Carlo Guasco, principe di Phalsbourg e Lixheim
Carlo Guasco, principe di Phalsbourg e Lixheim, del Sacro Romano Impero, marchese di Solero (1603[2] – Anversa, 4 novembre 1650), è stato un nobile e generale italiano.
Carlo Guasco | |
---|---|
Principe di Lixhem e Phalsbourg | |
In carica | 1644-1650 |
Predecessore | Luigi di Guisa |
Erede | Ottavio Guasco |
Successore | Francesco Grimaldi[1] |
Marchese di Solero e Predosa | |
In carica | 1644-1650 |
Predecessore | Lodovico I Guasco |
Successore | Guarnerio III Guasco |
Altri titoli | Principe del Sacro Romano Impero, Conte di Boulay, Hombourg, Saint Analdi, Signore della Predosa, di Franckfort in Novo Castro, Campigny, Preciret, Aspromonte, Avanguardia, Pontis ad Mosam |
Nascita | 1603 |
Morte | Anversa, 4 novembre 1650 |
Dinastia | Guasco |
Padre | Lodovico I |
Madre | Violante Spinola |
Consorte | Enrichetta di Lorena |
Figli | Ottavio |
Religione | Cattolicesimo |
Carlo Guasco | |
---|---|
Nascita | 1603 |
Morte | Anversa, 4 novembre 1650 |
Religione | Cattolicesimo |
Dati militari | |
Paese servito | |
Forza armata | |
Grado | generale dell'artiglieria |
Guerre | |
Battaglie | |
Altre cariche | Governatore del Basso Monferrato |
voci di militari presenti su Wikipedia | |
Biografia
modificaCarlo Guasco, membro dell'antica famiglia alessandrina dei Guasco, appartenente al ramo dei Marchesi di Solero, nacque da Ludovico (*? †1643) capitano di cavalleria distintosi valorosamente durante l'assedio di Vercelli nel 1617, e da Violante Spinola, figlia di Fabrizio, conte di Tassarolo[3].
Come suo padre, acquisì una grande reputazione con il grado di capitano e, entrato giovane nell'esercito spagnolo, avanzò rapidamente attraverso i ranghi militari fino a diventare maestro di campo generale. Fu governatore del Basso Monferrato e dimostrò il suo valore in Lombardia, nei Paesi Bassi e in Spagna.
In particolare, si distinse nella battaglia di Nördlingen, il 6 settembre 1634, dove le truppe svedesi, guidate da Bernardo di Sassonia-Weimar e dal conte Gustav Horn, subirono una pesante sconfitta dall'esercito imperiale: in questa battaglia, nonostante le gravi ferite subite, Carlo Guasco catturò Gustav Horn mentre il duca di Weimar riuscì a fuggire.
Successivamente si distinse nelle Fiandre e in Alsazia, dove ricoprì il ruolo di generale d'artiglieria. Nel 1638 ebbe il comando delle truppe inviate per soccorrere la cittadella di Hondarribia, assediata dal potente esercito francese di Enrico II di Borbone-Condé, principe di Condé. Carlo inflisse loro una notevole sconfitta il 7 settembre. Il suo valore e la sua esperienza militare furono così famosi in quell'impresa che il re di Spagna Filippo IV volle dimostrargli la sua soddisfazione e ammirazione con un autografo del 17 settembre 1638, conservato gelosamente negli archivi del palazzo Guasco di Bisio ad Alessandria.
Tornato in Italia, si diresse nel 1640 verso Torino, che era posta d'assedio dal conte Enrico di Lorena-Harcourt con un numeroso esercito francese. Diego Messía Felípez de Guzmán, marchese di Leganés e comandante generale delle armate spagnole, prima di soccorrere la città attaccando le trincee nemiche, tenne un grande consiglio di guerra in cui il parere del Guasco prevalse sugli altri.
Fu amato da Enrichetta di Lorena, principessa di Phalsbourg e Lixheim[4], vedova di Luigi di Guisa e sorella dei Duchi di Lorena Carlo IV e Nicola II. Carlo ed Enrichetta deciso di sposarsi e nel contratto matrimoniale, conservato negli archivi del marchese di Bisio, si fecero donazioni reciproche di tutti i loro beni in caso di morte. Inoltre, la principessa, non solo concedeva al marchese Guasco e ai loro futuri figli il principato, ma esprimeva il desiderio che, in assenza di eredi maschi, il principato passasse al più anziano dei Guasco e quindi alla sua discendenza. Quest'ultima clausola non fu confermata dal diploma imperiale del 1645 e venne comunque annullata dalle terze nozze di Enrichetta con Francesco Grimaldi ma fu successivamente utilizzata dai Guasco per reclamare il titolo principesco.
Il contratto matrimoniale fu rogato a Gand il 26 settembre 1644: in esso, oltre all'obbligo per Carlo di inquartare il proprio stemma con quello della moglie, veniva donato al Guasco, già da vivo, il principato di Lixheim e Phalsbourg.[5]
I Duchi di Lorena e d'Orléans si lamentarono amaramente di tutto ciò, considerando offeso il loro interesse e il loro orgoglio. Carlo Guasco fu arrestato e portato nella cittadella di Anversa su ordine della Corte di Spagna, accusato di aver sedotto la vedova con lusinghe e averla costretta a quel passo. Carlo dimostrò la sua innocenza in modo così chiaro a Madrid e a Vienna che fu rilasciato. Nella biblioteca reale di Torino si trovano lettere autografe tra il duca di Savoia e Carlo Guasco riguardanti la sua liberazione. Inoltre, Filippo IV gli assegnò una pensione annua di 16.000 scudi da pagare dal tesoro reale. I duchi di Lorena e d'Orléans, non potendo fare altro, si riconciliarono con lui e lo raccomandarono all'imperatore Ferdinando III d'Asburgo, che con un diploma del 25 novembre 1645 lo dichiarò solennemente e legalmente "Principe del sangue Carlo Guasco, marchese di Solero"[6]. Con tale diploma, essendo il principato franco e immediato, il Guasco godeva di privilegi quasi sovrani: le regalie (compreso il diritto di zecca), i tre gradi di giustizia e la voce alla Dieta Imperiale e al Circolo imperiale del Reno Superiore. Riconosciuto principe del sangue della casa di Lorena, gli veniva anche accordata la successione nel principato di Lixheim alla sua discendenza in linea primogenita e la qualifica di principi del Sacro Romano Impero per tutti i suoi discendenti (ma non per i suoi collaterali).[5]
Matrimonio e discendenza
modificaCarlo Guasco e Enrichetta di Lorena si sposarono a Gand il 26 gennaio 1644. La coppia ebbe un solo figlio
Ascendenza
modificaGenitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Alessandro Guasco | Guarnerio I Guasco | ||||||||||||
Isabella Trotti | |||||||||||||
Guarnerio II Guasco | |||||||||||||
Francesca di Gallarate | Guido di Gallarate | ||||||||||||
Cristina Pozzo Bonelli | |||||||||||||
Lodovico I | |||||||||||||
Giovanni Antonio Doria | Bartolomeo Doria | ||||||||||||
Pelotta Doria | |||||||||||||
Maddalena Doria | |||||||||||||
Pellegra Spinola | ? | ||||||||||||
? | |||||||||||||
Carlo Guasco | |||||||||||||
? | ? | ||||||||||||
? | |||||||||||||
Fabrizio Spinola | |||||||||||||
? | ? | ||||||||||||
? | |||||||||||||
Violante Spinola | |||||||||||||
Ottavio Pallavicino | ? | ||||||||||||
? | |||||||||||||
Virginia Pallavicino | |||||||||||||
? | ? | ||||||||||||
? | |||||||||||||
Onorificenze
modificaNote
modifica- ^ Dal 1660, anno della morte di Enrichetta di Lorena, fu solo principe di Lixhem. Le terre di Phalsbourg tornarono al dominio ducale per decisione della camera dei conti di Lorena del 1661. Francesco Grimaldi conservò anche il possesso del castello di Sampigny fino alla sua morte che avvenne nel 1693. Fu poi sepolto nella chiesa di Sampigny. Infine, dopo la morte senza eredi di Alessandro Grimaldi, nipote ed erede di Francesco, il principato fu reintegrato nel ducato di Lorena nel 1702.
- ^ Vittorio Spreti, p. 183.
- ^ Francesco Guasco di Bisio, tav. XV.
- ^ Enrichetta ricevette il titolo di principessa di Phalsbourg e Lixheim nel 1629, quando suo fratello, Carlo IV di Lorena, divenne duca di Lorena. Il principato era costituito dalle signorie di Phalsbourg-Einartzhausen, Lixheim e Montbronn, nonché dalle castellanze di Hérange, Lutzelbourg e Vilsberg.
- ^ a b c Alberto Casella, Cadetti della Real Casa, feudatari del Papa e dell’Imperatore, principi - vescovi. Il titolo di principe in Piemonte (seconda parte), in Rivista del Collegio Araldico, anno CXIX, n. 2 (dicembre 2022), pp. 93-94.
- ^ Questo diploma in pergamena fu conservato negli archivi del castello di Malabaila di Envie, ereditato dal marchese di Castelletto, Carlo Guasco, alla figlia marchesa di Romagnano e successivamente alla figlia contessa Malabaila di Canale, così come negli archivi del marchese di Bisio nel palazzo Guasco di Alessandria.
Bibliografia
modifica- Carlo A-Valle, Storia di Alessandria dall'origine ai nostri giorni, vol. 4, Torino, Tipografia fratelli Falletti, 1855. URL consultato il 19 maggio 2023.
- Cesare di Saluzzo (a cura di), Ricordi militari degli Stati Sardi, 2ª ed., Torino, Tipografia scolastica di Sebastiano Franco e figli, 1859. URL consultato il 4 giugno 2023.
- Francesco Guasco di Bisio, Famiglia Guasco di Alessandria, in Tavole genealogiche di famiglie nobili alessandrine e monferrine dal secolo IX al XX, vol. 1, Casale, Tipografia Cooperativa Bellatore, Bosco & C., 1924.
- Vittorio Spreti, Enciclopedia storico-nobiliare italiana, vol. 2, appendice, Milano, Editrice Stirpe, 1935. URL consultato il 1º giugno 2023.
- (ES) Emilio Guasco Gallarati di Bisio e Vittorio Prunas Tola, Instituto Internacional de Genealogia y Heraldica, Un Patrizio piemontese, Carlo Guasco, e un Patrizio sardo, Angelo Passino, al servizio di Spagna, III Congreso Internacional de Genealogía y Heráldica. Comunicaciones y conclusiones, Madrid, Instituto Internacional de Genealogia y Heraldica, 6-11 ottobre 1955. URL consultato il 4 giugno 2023.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Carlo Guasco