Utente:VALLATA 7-146/sandbox3

  Lo stesso argomento in dettaglio: Lista villaggi Rohingya.

Insediamenti musulmani sono esistiti in Arakan dopo l'arrivo di Arabi lì nell'8° secolo d.C. . Si ritiene che i diretti discendenti dei coloni arabi abbiano vissuto in Arakan presso le civiltà di Mrauk U e Kyauktaw, piuttosto che nelle zone di frontiera del Mayu (vicino all'attuale Chittagong, Bangladesh)[1]. Anche se alcune popolazioni musulmane hanno vissuto in Arakan a partire almeno dal XIV secolo, gli storici non hanno comune consenso se l'attuale minoranza discenda da ondate migratorie prima della colonizzazione britannica, dopo questa o se siano frutto dell'unione di entrambe[2]. Oltre all'etnia Rohingya, in quella zona sono presenti minoranze musulmane Kamein (inizialmente insediatisi dall'impero Mughal) e Thet attualmente in Rakhine che sono ufficialmente riconosciute come gruppi etnici indigeni ed hanno la cittadinanza birmana[3].

Regno di Mrauk U

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Il primo segno di insediamenti bengalesi msulmani in Arakan è all'epoca di re Narameikhla (1430-1434) che governava il regno di Mrauk U, che nel 1430 aveva riguadagnato il possesso del trono Arakanese nel 1430 con l'assistenza militare del Sultanato del Bengala. I Bengalesi venuti con lui formarono i primi insediamenti della regione[4][5]. Narameikhla cedette alcuni territori al sultano del Bengala e riconobbe la sua sovranità su quelle aree. Come riconoscimento del suo vassallaggio il re di Arakan ricevette i titoli islamici e la possibilità di utilizzare la moneta bengalese. Narameikhla coniò le proprie monete con scritte da un lato in persiano e dall'altro in birmano[5]. Questo vassallaggio fu però di breve durata: dopo la morte del sultano Jalaluddin Muhammad Shah, avvenuta nel 1433, i successori di Narameikhla occuparono Ramu nel 1437 e Chittagong nel 1959, quest'ultima sarà posseduta da Arakan fino al 1666[6][7].
Anche dopo aver conquistato l'indipendenza dai Bengalesi, i re arakanesi continuarono comunque a mantenere i titoli musulmani[8]. I sovrani buddisti iniziarono così a ritenerli alla pari dei sultani e li considerarono successori dei Moghul, anche perché continuarono a inserire persone musulmane nelle alte cariche amministrative[9]. La popolazione musulmana aumentò poi in Birmania durante il XVII secolo, quando molti vennero importati in Arakan come forza-lavoro, molti di loro furono infatti scribi in lingua arabo, persiano o bengalese nelle corti Arakanesi, le quali, pur rimanendo prevalentemente di cultura buddista, ha importato anche alcune tradizione musulmane dal vicino Sultanato del Bengala[4] L'etnia Kamein, che è attualmente riconosciuta tra le etnie musulmane insediatesi in Birmania, discende proprio da questi musulmani[10].

Conquista birmana

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Successivamente alla conquista birmana di Arakan, avvenuta nel 1785, circa 35.000 Arakanesi fuggirono verso la vicina Chittagong per sfuggire alla persecuzione birmanica e trovare rifugio presso i britannici, che controllavano quella regione del Bengala[11]. I governanti birmani uccisero in massa i musulmani che abitavano in quella zona e altri ne deportarono in Birmania, lasciando quella regione spopolata nel momento in cui arrivarono gli Inglesi[12].
Secondo un articolo pubblicato su "The Burma Empire" dal britannico Francis Buchanan-Hamilton nel 1799, i Maomettani, che da tempo si sono stabiliti in Arakan, chiamano loro stessi "Rooinga", o "nativi di Arakan"[13]. Sir Henry Yule, mentre era in quei luoghi in missione diplomatica, disse che molti musulmani erano impiegati come eunuchi durante la dinastia Konbaung in Birmania[14][15][16][17] . Questi eunuchi musulmani venivano da Rakhine[18][19].

Dominio coloniale britannico

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La politica britannica favorì il ripopolamento delle fertili valli di Arakan, dove numerosi abitanti del Bengala andarono a trasferirsi, lavorando come braccianti agricoli. La Compagnia britannica delle Indie Orientali estese l'amministrazione bengalese anche su Arakan, eliminando ogni possibile barriera tra appunto quest'ultimo e il Bengala e favorendo, perciò, le migrazioni di popoli. Nel XIX secolo migliaia di bengalesi si trasferirono dalla regione di Chittagong in Arakan in cerca di lavoro[12]; questo processo migratorio fu anche contrario, nel senso che molte persone di etnia Rakhine andarono invece in Bengala[20][21].
Il censimento britannico del 1891 segnalò la presenza di 58.225 musulmani in Arakan. Nel 1911, la popolazione musulmana più che raddoppiò, raggiungendo quota 178.647 unità[22]. Queste ondate migratorie si debbero principalmente alla forte necessità, da parte dei britannici, di manodopera da impiegare nelle risaie del territorio. Molti immigrati birmanici si trasferirono da Chittagong fino in Arakan, specialmente nella zona occidentale di questa regione, anche se questa immigrazione è comunque da considerarsi un fenomeno nazionale, e non solo legato a piccole zone della Birmania[23].
Lo storico Thant Myint-U scrive:"All'inizio del XX secolo gli indiani arrivavano in Birmania al ritmo di non meno di un quarto di milione all'anno, con questi numeri che sono aumentati ogni anno fino a raggiungere il proprio picco massimo nel 1927, quando con 480.000 immigrati, Rangoon superò New York come maggiore centro di immigrazione al mondo". Da allora, nelle maggiori città birmane, quali Yangon (allora Rangoon), Sittwe, Pathein e Moulmein, la popolazione indiana superò in numero quella musulmana. Quest'ultimi, ovvero gli indigeni birmani, si sentirono impotenti rispetto al dominio britannico e denunciarono questa politica di ripopolamento della zona come un razzismo che combina sentimenti di superiorità e paura[23].
L'immigrazione fu tuttavia molto più sentita in Arakan, dove i conflitti interni tra la popolazione musulmana e i Rakhine buddisti spinsero, nel 1939, le autorità britanniche a istituire una speciale commissione d'inchiesta guidata da James Ester e Tin Tut per discutere della questione dell'immigrazione musulmana nello stato di Rakhine. Questa commissione si pose come obbiettivo quello di fissare un confine che dividesse i due popoli; tuttavia, con l'inizio della Seconda guerra mondiale, gli inglesi si ritirarono da Arakan, lasciando incompiuto il progetto[24].

  1. ^ Aye Chan, 2005
  2. ^ Q&A: Communal violence in Burma, su bbc.com, BBC. URL consultato il 20 March 2014.
  3. ^ http://www.voanews.com/content/burmas-kaman-muslims-cite-religious-ethnic-conflict-in-rakhine-state/1555524.html
  4. ^ a b Aye Chan, 2005
  5. ^ a b Moshe Yegar, Between integration and secession: The Muslim communities of the Southern Philippines, Southern Thailand, and Western Burma / Myanmar, Lanham, MD, Lexington Books, 2002, p. 23, ISBN 0739103563. URL consultato l'8 July 2012.
  6. ^ Phayre 1883: 78
  7. ^ Harvey 1925: 140–141
  8. ^ Moshe Yegar, Between integration and secession: The Muslim communities of the Southern Philippines, Southern Thailand, and Western Burma / Myanmar, Lanham, MD, Lexington Books, 2002, pp. 23–4, ISBN 0739103563. URL consultato l'8 July 2012.
  9. ^ Moshe Yegar, Between integration and secession: The Muslim communities of the Southern Philippines, Southern Thailand, and Western Burma / Myanmar, Lanham, MD, Lexington Books, 2002, p. 24, ISBN 0739103563. URL consultato l'8 July 2012.
  10. ^ Maung San Da, History of Ethnic Kaman (Burmese), Yangon, 2005.
  11. ^ Aye Chan, 2005
  12. ^ a b Aye Chan, 2005
  13. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore buchanan_burma
  14. ^ Thant Myint-U (2007), p. 126 The River of Lost Footsteps: Histories of Burma.
  15. ^ Yegar (1972), p. 10 The Muslims of Burma.
  16. ^ Takkasuilʻ myāʺ Samuiṅʻʺ Sutesana Ṭhāna (2007), p. 57 Myanmar historical research journal, Issue 19.
  17. ^ Fleischmann (1981), p. 49 Arakan, Konfliktregion zwischen Birma und Bangladesh: Vorgeschichte und Folgen des Flüchtlingsstroms von 1978.
  18. ^ Peletz (2009), p. 73 Gender Pluralism: Southeast Asia Since Early Modern Times.
  19. ^ Peletz (2009), p. 73 Gender Pluralism: Southeast Asia Since Early Modern Times.
  20. ^ Rakhine people in Bangladesh, su joshuaproject.net. URL consultato il 22 luglio 2010.
  21. ^ Rakhine people who speak Marma, su joshuaproject.net. URL consultato il 22 luglio 2010.
  22. ^ Aye Chan, 2005
  23. ^ a b Myint-U 2006: 185–187
  24. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore kzt