Ambrogio Annoni

architetto italiano

Ambrogio Annoni (Affori, 16 agosto 1882Milano, 3 marzo 1954) è stato un architetto e teorico dell'architettura italiano. Fu teorico del restauro, funzionario nelle Soprintendenze ai monumenti dal 1910 al 1926, assistente e poi docente per oltre quarant'anni al Politecnico di Milano dal 1909.

Biografia modifica

Ambrogio Annoni è nato da Luigi Annoni (un ingegnere che spese la sua vita insegnando nelle scuole comunali milanesi tanto da meritarsi l'intitolazione di una via) e Sara Aielli, ed è stato allievo di Camillo Boito. Nel 1921 al Politecnico di Milano è titolare del corso Organismi e Forme dell'Architettura che si sviluppa poi nei due insegnamenti Carattere storico degli Edifici e Restauro dei monumenti. Dal 1936 i due corsi diventano Caratteri stilistici e costruttivi dei Monumenti e Restauro dei monumenti nella Facoltà di architettura nel frattempo istituita.[1]

Grande conoscitore di storia dell'architettura, scrive numerosi saggi su edifici milanesi (Duomo, chiesa di Santa Maria di Brera) e su grandi architetti operanti a Milano, quali Leonardo, Bramante, Galeazzo Alessi e Giuseppe Piermarini.[1]

Annoni fu autore o supervisore di numerosi restauri soprattutto a Ravenna (dove fu soprintendente dal 1920 al 1922), Pavia e Milano. Lavora sino al 1926 alla Soprintendenza di Ravenna, designato da Corrado Ricci, dove diresse i restauri della tomba di Dante, del Palazzo Comunale, della chiesa di San Giovanni Evangelista, della chiesa di San Francesco e della chiesa di Santa Chiara.[1]

Teorico del restauro, si occupa assiduamente anche di interventi sull'esistente, sostenendo la possibilità di inserire architetture contemporanee in ambienti storici e opponendosi al restauro stilistico. L'importanza del suo contributo alla teoria del restauro è da attribuirsi alla sua negazione di metodi standardizzati: Annoni rifugge da teorizzazioni e schematizzazioni astratte a favore della cosiddetta "teoria del caso per caso", ovvero dell'adattamento del metodo al singolo progetto.

Dei suoi lavori di restauro si ricordano: il Broletto e il Palazzo del Podestà a Pavia, la chiesa di San Vincenzo a Galliano di Cantù; la Villa della Bicocca (l'edificio quattrocentesco della Bicocca presso Milano, 1922), la Sala Vinciana alla Pinacoteca Ambrosiana, la chiesa di San Pietro in Gessate e il progetto di restauro dell'Ospedale Maggiore di Milano.[1]

Annoni rifiuta la priorità della ricerca dell'unità di stile, come si può notare nei restauri di San Pietro in Gessate - per il quale richiede il mantenimento del portale barocco, per evitare una ricostruzione in stile[2] - e del Broletto di Pavia, edificio nel quale cerca di portare alla luce e tutelare le molteplici stratificazioni storiche.

Alcuni suoi progetti mostrano inoltre soluzioni coraggiosamente lontane dai modi del tempo - che hanno aperto la strada all'inserimento di elementi dichiaratamente moderni all'interno di edifici storici - come la mancata ricostruzione della navata minore della Basilica di Galliano, a Cantù, per la quale propone invece il semplice tamponamento delle arcate con una vetrata.

Annoni fu tra i primi a sottolineare l'importanza del rilievo metrico degli edifici come mezzo di conoscenza storico-critica, oltre che geometrica dell'architettura.

In sintesi l'atteggiamento di Annoni verso il restauro può essere riassunto con le sue stesse parole:

«Oggi si pensa che il restauro non deve essere solamente arte, né solamente scienza, ma l'una e l'altra cosa assieme; per le quali occorre un grande senso di equilibrio, di cultura, di amore. Per restauro non si intenderà più né ricomposizione stilistica, né ricostruzione storica; ma conservazione, sistemazione, avvaloramento dell'edificio»

Fra i principali allievi di Annoni si ricordano Liliana Grassi e Carlo Perogalli; quest'ultimo ne raccolse le lezioni nell'opera monografica Scienza ed arte del restauro architettonico. Idee ed esempi, pubblicata nel 1946.

Ambrogio Annoni riposa al Riparto XVII del Cimitero Monumentale di Milano, nella tomba 158.[3]

Archivio modifica

L'archivio di Ambrogio Annoni[4][5] è articolato i due sezioni. La prima sezione[4] conservata presso la Cassa rurale ed artigiana di Cantù - Banca di credito cooperativo scrl, è costituita dalla documentazione relativa all'attività svolta dell'architetto dal 1909 al 1950 per il progetto e il cantiere di restauro della basilica di San Vincenzo a Galliano di Cantù e si compone di 7 faldoni in formato A4 contenenti i seguenti materiali: 2 disegni tecnici a matita su carta da lucido, 1 schizzo prospettico a matita su carta (recto e verso), 7 riproduzioni di disegni tecnici, 97 fotografie originali di disegni e del cantiere, 18 articoli e pubblicazioni, documenti e carteggi manoscritti e dattiloscritti.[4]

L'altra sezione[5] è conservata presso il Politecnico di Milano, questa documentazione ed è relativa all'attività svolta da Annoni dal 1921 al 1954 nei seguenti settori: progettazione architettonica e di restauro, didattica universitaria. L'archivio conserva anche 782 disegni eseguiti dagli allievi dei corsi universitari di Ambrogio Annoni a partire dall'A. A. 1921-22.

Altri documenti sono conservati presso l'Archivio Centrale di Stato di Roma, le Soprintendenze per i Beni Architettonici e per il Paesaggio di Milano e di Ravenna, l'Archivio Storico del Castello Sforzesco di Pavia, la Biblioteca Civica Bonetta di Pavia.[5][4]

Opere modifica

Restauri modifica

Fra i più importanti restauri:

Pubblicazioni modifica

  • Il cimitero monumentale di Milano, Milano, E. Bonomi, 1913.
  • Dell'edificio "Bramantesco" di S. Maria alla fontana in Milano, Milano, Alfieri & Lacroix, 1914.
  • L'opera della Soprintendenza ai monumenti della Romagna per il 6. centenario dantesco, Milano, Bestetti e Tumminelli, 1921.
  • L'edificio quattrocentesco della Bicocca presso Milano, Milano, Pirelli & C. 1922.
  • Il Convento delle Dame Vergini della Vettabbia in Milano, Milano, Bestetti & Tumminelli, 1922
  • La tomba del Poeta e il recinto dantesco, Milano, Bestetti e Tuminelli, 1924.
  • Le chiese di Pavia, Firenze, F.lli Alinari, 1925.
  • Renzo Gerla, Ginevra, Maestri dell'architettura, 1931.
  • Di alcuni dipinti della Bicocca degli Arcimboldi, Roma-Milano, Ist. romano di arti grafiche di Tumminelli & C., 1934.
  • Antiche e nuove vicende della tomba di Dante, Milano, Hoepli, 1935.
  • L'edificio sforzesco dell'Ospedale Maggiore di Milano e la sua rinascita, Milano, Hoepli, 1941.
  • Scienza ed arte del restauro architettonico. Idee ed esempi, Edizioni Artistiche Framar, Milano, 1946.
  • Organismi e forme dell'architettura. Idee ed esempi. Elenco delle monografie svolte per i corsi di Caratteri stilistici e costruttivi e di Restauro dei monumenti alla Facoltà di architettura del Politecnico di Milano, Milano, Tamburini, 1952.

Note modifica

  1. ^ a b c d Annoni Ambrogio, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 20 giugno 2018.
  2. ^ «Fu allora che (con una certa priorità in tale ordine di idee) sostenni strenuamente - e, alla fine, vittoriosamente per la porta centrale - la conservazione delle porte barocche, informandomi a quel principio, ora chiaro e solare per tutti, ma allora ardito, che vuole la conservazione delle impronte di tutti i tempi, purché degne di rispetto; poiché meglio è una apparente stonatura, che un falso», Ambrogio Annoni, Scienza ed arte del restauro architettonico. Idee ed esempi, Edizioni Artistiche Framar, Milano, 1946, p. 51.
  3. ^ Comune di Milano, App di ricerca defunti Not 2 4get.
  4. ^ a b c d Fondo Annoni Ambrogio, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 20 giugno 2018.
  5. ^ a b c Fondo Annoni Ambrogio, su SIUSA Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche. URL consultato il 20 giugno 2018.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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