Amira (film)

film del 2021 diretto da Mohamed Diab

Amira è un film del 2021 ambientato in Palestina, scritto e diretto dal regista egiziano Mohamed Diab.[1] Il dramma, ispirato a fatti reali, affronta sotto una luce nuova il conflitto arabo-israeliano.[2]

Amira
Titolo originaleAmira
Lingua originalearabo
Paese di produzioneEgitto, Giordania, Emirati Arabi Uniti
Anno2021
Durata96 minuti
Generedrammatico
RegiaMohamed Diab
SceneggiaturaMohamed Diab
ProduttoreHany Abu-Assad, Amira Diab, Sarah Goher
Casa di produzioneAcamedia Pictures, MAD Solutions
Distribuzione in italianoMAD Solutions
FotografiaAhmed Gabr
MontaggioIbrahim Elfefnawy, Ahmed Hafez
MusicheKhaled Dagher
ScenografiaNael Kanj
CostumiHamada Atallah
TruccoFarah Jadaane
Interpreti e personaggi

Trama modifica

Sullo sfondo di una moderna società palestinese, ferita per le violenze dell'apartheid, il film narra la storia personale di Amira, un'adolescente di diciassette anni che vive con la mamma. Il suo eroe è il papà Nawar, detenuto in una prigione israeliana fin da prima che nascesse. Il loro rapporto, sebbene sia limitato alle visite in carcere, è molto tenero. Ma quando il tentativo fallito di concepire un altro bambino porta a galla la sterilità del padre, la famiglia scopre che Amira è la figlia di un carceriere israeliano che sostituì il seme di Nawar con il suo. Il mondo di Amira viene allora stravolto e allontanandosi anche dalla sua stessa famiglia, la ragazza si mette sulle tracce del padre biologico.[3]

Distribuzione modifica

Il film è stato presentato in anteprima mondiale il 4 settembre 2021 in concorso alla 78ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia, sezione Orizzonti,[4] dove si aggiudicò il premio Interfilm (che promuove il dialogo interreligioso) e il premio Lanterna Magica (assegnato da una giuria di giovani a un film di formazione).[5] Al MedFilm Festival di Roma vinse il premio Amore e Psiche come miglior film e il premio Diritti Umani Amnesty International.[6]

Riconoscimenti modifica

Controversie modifica

Il film, co-prodotto da Hany Abu-Assad, è stato premiato dalla critica ma ha scatenato controversie molto accese da parte del pubblico palestinese. Il regista è stato accusato di avere raffigurato un odio radicato fra le due parti in conflitto, israeliani e palestinesi che non corrisponde alla realtà. La pagina del film sulla piattaforma online IMDb è stata bersagliata da centinaia di insulti e migliaia di voti negativi. Il regista, in una intervista a Venezia, ha affermato di essere stato ispirato direttamente dal fatti di cronaca per quanto riguardo i metodi di concepimento nelle carceri israeliane e spiega che il personaggio di Amira, nella sua complessità, si inserisce in una famiglia altrettanto complessa e affranta, dove l'orgoglio per la propria identità culturale è molto forte, proprio a causa delle ingiustizie che il popolo palestinese subisce da decenni. Nel finale, Amira diventa una martire agli occhi dei Palestinesi. Il film invita dunque alla riflessione e suggerisce che la reale causa della tragedia è in fondo l'occupazione israeliana.[7]

Note modifica

  1. ^ Simonetta Menossi, Amira (2021) e il dramma identitario di una giovane in cerca di risposte, su Taxidrivers, 4 settembre 2021. URL consultato il 25 dicembre 2022.
  2. ^ Ilaria Falcone, “Amira” di Mohamed Diab, su nonsolocinema, 4 settembre 2021. URL consultato il 25 dicembre 2022.
  3. ^ Giampiero Raganelli, AMIRA di Mohamed Diab, su Quinlan, 9 giugno 2021. URL consultato il 25 dicembre 2022.
  4. ^ (EN) Egypt’s 'Amira' lands its world premiere at Venice International Film Festival on September 4, su Egypt Today, 4 settembre 2021. URL consultato il 25 dicembre 2022.
  5. ^ Premi Collaterali della 78. Mostra, su La Biennale, 10 settembre 2021. URL consultato il 25 dicembre 2022.
  6. ^ Valentina Maresca, MedFilm, 'Amira' di Mohamed Diab vince la XXVII edizione, su ANSA med, 12 novembre 2021. URL consultato il 25 dicembre 2022.
  7. ^ (EN) Davide Abbatescianni, Amira: Fury over bloodline devastates a Palestinian family, su The New Arab, 28 settembre 2021. URL consultato il 25 dicembre 2022.

Voci correlate modifica

Collegamenti esterni modifica

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