, Impero Suri (oggi Afghanistan), 20 novembre 1551
Luogo di sepolturaGiardini di Babur, Kabul
DinastiaMoghul
PadreBabur
MadreDildar Begum (biologica)
Maham Begum (adottiva)
ConsorteSultanam Begum
FigliRuqaiya Sultan Begum
ReligioneIslam sunnita (Hanafismo)

Abu'l-Nasir Muhammad Hindal Mirza (in persiano ابوالنصیر محمد‎; Kabul, 4 marzo 1519Nangarhar, 20 novembre 1551) è stato un principe indiano, figlio di Babur, primo imperatore Moghul.

Viceré di Badakhshan dall'età di dieci anni e noto per le sue doti guerriere, una volta adulto Hindal era considerato il candidato favorito alla successione dal consiglio imperiale, contro l'erede designato Humayun, nato dalla consorte principale Maham Begum. Tuttavia, alla fine Hindal scelse di giurare fedeltà a Humayun, in contrapposizione ai loro fratellastri Kamran e Askari, e gli fu fedele fino alla morte nel 1551[1][2][3]. Cinque anni dopo, la sua unica figlia, Ruqaiya Sultan Begum, sposò Akbar, figlio di Humayun, che sarebbe divenuto imperatore a sua volta[3].

Biografia

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Hindal Mirza nacque il 4 marzo 1519 a Kabul, da Babur, futuro imperatore Moghul (1526) e dalla consorte Dildar Begum[4]. Al momento della sua nascita, Babur era impegnato nella sua campagna di conquista in India e, quando ricevette notizia della nascita del bambino, ritenendola un segno di buona fortuna, ordinò che venisse chiamato Hindal, il cui significato è "conquistatore dell'India"[5][6][7]. Due anni dopo la sua nascita, fu tolto alla custodia di sua madre e affidato alla moglie principale di Babur, Maham Begum, alla quale erano morti quattro figli in tenera età e ne desiderava di nuovi. Alcuni anni dopo, anche la sorella minore di Hindal, Gulbadan, nata nel 1523, fu data a Maham. Separati dai loro altri fratelli, almeno due sorelle e un fratello morto infante, Hindal e Gulbadan crebbero molto vicini fra loro e a loro fratellastro Humayun, l'unico figlio di Maham sopravvissuto[8][9][10].

Nel 1529, ad appena dieci anni, venne nominato viceré di Badakhshan. L'anno successivo, Babur morì e Humayun fu incoronato nuovo imperatore. Humayun si assicurò di mantenere i fratellastri ai margini dell'Impero, e assegnò quindi a Hindal il governatorato di Alwar, Mewat, Ghazni e Malwa. Dopo un breve momento di ribellione nel 1538, Hindal si ritirò a Badakhshan e giurò fedeltà a Humayun, il quale stava affrontando contemporaneamente le ribellioni dei suoi fratellastri Kamran e Askari e la guerra contro Sher Shah, che finì per detronizzarlo. Quando Humayun riconquistò l'India nel 1541, assegnò a Hindal terre pari a un terzo di essa[11][12].

Il successo di Sher Shah incoraggiò altri signori locali ad attaccare le terre Moghul. Muhammad Sultan Mirza conquistò numerose città lungo la riva sinistra del Gange, in particolare Bilgram, Juanpur e Kannauj. Hindal marciò da Agra e riuscì a riprendere Kannauj, ritrovandosi però bloccato dall'assedio congiunto di Sher Shah e Muhammad e minacciato dall'arrivo di un terzo esercito, guidato da Ulugh Mirza, figlio di Muhammad. Hindal approfittò della riluttanza ad attaccarlo prima di avere a disposizione l'intero esercito e riuscì a trasferire tutto il suo esercito in una fortezza sopraelevata a circa dieci chilometri dalla città. Durante la battaglia, la posizione fu per loro un vantaggio, perché il vento soffiava polvere contro i ribelli e facilitò la loro vittoria. I ribelli, inseguiti da Hindal, fuggirono a Oudh, dove furono raggiunti, circa un mese dopo, dalla notizia della marcia di Humayun da Mandu su Agra. A quel punto Hindal sconfisse nuovamente i ribelli, che fuggirono a Kuch-Behar, e raggiunse Juanpur, dove si unì al fratello[13].

Subito dopo, galvanizzato dal successo e spinto dai suoi consiglieri, si mosse verso Agra senza autorizzazione, dove prese possesso del palazzo imperiale e iniziò a dare ordini come se fosse seduto sul trono. A Humayun fu comunicato che suo fratello si era proclamato imperatore e, pur non credendoci, si mosse verso Agra dalla sua posizione in Bangladesh per chiedere spiegazioni. L'assenza sia di Humayun che di Hindal permise a Sher Shah e ai suoi alleati di prendere Benaras e Juanpur, tagliando i rifornimenti all'esercito di Humayun[14].

Quando Humayun raggiunse Agra, espose a Hindal le gravi conseguenze del suo comportamento e gli ordinò di radunare l'esercito per attraversare il Jamna e radunare le forze nel Doab, dove confluirono anche le truppe di Yadgir Nasir Mirza, loro cugino e cognato[15].

Tuttavia, Humayun aveva ormai perso il favore della maggior parte dei signori locali. In particolare, una delegazione di nobili bengalesi, che includeva Zahid Beg, Khusrau Beg Kokiltash e Haji Muhammad Baba Khushke contattarono Nuruddin Muhammad Mirza, cognato di Hindal in quanto marito di sua sorella Gulrang, e lui inoltrò a Hindal un loro messaggio in cui lo invitavano proclamarsi imperatore emettendo una khutba. Hindal inviò loro una risposta cortese ma ambigua tramite Muhammad Ghazi Taghai, al che la delegazione lo avvisò che, se Hindal non avesse preso il trono, avrebbero fatto la stessa proposta a Kamran, che non aveva mai nascosto le proprie ambizioni regali[16].

A quel punto, Hindal fu fortemente tentato, ma proprio in quel momento fu raggiunto da Sheyk Bhul, un eminente religioso inviato da Humayun a controllare le intenzioni del fratello: abilmente manipolato, Hindal rinunciò alle proprie idee di ribellione e si preparò a inviare aiuti militari a Humayun. A ribaltare nuovamente la situazione fu l'arrivo dello stesso Nuruddin, che influenzò nuovamente il debole Hindal perché riprendesse contatto con gli emiri bengalesi e perché giustiziasse Bhul, cosa che Hindal fece con una falsa accusa di aver complottato con Sher Shah. L'esecuzione causò una ribellione contro Hindal, che partì in tutta fretta per assediare Dehli, lasciando campo libero a Kamran, che ne approfittò per conquistare tutta la regione e, quando marciò su Dehli, Hindal tornò ad Agra[17][18].

Matrimonio e discendenza

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Nel 1537, ad Agra, sposò Sultanam Begum, figlia adottiva di sua zia Khanzada Begum. Khanzada, che combinò l'unione, organizzò per loro una festa di nozze definita "eccezionalmente ricca e stravagante", che divenne nota come "festa mistica", a cui presero parte tutte le personalità del continente[19][20].

Hindal e Sultanam ebbero una figlia, Ruqaiya Sultan Begum (1542 - 1626), che nel 1556 sposò suo cugino Akbar, terzo imperatore Moghul, dopo essergli stata promessa in moglie a fine 1551, subito dopo la morte di suo padre[3].

Altre relazioni

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Nel 1541, Humayun intavolò trattative per sposare Hamida Banu Begum, figlia di Shaikh Ali Akbar Jami, precettore di Hindal. Secondo Gulbadan Begum, sorella di Hindal, confidente di Hamida e autrice dell'Humayunnama, cronaca del regno di Humayun, Hindal e Hamida fecero tutto quel che era in loro potere per mandare a monte la cosa, perché innamorati l'uno dell'altra. Alla fine Hamida fu comunque obbligata a sposare Humayun e divenne madre del suo erede, Akbar, ma Gulbadan sottolinea come Hamida preferisse passare il suo tempo nel palazzo di Hindal o in quello della loro madre Dildar[21][22][23].

  1. ^ Muni Lal, Humayun, Vikas Publ. House, 1978, p. 182, ISBN 978-0-7069-0645-5.
  2. ^ Gulbadan; p.142
  3. ^ a b c S.M. Burke, Akbar: The Greatest Mogul, Munshiram Manoharlal, 1989, p. 142, ISBN 978-81-215-0452-2.
  4. ^ Lisa Balabanlilar, Imperial identity in the Mughal Empire: memory and dynastic politics in early modern South and Central Asia, collana Library of South Asian history and culture, I.B. Tauris ; distributed in the United States and Canada exclusively by Palgrave Macmillan, 2012, p. 112, ISBN 978-1-84885-726-1, OCLC 751754682.
  5. ^ Three memoirs of Humayun, collana Bibliotheca Iranica, Mazda Publishers, 2009, p. 4, ISBN 978-1-56859-178-0.
  6. ^ Maneka Gandhi e Ozair Husain, The complete book of Muslim and Parsi names, Penguin Books India, 2004, p. 171, ISBN 978-0-14-303184-0.
  7. ^ A. Azfar Moin, The millennial sovereign: sacred kingship and sainthood in Islam, collana South Asia across the disciplines, Columbia University Press, 2012, p. 89, ISBN 978-0-231-16036-0.
  8. ^ Ruby Lal, Domesticity and power in the early Mughal world, collana Cambridge studies in Islamic civilization, Cambridge university press, 2005, pp. 113, 121, ISBN 978-0-521-85022-3.
  9. ^ Schimmel, Annemarie (2004). The Empire of the Great Mughals: History, Art and Culture. Reaktion Books. p. 144
  10. ^ Munis Daniyal Faruqui, Princes of the Mughal Empire, 1504-1719, Cambridge University Press, 2012, p. 26, ISBN 978-1-107-02217-1.
  11. ^ Lisa Balabanlilar, Imperial identity in the Mughal Empire: memory and dynastic politics in early modern South and Central Asia, collana Library of South Asian history and culture, I.B. Tauris ; distributed in the United States and Canada exclusively by Palgrave Macmillan, 2012, pp. 112-116, ISBN 978-1-84885-726-1, OCLC 751754682.
  12. ^ Erksine; p.222
  13. ^ Erskine; pp.89-90
  14. ^ Erskine; pp.151-159
  15. ^ Erskine; p.160
  16. ^ Erskine; pp.161-162
  17. ^ Erksine; p.163
  18. ^ Wheeler; p.32
  19. ^ Prasad, Ishwari (1956). The life and times of Humayun. Orient Longmans. p. 57.
  20. ^ Gulbadan; pp.38, 126
  21. ^ Eraly; pp.65, 526
  22. ^ Bonnie C. Wade, Imaging sound: an ethnomusicological study of music, art, and culture in Mughal India, collana Chicago studies in ethnomusicology, University of Chicago Press, 1998, p. 62, ISBN 978-0-226-86841-7.
  23. ^ Diana Preston and Michael Preston (2010). A Teardrop on the Cheek of Time: The Story of the Taj Mahal. Random House. p. 39. ISBN 978-1-4464-2146-8.

Bibliografia

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  • William Erksine, A History of India Under the Two First Sovereigns of the House of Taimur, Báber and Humáyun, Vol.II, Longman, Brown, Green, and Longmans, 1854, ISBN 1-108-04619-3.
  • Abraham Eraly, Emperors of the Peacock throne: the saga of the great mughals, collana A Penguin book history, India, Rev. ed, Penguin Books, 2000, ISBN 978-0-14-100143-2.
  • Mortimer Wheeler, The Cambridge History of India: The Indus civilization. Supplementary volume, Oxford University Press, 1953.
  • Gulbadan Begum, The history of Humayun, Reprint, Goodword Books, 2002, ISBN 978-81-87570-99-8.