Il censo, o censuo, (anche in lingua spagnola e portoghese censo, in catalano e francese cens, dal latino census) era un tipo di contratto diffuso soprattutto nella Penisola iberica e in Francia nel Medioevo e nell'età moderna. Oggi è per lo più in disuso.

Con un contratto di censo una persona ("censitario") contraeva l'obbligazione di pagare ad un'altra ("censalista", in catalano censaler, in francese censier) una certa quantità annuale di denaro ("rendita", nella terminologia antica anche "pensione"), come controprestazione per la trasmissione di un capitale (mobiliario o immobiliario) corrispondente, e gravando una sua proprietà della responsabilità del denaro e del capitale come garanzia del pagamento. Normalmente le legislazioni esigevano (ed esigono tuttora in quei contesti in cui questo contratto è ancora diffuso) una scrittura pubblica per la sua costituzione. Il censo è quindi paragonabile all'attuale mutuo ipotecario, tranne per il fatto che il debitore conservava pieni diritti sull'immobile gravato. La rendita censuale era inalienabile ed era tassata come reddito da bene immobile; l'imposizione era proporzionale, secondo una certa aliquota, alla rendita stessa e al valore originario del bene.

I contratti di censo si diffusero anche in Italia meridionale durante il dominio aragonese prime e spagnolo poi. Dal sistema feudale dell'Europa occidentale il censo venne introdotto anche nelle colonie latinoamericane ed è contemplato dalla codificazione civile di diversi Paesi ispanoamericani.

La parola "censo" era riferita sia al contratto, sia al diritto reale che ne sorgeva, sia alla rendita che veniva pagata in denaro liquido o in natura.

La parola francese censive (in italiano "censiva") era utilizzata in riferimento sia alla proprietà fondiaria ("possedere/acquistare una censive"), sia alla rendita ("pagare la censive", quindi come sinonimo di cens), sia al tipo di possesso dei terreni ("un fondo tenuto in censive", quindi non in feudo né in allodio).

«Nell'ambito del campo semantico del termine census si sovrappongono senza mai combaciare perfettamente i termini francesi bail à cens, censive, bail à rente, rente de bail d’héritage, rente fonciére, rente constitutée, i tedeschi Rente, Zins, Erbzins, Erbpacht, Erbleihe, l'inglese polivalente annuity, gli spagnoli censal e violario con i corrispondenti catalani, gli italiani censo consegnativo, riservativo, dominicale, apostolico, rendita fondiaria, perpetua, vitalizia, e altri ancora se ne potrebbero aggiungere per ogni lingua e vernacolo regionale. Da questo punto di vista bisogna in via cautelativa tener presente che la differenziazione linguistica è anche il più delle volte una differenziazione di pratiche e consuetudini locali, per cui la traduzione di un termine con un altro non sempre, anzi raramente, si rende possibile, poiché discipline economiche somiglianti contengono spesso variazioni anche notevoli; si tratta di problemi che gli studiosi finora, anche per ostacoli oggettivi, non sono stati in grado di affrontare in maniera adeguata e per i quali ci si augura che la facilitazione anche telematica degli scambi possa consentire di raggiungere dei risultati entro tempi non lunghi, previo comunque un lavoro di ricognizione delle fonti piuttosto meticoloso.[1]»

Francia

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Il cens era la rendita annua, fondiaria e perpetua, dovuta da colui che aveva il dominio utile di un fondo, chiamato censive, a colui che ne possedeva il dominio eminente.[2].

La censive era dunque il fondo che il signore feudale concedeva contro il pagamento di una tassa perpetua, il cens; in questo modo il signore vendeva il dominio utile al "censitario". Queste proprietà potevano passare agli eredi del "censitario", che a loro volta, congiuntamente e solidalmente, avrebbero dovuto continuare a pagare il cens. Il "censitario" era responsabile di questa terra e proprietario dei suoi prodotti. Il "censitario" era generalmente un plebeo (roturier), ma poteva anche essere un nobile o un ecclesiastico. La censive poteva consistere in un terreno, un appezzamento con costruzioni in una città, un mulino o un traghetto su un fiume, una strada a pedaggio, dei capi di bestiame con diritto al pascolo, ma anche una proprietà importante come un priorato. Colui che riscuoteva il cens era sempre considerato come un nobile.

Ottenendo il censo, il "censitario" riconosceva simbolicamente di essere soggetto al proprietario del fondo; ricevendo la rendita, il "signore eminente" ("censalista") confermava il suo obbligo di assicurare al "censitario" agricoltore un possesso giusto e pacifico.[3]

Si distingueva tra il "censo servile", che non poteva essere venduto o ereditato, e il "censo libero", che poteva essere venduto: si suppone che il primo tipo abbia avuto origine da una proprietà allodiale che veniva sottoposta alla protezione di un "signorotto" feudale, mentre il secondo potrebbe essere stato una terra concessa da un "signore" a un uomo senza averi.

Le censive potevano essere affittate, sia dal signore "censalista", che le convertiva così in rendite annuali, sia dai "censitari", seguendo le usanze del luogo o città. Esse erano puramente fondiarie: anche nelle città, la concessione si riferiva solo al terreno nudo e gli edifici e i miglioramenti erano realizzati dai "censitari" agricoltori ("fattori").

L'ammontare della rendita era immutabile e non poteva essere negoziato tra chi godeva del "dominio utile" e il "proprietario eminente": generalmente pagato in natura, si supponeva fosse stato fissato da tempo immemorabile tra i predecessori del "censitario" e il primo "signore" del fondo. Anche quando essa veniva espressa in una somma di denaro stabilita, il "censitario" popolano (roturier) aveva sempre la possibilità di pagare in natura.

Per alcuni aspetti, il censo francese d'Ancien régime è più paragonabile ad una tassa locale piuttosto che ad un affitto: corrispondeva in maniera specifica, infatti, all'amministrazione della giustizia e della sicurezza che un signore feudale (o una città sovrana) garantiva ai suoi abitanti. Il censo costituiva così la rendita nobiliare per eccellenza. Altre imposte, quali corvée, taglia o decime, finanziavano gli altri "servizi pubblici", come la manutenzione dei sentieri e strade della signoria, o la chiesa nella parrocchia.

Regni della Penisola Iberica e America latina

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Il contratto di censo si diffuse soprattutto nelle regioni e nei periodi dove il capitale per finanziare investimenti era scarso, come in America latina, territorio che ha avuto durante il periodo coloniale un elevato prelievo di risorse e penuria di denaro contante.

Anche se ci sono stati diversi tipi di "censo", consignativo, reservativo o vitalizio, le più utilizzate erano soprattutto del tipo rimborsabile "consignativo", che era l'acquisizione di un capitale sotto la garanzia di un immobile o di un edificio, soggetto al gravame di una rendita annua. Il "censuatario" (colui che ha richiesto il prestito) conservava il pieno diritto sulla proprietà e lo poteva vendere, alienare, se l'acquirente accettava il "censo" e gli obblighi che derivano dallo stesso e il "censualista" (che ha concesso il censo) dava l'autorizzazione. La proprietà soggetta al "censo" non poteva essere divisa.

La percentuale pagata sulla terra sottoposta al "censo" era bassa. Nel XVI secolo era poco più di 7%. Nel XVII secolo è stata ridotta al 5%. All'inizio del XVIII secolo fu solo 3% in ottemperanza con quando stabilito dalle pragmáticas reales[4] spagnole.

Generalmente i "censo" imposti si mantenevano per un lungo periodo. In effetti, non c'era interesse nel riscattare il censo, poiché rimanendo libero il capitale, si doveva cercare un nuovo investimento, il che poteva non presentare alcun beneficio e avrebbe potuto significare perdite, perché non c'era alcuna possibilità di aumentare i profitti con investimenti che davano redditività senza perdere in sicurezza. D'altra parte, l'economia contadina era spesso in difficoltà e non poteva fare la liquidazione del censo.

Anche se il denaro conferito nel "censo" era generalmente molto inferiore al costo effettivo della proprietà, se il "censualista" smetteva di percepire la rendita, esso poteva richiedere al "censuatario" il principal (l'intero ammontare) o prima dell'insolvenza di questo, il bene soggetto a gravame tornava ad appartenere al "censualista". È stato in questo modo che molte proprietà urbane e rurali sono passate in mani ecclesiastiche, perché la Chiesa cattolica e le sue organizzazioni (Comunità religiose, parrocchie, Diocesi) ricorrevano spesso ai "censo redimibili" come forma di investimento del capitale.

La regolamentazione dei "censo" seguiva le linee guida e le raccomandazioni del Diritto canonico e, dati i bassi tassi d'interesse, non sono stati mai considerati come usura, pratica proibita dal cattolicesimo.

L'altra forma di "censo" utilizzata, anche se in misura minore, era il cosiddetto "Censo reservativo" che poteva essere perpetuo o rimborsabile. Non era in realtà qualcosa di diverso da una forma di vendita garantita sotto condizione e pendenza del pagamento della somma che aveva dato il valore alla proprietà venduta. Così, il contraente venditore trasferisce ad un altro la proprietà fruttifera con pieno godimento della stessa, riservandosi solo il diritto a percepire interessi certi annui o una pensione annua, mentre l'acquirente finisce per pagare il pieno valore della proprietà tassata.


Rendita feudale

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Il "censo" è principalmente una rendita feudale in declino e disuso in età moderna, pagato in contanti o in natura, che divenne un elemento tipico di alcune regioni della Spagna.

Tuttavia, ha ancora la forza di mantenere la sua efficacia in alcuni casi, come ad esempio il diritto reale[5] di censo, conosciuto anche come il censo enfiteutico o marchesato, in Catalogna, dove si stima che ci siano ancora tra i 1.500 e 2.000 censalistas aventi diritto. Nella provincia di Barcellona, nel 2007 sono stati pagati per censos redimidos più di 27 milioni di Euro, e per renta o pensión legati a questo 2 milioni di Euro.[6]

Il diritto reale grava un Bene immobile per garantire il pagamento dei canoni o interessi che deve effettuare colui che ne ha il godimento in ragione di aver riconosciuto a un'altra persona un capitale in perpetuo o per un tempo indefinito contro la corresponsione di rendite e che dà diritto al censualista (titolare del diritto derivante dal "censo") di rivalersi sulla Masseria censita quando il censuario (censitario) non paga i canoni rivendicati.

Vendita o trasferimento

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Più importante è il "censo" come una forma di vendita o trasferimento del dominio utile di una proprietà e, come tale, una forma di sfruttamento della stessa. Questo tipo di censo chiamato reservativo, censo enfitéutico o perpetuo, secondo le zone, con la sua rendita normalmente poco elevata, è pagato in contanti o in natura.

Credito

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Infine, il "censo" è una forma di credito, col quale si presta una somma in denaro (principal) a un certo interesse (7%, 5% o 3%, secondo i secoli), garantito da una ipoteca su una o più proprietà di beni mobili o immobili. Questa formula è chiamata censo consignativo o al quitar (rimuovere, togliere), perché il debito viene ripagato quando viene "rimosso" l'importo del prestito originario (principal).

Forma di pagamento differito

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D'altra parte, il "censo" è stato utilizzato anche come una forma di pagamento differito della dote delle monache, mentre gli ordini monastici maschili ricevevano numerose offerte dalle messe e da altre opere pie, attraverso i loro redditi "da censo" che cedevano ai fondatori degli ordini.

  1. ^ Luigi Alonzi, La lunga durata del census reservativus: forme di credito e contratti agrari tra medioevo ed età moderna (PDF), in Nuova Rivista Storica, XCII, n. 2, 2008, pp. 345-346. URL consultato il 31 luglio 2024.
  2. ^ Il "dominio eminente", chiamato anche "possesso eminente", era un diritto di proprietà inteso come "diritto signoriale". Con la parola "diritti signoriali" ci si riferisce ai vantaggi e alle responsabilità attribuite al signore francese per la detenzione di una seigneurie banale, che gli conferiva un diritto simbolico, fiscale e giudiziario sulle terre oggetto del suo dominio. Il dominio eminente si contrappone quindi al "dominio utile" (domaine utile), che è l'insieme dei diritti di colui che sfruttava, coltivava il fondo e ne raccoglieva i frutti pur senza esserne proprietario. La signoria fondiaria aveva quindi un ruolo sociale gerarchico, di rappresentanza del re e dell'ordine pubblico, ma anche un ruolo economico per il sostentamento e l'arricchimento del signore feudale.
  3. ^ La distinzione tra "censitario" e "censalista" non è sempre netta nei contratti medievali francesi. Censier può significare infatti sia chi riceve sia chi paga il censo; quindi sia il signore (proprietario di un fondo, spesso un'azienda agricola) sia l'agricoltore (il fattore) possono essere denominati censier. In alcuni dialetti della lingua d'oïl censier è ancora oggi sinonimo di fermier, un sostantivo che rimanda al "contratto di affermage", un tipo di contratto con cui il proprietario o "locatore" di un bene ne conferisce lo sfruttamento a un "locatario", che ricava la propria remunerazione dai prodotti della fattoria (la ferme), e versa al proprietario un fermage, un importo fisso concordato prima e indipendente dai risultati dello sfruttamento stesso. Questo accade in piccardo (cinsier) o in vallone (cinsî).
  4. ^ Pragmática, premática o real pragmática, erano leggi specifiche dell'ordinamento giuridico dell'Antico Regime in Spagna.
  5. ^ Il termine proviene dal Diritto romano ius in re o diritto sulla cosa o sul bene (vedi Diritto agrario). È un termine che si utilizza in contrapposizione ai diritti personali o di credito.
  6. ^ Cataluña aún paga a sus señores feudales. Para muchos compradores resulta una sorpresa: adquieren una propiedad y se encuentran con que deben abonar un 'peaje' a un noble. Es el derecho real de censo, figura de origen medieval que resiste el paso del tiempo (La Catalogna ancora paga ai suoi signori feudali. Per molti acquirenti è una sorpresa: essi acquisiscono una proprietà e scoprono che devono pagare una pigione a un nobile. È il vero e proprio diritto reale di censo, una istituzione di origine medievale che resiste al passare del tempo.), El País, 07/02/2010.

Bibliografia

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  • Dictionnaire de droit et de pratique, M.***, 1769
  • Robert Fossier, Polyptyques et censiers, Turnhout 1978 (typologie des sources du moyen âge occidental 28).
  • Bluche, François. L'Ancien régime: Institutions et société. Collection: Livre de poche. Paris: Editions de Fallois, 1993. ISBN 2-253-06423-8
  • Salmon, J.H.M. Society in Crisis: France in the Sixteenth Century. Methuen: London, 1975. ISBN 0-416-73050-7
  • Bernard Barbiche, Les Institutions de la monarchie française à l'époque moderne, Paris: PUF, collection "Premier Cycle", 1999.
  • Daniel Dessert, Argent, pouvoir et société au grand siècle, Paris: Fayard, 1984.
  • Arlette Jouanna, Philippe Hamon, Dominique Biloghi, Guy Le Thiec, "Finances", La France de la Renaissance: Histoire et Dictionnaire, Paris: Laffont, 2001.
  • Parte del presente testo proviene dall'undicesima edizione della Encyclopædia Britannica, oggi di pubblico dominio.
  • Robert-Henri Beautier, « Feux, population et structure sociale au milieu du XV siècle: l'exemple de Carpentras », Revue des Annales-Annales. Économies, sociétés, civilisations, nº 14 (1959), p. 255–268;
  • Jean Favier, Finance et fiscalité au bas Moyen Âge, SEDES, coll. « Regards sur l'histoire », Paris, 1971 ISBN 2-7181-3699-5;
  • Jean Glénisson et Élisabeth Carpentier: « Bilans et méthodes : la démographie française au XVI siècle », Revue des Annales-Annales. Économies, sociétés, civilisations nº 17 (1962), p. 109;
  • Albert Rigaudière:
    • Gouverner la ville au Moyen Âge, Anthropos, coll. « Historiques » ISBN 2-7178-2406-5,
    • q.v. Dictionnaire du Moyen Âge, s. dir. Michel Zink, Alain de Libera et Claude Gauvard, PUF, coll. « Quadrige », 2004 ISBN 2-13-054339-1.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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