Anadiplosi
L'anadiplosi (dal greco antico ἀναδίπλωσις, anadíplōsis, «duplicazione»), o raddoppiamento, anticamente detta anche epanastrofe o reduplicatio, è una figura retorica che consiste nella ripetizione dell'ultimo elemento di una proposizione all'inizio della seguente, al fine di rimarcare il legame tra le due.
È fra le figure retoriche inconsapevolmente più usate nel linguaggio orale, con la funzione di conferire coesione all'enunciato e di fissare l'attenzione del destinatario sui concetti-chiave.
Un esempio è in Leopardi:
- Ma la gloria non vedo,
non vedo il lauro e il ferro ond'eran carchi
i nostri padri antichi. (All'Italia, 4-5)
- Ma la gloria non vedo,
Un altro esempio è in Cicerone:
- Hic tamen vivit. Vivit? Immo vero etiam in senatum venit. (Prima Catilinaria, I, 2)
- Eppure è vivo. È vivo? Sì, infatti, è venuto al Senato.
- Hic tamen vivit. Vivit? Immo vero etiam in senatum venit. (Prima Catilinaria, I, 2)
Un ulteriore esempio è in Sfera Ebbasta:
- Ti sta scomparendo il tanga
- tanga in mezzo alle chiappe.
- Ti sta scomparendo il tanga
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Voci correlateModifica
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Collegamenti esterniModifica
- (EN) Anadiplosi, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.