Behemoth (Il maestro e Margherita)

personaggio del romanzo Il maestro e Margherita

Behemoth (in russo Бегемот, letteralmente "Ippopotamo") è un personaggio del romanzo Il maestro e Margherita di Michail Bulgakov. È un demone membro del seguito di Woland, paggio e buffone.

Ippopotamo
UniversoIl maestro e Margherita
Nome orig.Бегемот (Begemot)
Lingua orig.Russo
AutoreMichail Bulgakov
Caratteristiche immaginarie
SpecieDemone
SessoMaschio
Professioneaiutante di Woland, il Demonio

«Il terzo di quella compagnia era un gatto sbucato da chi sa dove, grosso come un maiale, nero come il carbone o come un corvo, con tremendi baffi da cavalleggero. Il terzetto avanzava verso il Patriaršij, e il gatto camminava sulle zampe posteriori.[1]»

Descrizione modifica

 
Francobollo commemorativo delle Poste Sovietiche (1991)

Behemoth, spesso tradotto in Ippopotamo nelle edizioni in italiano del romanzo, ha l'aspetto di un enorme gatto grasso e nero, abbigliato in maniera chiassosa e in grado di parlare e camminare sulle zampe posteriori. In alcune scene prende un aspetto umano mantenendo però sempre alcune somiglianze con il suo sembiante solito: la grassezza, la piccola statura e i tratti felini.

Behemoth combina comicamente una ponderatezza da filosofo e maniere raffinate con comportamenti maliziosi e improvvisamente aggressivi: in una scena del romanzo, ad esempio, fra l'orrore dei presenti strappa la testa dal collo di un moscovita per riattaccarla subito dopo. È sempre pronto a fare scherzi e battute, o a provocare confusione con i suoi poteri demoniaci. Una sua trovata ricorrente è quella di apparire in forma felina e scioccare gli osservatori ignari con il suo comportamento umano. In forma umana, compie in città una serie di disastrose malefatte con la complicità di Korov'ev.

«– Noblesse oblige, – osservò il gatto e versò a Margherita un liquido trasparente in un bicchiere da vino rosso.
– È vodka? – domandò Margherita, con voce fioca.
Il gatto fu così offeso che fece un balzo sulla seggiola.
– Per carità, regina, – gracchiò, – come potrei permettermi di mescere vodka a una signora? Questo è alcool puro![2]»

Nella scena finale della cavalcata, in cui i vari personaggi al seguito di Woland abbandonano le spoglie indossate lungo la storia per apparire con aspetto più veritiero, anche Behemoth perde le sue sembianze comiche, risultando ora meditativo e drammatico:

«La notte aveva strappato anche la coda piumosa di Behemoth, gli aveva strappato il pelo e lo aveva gettato a ciocche nelle paludi. Quello che era stato il gatto che svagava il principe delle tenebre, adesso era un giovane smilzo, un demone-paggio, il miglior buffone che mai sia esistito sulla terra. Anche lui adesso era zittito e volava silenziosamente, col suo giovane volto offerto alla luce che si riversava dalla luna.[3]»

Origini modifica

 
Behemoth come diavolo nel Dizionario infernale di Collin de Plancy.

Nella Bibbia Behemoth è un immenso animale che compare nel libro di Giobbe, simbolo della grandezza delle opere del Creatore. È talvolta identificato con l'ippopotamo; e бегемот (begemot), che deriva da Behemoth, è appunto la parola russa per ippopotamo. Secondo alcune correnti esoteriche e religiose, Behemoth non sarebbe una creatura simbolo di Dio, bensì un essere diabolico. Probabilmente i traduttori scelsero di tradurre Бегемот come Behemoth, invece che letteralmente come Ippopotamo, per ricollegarsi a questa interpretazione.

Note modifica

  1. ^ Bulgakov, cap. XIX, "Margherita", p. 218.
  2. ^ Bulgakov, cap. XXXII, "La liberazione del Maestro", p. 270.
  3. ^ Bulgakov, cap. XXXII, "Il perdono e l'eterno rifugio", p. 370.

Bibliografia modifica

  • Michail Bulgakov, Il Maestro e Margherita, traduzione di Vera Dridso, Torino, Einaudi, 1996 [1967], ISBN 978-88-06-17373-9.

Collegamenti esterni modifica