Bernardo Arévalo

politico e diplomatico guatemalteco

César Bernardo Arévalo de León (AFI: [beɾˈnaɾ.ðo aˈɾe.βa.lo]; Montevideo, 7 ottobre 1958) è un politico e diplomatico guatemalteco, Presidente del Guatemala dal 14 gennaio 2024.

Bernardo Arévalo

Presidente del Guatemala
In carica
Inizio mandato14 gennaio 2024
Vice presidenteKarin Herrera
PredecessoreAlejandro Giammattei

Membro del Congresso della Repubblica del Guatemala
Durata mandato14 gennaio 2020 –
14 gennaio 2024
CircoscrizioneLista nazionale

Dati generali
Partito politicoSemilla
FirmaFirma di Bernardo Arévalo

Biografia modifica

Nascita e formazione modifica

Bernardo Arévalo è nato il 7 ottobre 1954 a Montevideo, capitale dell'Uruguay; suo padre era Juan José Arévalo, Presidente del Guatemala dal 1945 al 1951, in esilio nel Paese sudamericano dopo il colpo di Stato del 1954[1], mentre sua madre era Margarita de León, seconda moglie del presidente guatemalteco.

All'età di due anni, Bernardo lasciò con la famiglia l'Uruguay e visse parte della sua infanzia tra Messico, Venezuela e Cile; nel 1973, a 15 anni, mise per la prima volta piede in patria, per frequentare il Liceo Guatemala, una scuola privata cattolica di Città del Guatemala, capitale del Paese. Successivamente, Bernardo Arévalo ha frequentato l'Università Ebraica di Gerusalemme, dove ottenne una laurea in sociologia, per poi completare la sua formazione con un dottorato in filosofia e antropologia sociale all'Università di Utrecht, nel Paesi Bassi.

Carriera diplomatica modifica

Terminati gli studi, Arévalo iniziò, dal 1980, la carriera diplomatica presso il Ministero degli Esteri guatemalteco; tra il 1984 e il 1986 è stato primo segretario e console presso l'ambasciata del Guatemala in Israele, mentre dal 1987 al 1988 ha ricoperto la carica di ministro consigliere. Tornato in Guatemala, fu nominato vicedirettore degli studi strategici e della pianificazione all'interno del Ministero degli Affari Esteri, continuando a servire come direttore della politica estera bilaterale dal 1990 al 1991, delle relazioni bilaterali internazionali dal 1992 al 1993 e delle relazioni economiche e multilaterali internazionali dal 1993 al 1994.

Nel 1994 il presidente guatemalteco Ramiro de León Carpio lo ha nominato viceministro degli Esteri, carica che mantenne per un anno; durante questo periodo, Arévalo è stato decorato con la medaglia dell'Ordine dell'Aquila azteca dal presidente messicano Ernesto Zedillo. Nel 1995 venne nominato ambasciatore a Madrid, dove rimase fino al 1996, quando si dimise da ogni incarico diplomatico e politico.

Carriera professionale modifica

Lasciati gli incarichi pubblici, Arévalo è divenuto membro del consiglio di amministrazione del Centro di ricerca regionale mesoamericano, di cui divenne anche presidente. Dal 1999 ha ricoperto vari ruoli presso Interpeace, tra cui consulenza sulla costruzione della pace e sulla risoluzione dei conflitti in Africa, Asia e America Latina.

Inoltre, Arévalo ha anche lavorato come consulente per organizzazioni quali le Nazioni Unite, l'Istituto per la pace degli Stati Uniti e l'Università di San Diego. Ha anche scritto libri e articoli su vari argomenti, tra cui storia, politica, sociologia e diplomazia.

Carriera politica modifica

Nel 2015 Bernardo Arévalo partecipò alle proteste di piazza in Guatemala che chiedevano le dimissioni del presidente Otto Pérez Molina; due anni dopo, fu tra i co-fondatori del Movimento Semilla, una formazione politica fondata da intellettuali e giovani professionisti politicamente schierato su posizioni di centro-sinistra. Il partito lo ha indicato come candidato alle elezioni presidenziali del 2019, ma Arévalo ha alla fine rinunciato, optando per un seggio parlamentare al Congresso del Guatemala, al quale sarà eletto, mentre alla candidata di Semilla, Thelma Aldana, sarà impedito di correre alle elezioni dalla Corte Costituzionale per presunte irregolarità[2].

Durante il suo mandato politico, iniziato il 14 gennaio 2020, Arévalo è stato membro di varie commissioni, come quella degli Esteri, dei diritti umani, della sicurezza nazionale e della difesa nazionale; ha anche guidato il blocco parlamentare messo in atto da Semilla tra il 2020 e il 2022 contro le politiche del presidente Alejandro Giammattei.

Campagna presidenziale del 2023 modifica

Il 23 gennaio 2023 Bernardo Arévalo ha annunciato la sua candidatura alle elezioni presidenziali di quell'anno come candidato di Semilla, scegliendo Karin Herrera come candidata vice-presidente. Ha concentrato tutta la sua campagna elettorale nella lotta contro la corruzione dilagante nel Paese, chiedendo l'arresto della procuratrice generale Consuelo Porras e promettendo di riportare in patria i 35 avvocati, giudici e procuratori andati in esilio volontario durante la presidenza di Giammattei, accusato di voler indebolire l'indipendenza della magistratura[3].

Sua principale avversaria è stata Sandra Torres, moglie dell'ex-presidente guatemalteco Álvaro Colom (2008-2012), leader del partito Unità Nazionale della Speranza (UNE), che in campagna elettorale ha promesso programmi di assistenza sociale e vari sussidi per i poveri; suo punto debole, tuttavia, è stato aver cercato e ottenuto il sostegno della destra e degli evangelici, oltre che del contestatissimo presidente uscente Giammattei.

A sorpresa, durante il primo turno svoltosi il 25 giugno, Arévalo ha ottenuto il 16% dei voti, contro il 12% della Torres; la sua inaspettata vittoria ha destato preoccupazione tra le élite economiche e politiche del Paese: il 12 luglio un giudice ha ordinato la sospensione del suo partito Semilla per presunte irregolarità nella sua formazione nel 2017. La Corte costituzionale ha sospeso questa decisione, che è stata ribaltata il 18 agosto, permettendo il proseguo del ballottaggio. Il giorno prima, il procuratore Rafael Curruchiche, sanzionato da Washington per "corruzione", aveva annunciato il possibile arresto di dirigenti del partito di Arévalo[4].

Al ballottaggio, avvenuto il 20 agosto 2023, Arévalo ha vinto con il 59,5% dei consensi, pari a 2,3 milioni di voti, mentre Torres si è fermata al 35,8% dei suffragi (1,4 milioni di voti). Il presidente eletto del Guatemala ha assicurato che saranno "garantiti i diritti di cittadinanza" dei suoi oppositori[5].

Ciò però non ha fatto diminuire le tensioni politiche del Paese: a cinque mesi dal suo insediamento, Arévalo ha accusato, tra gli altri, la procuratrice generale Consuelo Porras e la giunta direttiva del Congresso, presieduto dal partito ufficiale, di star organizzando un golpe per tentare di impedirne l'insediamento, previsto per il 14 gennaio 2024. Tutti i Paesi dell'Organizzazione degli Stati americani (Osa) hanno nel frattempo approvato all'unanimità una dichiarazione critica nei confronti della giustizia guatemalteca, accusandola di voler "intimidire" Arévalo[6].

Posizioni politiche modifica

Bernardo Arévalo definisce se stesso un socialdemocratico, rifacendosi all'eredità politica del padre: è a favore di un sistema repubblicano e crede in uno Stato garante della giustizia sociale e della proprietà privata, esprimendosi favorevolmente ad un nuovo patto fiscale e al rafforzamento della sicurezza sociale[7].

Vita privata modifica

Arévalo si è sposato tre volte: nel 1983 con la cittadina argentina Teresa Lapìn Ganman, dalla quale ha divorziato nel 1992; l'anno successivo è convolato a nozze con Eva Rivara Figueroa, una diplomatica guatemalteca dalla quale ha avuto due figlie, mentre dal 2011 è sposato con il medico guatemalteca Lucrecia Peinado[8]. Ha sei figli in totale.

Onorificenze modifica

Note modifica

Voci correlate modifica


Altri progetti modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN34733702 · ISNI (EN0000 0000 3324 7473 · LCCN (ENn98112880 · GND (DE1056722711 · BNF (FRcb15016156d (data)