Besson MB-35

1926 Marcel Besson

Il Besson MB-35 Passe-Partout fu un idrovolante monoplano da ricognizione sviluppato dall'azienda aeronautica francese Société de construction aéronautiques et navales Marcel Besson di Boulogne-sur-Seine nella seconda metà anni venti del XX secolo e rimasto allo stadio di prototipo.[3]

Besson MB-35 Passe-Partout
Descrizione
Tipoidrovolante da ricognizione
Equipaggio2
ProgettistaMarcel Besson
CostruttoreBandiera della Francia Société de construction aéronautiques et navales Marcel Besson
Data primo volofebbraio 1926
Esemplari2
Dimensioni e pesi
Tavole prospettiche
Lunghezza9,22 m
Apertura alare7,00 m
Altezza2,45 m
Superficie alare16,50
Peso a vuoto540 kg
Peso max al decollo765 kg
Capacità combustibile72 litri[1]
Propulsione
Motoreun Salmson 9Ac
Potenza120 CV (97 kW)
Prestazioni
Velocità max163 km/h a 2.000 m
Velocità di crociera90 km/h
Velocità di salitasalita a 2.000 m in 13 minuti
Autonomia300 km
Tangenza4 800 m

dati tratti da Aviafrance[2]

voci di aerei civili presenti su Wikipedia

Storia del progetto modifica

 
L'aereo all'interno del suo cilindro di trasporto.
 
Vista frontale dello MB-35 apparsa sulla rivista L'Aéronautique nel dicembre 1926.
 
Vista laterale dello MB-35 apparsa sulla rivista L'Aérophile nell'aprile 1926.

Dopo il fallimento del programma per un idrovolante da ricognizione per l'impiego imbarcato a bordo della navi maggiori della Marine nationale, designato MB-26, il progettista ingegnere Marcel Besson avviò un programma ancora più complesso, relativo ad un aereo da ricognizione destinato all'impiego sui sottomarini oceanici di nuovo tipo.[3] All'epoca il comando della Marina francese era fortemente interessato a dotarsi di tale tipo di aereo, che doveva avere le ali ripiegabili al fine di consentirne lo stivaggio negli speciali hangar cilindrici. La Société de construction aéronautiques et navales Marcel Besson[4] di Boulogne-sur-Mer ricevette l'ordine per la costruzione di due prototipi designati MB-35 Passe-Partout. Il primo di essi andò in volo nel febbraio 1926.[3]

Descrizione tecnica modifica

Si trattava di un idrovolante monoplano ad ala bassa,[5] dotato di due galleggianti a scarponi di 4,49 m di lunghezza e 50 cm di larghezza.[6] Il suo disegno era concepito per avere un peso a pieno carico il più contenuto possibile. Non era previsto l'impiego di nessun tipo di armamento. L'aereo doveva essere contenuto in un apposito hangar cilindrico lungo 6,50 m, largo 1,50 m e alto 2 m.[4] L'ala, costituita da due longheroni, era ricoperta in tela e aveva un leggero diedro laterale.[6] Ogni semiala era lunga 4,46 m e larga 1,85 m.[6] La fusoliera aveva sezione rettangolare di 90 cm di diametro, era costituita da quattro longheroni.[4] L'impennaggio orizzontale si trovava posizionato direttamente sotto l'estremità della fusoliera.[6]

Il propulsore radiale era un Salmson 9AC.[5] a 9 cilindri raffreddati ad aria, erogante la potenza di 120 CV (89 kW), ed azionante un'elica bipala lignea.[5] Il propulsore era dotato di apposita cappottatura di protezione, che poteva essere facilmente rimossa al fine di favorire l'intervento del meccanico.[6] Anche quella del carburatore Claudel era rimovibile al fine di facilitarne l'accesso al meccanico.[1] La capacità carburante era pari a 72 litri, mentre al posto dell'osservatore poteva essere installato un apposito serbatoio supplementare della capacità di 86 litri.[1]

Pilota e osservatore erano installati in abitacoli aperti, disposti sfalsati in tandem.[3] L'abitacolo del pilota era posto a sinistra davanti al bordo di attacco alare, mentre quello dell'osservatore a destra dietro di esso.[6] Sul fondo dell'abitacolo dell'osservatore vi era un'apposita apertura dove poteva essere posizionata una macchina fotografica con obiettivo di 50 cm di diametro su due traversine mobili.[6]

Impiego operativo modifica

Prodotto in due esemplari tra il 1926 e il 1927, uno di essi venne utilizzato per dimostrazioni di lancio da una catapulta installata sull'incrociatore leggero Primaguet, suscitando l'interesse dei governi di Argentina e Brasile, ma senza che venisse emesso alcun ordine di produzione.[5]

Utilizzatori modifica

  Francia

Note modifica

Annotazioni modifica


Fonti modifica

  1. ^ a b c Besançon 1926, p.122.
  2. ^ Aviafrance.
  3. ^ a b c d Airwar.
  4. ^ a b c Houard 1926, p.2.
  5. ^ a b c d Boroli, Boroli 1983, p.136.
  6. ^ a b c d e f g Houard 1926, p.3.

Bibliografia modifica

  • Achille Boroli e Adolfo Boroli, Besson MB-35, in L'Aviazione, vol. 3, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1983, p. 136, ISBN non esistente.
  • Luigi Mancini (a cura di), Grande Enciclopedia Aeronautica, Milano, Edizioni Aeronautica, 1936.
Periodici

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica