Xiphophorus montezumae

specie di pesce

Xiphophorus montezumae Jordan & Snyder, 1899, conosciuto comunemente come portaspada di Montezuma, è un pesce d'acqua dolce appartenente alla famiglia Poeciliidae, sottofamiglia Poeciliinae[1].

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Portaspada di Montezuma

Maschio (sopra) e femmina
Stato di conservazione
Dati insufficienti
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Subphylum Vertebrata
Classe Actinopterygii
Ordine Cyprinodontiformes
Famiglia Poeciliidae
Sottofamiglia Poeciliinae
Genere Xiphophorus
Specie X. montezumae
Nomenclatura binomiale
Xiphophorus montezumae
Jordan & Snyder, 1899

Descrizione modifica

Simile nell'aspetto a Xiphophorus helleri, presenta un corpo allungato, compresso ai fianchi, con dorso arcuato e ventre tondeggiante. La testa è triangolare, con bocca piatta e larga, rivolta verso l'alto. Il dimorfismo sessuale è molto evidente: il maschio possiede una pinna dorsale alta e allungata mentre la parte inferiore della pinna caudale si sviluppa per formare un'estremità appuntita a forma di spada, lunga come l'intero corpo del pesce. Inoltre la pinna anale è trasformata in organo copulatore (gonopodio).
La livrea prevede un fondo grigio-verde, con 1-3 strisce orizzontali rossastre lungo i fianchi (visibili soprattutto nella femmina) e piccole macchie nere tondeggianti sparse lungo il corpo; le pinne sono giallastre-trasparenti. La spada del maschio è giallo-verde, orlata di nero.
Le dimensioni si attestano sui 5,5 cm di lunghezza per i maschi e 6,5 cm per le femmine.

Riproduzione modifica

Come negli altri Peciliidi la fecondazione è interna mediante il gonopodio maschile. La gestazione dura circa 4-5 settimane: alla scadenza la femmina partorisce 15-30 avannotti già indipendenti.

Distribuzione e habitat modifica

Questo pesce è originario del Messico nordorientale, da Tamaulipas a Veracruz.

Acquariofilia modifica

X. montezumae è commercializzato per l'allevamento in acquario, anche se poco diffuso rispetto al suo congenere X. helleri.

Note modifica

  1. ^ Xiphophorus montezumae, scheda su FishBase, su fishbase.org. URL consultato il 20 febbraio 2015.

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