African Parks

ONG che si dedica alla conservazione dell'ambiente

La African Parks è un'organizzazione non governativa (ONG) che si dedica alla conservazione dell'ambiente, fondata nel 2000 e con sede a Johannesburg, in Sudafrica. Venne fondata inizialmente come compagnia privata, la African Parks Management and Finance Company, ma poi ha subito una serie di cambiamenti strutturali fino a diventare una ONG chiamata African Parks Foundation, in seguito ribattezzata African Parks Network. L'organizzazione si dedica alla gestione di parchi nazionali e aree protette in tutta l'Africa, in collaborazione con i governi e le comunità locali. La African Parks gestisce 15 aree protette in 9 paesi diversi, e nel 2018 aveva alle sue dipendenze più di 1000 ranger. I suoi co-fondatori furono Michael Eustace, Peter Fearnhead, Paul Fentener van Vlissingen, Anthony Hall-Martin e Mavuso Msimang; Fearnhead ne è tuttora l'amministratore delegato. Il principe Harry è stato nominato presidente dell'organizzazione alla fine del 2017.

African Parks
Fondazione2000
FondatoreMichael Eustace
Peter Fearnhead
Paul Fentener van Vlissingen
Anthony Hall-Martin
Mavuso Msimang
ScopoConservazione della natura
Sede centraleBandiera del Sudafrica Johannesburg
PresidenteBandiera del Regno Unito Harry, duca di Sussex
Sito web

Descrizione modifica

La African Parks è un'organizzazione ambientalista no-profit con sede a Johannesburg che gestisce parchi nazionali e aree protette in tutta l'Africa, in collaborazione con i governi e le comunità locali[1][2][3]. Oltre alla gestione dei parchi, l'organizzazione si occupa di: addestrare i ranger; gestire attivamente e proteggere la fauna selvatica; operare per ridurre il bracconaggio e aumentare forze dell'ordine e turismo; raccogliere fondi; migliorare le infrastrutture; e sostenere gli abitanti locali[4][5][6]. Il motto della African Parks è a business approach to conservation, «un approccio commerciale alla conservazione»[4][7].

Attualmente la African Parks gestisce 15 aree protette in 9 paesi diversi[8][9], tra cui: il parco nazionale del Pendjari in Benin[10], la riserva naturale di Chinko in Repubblica Centrafricana[11][12], la riserva naturale e culturale dell'Ennedi e il parco nazionale di Zakouma in Ciad[3][13], il parco nazionale di Garamba nella Repubblica Democratica del Congo[4], il parco nazionale del Liwonde, la riserva faunistica di Majete, la riserva forestale di Mangochi[14][15] e la riserva faunistica di Nkhotakota in Malawi; il parco nazionale di Bazaruto in Mozambico[16], il parco nazionale di Odzala-Kokoua nella Repubblica del Congo[17][18], il parco nazionale dell'Akagera in Ruanda[2][8] e la zona umida di Bangweulu e il parco nazionale di Liuwa Plain nello Zambia[5][19].

Nel 2018 la African Parks aveva alle sue dipendenze più di 1000 ranger[20]. Secondo il Washington Post, l'organizzazione «possiede la maggiore unità antibracconaggio privata di tutto il continente»[20]. Peter Fearnhead, uno dei cofondatori della ONG, è tuttora il suo amministratore delegato[8][5]. Altri cofondatori sono Michael Eustace[21][22], Paul Fentener van Vlissingen, Anthony Hall-Martin e Mavuso Msimang[23][24]. Il principe Harry, che aveva precedentemente assistito al progetto di trasferimento di elefanti in Malawi del 2016-17[5] è stato nominato presidente nel dicembre 2017[8]. Robert-Jan van Ogtrop è l'attuale presidente del consiglio di amministrazione[8]. Tra gli altri membri del consiglio c'è il dottor Hansjörg Wyss, fondatore della Wyss Campaign for Nature.

La African Parks ha ricevuto finanziamenti da Unione europea, Adessium Foundation, Fondo mondiale per l'ambiente (GEF), Howard G. Buffett Foundation[25], Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo, National Geographic Society[26], Nationale Postcode Loterij, Swedish Postcode Lottery, United States Agency for International Development (USAID)[27], United States Fish and Wildlife Service (USFWS), Walton Family Foundation, WWF e Wyss Foundation, tra gli altri[7][28][29]. Una dotazione finanziaria da parte di Fentener van Vlissingen versa circa 700.000 dollari ogni anno alla African Parks[7]. Nel 2016 l'organizzazione aveva un budget di circa 35 milioni di dollari[30].

Storia modifica

La African Parks venne fondata nel 2000 come una società privata, la African Parks Management and Finance Company. Msimang e Hall-Martin, che in precedenza erano stati rispettivamente direttore e amministratore delegato della South African National Parks[31][32], ricoprirono il ruolo di direttori della nuova società, così come Fentener van Vlissingen. Fearnhead, allora capo dello sviluppo commerciale della South African National Parks, entrò a far parte del nuovo comitato consultivo[31]. I piani per l'istituzione dell'azienda erano iniziati a delinearsi dopo l'incontro tra Fentener van Vlissingen e Nelson Mandela nel 1998[33] e tra i primi sostenitori figuravano il Dipartimento di Stato degli Stati Uniti e la Banca Mondiale[34].

Le prime aree protette gestite dall'azienda, a partire dal 2003, furono la riserva faunistica di Majete e il parco nazionale di Liuwa Plain[5][6]. La African Parks aveva in programma anche la gestione del parco nazionale Sioma Ngwezi, nello Zambia, ma il progetto non andò a buon fine[31][35]. Da Johannesburg la compagnia si trasferì nei Paesi Bassi e intraprese alcuni cambiamenti strutturali. Eustace, Fearnhead, Hall-Martin e Msimang divennero azionisti di minoranza della African Parks B.V. e continuarono a far parte del consiglio di amministrazione dell'azienda. Nei Paesi Bassi venne creata la African Parks Foundation, che divenne unica azionista della società. La African Parks B.V. venne liquidata nel 2004[24].

Durante questa transizione, la African Parks stipulò accordi per la gestione del parchi nazionali di Nechisar e dell'Omo, in Etiopia, rispettivamente nel 2004 e nel 2005[23][36][37]. Tuttavia, l'organizzazione annunciò l'intenzione di porre fine a questi due accordi nel dicembre 2007[38] e nel 2008 smise di gestire in parchi in Etiopia[39]. La African Parks aveva stipulato accordi anche per gestire il Garamba[40], nonché due parchi marini del Sudan, quelli della baia di Dungonab e dell'atollo di Sanganeb. Questi accordi, però, non garantirono all'organizzazione il pieno controllo a lungo termine delle aree gestite, come era avvenuto con la maggior parte delle concessioni[24]. L'organizzazione della African Parks subì altre modifiche interne dopo la morte di Fentener van Vlissingen nel 2006. Il quartier generale dell'organizzazione fece ritorno in Africa e la rappresentanza africana ritornò nel consiglio[24].

L'organizzazione iniziò a gestire l'Akagera assieme al Rwanda Development Board nel 2009[25][41], Zakouma nel 2010[42][4] e Chinko nel 2014[11]. Nel febbraio 2015 la African Parks ha sottoscritto un memorandum d'intesa con il governo del Ciad per istituire un'area protetta nell'Ennedi, che è in procinto di diventare una riserva naturale e culturale[43][44]. Nell'agosto 2015 il governo del Malawi ha concluso una serie di accordi con la African Parks per iniziare a gestire Liwonde e Nkhotakota[5][45]. Nel 2015 la Wyss Foundation ha finanziato il programma di reintroduzione del leone nell'Akagera della African Parks[2][28]. Tra il 2016 e il 2017 la African Parks è riuscita a trasferire 500 elefanti e altri animali da Liwonde e Majete a Nkhotakota[46][47][48]. Il principe Harry ha assistito al trasferimento[8], che è stato effettuato in collaborazione con il Dipartimento dei Parchi Nazionali e della Fauna Selvatica del Malawi e finanziato in gran parte della Nationale Postcode Loterij[1][5].

Nel marzo 2017 la African Parks ha ricevuto 65 milioni di dollari dalla Wyss Foundation per finanziare i programmi di conservazione nel parco nazionale di Liwonde e nelle riserve naturali di Majete e di Nkhotakota in Malawi, nonché nel parco nazionale dell'Akagera in Ruanda, e ha aggiunto altre cinque aree protette alla sua gestione[2]. A metà 2017 ha siglato un accordo decennale per aiutare a gestire il parco nazionale del Pendjari in Benin[10], quindi, a dicembre, ha deciso di gestire il parco nazionale di Bazaruto in Mozambico[16]. Nel 2018 l'organizzazione ha firmato un accordo per la gestione della riserva naturale e culturale dell'Ennedi[13].

Note modifica

  1. ^ a b Shreya Dasgupta, Massive relocation of 500 elephants begins in Malawi, su Mongabay, 21 luglio 2016. URL consultato il 24 gennaio 2018.
  2. ^ a b c d African Parks gets $65M for conservation in Rwanda and Malawi, su Mongabay, 5 marzo 2017. URL consultato il 19 gennaio 2018.
  3. ^ a b Alastair Leithead, The country that brought its elephants back from the brink, su bbc.com, BBC News, 27 dicembre 2017. URL consultato il 19 gennaio 2018.
  4. ^ a b c d Christina Russo, African Parks Partners With Chad to Combat Elephant Poaching, in National Geographic, 27 settembre 2013. URL consultato il 22 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 30 dicembre 2017).
  5. ^ a b c d e f g Klara Glowczewska, Prince Harry Joins a Pioneering Conservation Outfit in the Fight to Save Africa's Wild Animals, in Town & Country, Hearst Communications, 3 gennaio 2017, ISSN 0040-9952 (WC · ACNP). URL consultato il 19 gennaio 2018.
  6. ^ a b Klara Glowczewska, How a Pioneering Conservation Outfit Is Helping to Save Africa's Wild Places, in Town & Country, 6 gennaio 2017. URL consultato il 24 gennaio 2018.
  7. ^ a b c René van der Duim, Machiel Lamers e Jakomijn van Wijk, Institutional Arrangements for Conservation, Development and Tourism in Eastern and Southern Africa: A Dynamic Perspective, Springer, 16 novembre 2014, p. 7. URL consultato il 22 gennaio 2018.
  8. ^ a b c d e f Prince Harry to help Africa's wildlife parks, su The Times, Johannesburg, Times Media Group, 27 dicembre 2017. URL consultato il 19 gennaio 2018.
  9. ^ RDB targets more MICE revenue in 2018, su The New Times, 31 dicembre 2017. URL consultato il 22 gennaio 2018.
  10. ^ a b Conservation group African Parks to look after West African wildlife, su Mongabay, 5 giugno 2017. URL consultato il 22 gennaio 2018.
  11. ^ a b Chinko project in Central African Republic, su Fondation Segré. URL consultato il 24 gennaio 2018.
  12. ^ J. Michael Fay, Heart of Africa Expedition Positions for Final Trek: Lions Observed From UltraLite, in National Geographic, 9 marzo 2017. URL consultato il 24 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale il 31 ottobre 2018).
  13. ^ a b The Government of the Republic of Chad Signs New Agreement with African Parks to Manage Ennedi, a Spectacular World Heritage Site in Chad, su african-parks.org, African Parks. URL consultato il 21 febbraio 2018.
  14. ^ African Parks continue Malawi's Wildlife Transformation through 2018 [collegamento interrotto], su Malawi Tourism, 17 aprile 2018. URL consultato il 18 maggio 2018.
  15. ^ The Malawian Government Signs Agreement with African Parks to Manage Mangochi Forest Reserve, the Fifteenth Park to Come Under Their Management in Africa, su african-parks.org, African Parks. URL consultato il 18 maggio 2018.
  16. ^ a b African Parks backs marine reserve brimming with wildlife in Mozambique, su Mongabay, 14 dicembre 2017. URL consultato il 19 gennaio 2018.
  17. ^ Arwa Damon e Brent Swails, Poachers are the prey in a park in the Republic of Congo, su cnn.com, CNN, 6 gennaio 2014. URL consultato il 24 gennaio 2018.
  18. ^ John C. Cannon, Brazzaville-issued mining permits dip into Congo's flagship park, su Mongabay, 31 ottobre 2016. URL consultato il 24 gennaio 2018.
  19. ^ Steve Boyes, Working for Water: The Bangweulu Wetlands and Africa's Shoebill…, in National Geographic, 7 dicembre 2012. URL consultato il 24 gennaio 2018 (archiviato dall'url originale l'8 gennaio 2018).
  20. ^ a b Kevin Sieff, Saving Africa's wildlife, su washingtonpost.com, 18 maggio 2018. URL consultato il 18 maggio 2018.
  21. ^ Fight Club: Should there be a trade in rhino horn?, su The Times, Londra, News UK, 30 novembre 2011, ISSN 0140-0460 (WC · ACNP). URL consultato il 24 gennaio 2018.
  22. ^ Graham Boynton, Is this the End of the Wild Rhino?, in Condé Nast Traveler, 13 dicembre 2012, ISSN 0893-9683 (WC · ACNP). URL consultato il 24 gennaio 2018.
  23. ^ a b Martin Plaut, S African money for Ethiopian game park, su news.bbc.co.uk, BBC News, 20 febbraio 2004. URL consultato il 24 gennaio 2018.
  24. ^ a b c d Brian Child, Helen Suich e Spenceley Anna, Evolution and Innovation in Wildlife Conservation: Parks and Game Ranches to Transfrontier Conservation Areas, Routledge, 4 maggio 2012, pp. 422-424. URL consultato il 24 gennaio 2018.
  25. ^ a b Laurel Neme, Triumphant Rhino Transfer Ends in Tragic Conservator Death, in National Geographic, 8 giugno 2017. URL consultato il 24 gennaio 2018.
  26. ^ Partnership Will Secure, Rehabilitate Benin's Pendjari National Park, in Philanthropy News Digest, 2 febbraio 2018. URL consultato il 16 maggio 2018.
  27. ^ Brian Child, Helen Suich e Spenceley Anna, Evolution and Innovation in Wildlife Conservation: Parks and Game Ranches to Transfrontier Conservation Areas, Routledge, 4 maggio 2012, p. 421. URL consultato il 16 maggio 2018.
  28. ^ a b Wyss Foundation Commits $65 Million to Conservation in Africa, su Philanthropy News Digest, Foundation Center, 1º marzo 2017. URL consultato il 22 gennaio 2018.
  29. ^ Christopher Torchia, Wildlife park in Rwanda recovers 2 decades after genocide, su The Seattle Times, 23 settembre 2015. URL consultato il 21 febbraio 2018.
  30. ^ African Parks: Annual Report 2016 (PDF), su african-parks.org, African Parks, p. 81. URL consultato il 21 febbraio 2018.
  31. ^ a b c Fiona Macleod, Makro king in parks rescue plan, su Mail & Guardian, 10 giugno 2003. URL consultato il 24 gennaio 2018.
  32. ^ Edwin Naidu, Parks Board CEO quits for greener pastures, su Independent Online, 29 giugno 2003. URL consultato il 24 gennaio 2018.
  33. ^ Dan van der Vat, Obituary: Paul van Vlissingen, su The Guardian, 6 settembre 2006. URL consultato il 25 gennaio 2018.
  34. ^ Martin Plaut, Africa's wildlife 'to be privatised', su news.bbc.co.uk, BBC News, 16 giugno 2003. URL consultato il 24 gennaio 2018.
  35. ^ L. Buur e H. Kyed, State Recognition and Democratization in Sub-Saharan Africa: A New Dawn for Traditional Authorities?, Springer, 26 novembre 2007, p. 225. URL consultato il 24 gennaio 2018.
  36. ^ Martin Plaut, People problems for Ethiopian game park, su news.bbc.co.uk, BBC News, 26 settembre 2005. URL consultato il 25 gennaio 2018.
  37. ^ William M. Adams e Jon M. Hutton, Parks and Poverty: The Political Ecology of Conservation, in Current Conservation, gennaio 2008. URL consultato il 25 gennaio 2018.
  38. ^ African Parks to give up its management of the Omo National Park, su Mursi.org, Oxford Department of International Development. URL consultato il 24 gennaio 2018.
  39. ^ Siegbert Uhlig, David Appleyard, Alessandro Bausi, Wolfgang Hahn e Steven Kaplan, Ethiopia: History, Culture and Challenges, LIT Verlag Münster, 2017, p. 313. URL consultato il 25 gennaio 2018.
  40. ^ Thomas Nicolon, DRC's Garamba National Park: The last giraffes of the Congo, su Mongabay, 9 maggio 2017. URL consultato il 25 gennaio 2018.
  41. ^ Bryan Kimenyi, Ecologist killed by rhinoceros at Akagera Park, su The New Times, 8 giugno 2017. URL consultato il 24 gennaio 2018.
  42. ^ Rachel Nuwer, The Rare African Park Where Elephants Are Thriving, in National Geographic, 28 gennaio 2017. URL consultato il 19 gennaio 2018.
  43. ^ Ennedi on the way to becoming a protected area, su Africa Geographic, 5 febbraio 2015. URL consultato il 29 gennaio 2018.
  44. ^ African Parks Concludes Memorandum of Understanding with Government of Chad on Ennedi, su african-parks.org, African Parks, 4 febbraio 2015. URL consultato il 29 gennaio 2018.
  45. ^ Shreya Dasgupta, Cheetahs return to Malawi after decades, su Mongabay, 29 maggio 2017. URL consultato il 24 gennaio 2018.
  46. ^ Sophie Morlin-Yron, Malawi is moving 500 elephants across the country, su cnn.com, CNN, 21 luglio 2016. URL consultato il 19 gennaio 2018.
  47. ^ 500 elephants relocated in massive man-made African animal migration, su Chicago Tribune, Tronc, 19 luglio 2016, ISSN 1085-6706 (WC · ACNP), OCLC 60639020. URL consultato il 22 gennaio 2018.
  48. ^ David McKenzie e Brent Swails, The big move: Relocating 500 elephants, one family at a time, su cnn.com, CNN, 29 giugno 2017. URL consultato il 22 gennaio 2018.

Collegamenti esterni modifica