Volframio (sommergibile)

sommergibile della Regia Marina

Il Volframio è stato un sommergibile della Regia Marina.

Volframio
Descrizione generale
TipoSommergibile di piccola crociera
ClassePlatino
ProprietàRegia Marina
CantiereTosi, Taranto
Impostazione30 aprile 1941
Varo9 novembre 1941
Entrata in servizio15 febbraio 1942
IntitolazioneWolframio
Destino finaleautoaffondato il 9 settembre 1943 in seguito all’armistizio
Caratteristiche generali
Dislocamento in immersione865 t
Dislocamento in emersione712 t
Lunghezzafuori tutto 60,18 m
Larghezza6,475 m
Profondità operativa80 m
Propulsione2 motori diesel Tosi da 1500 CV totali
2 motori elettrici Ansaldo da 800 CV totali
Velocità in immersione 7,5 nodi
Velocità in emersione 14 nodi
Autonomiain emersione: 2300 mn a 14 nodi
o 5000 mn a 8,5 nodi
in immersione: 7 mn alla velocità di 7 nodi
o 80 mn a 3 nodi
Equipaggio4 ufficiali, 40 sottufficiali e marinai
Armamento
Armamento[1]
informazioni prese da [1]
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Fu dislocato a Taranto[2].

Il 7 agosto fu inviato tra l'Algeria, Ibiza e Maiorca, in un'area compresa tra i meridiani 1°40' E e 2°40' E[2][3]. Tre giorni dopo gli fu ordinato di segnalare qualunque avvistamento e di attaccare solo dopo: era infatti iniziata l'operazione britannica «Pedestal», poi sfociata nella Battaglia di mezzo agosto, e si rendeva necessario che la formazione nemica fosse attaccata da numerosi sommergibili[2][3]. Il sommergibile non ebbe comunque modo di portarsi all'attacco[3].

Prese poi base a Cagliari, con il tenente di vascello Giovanni Manunta quale comandante[2].

Fu poi scelto per alcune missioni di trasporto e sbarco incursori. Il Volframio salpò dalla base sarda nella serata del 2 febbraio 1943, con a bordo un gruppo di 11 sabotatori da sbarcare tra Capo Carbon e Capo Sigli (Algeria)[4][2]. Giunse nella zona prefissata per la messa a terra dei sabotatori nella notte del 6 febbraio, ma non poté effettuare immediatamente lo sbarco per via del mare mosso[4]. L'8 febbraio fu rilevato da unità avversarie e bombardato con cariche di profondità, riuscendo comunque ad eludere la caccia[4][2]. Il 9 febbraio, non potendo ancora sbarcare gli incursori perché le condizioni meteomarine non erano migliorate, fu costretto a fare ritorno a Cagliari[4][2].

Il 30 marzo, di pomeriggio, lasciò La Maddalena per ritentare la missione: nelle previsioni sarebbe giunto tra Capo Carbon e Capo Sigli tra il 5 e l'8 aprile e vi avrebbe sbarcato gli undici incursori[4]. Anche questa volta, però, fu necessario rinunciare allo sbarco dei sabotatori a causa del maltempo[4][2].

L'armistizio sorprese il Volframio in manutenzione a La Spezia; non potendo partire, si autoaffondò il 9 settembre 1943 per evitare la cattura[2].

Recuperato dai tedeschi, nel 1944 fu colpito nel corso di un bombardamento aereo alleato e affondò nuovamente nel porto[2].

Il sommergibile aveva svolto in tutto 15 missioni di guerra, percorrendo 9040 miglia in superficie e 1733 in immersione[5].

  1. ^ Da Navypedia.
  2. ^ a b c d e f g h i j Regio Sommergibile Volframio
  3. ^ a b c Giorgio Giorgerini, Uomini sul fondo. Storia del sommergibilismo italiano dalle origini a oggi, p. 333
  4. ^ a b c d e f Giorgio Giorgerini, Attacco dal mare. Storia dei mezzi d'assalto della Marina italiana, p. 279-280
  5. ^ Attività Operativa


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