Vygantas

Figlio del granduca lituano Algirdas e duca di Kernavė

Vygantas, battezzato come Alessandro (in polacco Wigunt) (1372 circa – Vilnius, 28 giugno 1392), era uno dei figli di Algirdas, granduca di Lituania, e della sua seconda moglie Uliana di Tver'. Nel corso della sua vita, ricoprì la carica di duca di Kernavė[1].

Vygantas
Sigillo di Vygantas risalente al 1388
duca di Kernavė
Nascita1372 circa
MorteVilnius, 28 giugno 1392
SepolturaCattedrale di San Stanislao
DinastiaGediminidi
PadreAlgirdas
MadreUliana di Tver'
ConsorteEdvige di Opole

Biografia modifica

Alla morte del padre, Vygantas rientrò tra i figli che ricevettero le fette più piccole dell'eredità lasciata dal padre.[2] Nel 1385, egli prese le parti del fratello maggiore Jogaila rientrando tra i firmatari dell'Unione di Krewo.[2] Il 18 febbraio 1386 fu battezzato come Alessandro.[3] Nello stesso anno fu promesso a Jadwiga, figlia di Ladislao II di Opole[3] e la sposò nel 1390.[1] I nobili polacchi si aspettavano che Ladislao concedesse a Vygantas la Terra di Dobrzyń, un territorio conteso tra la Polonia e i cavalieri teutonici, come sua dote.[4] Al lituano, invece, toccò la Cuiavia, ma questa venne assegnata da Jogaila. Nel 1388, sostenne la Polonia in un conflitto armato con l'Ordine teutonico, oltre ad affiancarsi ancora una volta al primogenito di Algirdas e Uliana nella guerra civile lituana (1389-1392) contro Vitoldo.[1] Vygantas viene considerato come un sostituto dell'impopolare Skirgaila, al quale Jogaila assegnò temporaneamente il potere come granduca di Lituania; prima che potesse avesse luogo questa sostituzione, Vygantas morì improvvisamente a Vilnius.[5] Stando a quanto riportano le fonti, pare fosse stato avvelenato da Vitoldo o da Skirgaila.[6] Si procedette a conservare le sue spoglie nella cattedrale di Vilnius al fianco di suo fratello Karigaila, morto nel corso della guerra civile nel 1390.[7]

Vygantas non va confuso con suo fratello Andrej di Polack, talvolta indicato come Wigunt-Andrej seguendo le confuse cronache del XV secolo redatte da Jan Długosz.[8] Kazimierz Stadnicki (1808-1886), nella sua opera Bracia Władysława-Jagiełły Olgierdowicza (I fratelli di Ladislao-Jagellone figlio di Algirdas) pubblicata nel 1687, sosteneva che Vygantas e suo fratello maggiore Teodoro fossero la stessa persona, ma questa teoria è stata considerata in seguito priva di fondamento.[9]

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Butvydas  
 
 
Gediminas  
 
 
 
Algirdas  
Ivan di Polack  
 
 
Jewna di Polack  
 
 
 
Vygantas  
Michail Jaroslavič Jaroslav III di Vladimir  
 
Ksenija  
Alessandro I di Tver'  
Anna di Kašin Dimitrij Borisovič  
 
 
Uliana di Tver'  
Jurij I di Galizia Lev I di Galizia  
 
Costanza d'Ungheria  
Anastasia di Galizia  
Eufemia di Cuiavia Casimiro I di Cuiavia  
 
Eufrosina di Opole  
 

Note modifica

  1. ^ a b c (LT) Edvardas Gudavičius, Vygantas, in Lietuvos valdovai (XIII-XVIII a.): enciklopedinis žinynas, Vilnius, Mokslo ir enciklopedijų leidybos institutas, p. 55, ISBN 5-420-01535-8.
  2. ^ a b (EN) Robert I. Frost, The Oxford History of Poland-Lithuania: The making of the Polish-Lithuanian union, 1385-1569, Oxford University Press, 2015, p. 29, ISBN 978-01-98-20869-3.
  3. ^ a b (EN) Florin Curta e Andrew Holt, Great Events in Religion: An Encyclopedia of Pivotal Events in Religious History, ABC-CLIO, 2016, p. 645, ISBN 978-16-10-69566-4.
  4. ^ (EN) William L. Urban, The Samogitian Crusade, Centro di studi e ricerca lituano, 1989, p. 206, ISBN 978-09-29-70003-8.
  5. ^ (PL) Kazimierz Jasiński, Rodowód Piastów śląskich, Cracovia, Avalon, 2007, p. 572, ISBN 978-83-60-44828-1.
  6. ^ (EN) William L. Urban, The Samogitian Crusade, Centro di studi e ricerca lituano, 1989, p. 203, ISBN 978-09-29-70003-8.
  7. ^ Cattedrale di Vilnius, su vilniauspilys.lt. URL consultato il 28 agosto 2020.
  8. ^ (LT) Ignas Jonynas, Andrius, in Lietuviškoji enciklopedija, vol. 1, Kaunas, Spaudos Fondas, 1933-1944, pp. 575–585.
  9. ^ (LT) Konstantinas Avižonis, Vygantas, in Lietuvių enciklopedija, XXXIV, Boston, Lietuvių enciklopedijos leidykla, 1953-1966, p. 167.
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