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Care memorie
Titolo originaleSouvenirs pieux
Avenue Louise a Bruxelles, dove Marguerite Yourcenar è nata il giorno 8 giugno 1903, al numero 193
AutoreMarguerite Yourcenar
1ª ed. originale1974
1ª ed. italiana1981
GenereAutobiografia
Sottogenerememorie
Lingua originalefrancese
AmbientazioneFiandre
ProtagonistiFernande
CoprotagonistiOctave e Remo Pirmez
Altri personaggiMichel De Crayencourt
Seguito daArchivi del Nord

Care memorie (Souvenirs pieux) è il primo volume di memorie scritto da Marguerite Yourcenar. Pubblicato nel 1974, è seguito da Archivi del Nord (1977) e da Quoi? L'éternité (1988), insieme ai quali compone la trilogia Il labirinto del mondo. Vi si narra della nascita della scrittrice e lo sguardo dell'autrice esplora le vicende della madre Fernande, della famiglia di lei, con particolare attenzione per i due prozii, Fernand e Octave Pirmez.

Trama modifica

Il volume si apre con un koan zen che funge da epigrafe, per articolarsi in seguito in quattro sezioni suddivise a loro volta in capitoli non numerati. Ne «Il parto», sfilano i membri più stretti della famiglia che assistono alla morte di Fernande, avvenuta a Bruxelles, appena dieci giorni dopo la nascita di Marguerite, l'8 giugno 1903. La scrittrice evoca il matrimonio dei genitori celebrato qualche anno prima ed immagina la gravidanza della madre. Il momento stesso del parto è descritto attraverso le incombenze dei domestici e dell'ostetrica. Nonostante le buone condizioni iniziali, la salute della partoriente è minata da una febbre che la consuma conducendola alla morte. Il racconto si concentra sul battesimo della nuova nata fino a giungere alla sepoltura della madre. Attraverso i ricordi di un viaggio compiuto nel 1956 nei Paesi Bassi, in Germania e in Belgio, Marguerite, testimonia come la mancanza della madre non abbia rappresentato affatto per lei un evento tragico e traumatico e come visitarne la tomba non abbia generato sentimenti di particolare tenerezza, quanto meno non differenti da quelli che avrebbe provato per una qualsivoglia sconosciuta.[1]

Una cassetta di documenti, ereditata dal padre, permette una descrizione efficace dei rapporti esistenti tra i genitori: alcune frasi scritte dalla madre Fernande durante la gravidanza, quando un forte mal di denti le rese difficoltoso parlare, riportano in parole una delle conversazioni intercorse con il marito, riguardanti la salute e gli avvenimenti più pressanti del momento; vi sono annotati il controllo della temperatura e del polso dall'11 al 18 giugno, i preparativi riguardanti il battesimo fino a giungere a quelli riguardanti il presumibile funerale, e alle cosi dette care memorie.

 
Marchienne-au-Pont - Château Bilquin-de Cartier

«Il tour dei castelli», fornisce una visione d'insieme della famiglia, sempre per quanto riguarda il ramo materno, quello dei Cartier de Marchienne, una nobile famiglia della zona di Liegi nella provincia di Hainaut. Marguerite esprime il suo rammarico verso la lunga serie di antenati di cui non conosce nulla, se non le date di nascita e di morte, [2] e sviluppa la storia della sua famiglia a partire dal XIV secolo, quando i suoi avi esercitavano funzioni politiche nella città di Liegi, ricordando anche i castelli di famiglia: Flémalle, Marchienne e Suarlée dove vissero la madre, con zii e zie.

«Due viaggiatori in cammino verso la regione immutabile» è dedicato ai prozii della scrittrice: Octave Pirmez, anch'egli scrittore e Fernand, detto Remo. Yourcenar si trattiene a lungo sulla percezione della personalità di Octave derivatele dalle di lui opere, ed anche sui sentimenti di quest'ultimo nei confronti del fratello suicida; è con evidente piacere ch'ella s'interessa a quelle «due voci che si esprimono con foga, o al contrario con reticenza, due esseri che si odono sospirare, a volte gridare» [3] L'onestà dei ritratti, perseguita dalla scrittrice, fa sì che i giudizi negativi si alternino all' ammirazione, spesso venata di complicità: «Ho per Remo una bruciante stima, ed anche: «Lo zio Octave tanto mi commuove quanto mi irrita». [4]

Infine in «Fernande» la scrittrice ripercorre la vita della madre fin dalla sua più giovane età: l'infanzia a Suarlée, gli anni di collegio a Bruxelles, il rientro a Suarlée, la morte del padre ed il trasferimento, in compagnia della sorella, nella capitale, i suoi solitari viaggi attraverso la Germania fino all'incontro con quello che diventerà suo padre, i loro tre anni di vita comune, quasi essenzialmente trascorsi in viaggio, prima del prematuro decesso.

Genesi modifica

In una introduzione alle sue opere romanzesche, Yourcenar stabilisce la genesi dei due primi volumi de «Le Labyrinthe du monde» . Se la redazione non inizia che nel 1969, è pur vero che il progetto di una saga, intitolata Remous, sulla sua famiglia paterna e materna, che si sviluppa ed occupa più secoli, è concepito già a partire dal 1921, per essere poi tralasciato. Le sue innumerevoli immersioni nei documenti paterni, sono corredate e completate da viaggi nei luoghi di famiglia (in Belgio tra il 1929 e il 1931, di nuovo nel Nord (inteso come dipartimento francese comprendente i territori più settentrionali della Francia), nel 1954 e nel 1956 al castello di Acoz, dove visse Octave Pirmez.[5]

Tecniche autobiografiche modifica

Yourcenar si pone prima di tutto come genealogista: utilizza una documentazione importante che abbraccia le fonti familiari (testimonianze orali, lettere, fotografie, e certamente le «care memorie» che danno il titolo al libro, gli annuari genealogici della nobilità, le monografie di studiosi locali, le opere di storia letteraria dedicate a Octave Pirmez, così come altri lavori storici più generali. Cerca di riscrivere gli avvenimenti familiari, in modo che siano il più possibile aderenti alla realtà storica che emerge dalle fonti.[6] Quest'esigenza non evita qualche approssimazione inerente la ricerca storica che, per la scrittrice, «importa[no] molto poco [...] Ci troviamo qui soltanto in un brevissimo racconto». Le interruzioni nella storia di famiglia e il desiderio di far rivivere i personaggi, immaginando i loro sentimenti e le sensazioni che li hanno segnati, danno spessore e vita ad un'opera che la sola genealogia avrebbe contrassegnato di inevitabile aridità.

L'obiettivo di questa autobiografia è pertanto, prima di ogni altra cosa, sottolineare come tratto universale, il legame che intercorre sempre e comunque fra la genealogia e «l'essere che io chiamo me»[7]. Per Yourcenar questo legame rappresenta un punto d'arrivo nella ricerca d'identità, nell'evocazione di ciò che l'ha resa possibile e non di ciò che la precede.[8]A questo rimanda l'epigrafe di apertura: «Qual'era il vostro viso prima che vostro padre e vostra madre s'incontrassero?"[9]

Note modifica

  1. ^ (FR) Marguerite Yourcenar, Souvenirs pieux, collana Folio, 1980ª ed., Paris, Gallimard, 1974, p. 57.
  2. ^ (FR) Marguerite Yourcenar, Souvenirs pieux, collana Folio, 1980ª ed., Paris, Gallimard, 1974, p. 254.
  3. ^ (FR) Marguerite Yourcenar, Souvenirs pieux, collana Folio, 1980ª ed., Paris, Gallimard, 1974, p. 266.
  4. ^ (FR) Marguerite Yourcenar, Souvenirs pieux, collana Folio, 1980ª ed., Paris, Gallimard, 1974, p. 266.
  5. ^ Colette Gaudin, Marguerite Yourcenar à la surface du temps, Amsterdam, Rodopi, 1994, p. 117.
  6. ^ Colette Gaudin, Marguerite Yourcenar à la surface du temps, Amsterdam, Rodopi, 1994, p. 119.
  7. ^ Marguerite Yourcenar, Souvenirs pieux, collana Folio, 1980ª ed., Paris, Gallimard, 1974, p. 11.
  8. ^ Maria Cavazzuti Guerzoni, Francofonia, Firenze, Olschki, 1883, pp. 121-128.
  9. ^ Marguerite Yourcenar, Souvenirs pieux, collana Folio, 1980ª ed., Paris, Gallimard, 1974, p. 7.

Edizioni modifica

  • Marguerite Yourcenar, Care memorie, Torino, Einaudi, 1981.
  • Marguerite Yourcenar, Care memorie, Torino, Einaudi, 1983.
  • Marguerite Yourcenar, Care memorie, Torino, Einaudi, 1984.
  • Marguerite Yourcenar, Care memorie, Torino, Einaudi, 1989.
  • Marguerite Yourcenar, Care memorie, Milano, CDE, 1990.
  • Marguerite Yourcenar, Care memorie, Milano, CDE, 1994.
  • Marguerite Yourcenar, Care memorie, Torino, Einaudi, 1998.
  • Marguerite Yourcenar, Care memorie, Milano, Mondadori, 1999.

Bibliografia modifica

  • Colette Gaudin, Marguerite Yourcenar: à la surface du temps, Amsterdam, Rodopi, 1994, ISBN 90-5183-614-7.
  • Marguerite Yourcenar, Souvenirs pieux, Paris, Gallimard, 1974, ISBN 2-07-028971-0.
  • Marguerite Yourcenar, Souvenirs pieux, Paris, Gallimard, 1980, ISBN 978-2-07-037165-5.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica


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