Benvenuto Italo Castellani

arcivescovo cattolico italiano

Benvenuto Italo Castellani (Cortona, 1º luglio 1943) è un arcivescovo cattolico italiano, dal 19 gennaio 2019 arcivescovo emerito di Lucca.

Benvenuto Italo Castellani
arcivescovo della Chiesa cattolica
Mons. Benvenuto Italo Castellani, l'8 novembre 2008.
Christus heri et hodie et in sæcula
 
TitoloLucca
Incarichi attualiArcivescovo emerito di Lucca (dal 2019)
Incarichi ricoperti
 
Nato1º luglio 1943 (81 anni) a Cortona
Ordinato presbitero15 giugno 1969 dal vescovo Giuseppe Franciolini
Nominato vescovo19 aprile 1997 da papa Giovanni Paolo II
Consacrato vescovo15 giugno 1997 dal cardinale Camillo Ruini
Elevato arcivescovo31 maggio 2003 da papa Giovanni Paolo II
 

Biografia

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Nasce a Cortona, allora sede vescovile in provincia di Arezzo, il 1º luglio 1943.

Formazione e ministero sacerdotale

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Mons. Castellani durante una celebrazione liturgica

Entra nel seminario diocesano e frequenta il liceo ed i primi anni di teologia dai padri redentoristi di Cortona, mentre gli ultimi due anni presso il seminario di Arezzo.

Il 15 giugno 1969 è ordinato presbitero per la diocesi di Cortona dal vescovo Giuseppe Franciolini.[1]

Completa gli studi conseguendo la licenza in teologia presso la Pontificia Università Lateranense a Roma e la laurea in scienze sociali presso l'Università degli Studi di Trento.[2] Partecipa ai corsi di sociologia della religione organizzati dall'Università Cattolica di Lovanio come uditore. Nel 1973 è nominato parroco di Fratticciola, frazione di Cortona. Dal 1982 al 1987 insegna pastorale presso la Pontificia Università Lateranense a Roma.

Dal 1987, con l'istituzione della diocesi di Arezzo-Cortona-Sansepolcro, è assistente dell'AGESCI, vicario episcopale per la pastorale, direttore del centro nazionale vocazioni e parroco della concattedrale di Cortona. Nel 1995 è nominato vicario generale della diocesi. Insegna religione nelle scuole medie; discipline economiche e giuridiche nelle scuole superiori.[2]

Ministero episcopale

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Il 19 aprile 1997 papa Giovanni Paolo II lo nomina vescovo di Faenza-Modigliana;[2] succede a Francesco Tarcisio Bertozzi, deceduto il 16 maggio 1996. Il 15 giugno 1997 riceve l'ordinazione episcopale, nel duomo di Cortona, dal cardinale Camillo Ruini, co-consacranti i vescovi Flavio Roberto Carraro e Giovanni D'Ascenzi. Il 29 giugno prende possesso della diocesi.

Nel 2000 inaugura a Faenza il Museo diocesano d'arte sacra, volto a valorizzare e conservare il patrimonio artistico della cattedrale e delle chiese diocesane.

Il 31 maggio 2003 papa Giovanni Paolo II lo nomina arcivescovo coadiutore di Lucca;[3] il 13 settembre successivo prende possesso dell'arcidiocesi.

Il 22 gennaio 2005 succede alla medesima sede, in seguito alla rinuncia per raggiunti limiti di età dell'arcivescovo Bruno Tommasi.[4]

È stato presidente della commissione episcopale per il clero e la vita consacrata e della commissione mista vescovi-religiosi-istituti secolari nella Conferenza Episcopale Italiana.[3]

Il 19 gennaio 2019 papa Francesco accoglie la sua rinuncia, presentata per raggiunti limiti di età;[5] gli succede Paolo Giulietti, fino ad allora vescovo titolare di Termini Imerese ed ausiliare di Perugia-Città della Pieve. Rimane amministratore apostolico dell'arcidiocesi fino all'ingresso del successore, avvenuto il 12 maggio seguente.

Genealogia episcopale

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La genealogia episcopale è:

  1. ^ Atti dell'Omaggio al Vescovo Giuseppe Franciolini -3, su letruria.it, 2 gennaio 2020. URL consultato il 6 gennaio 2022.
  2. ^ a b c Nomina del Vescovo di Faenza-Modigliana (Italia), su press.catholica.va, 19 aprile 1997 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2013).
  3. ^ a b Rinunce e nomine. Nomina del Coadiutore di Lucca (Italia), su press.vatican.va, 31 maggio 2003. URL consultato il 6 gennaio 2022.
  4. ^ Rinunce e nomine. Rinuncia e successione dell'Arcivescovo di Lucca (Italia), su press.vatican.va, 22 gennaio 2005. URL consultato il 6 gennaio 2022.
  5. ^ Rinunce e nomine. Rinuncia dell'Arcivescovo di Lucca (Italia) e nomina del successore, su press.vatican.va, 19 gennaio 2019. URL consultato il 6 gennaio 2022.

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Collegamenti esterni

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