Calendula officinalis

specie di pianta della famiglia Asteraceae

La calendula o calendola o fiorrancio (Calendula officinalis L., 1753) è una pianta, generalmente coltivata come annuale, della famiglia delle Asteraceae e appartenente al genere Calendula.

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Calendula officinale
Calendula officinalis
Classificazione APG IV
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
(clade) Angiosperme
(clade) Mesangiosperme
(clade) Eudicotiledoni
(clade) Eudicotiledoni centrali
(clade) Asteridi
(clade) Euasteridi II
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Calenduleae
Classificazione Cronquist
Dominio Eukaryota
Regno Plantae
Divisione Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Asterales
Famiglia Asteraceae
Sottofamiglia Asteroideae
Tribù Calenduleae
Genere Calendula
Specie C. officinalis
Nomenclatura binomiale
Calendula officinalis
L., 1753
Nomi comuni

callandria, calta, cappuccina, garofano di Spagna

DescrizioneModifica

È una pianta erbacea pelosa annua o perenne con fusto carnoso e ramificato. Presenta foglie oblunghe, di un verde lucente, sessili e a margine irregolare. Durante tutta l'estate, una volta al mese appaiono grandi fiori color arancione, raggruppati in capolini; i periferici ligulati, quelli centrali ermafroditi e tubulosi.

Evidente l'etimologia dalle calendae romane, che indicano per antonomasia una ricorrenza mensile. Secondo alcuni autori ciò è dovuto alla rifioritura regolare della pianta,[1] secondo altri alle proprietà emmenagoghe.[2]

Distribuzione e habitatModifica

Secondo Luciano Guignolini[3] "l'origine della Calendula officinalis è oscura, non è mai stata sicuramente individuata allo stato spontaneo; si ritiene che provenga dal Marocco o sia derivata da una specie diffusa nell'Europa meridionale e che giunge sino alla Persia e all'Arabia: la Calendula arvensis".

Largamente coltivata ovunque, da tempi remoti, per la fioritura ripetuta che arriva fino a novembre e la rende ideale a scopo decorativo, se ne possono trovare però esemplari inselvatichiti in ambiente mediterraneo fra 0 e 600 m sul livello del mare.

UsiModifica

Uso ornamentaleModifica

Per decorare i giardini o in vaso sui terrazzi, coltivato industrialmente per la produzione del fiore reciso invernale.

Uso alimentareModifica

I fiori sono commestibili, essiccati e ridotti in farina, detta "Marigold".

Uso fitoterapicoModifica

  Le informazioni riportate non sono consigli medici e potrebbero non essere accurate. I contenuti hanno solo fine illustrativo e non sostituiscono il parere medico: leggi le avvertenze.

L'uso dei fiori di Calendula officinalis in ambito medicamentoso ha effetti antispasmodici e cicatrizzanti. Il decotto prodotto con circa 50 g di fiori essiccati per litro d'acqua, è consigliato contro l'ulcera gastrica e l'afta; ha inoltre effetti sudoripari e preventivo/attenuanti dei dolori mestruali. Per il ciclo mestruale ha anche un effetto attenuante del flusso e regolarizzante (vedi). Viene a volte utilizzata all'interno di prodotti antistaminici per le allergie causate dalla polvere e dagli acari. In dermocosmesi la calendula viene largamente utilizzata, consigliata di volta in volta come disinfiammante (in colliri e detergenti intimi) nutriente e protettiva per la pelle, antiacneica.
Nell'uso domestico i fiori secchi si fanno macerare in olio d'oliva (50 g per mezzo litro) per produrre un rimedio per bruciature e ustioni. Si utilizza anche come impacco decongestionante.

ColtivazioneModifica

 
Fiore essiccato con i semi in evidenza

Gradiscono posizione soleggiata, terreno ricco e soffice, poco acido[4].

La moltiplicazione avviene con il seme. Nelle regioni meridionali e in Liguria si semina d'estate trapiantando o diradando le piantine in settembre-ottobre per la fioritura in novembre, che con opportuni ripari prosegue per tutto l'inverno, dando fiori più grandi rispetto alle fioriture estive portate dalle piante ottenute nelle zone a clima rigido, con la semina primaverile.

I semi sono posti sotto la corolla del fiore aranciato e hanno una forma a falce; quando il fiore appassisce e si secca divengono facilmente visibili. La loro forma permette loro, cadendo e venendo bagnati dalla pioggia, di rimanere parzialmente interrati con una punta rivolta verso l'esterno. I semi hanno, verso il lato esterno della falce, una doppia fila di protuberanze che si allontanano quando l'acqua e il caldo permettono al germoglio di cominciare a crescere, a quel punto il seme si apre proprio in corrispondenza di questa incernieratura.

In appartamento conviene gettare i semi, che possono essere prelevati direttamente dai fiori, eventualmente acquistati in erboristeria, su un vaso riempito di terriccio, successivamente coprirli con uno strato di circa 1 cm di ulteriore terriccio e bagnare abbondantemente. Preferiscono zone soleggiate, per questo conviene, se possibile, lasciare i vasi esposti verso sud in maniera da garantire sole tutto il giorno. Le piantine appena germogliate sono facilmente riconoscibili per le due foglioline allungate, lineari e spesse come quelle dei girasoli.

AvversitàModifica

Sono stati riscontrati attacchi da parte di funghi quali Erysiphe cichoracearum, Entyloma calendulae, Alternaria calendulae e Cercospora calendulae, Sphaerotheca fuliginea che provocano danni all'apparato fogliare.
Fra gli insetti è possibile riscontrare attacchi da parte del dittero Phytomiza atricornis, la cui larva scava sulle foglie una mina lunga e serpentiforme, e dell'afide Brachycaudus helichrysi, veicolo del virus Y della patata. Altri agenti patogeni sono Bemisia tabaci, Aphis fabae e Myzus persicae, che provocano in alcuni casi l'accartocciamento delle foglie o l'arresto dell'accrescimento dei germogli.[5]

SimbologiaModifica

Nel linguaggio dei fiori la calendula rappresenta il dolore, il dispiacere e le pene d'amore[6].

NoteModifica

  1. ^ Angelo Mereu mette inoltre in relazione la rifioritura mensile con il mito di Adone, in un riepilogo della storia della calendula pubblicato in Erbe Secondo Natura, n. 24, aprile 1987, numero monografico sulla calendula.
  2. ^ F. Bianchini, F. Corbetta, M. Pistoia, Le piante della salute, Mondadori, Milano, 1975.
  3. ^ Scheda botanica in Erbe secondo natura, numero monografico sulla Calendula, citato.
  4. ^ Raffaele Curti, in Erbe Secondo Natura, numero monografico sulla Calendula, citato.
  5. ^ http://www.ilgiardinodelleerbe.it/images%20schede/Calendula..pdf[collegamento interrotto]
  6. ^ Calendula - Linguaggio dei fiori e delle painte

BibliografiaModifica

Voci correlateModifica

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Collegamenti esterniModifica

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