Cephalophula zebra

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Il cefalofo zebra (Cephalophula zebra Gray, 1838) è un piccolo cefalofo originario delle foreste dell'Africa occidentale. A causa delle forti differenze rispetto alle altre specie di cefalofo, è stato recentemente inserito in un proprio genere monotipico, Cephalophula.[3]

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Cefalofo zebra[1]
Stato di conservazione
Vulnerabile[2]
Classificazione scientifica
DominioEukaryota
RegnoAnimalia
PhylumChordata
ClasseMammalia
OrdineArtiodactyla
FamigliaBovidae
SottofamigliaAntilopinae
TribùCephalophini
GenereCephalophula
Knottnerus-Meyer, 1907
SpecieC. zebra
Nomenclatura binomiale
Cephalophula zebra
(Gray, 1838)
Sinonimi

Cephalophus zebra

Descrizione

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Chiamato così per le 12-15 bande nere che, come quelle della zebra, scendono giù lungo il dorso, il cefalofo zebra è una piccola antilope dal corpo breve e tozzo; misura 85–90 cm di lunghezza e pesa 9–20 kg. Il colore del mantello varia dal giallo oro chiaro al marrone-rossastro, con le regioni inferiori color crema chiaro. Un'altra sua caratteristica distintiva è la mancanza di un ciuffo sulla fronte, presente in quasi tutte le altre specie di cefalofo[4][5]. Sia i maschi che le femmine possiedono brevi corna affusolate impiegate per difendere il territorio[6]; sebbene le femmine siano generalmente più grandi dei maschi, questi ultimi possiedono corna più lunghe[5]. I piccoli presentano una colorazione più bluastra degli adulti e strisce più ravvicinate tra loro[7]. Il nome afrikaans duiker, con cui vengono indicati i cefalofi, significa «tuffatore» o «antilope tuffatrice», e si riferisce ai balzi che questi animali compiono nel sottobosco quando vengono disturbati[5].

Distribuzione e habitat

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Il cefalofo zebra è particolarmente comune nella Liberia centro-orientale, sebbene viva anche in tutta la Sierra Leone e la Costa d'Avorio[4].

Sembra che questo animale dipenda strettamente dalle foreste primarie di pianura che crescono lungo le valli dei fiumi, ma si incontra anche nelle foreste secondarie e in regioni montuose[2][8].

Biologia

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Il cefalofo zebra vive sia da solo che in coppie riproduttive. I membri delle coppie si strofinano spesso le ghiandole odorifere a vicenda, apparentemente per rinforzare il legame di coppia e per comunicare la disponibilità sessuale[4]. Ogni anno viene partorito un unico piccolo, dopo un periodo di gestazione di 221-229 giorni[9]. I piccoli sviluppano la colorazione e le dimensioni degli adulti dopo circa sette-nove mesi, e i maschi raggiungono la maturità sessuale verso i due anni[7].

La dieta di questo cefalofo diurno consiste prevalentemente di frutti e di una vasta gamma di foglie, gemme, germogli ed erbe[7][10]. Dal momento che spesso non è in grado di raggiungere i frutti di cui si nutre direttamente dagli alberi, il piccolo cefalofo zebra approfitta di quelli che altri animali che si cibano sugli alberi lasciano cadere sul suolo della foresta[7].

Conservazione

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Sebbene altre specie di cefalofo siano divenute vulnerabili in seguito alla caccia intensiva, non sembra che questo fattore costituisca una significativa minaccia per la sopravvivenza del cefalofo zebra[11], probabilmente per il fatto che questa specie elusiva viene avvistata solo raramente dall'uomo. La principale minaccia per la sua esistenza, così come per quella di molte altre specie africane, è la perdita dell'habitat dovuta alla deforestazione. Nel 1999 la popolazione del cefalofo zebra venne stimata sui 28.000 esemplari, ma da allora è andata progressivamente declinando[2].

  1. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Cephalophula zebra, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.
  2. ^ a b c (EN) IUCN SSC Antelope Specialist Group. 2016, Cephalophus zebra, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  3. ^ E. V. Bärmann, V. G. Fonseca, K. Langen e P. Kaleme, New insights into the taxonomy of duiker antelopes (Artiodactyla: Bovidae) from the eastern Democratic Republic of the Congo, with the formal description of a new genus, in Mammalian Biology, 2022, pp. 1-17.
  4. ^ a b c Kingdon, J. (1997) The Kingdon Field Guide to African Mammals. Academic Press, London.
  5. ^ a b c Wilson, V.J. (2001) Duikers of Africa. Chipangali Wildlife Trust, Zimbabwe.
  6. ^ Ralls, K. (1976) Mammals in which females are larger than males. The Quarterly Review of Biology, 51(2): 245-276.
  7. ^ a b c d Barnes, R., Greene, K., Holland, J. and Lamm, M. (2002) Management and husbandry of duikers at the Los Angeles Zoo. Zoo Biology, 21(2), 107-121.
  8. ^ Newing, H. (2001) Bushmeat hunting and management: implications on duiker ecology and interspecific competition. Biodiversity and Conservation, 10(1): 99-108.
  9. ^ Schweers, V. (1984) On the reproductive biology of the banded duiker Cephalophus zebra in comparison with other species of Cephalophus. International Journal of Mammalian Biology, 49: 21.
  10. ^ Chew, E.A. and Gagnon, M. (2000) Dietary preferences in extant African bovidae. Journal of Mammalogy, 81(2): 490-511.
  11. ^ Noss, A.J. (1998) The impacts of cable snare hunting on wildlife populations in the forests of the Central African Republic. Conservation Biology, 12(2): 390-398.

Bibliografia

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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