Wikipedia:Vetrina/Segnalazioni/Julius Evola

Julius Evola (inserimento)

(Autosegnalazione). Ciao, ho lavorato molti mesi alla voce, soprattutto gli ultimi dieci giorni durante il vaglio (vaglio che purtroppo non ha riscosso grande successo in quanto eravamo solo due utenti). Credo possa essere pronta per la segnalazione in vetrina. Rimane un solo dubbio, né sciolto dal vaglio né dall'aver interpellato il progetto relativo: l'uso del presente storico per tutta la voce. Cosa che, nel caso, si fa comunque presto a modificare. La trovo esaustiva e ben inquadrante l'argomento nella sua interezza, anche grazie all'aver consultato decine di testi. Attendo il parere della comunità. --Janus (msg) 17:44, 7 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Questa voce ha subito un vaglio

Suggerimenti e obiezioni
  •   Favorevole Bene, apro io: sono il maggior contributore della voce nonché segnalatore per l'inserimento in vetrina. Trovo che negli ultimi tempi si sia fatto davvero un bel lavoro su una voce che, inizialmente, presentava problemi - dato l'argomento - sia di neutralità che di scarsità di fonti. E' la prima volta che mi sono messo a curare una voce per la vetrina e credo di aver rispettato tutti i requisiti richiesti. --Janus (msg) 11:38, 8 mag 2009 (CEST) come nella segnalazione della voce Centro storico di Marino, è ovvio che il proponente sia a favore della voce, ripetere il proprio parere rischia di diventare un'inutile tautologia. Restu20 20:42, 10 mag 2009 (CEST)[rispondi]
  •   Favorevole Dei 5 criteri sottolineerei particolarmente il secondo ("Essere ineccepibile nella sua neutralità"). In una voce come questa, un pensatore così problematico dal punto di vista ideologico e politico, aver avuto il sangue freddo di esporre i dati senza piaggeria, apologia o ripugnanza e avversione, non è da tutt*. Personalmente lontanissimo dal Weltanschauung del soggetto in questione, tuttavia trovo che sia stato trattato in modo degno di una enciclopedia neutrale.--Tonii (msg) 15:46, 9 mag 2009 (CEST)[rispondi]
  •   Favorevole Trovo la voce completa, ben scritta e riuscita nell'impresa di non risultare squilibrata da nessun punto di vista. Direi che la vetrina può starci benissimo. Grazie Janus per il tuo contributo. Maeror 17:16, 13 mag 2009
Grazie, ci ho messo del mio meglio consultando oltre 200 fonti tra saggi, opere e articoli di giornale. Grazie davvero! --Janus (msg) 17:17, 13 mag 2009 (CEST)[rispondi]

  Commento: (Per il momento preferisco attendere che venga perfezionata la pagina prima di esprimere un voto) Ho letto con interesse l'articolo che mi sembra scorrevole e impostato correttamente sotto molti punti di vista, ma lacunoso e fuorviante in alcune sue parti. Fuorviante soprattutto per i lettori che, per la prima volta, si accostano al pensiero di Evola. Fin dall' incipit c'è infatti una tendenza a vedere in Evola un "non fascista", un pensatore cioè non compromesso con il regime. Si tende cioè a minimizzare il ruolo avuto da Evola nell'elaborazione del corpo dottrinario del fascismo e la sua opera di "fiancheggiatore" del regime. Frasi come ...Le sue posizioni, spesso associate al fascismo e al nazionalsocialismo, si esprimono in una critica ai due regimi in chiave tradizionalista mi lasciano perplesso. I rapporti fra Evola, il fascismo e il nazismo meriterebbero un approfondimento maggiore e soprattutto dovrebbero essere visti alla luce delle fonti dell'epoca e non sulla base delle ricostruzioni successive fatte dal filosofo negli anni cinquanta e sessanta del Novecento (non mi riferisco solo al Cammino del Cinabro), e dagli evoliani fino ai giorni nostri.

Per quanto riguarda il rapporto col nazifascismo non posso fare a meno di notare (come ho fatto già in passato in altra sede) che viene dato un rilievo insufficiente o nullo:
1) al contributo attivo dato dal filosofo nell'ambito della cosiddetta mistica fascista, attraverso la propria partecipazione attiva ai corsi tenuti nella scuola di mistica fascista. Evola fu uno dei conferenzieri più quotati e meglio pagati di tale scuola e i suoi interventi, applauditissimi, ebbero come tema il razzismo (Di tutto ciò non si fa menzione nel testo);
2) al ruolo di spicco avuto nell'elaborazione di un razzismo all'italiana (di tipo "spirituale") caldeggiato e orchestrato dal Regime. Così fra il 1936 e il 1941 Evola accantona il proprio neopaganesimo, antimodernismo e speculazioni esoteriche varie per dedicarsi anima e corpo allo sviluppo di un razzismo fumoso, ma non per questo meno incisivo, e improvvisamente pubblica uno dopo l'altro i seguenti saggi: Tre aspetti del problema ebraico, Il mito del sangue, Indirizzi per una educazione razziale, Sintesi di dottrina della razza;
3) all'assidua collaborazione con i giornali fascisti dell'epoca che sono pieni di suoi articoli e in primis "Il Regime fascista" di Farinacci e La difesa della razza di Telesio Interlandi, un ben noto razzista non "sprituale" (ma come, un critico del fascismo scrive come un forsennato nella stampa periodica ultrafascista? C'è evidentemente qualcosa che non quadra nel testo...);
4) alla partecipazione, come membro di spicco del mondo accademico italiano a conferenze e convegni organizzati dal regime nazista in Germania (a Berlino, Brema ecc.). In tali incontri non emersero particolari divergenze con Rosemberg, né con il tipo di razzismo "germanico" propugnato da Hitler e dai suoi accoliti. Queste vennero alla luce solo retrospettivamente, alla luce del ricordo, negli anni sessanta (non si può scrivere nel testo:Entra in aperto contrasto con Alfred Rosemberg (il principale esponente del razzismo nazionalsocialista) e gli contesta la strada del razzismo materialistico intrapresa dalla Germania, definendola «materialismo zoologico»)
Insomma, il fascismo usava (e foraggiava) Evola ed Evola era ben felice di lasciarsi usare dai nazifascisti (e anche questo non emerge dal testo). Certo qualche critica (da destra) la faceva ai rappresentanti (meno in vista) del regime. Trattava inoltre molti intellettuali fascisti di mezza tacca dall'alto in basso ma usava i massimi riguardi nei confronti di Mussolini, di Ciano, Stefanini e Giani con il quale collaborò attivamente (ma anche di questa collaborazione nel testo non c'è traccia. Come mai?). --Justinianus da Perugia (msg) 22:28, 12 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Attenzione: gli interventi di Janus relativi ai miei commenti, unitamente alle mie repliche, sono stati inseriti in un paragrafo apposito a fondo pagina. --Justinianus da Perugia (msg) 13:13, 13 mag 2009 (CEST)[rispondi]

  Commento: Concordo con le considerazioni espresse da Justinianus. Avevo dato una prima lettura veloce alla voce e essa appariva apprezzabile per la sua neutralità, come ha fatto notare Tonii. Ciò nonostante non mi convinceva e ho approfondito la lettura del testo e la sua verifica. Il risultato è che la voce è neutrale solo nel senso che non ci sono passaggi POV (a onore della buona fede di estensori e proponenti), ma è superficiale e parziale nell'illustrare il pensiero, il ruolo e l'operato di Evola, che furono molto più complessi e molto meno gradevoli di quanto si evince dal testo. Oltre alle osservazioni di Justinianus, aggiungo che Evola per certi aspetti interpretò una visione del fascismo e del nazismo perfino peggiore di quella attuata dai due regimi. Oltre a una profonda idealizzazione della cultura militarista, Evola oppose a un fascismo e nazismo "di massa" (operaio e borghese, se vogliamo) la visione di un fascismo e nazismo dominati dalla classe aristocratica. La voce sorvola troppo su questi aspetti e finisce quasi per descrivere un Evola anti-fascista, il che è molto lontano dal vero. Per via di queste lacune la voce non solo non è accurata ed esaustiva ma è in concreto molto meno neutrale di quanto appaia. --Magnum2008 (msg) 01:21, 13 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Ciao Magnum, quella che tu chiami "visione del fascismo e del nazismo perfino peggiore dei due regimi" è quanto è riportato nel testo con l'espressione "critica in chiave tradizionalista". Hai ragione quando parli di rilievo della classe aristocratica, ed infatti è quanto riportato nella nota a margine "Evola e il fascismo" dove appunto si parla di insofferenza verso il concetto di massa, di totalitarismo inteso come stato ingerente, dei rapporti con la monarchia, etc. La voce non mi pare che sorvoli su questi aspetti, anzi li approfondisce proprio con la anzidetta nota. --Janus (msg) 10:27, 13 mag 2009 (CEST)[rispondi]
E infatti temo che l'espressione "critica tradizionalista" sia un po' troppo sibillina per il lettore comune. Mentre la nota "Evola e il fascismo" riporta le posizioni di Evola nel dopoguerra, ossia di un Evola "non pentito ma maturato" (per usare le sue stesse parole). Ma tali posizioni sono molto più sfumate e morbide rispetto a quelle che ebbe nel periodo fascista. :-) --Magnum2008 (msg) 16:49, 13 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Ho paura di non comprendere. Il dire una visione "perfino peggiore" è un'opinione personale, in quanto altri potrebbero obiettare con una visione "perfino migliore", ad esempio. Dunque correttamente dobbiamo dire che Evola criticò sia Fascismo che Nazismo avendone una visione "diversa" (e in questo caso il termine diverso assume una connotazione neutrale). Altrettanto correttamente non possiamo dire (e infatti non è detto da nessuna parte) che Evola fu un antifascista o un antinazista. Perché di fatto non lo fu. La critica in "chiave tradizionalista" la trovo l'espressione più corretta. Considera che siamo nell'incipit e che dopo questo concetto viene spiegato abbondantemente.
Nella nota sul fascismo in realtà si riportano posizioni che Evola ebbe a partire dalla fine degli anni '20 (Imperialismo Pagano) fino ad arrivare agli anni '30 (La Torre e altri interventi giornalistici). Tutto questo viene poi riassunto nel libro riportato nelle note che non è una lettura diversa di 20 anni prima, ma semplicemente una raccolta di scritti già pubblicati. Diverso è il discorso per il Cammino del cinabro, quello effettivamente essendo stato scritto a 30 anni di distanza. Questo mi premeva sottolinearlo perché sta passando il messaggio - sbagliato - che i riferimenti bibliografici sono relativi a cose "scritte dopo". Non è così (almeno non del tutto) nel senso che per molti riferimenti io ho citato antologie di scritti, solo perché più semplici da rintracciare e verificare. Essendo complicato (non tanto citare, quanto verificare) un articolo di giornale del 1929, ad esempio.
Se posso permettermi una divagazione, esprimendo una mia opinione personale...: Evola era un aristocratico vecchio stampo, contrario al risorgimento, alla borghesia, al comunismo e alla democrazia. Evola ritiene che sia il fascismo che il nazismo siano due movimenti molto rozzi e acerbi (quanto meno per le loro connotazioni socialiste - termine che fa aborrire Evola - nonché per il loro concetto di stato - ingerente, totalitario e poco improntato all'attività spirituale). Che cosa vede di buono nel fascismo e nel nazismo? E' lo stesso Evola a dirlo: il tentativo - secondo Evola miseramente fallito - di aver provato a risvegliare gli antichi valori romani, gli antichi simboli tradizionali (l'aquila, il fascio, lo swastica) e di aver tentato una "restaurazione" a seguito della caduta delle grandi monarchie europee per colpa - secondo Evola - dei valori sovvertitori propugnati dalla rivoluzione francese. I punti di riferimento di Evola, infatti, sono l'impero romano, il tentativo Ghibellino, l'impero prussiano, Otto von Bismark e il principe Metternich. La grande tradizione dorica contro quella ellenica (propugnatrice della democrazia), l'impero egizio e così via. Così, giusto per dire il mio pensiero. Ciao, --Janus (msg) 17:10, 13 mag 2009 (CEST)[rispondi]

  Commento: concordo con le critiche e/o suggerimenti di --Justinianus da Perugia (msg) e --Magnum2008 (msg) --Lupo rosso (msg) 09:14, 13 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Risposte di Janus ai commenti e repliche

Mi vedo costretto, e me ne scuso, ad aprire questo spazio di discussione, perché il mio intervento è stato spezzettato in quattro o cinque parti dalle risposte (legittime, intendiamoci) di Janus e risulta in tal modo di difficile lettura (anzi, fra commenti, repliche e controrepliche l'intera pagina era divenuta praticamente illegibile. --Justinianus da Perugia (msg) 13:13, 13 mag 2009 (CEST)[rispondi]

  Commento: (Per il momento preferisco attendere che venga perfezionata la pagina prima di esprimere un voto) Ho letto con interesse l'articolo che mi sembra scorrevole e impostato correttamente sotto molti punti di vista, ma lacunoso e fuorviante in alcune sue parti. Fuorviante soprattutto per i lettori che, per la prima volta, si accostano al pensiero di Evola. Fin dall' incipit c'è infatti una tendenza a vedere in Evola un "non fascista", un pensatore cioè non compromesso con il regime. Si tende cioè a minimizzare il ruolo avuto da Evola nell'elaborazione del corpo dottrinario del fascismo e la sua opera di "fiancheggiatore" del regime. Frasi come ...Le sue posizioni, spesso associate al fascismo e al nazionalsocialismo, si esprimono in una critica ai due regimi in chiave tradizionalista mi lasciano perplesso. I rapporti fra Evola, il fascismo e il nazismo meriterebbero un approfondimento maggiore e soprattutto dovrebbero essere visti alla luce delle fonti dell'epoca e non sulla base delle ricostruzioni successive fatte dal filosofo negli anni cinquanta e sessanta del Novecento (non mi riferisco solo al Cammino del Cinabro), e dagli evoliani fino ai giorni nostri.

Ciao Justinianus, in generale: personalmente mi sono attenuto all'esposizione dei fatti senza riportare alcun tipo di pensiero personale. Laddove vengono riportate opinioni (sempre autorevoli) le stesse sono sia pro che contro e sempre supportate da fonti ineccepibili. Evola in realtà non fu, infatti, né fascista né antifascista. Che non ebbe mai la tessera del PNF è un fatto, che il regime gli censurò la sua rivista è, altrettanto, un fatto. Che Mussolini apprezzò - personalmente - il lavoro sulla razza, è vero, così come il fatto che Evola non ebbe un'incisività di rilievo all'interno del regime. --Janus (msg) 10:22, 13 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Non ho scritto che tu hai riportato tue opinioni personali, bensì che non hai messo in evidenza alcuni fatti, distorcendo in tal modo, senz'altro involontariamente, la figura di Evola che, a partire dal 1936 - 1937, o ancor prima, con o senza tessera del partito fu uno dei fiori all'occhiello del regime. Che Evola non ebbe un'incisività di rilievo all'interno del regime è una tua opinione personale. Un personaggio che tiene conferenze nel massimo centro di formazione ufficiale del regime, che scrive su quasi tutti i principali quotidiani italiani, che viene chiamato da Bottai a dare conferenze presso le università di Firenze e di Milano come può non avere un'incisività di rilievo all'interno del regime? --Justinianus da Perugia (msg) 13:13, 13 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Per quanto riguarda il rapporto col nazifascismo non posso fare a meno di notare (come ho fatto già in passato in altra sede) che viene dato un rilievo insufficiente o nullo:
1) al contributo attivo dato dal filosofo nell'ambito della cosiddetta mistica fascista, attraverso la propria partecipazione attiva ai corsi tenuti nella scuola di mistica fascista. Evola fu uno dei conferenzieri più quotati e meglio pagati di tale scuola e i suoi interventi, applauditissimi, ebbero come tema il razzismo (Di tutto ciò non si fa menzione nel testo);
Questo è sicuramente un punto da approfondire. Mi riprometto di farlo quanto prima. Ahimé, qui le fonti non sono molte e non sarà un lavoro facile ricostruire il tutto. --Janus (msg) 10:22, 13 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Eppure è un tema che va approfondito, anche se Evola, cercò, nel dopoguerra, di far dimenticare in tutti i modi i suoi rapporti con la Scuola di mistica fascista. --Justinianus da Perugia (msg) 13:13, 13 mag 2009 (CEST)[rispondi]
2) al ruolo di spicco avuto nell'elaborazione di un razzismo all'italiana (di tipo "spirituale") caldeggiato e orchestrato dal Regime. Così fra il 1936 e il 1941 Evola accantona il proprio neopaganesimo, antimodernismo e speculazioni esoteriche varie per dedicarsi anima e corpo allo sviluppo di un razzismo fumoso, ma non per questo meno incisivo, e improvvisamente pubblica uno dopo l'altro i seguenti saggi: Tre aspetti del problema ebraico, Il mito del sangue, Indirizzi per una educazione razziale, Sintesi di dottrina della razza;
Il paragrafo sulle tesi della razza mi pare uno dei più accurati. Non capisco i rilievi mossi. Si parla infatti dell'interessamento di Evola per il tema della razza per "ragioni politiche contingenti", si menzionano tutti i testi da lui scritti, ivi compresa la prefazione alla versione italiana di Preziosi dei Protocolli. Che il razzismo di Evola non fu la versione ufficiale del razzismo del regime è un fatto, visto che la versione ufficiale fu, appunto, quella poi espressa nel manifesto della razza. Mussolini ne apprezza l'impostazione, ma questo apprezzamento si ferma all'opinione personale in quanto, ripeto, poi la versione ufficiale fu un'altra (e comunque anche questo è riportato nella voce). --Janus (msg) 10:22, 13 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Il paragrafo sulla razza è scritto in un buon italiano (come del resto tutto l'articolo) ma nel contempo è molto fuorviante. All'interno del fascismo convivevano molte impostazioni "razziste" che andavano da Preziosi a Evola, passando per Bottai, Interlandi ecc. Paolo Orano, ad esempio, molto vicino a Mussolini, espresse nel 1937 in un suo celebre saggio, tesi che non avevano nulla a che vedere con un tipo di razzismo "biologico" (alla Preziosi per intenderci) e che in fin dei conti non erano poi così distanti da quelle di Evola. Non a caso Mussolini apprezzò sia l'approccio di Orano che quello di Evola al "problema" della razza. --Justinianus da Perugia (msg) 13:13, 13 mag 2009 (CEST)[rispondi]
3) all'assidua collaborazione con i giornali fascisti dell'epoca che sono pieni di suoi articoli e in primis "Il Regime fascista" di Farinacci e La difesa della razza di Telesio Interlandi, un ben noto razzista non "sprituale" (ma come, un critico del fascismo scrive come un forsennato nella stampa periodica ultrafascista? C'è evidentemente qualcosa che non quadra nel testo...);
Sono menzionati tutti e due i testi che tu citi, più molti altri. --Janus (msg) 10:22, 13 mag 2009 (CEST)[rispondi]
È vero, sono citati entrambi i testi, ma il punto è un altro: a me (e forse anche al lettore), risulta incomprensibile come un critico del fascismo, come tu hai scritto nell'incipit, potesse scrivere senza problemi di sorta anche nei giornali fascisti più oltranzisti. Forse mi è sfuggito un passaggio nel testo, perché altrimenti ciò che tu hai espresso nell'incipit non ha molta logica. --Justinianus da Perugia (msg) 13:13, 13 mag 2009 (CEST)[rispondi]
4) alla partecipazione, come membro di spicco del mondo accademico italiano a conferenze e convegni organizzati dal regime nazista in Germania (a Berlino, Brema ecc.). In tali incontri non emersero particolari divergenze con Rosemberg, né con il tipo di razzismo "germanico" propugnato da Hitler e dai suoi accoliti. Queste vennero alla luce solo retrospettivamente, alla luce del ricordo, negli anni sessanta (non si può scrivere nel testo:Entra in aperto contrasto con Alfred Rosemberg (il principale esponente del razzismo nazionalsocialista) e gli contesta la strada del razzismo materialistico intrapresa dalla Germania, definendola «materialismo zoologico»)
Evola non fu affatto un membro di spicco del mondo accademico italiano. Come infatti è riportato nella voce tenne solo alcune conferenze presso due università su invito di Bottai. Il suo essere membro del mondo accademico si ferma lì. Lo stesso dicasi per il mondo tedesco. Evola inizia ad essere invitato in Germania non in quanto "membro di spicco del mondo accademico italiano", ma a seguito della traduzione in tedesco di Imperialismo pagano prima e di Rivolta contro il mondo moderno poi. Qui vale la pena ricordare di come il regime tedesco fosse molto diffidente verso lo stesso Evola, tanto che - si scoprirà anni dopo grazie all'accesso ad archivi allora segreti - lo stesso era controllato a vista tutte le volte che metteva piede in Germania e sempre, durante i suoi interventi di relatore, c'era qualcuno a controllarne l'operato. --Janus (msg) 10:22, 13 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Bottai era all'epoca Ministro dell'Educazione nazionale, non un cittadino qualsiasi. Se mi permetti un filosofo invitato dallo stesso Ministro a tenere conferenze presso due università prestigiose, soprattutto in età fascista, doveva: 1) essere un personaggio di spicco della cultura italiana del tempo; 2) essere un elemento in sintonia col regime. Lo stesso dicasi per gli inviti ricevuti da parte di Giani, e accettati prontamente da Evola, di partecipare all'attività della Scuola di mistica fascista. Quanti antifascisti conosci che ricevevano invitati di tale natura? Il regime nazista era diffidente verso Evola, ma lo era anche nei confronti di fascisti di provata fede. All'epoca della R.S.I. Rudolph Rahn arrivò persino a far controllare, con molto tatto e deferenza naturalmente, lo stesso Benito Mussolini...--Justinianus da Perugia (msg) 13:13, 13 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Insomma, il fascismo usava (e foraggiava) Evola ed Evola era ben felice di lasciarsi usare dai nazifascisti (e anche questo non emerge dal testo). Certo qualche critica (da destra) la faceva ai rappresentanti (meno in vista) del regime. Trattava inoltre molti intellettuali fascisti di mezza tacca dall'alto in basso ma usava i massimi riguardi nei confronti di Mussolini, di Ciano, Stefanini e Giani con il quale collaborò attivamente (ma anche di questa collaborazione nel testo non c'è traccia. Come mai?).
Il fatto che il fascismo foraggiasse Evola è un'informazione che si è tentato di far circolare in alcuni anni, ma che non ha mai trovato riscontro alcuno (allo stato attuale non vi è una fonte che supporta questo). Parimenti Evola non risparmiò critiche allo stesso Mussolini, tanto che il suo giornale, La Torre, venne chiuso d'ufficio dal regime. --Janus (msg) 10:22, 13 mag 2009 (CEST)[rispondi]
Foraggiare è forse un termine eccessivamente umiliante, ma la sostanza non cambia. Evola poteva vivere e farsi conoscere perché il regime non lo riteneva un antifascista o un non-fascista bensì un personaggio ben inserito nella "Nuova Italia" fascista, nonostante le sue posizioni talvolta eterodosse. Evola inoltre non disdegnava di collaborare attivamente anche con chi (forse) non aveva le sue stesse idee, come Bottai, Interlandi, Giani, Farinacci ecc. ecc. dando in tal modo lustro al regime che aveva a sua disposizione un intellettuale di alto profilo. Chi andava in Germania a rappresentare l'Italia (non ufficialmente, d'accordo)? Chi veniva invitato a tenere conferenze presso Università e Scuole fasciste? Chi scriveva nei giornali fascisti più oltranzisti? Risposta: Julius Evola, non certo un Ettore Muti. Sicuramente ogni tanto una tiratina di orecchie c'era anche per lui, come avvenne per Preziosi o per il fascistissimo Concetto Pettinato, all'epoca della R.S.I. Così da una parte veniva chiusa La Torre e dall'altra Evola veniva risarcito con incarichi vari e blandito dal Regime. La solita politica del bastone e della carota. Vorrei inoltre che tu mi riportassi un articolo di critica a Mussolini scritto da Evola prima del 1945 (non negli anni cinquanta e sessanta). Cordialità. --Justinianus da Perugia (msg) 13:13, 13 mag 2009 (CEST)[rispondi]



@@@@@ sempre per il problema del servilismo verso Mussolini a me ha stupito questo discorso sulla pagina

In questi testi esprime le sue concezioni antisemite non basate su un razzismo biologico (gli Ebrei non potevano infatti essere considerati secondo Evola una razza, per le mescolanze subite nel corso della storia), ma spirituale. Egli oppone a livello tradizionale "Giudei" e "Ariani" (da "Arya", gli antichi Indiani) nel nome di una differenza di spirito. In quegli anni scrive la prefazione all'edizione italiana dei Protocolli dei savi di Sion. Dichiara che non ha importanza la non attendibilità storica dell'opuscolo, visto che comunque lo stesso racconta una veridicità secondo lui attendibile sugli effetti ebraici di controllo della società (banche, stampa, mercato, politica). L'ebraismo è per Evola una colpa senza redenzione: «nemmeno il battesimo e la crocefissione cambia la natura ebraica[33]»

ovvero stranamente la razza con cui se la prende con le sue elucubrazioni son gli ebrei tanto per cambiare cosa che e' utilissima a Mussolini per dar parvenza paraculturale alle leggi razziali forse di razza ce ne sono tante che possono essere antipatiche ( a me stan antipatici i genoani ....per chi non lo ha capito e' uno scherzo ) perche' proprio gli ebrei --Lupo rosso (msg) 13:47, 13 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Ciao Lupo Rosso, le ragioni sono due: una prima di carattere pratico e dettata sicuramente dalle contingenze della politica del momento; una seconda - di maggior portata - che ruota tutta attorno al fatto che gli ebrei sradicati dal proprio territorio, secondo Evola, sono un elemento sovvertitore e corrosivo di ogni forma tradizionale (paragonati all'azione distruttiva che Evola vide nel cristianesimo delle origini verso la tradizione romana). Evola ha infatti un grande rispetto per l'ebraismo tradizionale (quello della kabbala e della thora, per intenderci) nonché nutre stima per molti autori ebrei (Tzara, Weininger, Michelstaedter). Egli stesso dichiara di aver avuto molte amanti ebree (e di ritenerle tra le migliori in quanto incarnavano il concetto di "donna assoluta") ed amici ebrei.
Ne Il mito del sangue infatti Evola tratta di tutte le razze (uomo dinaride, levantino, di colore, etc.) specificando proprio che gli ebrei non possono essere ritenuti una razza (per i motivi su esposti). Lo stesso fa negli altri scritti mettendo in guardia soprattutto rispetto al problema del meticciato (che andava proponendosi con le questioni espansionistiche di Mussolini in Africa).
Ed è proprio in Tre aspetti del problema ebraico che Evola tratta nello specifico la questione ebraica intesa come movimento teso a sovvertire l'ordine nelle altre nazioni (questa la sua tesi, giusta o sbagliata che sia).
Sempre ne Il mito del sangue, in antitesi, lo ripeto, con le teorie di Rosemberg (quindi una fonte di quegli anni, non dei decenni successivi) Evola spiega che la razza ariana intesa come razza biologica è una barzelletta perché a detta sua nessuno, in Europa, poteva vantare una linea di continuità con quella che lui chiama "razza iperborea" (visti i successivi mescolamenti). E' allora che in Evola il termine ariano assume il significato di "nato due volte", in relazione ai suoi studi sul buddhismo delle origini e ad una nemmeno troppo velata allusione sul concetto di iniziazione (l'iniziato è colui che rinasce una seconda volta).
Tanto è stato coerente Evola nel suo pensiero che, negli anni 50-60, in molti saggi e scritti, tratta del problema delle "razze di colore" e nello specifico dei neri. Questo ovviamente perché le prima mescolanze si vedono in quegli anni con il consolidamento dell'America multiraziale e dei flussi migratori. Ciao, --Janus (msg) 16:39, 13 mag 2009 (CEST)[rispondi]


@@@@@ abbi pazienza io è evidente che non ho la tua conoscenza ( su Jevola intendo ) ma un buon " razzista nazionalista " e se vogliamo " fascista vecchio stampo nonche' colto " lo avrei visto lanciare i suoi strali contro la razza germanica e austriaca

( e storicamente i nazionalisti italiani mica gradiscono troppo le razze suindicate ancora adeso vi è una antipatia popolare forse dovuta anche per i massacri fatti dai nazifascisti in Italia nell'ultimo conflitto e' d'obbligo aggiungere )

ed allora pur non condividendo personalmente chiaramente questa impostazione avrei accettato che era un " nazionalista fascista corretto " che aveva il fegato di andar contro corrente e ne avrei avuto un minimo di rispetto ( se non sbaglio vi fu un intelettuale fascista che assunse queste posizioni per non parlar di D'annunzio che d'altronde fascista non era ma nazionalista sì ) e quindi se avesse assunto tale posizione " antirazzagermanica " non avrei avuto dubbi che non sia stato un semplice servo di Mussolini a suo volta servo dei nazisti razzismo compreso ( esistono anche servi enormenete colti ed intelligenti ne è un sintesi in lirica il buon Figaro , anche se colto non è , o non troppo , in entrambe le opere in cui in pratica e' il perno della vicenda anche se su posizionei oppste in un'opera ripsetto alla'altra )

e cio' indipendentemente dal fatto che Jevola è enciclopedico fuor di dubbio nel bene e sopratutto nel male ed in quanto alle donne ebree sue amiche intime ha imparato da Mussolini probabilmente cominciando dalla socialista Balabanoff alla socialista , di tradizioni familiari , Sarfatti forse per le signore ebree è un po' come " faccetta nera ":quella non e' una canzone e' un intero programma politico--Lupo rosso (msg) 17:47, 13 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Ciao Lupo Rosso, c'è una premessa errata che poi inficia tutto il ragionamento che fai. Evola non era certo un... nazionalista! Era quanto di più distante vi fosse dal concetto di nazione e nazionalismo. Non è un caso che muova asprissime critiche a Dannunzio (chiamando il suo nazionalismo "fanfarone"). Secondo Evola il nazionalismo rappresenta, dopo la caduta delle grandi monarchie europee e l'avvento dell'illuminismo e della rivoluzione francese, un indice di regressione, di involuzione degli esseri umani.
Non so, anche il suo supposto servilismo verso il regime mi lascia perplesso. Neppure gli storici più critici si sono spinti così tanto in là... e francamente sia guardando la sua storia di uomo che la sua opera, non traspare un comportamento servile. Al contrario traspare sicuramente un comportamento critico. Che va dalle invettive giovanili (Imperialismo Pagano, per intenderci) fino ai saggi più riflettuti. Non dimentichiamo poi che Evola avrà pure fatto un suo percorso di crescita e, altra cosa da non sottovalutare, sono le ontingenze storiche che ti portano a valutare posizione, eventi e pensieri in maniera diversa. Ciao, --Janus (msg) 09:24, 14 mag 2009 (CEST)[rispondi]


@@@@ Per Justinianus, rispetto a quanto hai scritto: In tali incontri non emersero particolari divergenze con Rosemberg, né con il tipo di razzismo "germanico" propugnato da Hitler e dai suoi accoliti. Queste vennero alla luce solo retrospettivamente, alla luce del ricordo, negli anni sessanta (non si può scrivere nel testo: Entra in aperto contrasto con Alfred Rosemberg (il principale esponente del razzismo nazionalsocialista) e gli contesta la strada del razzismo materialistico intrapresa dalla Germania, definendola «materialismo zoologico») ho effettuato alcune modifiche al paragrafo sulla razza, riportando due citazioni già presenti nella prima edizione de Il mito del sangue (1937): una relativa, appunto, al suo non essere in sintonia con il razzismo tedesco e una in cui tira in ballo lo stesso Hitler. Ho inoltre apportato un paio di minime correzioni rispetto al Rosemberg così da ricontestualizzarle meglio. Dacci un'occhiata, ciao --Janus (msg) 10:19, 14 mag 2009 (CEST)[rispondi]

@@@@ Ancora per Justinianus, rispetto a quanto hai scritto: Vorrei inoltre che tu mi riportassi un articolo di critica a Mussolini scritto da Evola prima del 1945 (non negli anni cinquanta e sessanta). E' molto interessante, a tal proposito, l'ultima edizione (2001) del libro Fascismo e Terzo Reich. Alla fine vi sono due interessanti appendici che riportano una ventina di articoli scritti da Evola (dal 1930 al 1940 ca) dove si critica apertamente sia il Fascismo che il Terzo Reich. I più significativi sono: Carta d'identità (1930), Due facce del nazionalismo (1931), Paneuropa e fascismo (1933), Razza e cultura (1934), Significato spirituale dell'autarchia (1938), Legionarismo ascetico (1938), Partito od Ordine? (1940).

In questi articoli Evola contesta apertamente alcune scelte fatte dal fascismo: il continuare a mantenere la designazione di Partito Nazionale Fasista, il rischio di scimmiottare le fisime biologiche del razzismo alla tedesca, il retaggio socialista e la prospettiva populista mussoliniana. E ancora: l'ingerenza dello stato (contestando chiaramente lo stesso concetto di "stato"), interessanti digressioni sul concetto di "corporazione", etc.

Sicuramente vi sono anche parole di elogio e di apprezzamento: Evola vede in sostanza nel fascismo un tentativo di risvegliare l'antico spirito romano. Io tutto sommato penso che la conclusione cui sono arrivati la maggior parte degli studiosi di Evola (cioè che lui non fosse né fascista né antifascista) sia la più corretta. Ciao, --Janus (msg) 11:43, 14 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Ho inserito il riferimento a questi articoli nella voce. Dai un'occhiata anche a questa modifica. Grazie, ciao --Janus (msg) 16:03, 14 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Sì, in merito a questa problematica Janus ha ragione. Evola ha apprezzato il fascismo nel limite di una ripresa della tradizione romana-latina, ma (al contrario di altri, artisti-pensatori e non) non ha mai pensato di prendere la tessera o schierarsi apertamente a favore del regime, quindi resta, si può dire, un a-politico o (per dirla con Thomas Mann) un impolitico. --Ema.L.R. (msg) 19:39, 14 mag 2009 (CEST)[rispondi]

@@@ Janus (e anche Ema.L.R). Vorrei vederli con i miei occhi questi famosi articoli di critica a Mussolini. Vorrei anche vedere se, dopo l'avvicinamento di Roma a Berlino (dopo il 1937, per intenderci), Evola continuò a criticare aspramente Rosemberg...Comunque il problema rimane, questa è un'enciclopedia e caratterizzare fin dall'incipit il pensiero di Evola in funzione di critica al fascismo e al nazismo è fuorviante ed è ai limiti della ricerca originale. In altre parole si deve esprimere in questa sede quello che è il pensiero comunemente accettato sul personaggio (che poi è il più veritiero). Ad esempio, secondo la piccola Treccani (Istituto dell'Enciclopedia Italiana, edizione 1995), alla voce Evola troverai: ...complessi sono i suoi rapporti con il fascismo...fu teorico del razzismo e aderì alla Repubblica Sociale Italiana. Se poi passiamo ad altre enciclopedie specialistiche troverai che Evola ...era al servizio della propaganda fascista...di fatto fu uno dei più fertili seminatori antisemiti di cui il regime poté disporre e contribuì non poco al processo di avvelenamento delle coscienze...portate a vedere nella mistica fascista ecc. ecc. (Pietro Secchia, Enzo Nizza, (Direttori); Ambrogio Donini, Celso Ghini, Pietro Grifone, Enzo Collotti ed Enzo Nizza (curatori), Enciclopedia dell'Antifascismo in VI volumi, La Pietra, Milano, 1976). Quest'ultima è un'opera accurata, citata ripetutamente in WP. Certo, si può discutere su Evola propagandista fascista, ma ciò su cui non si può discutere è l'appartenenza di Evola, nonostante le sue posizioni eterodosse, nonostante la sua voglia di distinguersi, al grande magma fascista o fascistoide e la sua influenza non trascurabile sul pensiero fascista (prima e dopo la seconda guerra mondiale). Negarla sarebbe un falso storico. Teneva conferenze presso la Scuola mistica fascista e presso le più prestigiose università italiane, scriveva sui giornali di Interlandi, Farinacci, Giani ecc., rappresentava, anche se in veste non ufficiale, la cultura fascista all'estero, e tutto ciò non può essere considerato irrilevante... Non a caso il "non fascista" Evola è stato uno dei grandi punti di riferimento della destra eversiva e filo-fascista italiana nel secondo dopoguerra... La verità è che questa voce, peraltro interessante e ben scritta (ineccepibile il rapporto di Evola con l'idealismo gentiliano, visto come punto di partenza), in alcuni suoi punti (importanti) non è neutrale e di ciò sono più che convinto. Se vuoi io stesso potrei proporti domani, con un pò di calma, quali sarebbero, a mio avviso, le modifiche da apportare. --Justinianus da Perugia (msg) 00:28, 15 mag 2009 (CEST)[rispondi]


@@@@@ Comunque il problema rimane, questa è un'enciclopedia e caratterizzare fin dall'incipit il pensiero di Evola in funzione di critica al fascismo e al nazismo è fuorviante ed è ai limiti della ricerca originale come dice Justinianus da Perugia e' quello di cui son convinto anch'io indipendentemente dalla mia ignoranza su Evola stesso perche' chi e' razzista canonico ovvero se la prende con gli ebrei non posso vederlo come un fascista che esprima una critica autonoma ed aristocratico verso il regime cosa che fece se non sbaglio Filippo Tommaso Marinetti proprio sul problema delle Leggi Razziali , si mi sembra fosse lui--Lupo rosso (msg) 07:40, 15 mag 2009 (CEST)[rispondi]


Per Justinianus e LupoRosso Mah, ora comincio ad essere un po' perplesso... e francamente mi rimane difficile trovare ulteriori argomentazioni laddove si mettono in discussione le oltre 100 fonti presenti nella voce... azzardando (perché, diciamocelo francamente, di azzardo si tratta) la ricerca originale... ovvero che la frase Evola criticò fascismo e nazismo da posizioni ancora più radicali sia una ricerca originale.

Certo, se qualcuno si aspettava un Evola produttore di ciclostilati clandestini in stile BR... allora siamo molto distanti dal vero... Evola era un aristocratico di nobile stirpe, scriveva, viveva, agiva e pensava all'interno del regime, non all'esterno. E dall'interno muoveva le sue critiche.

Il termine critica è sicuramente da intendersi nel senso più vero, ovvero quello dell'esprimere un giudizio spassionato sulla base dei propri principi. Che cosa vi aspettavate? Un'invettiva diretta a Mussolini? Una satira su Rosemberg? Quando ci si confronta a certi livelli... i toni sono quelli. E sicuramente Evola non avrebbe mai approvato i toni contestatari stile '68... (sui quali peraltro ebbe molto da scrivere (I giovani, i beats e gli anarchici di destra).

Evola, ribadisco, non si è mai definito fascista e, parimenti, non si è nemmeno definito antifascista. Illuminante, a tal proposito, lo stralcio di citazione che è riportato nel testo a proposito della sua autodifesa: Dissi che attribuirmi idee fasciste era un assurdo, non in quanto erano fasciste, ma solo in quanto, rappresentavano, nel fascismo, la riapparizione di principi della grande tradizione Politica europea di Destra in genere.

Evola, partendo dalla sua visione tradizionale della regressione dell'uomo, si rifà alla grande tradizione europea: Metternich, Bismark, l'Impero Prussiano. Per lui la centralità dello stato deve essere rappresentata dal re (anche in questo critica Mussolini) e da un uomo forte e leale che a latere porta avanti il tutto (un Metternich, ad esempio).

Evola è profondamente contrario al concetto di stato totalitario in quanto lo stesso limita la libertà individuale e ritiene parimenti che un potere che proviene dal basso, che porta con sé retaggi socialisti e, in qualche modo, democratici, sia deleterio per uno sviluppo sano di una società.

Evola vede nel fascismo un tentativo (ripeto: secondo lui poi non andato a buon fine) di restaurare gli antichi fasti dell'impero romano, di risanare la frattura dovuta ai principi sovvertitori dell'illuministo propugnati dalla rivoluzione francese: uguaglianza, libertà, fratellanza.

Evola vede di positivo nel fascismo il tentativo di risvegliare le coscienze attraverso la riappropriazione della grande simbologia iperborea prima e romana poi: il fascio, l'aquila, i dodici littori, etc.

Ritiene per alcuni aspetti superiore il nazismo in quanto, a differenza del fascismo, lo stesso cerca - attraverso Himmler - la ricostiruzione di un ordine (anziché di un partito). Operazione che non riesce poiché, come dice lo stesso Evola, l'unico crisma di continuità iniziatica i nazisti l'avrebbero dovuto ricevere dalla chiesa cattolica.

A proposito: così come critica aspramente il cristianesimo (Gesù primo e vero rivoluzionario sovvertitore dei principi imperiali romani), parimenti vede nel cattolicesimo un tentativo di ridare gerarchia dall'alto al cristianesimo stesso. E che vogliamo dire? Evola credente o non credente? Evola cattolico o Evola non cattolico?

Sicuramente io mi trovo in una posizione un po' privilegiata: tra le opere di Evola, i saggi dei suoi detrattori, i saggi dei suoi estimatori e gli studi di approfondimento credo di possedere e di aver letto oltre 250 libri (libro più, libro meno). E mi riesce dunque difficile rimanere abbindolato dai nomi altisonanti. Tipo la Treccani, per intenderci, che la spara molto grossa quando dice che Evola aderì alla RSI... ma quando mai, questa è pura fantasia. O come chi parla di avvelenamento delle coscienze, questa frase sì, fosse su wikipedia, sarebbe da segnare come un bel POV...

Evola non aderì mai alla RSI, criticò aspramente le prime due lettere dell'acronimo: repubblica (sic!), lui che era monarchico... e sociale (risic!) lui che era un teorico dell'antisocialismo... L'unico merito che riconobbe alla RSI fu quello spirito (che lui definì legionario) che animò coloro che combatterono per una causa nella quale credevano.

Il pensiero di Evola è estremamente complesso (forse, in questo senso, non è davvero un autore per tutti) e voler vercare in questa sua complessità delle etichette (fascista, antifascista, etc.) è davvero un'operazione che ha poco senso.

Comunque, io credo di aver esposto in maniera chiara le mie ragioni. A questo punto non rimane che attendere il parere della comunità. Un saluto, --Janus (msg) 09:57, 15 mag 2009 (CEST)[rispondi]


Janus dice: "repubblica (sic!), lui che era monarchico... e sociale (risic!) lui che era un teorico dell'antisocialismo...", qui è la risposta a tutta la questione in merito al '43-'45, e non solo. E, cortesemente, si eviti di mettere in dubbio decine e decine di fonti! E', se ci pensate, irrispettoso per chi ci ha lavorato tanto. Detto questo, sperando di non sollevare ancora più polvere, spero si possa chiudere questa questione, anche perchè altrimenti si potrebbe continuare all'infinito... In pace, --Ema.L.R. (msg) 13:10, 15 mag 2009 (CEST)[rispondi]

Ci tengo peraltro a precisare di come le fonti in questione siano assolutamente trasversali: vi sono estimatori di Evola, detrattori di Evola, persone al di sopra di ogni sospetto (penso ad un De Felice). A cui si aggiungono decine di alte personalità - ognuna nel proprio ambito di appartenenza - che hanno parlato di Evola per quanto concerne tematiche specifiche (arte, filosofia, alpinismo, esoterismo, buddhismo, storia delle religioni, etc.) senza entrare nel merito di questioni "politiche". E' stato inoltre specificato quando la fonte unica disponibile è Evola stesso, cercando poi di inserire commenti a quanto sostenuto da Evola da una parte e dall'altra.
A onor del vero non me la sono sentita di inserire la questione relativa alle missioni all'estero di Evola (specialmente quelle nell'Europa dell'Est) in quanto non vi sono fonti dirette e le uniche ricostruzioni, al momento, sono solo di autori di parte e, IMHO, quelle sì a rischio di ricerca originale. Poi è chiaro che via via compaiono nuovi documenti, nuovi archivi, nuove testimonianze. In tal caso la voce sarà senz'altro da me prontamente aggiornata. Anticipo, se ne è parlato nella talk della voce, che a breve escono due testi sul processo ai FAR che trattano anche di una seconda sentenza (che comunque vede Evola nuovamente scagionato). Sicuramente non appena me li sarò studiati aggiornerò il paragrafo in questione inserendo queste nuove informazioni.
Francamente mi sento anche un po' in imbarazzo e un poco mi scoccia dovermi giustificare, ma trovo il lavoro sulle fonti nella voce veramente ben fatto. Tutte le fonti sono verificabili. Laddove ho potuto ho cercato anche pubblicazioni sul web cosicchè fossero direttamente leggibili (penso ad alcuni articoli di giornale), per le edizioni più vecchie ho riportato anche le edizioni più recenti (più facilmente accessibili, molte sono anche su GoogleBook). Ogni citazione è sempre puntuale ivi compreso il numero di pagina. --Janus (msg) 13:50, 15 mag 2009 (CEST)[rispondi]
@@@ Non ti devi giustificare, Janus, devi semplicemente essere convincente e, per quanto riguarda il rapporto di Evola col fascismo, le tue ragioni non convincono. Le fonti che hai inserito, utili per illuminare molti aspetti della personalità e dell'opera evoliana non dimostrano assolutamente la sua estraneità al fascismo. Ripeto, alcuni importanti passaggi della voce non sono, a mio avviso, neutrali, e oltretutto potrebbero forse configurarsi anche come ricerca originale. Prendo comunque atto che la Treccani (ed.1995) le spara grosse (sono parole tue) e che la maggiore e più completa enciclopedia sull'antifascismo esprime, a tuo dire, concetti POV. Comunque per tua tranquillità non sono solo le enciclopedie di larga diffusione a mettere in rilievo la sintonia di Evola con il fascismo, ma anche storici di prim'ordine. De Felice, che tu stesso hai citato e che pure riconosceva ad Evola una dignità superiore a quella di altri intellettuali del suo tempo, parla di lui come di uno strano tipo di intellettuale e di fascista (questa frase dello storico forse ti è passata inosservata) e, per quanto riguarda i rapporti fra Evola e Mussolini, questi sono ben sintetizzati in questa frase di Evola sulla razza ario-romana: nuova e antica a un tempo, che ben si potrebbe chiamare razza dell'uomo fascista o razza dell'uomo Mussolini (citata da De Felice, in Storia degli ebrei sotto il fascismo, Torino, Einaudi tascabili, pag. 246, 1993). Però, bel modo che aveva Evola di dimostrare il suo essere "non fascista"! Con tutto il rispetto nei tuoi confronti, quanto scrive De Felice, ha per me ben più valore di una tua opinione, nonostante i 250 libri che asserisci di aver letto su Evola (ma poi non scrivi neppure una parola sull'attività di Evola all'interno della Scuola di Mistica fascista, non una parola su Orano, il cui razzismo non era troppo dissimile da quello di Evola, come hanno messo in rilievo, fra gli altri, Attilio Milano e lo stesso De Felice). Visto che De Felice è fra i tuoi autori preferiti, provvederò io stesso, prossimamente, ad inserire nella voce i due riferimenti summenzionati ed altro. Mi sembra doveroso nei confronti del lettore che dovrebbe avere a disposizione tutte le informazioni utili per poter valutare Evola. Devo inoltre prendere atto che non sei disponibile a perfezionare la pagina secondo quanto indicato dalle linee guida da WP e pertanto mi vedrò costretto a votare contro l'ingresso della stessa in vetrina. --Justinianus da Perugia (msg) 14:37, 15 mag 2009 (CEST)[rispondi]
  •   Commento La mole e la specificità di questa discussione ha ampliamente superato i limiti di una discussione per la vetrina. Vi invito a non procedere oltre, anche perché le rispettive posizioni sono ormai chiare a tutti. Piuttosto, segnalo l'opportunità di continuare a discuterne nella pagina di discussione della voce o, meglio ancora, in un nuovo vaglio.--CastaÑa 18:29, 15 mag 2009 (CEST)[rispondi]
La discussione prosegue nella talk della voce. --Janus (msg) 15:09, 16 mag 2009 (CEST)[rispondi]

La discussione ha evidenziato la necessità di significativi interventi sulla voce affinché soddisfi i requisiti richiesti per un riconoscimento di qualità.
Questa segnalazione viene archiviata; si raccomanda l'apertura di un nuovo vaglio sulla voce che tenga conto delle osservazioni emerse.

Di conseguenza...--CastaÑa 22:30, 16 mag 2009 (CEST)[rispondi]