Agenzia per la coesione territoriale

agenzia governativa italiana

L'Agenzia per la coesione territoriale è stata una agenzia pubblica italiana, vigilata direttamente dal Presidente del Consiglio dei Ministri, che aveva l'obiettivo di sostenere, promuovere ed accompagnare programmi e progetti per lo sviluppo e la coesione territoriale[1].

Agenzia per la coesione territoriale
Sede dell'Agenzia a Roma.
SiglaACT
StatoBandiera dell'Italia Italia
TipoAgenzia pubblica
Istituito2014
PredecessoreDipartimento per lo sviluppo e la coesione economica
Direttore generale facente funzioniRiccardo Monaco
SedeRoma
IndirizzoVia Sicilia, 162/C
Sito webwww.agenziacoesione.gov.it

Era stata istituita ai sensi dell'art. 10 del decreto legge 101/2013[2], acquisendo parte delle funzioni del soppresso Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica. Per effetto degli artt. 50-51 del decreto legge 13/2023, è stato avviato il processo della sua soppressione e contestuale trasferimento delle relative funzioni, risorse e strumenti alla Presidenza del Consiglio dei ministri.

L'Agenzia forniva supporto all'attuazione della programmazione comunitaria e nazionale (cicli 2007-2013, 2014-2020 e 2021-2027), attraverso azioni di accompagnamento alle amministrazioni centrali (ministeri e ANPAL) e regionali titolari di programmi operativi e agli enti beneficiari degli stessi, oltre ad attività di monitoraggio e verifica degli investimenti e di supporto alla promozione e al miglioramento della progettualità e della qualità, della tempestività, dell'efficacia e della trasparenza delle attività di programmazione e attuazione degli interventi[3].

Da marzo 2023 il Direttore facente funzioni è Riccardo Monaco[4].

Evoluzione storica modifica

Nel 1998 fu istituito il Dipartimento per le politiche di sviluppo e di coesione (DPS) nell'ambito del Ministero del tesoro, del bilancio e della programmazione economica, con l'obiettivo istituzionale di realizzare, in attuazione dell'art. 119 comma 5 della Costituzione, gli interventi volti al riequilibrio economico-sociale e allo sviluppo economico delle aree sottoutilizzate del Paese.

Nel 2006, ridenominato Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica, fu incardinato nel Ministero dello sviluppo economico: ne furono riorganizzate la struttura e le funzioni e fu posto in avvalimento ai Ministri per la coesione territoriale (senza portafoglio) cui tale delega è stata conferita.

Nel 2013 il Dipartimento è stato soppresso: la maggior parte delle sue funzioni è stata trasferita all'Agenzia per la coesione territoriale, mentre la restante parte al nuovo Dipartimento per le politiche di coesione presso la Presidenza del Consiglio dei ministri.

Nel 2023 è stato avviato il processo di soppressione e contestuale trasferimento di funzioni, risorse e strumenti alla Presidenza del Consiglio dei ministri e a decorrere dal 1° dicembre 2023 è stata definitivamente soppressa.

Organizzazione modifica

L'Agenzia era guidata dal Direttore generale, nominato per tre anni con decreto del Presidente del Consiglio, affiancato dal Comitato direttivo e dal Collegio dei revisori dei conti[5]. Si articolava in due aree di livello dirigenziale generale (Programmi e procedure e Progetti e strumenti), 19 uffici di livello dirigenziale non generale (di cui 5 uffici di staff, a due dei quali sono attribuite le funzioni di autorità di gestione dei programmi operativi nazionali affidati all'Agenzia) e il Nucleo di verifica e controllo (NUVEC)[6]. Le attività istituzionali erano svolte anche attraverso comitati previsti dall'Accordo di partenariato[7] e task force[8].

Riferimenti normativi modifica

Note modifica

  1. ^ La coesione, su agenziacoesione.gov.it.
  2. ^ Fonti Giuridiche, su agenziacoesione.gov.it.
  3. ^ Strategia, su agenziacoesione.gov.it.
  4. ^ Decreto del Ministro per gli Affari Europei, le Politiche di Coesione e il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza del 2 marzo 2023 (PDF), su agenziacoesione.gov.it.
  5. ^ Organi dell’Agenzia, su agenziacoesione.gov.it.
  6. ^ Organigramma, su agenziacoesione.gov.it.
  7. ^ Comitati, su agenziacoesione.gov.it.
  8. ^ Task Force, su agenziacoesione.gov.it.

Collegamenti esterni modifica