Chiara Lalli

filosofa italiana (1973-)

Chiara Lalli (Roma, 19 gennaio 1973[1]) è una saggista e filosofa italiana.

È autrice di diversi saggi di bioetica dedicati ai temi della riproduzione medicalmente assistita, dell'aborto e dell'eutanasia. Scrive per Internazionale, Wired, Il Corriere della Sera, Il Foglio[2], Il Dubbio[3].

Ha una rubrica su 7-Sette, il magazine del Corriere della Sera, con Anna Meldolesi, che si chiama Due Punti[4].

Biografia modifica

Dopo essersi laureata in filosofia all'Università degli Studi di Roma "La Sapienza" ed aver conseguito nel 2005 il dottorato di ricerca in "formazione degli insegnanti" presso l'Università di Chieti, tra il 2006 ed il 2010 è stata docente a contratto di logica e filosofia della scienza alla facoltà di medicina e chirurgia de La Sapienza e tra il 2007 e il 2010 docente a contratto di epistemologia delle scienze umane nella facoltà di lettere e filosofia dell'Università di Cassino.[5][6] Ha poi insegnato[7] Storia della medicina e Deontologia medica alla Sapienza di Roma e in altre università. Fa parte del Gruppo di studio di bioetica e cure palliative della Società italiana di neurologia.

Durante la sua carriera ha espresso posizioni severe nei confronti della Legge n. 40 del 19 febbraio 2004 recante "Norme in materia di procreazione medicalmente assistita", sostenendo che i divieti imposti dal Parlamento italiano fossero particolarmente limitativi del diritto delle persone all'autodeterminazione.[8] Sul tema ha pubblicato il saggio Libertà procreativa, edito nel 2004.

Si è dedicata al tema dell'omogenitorialità nel saggio Buoni genitori. Storie di mamme e di papà gay, pubblicato nel 2009, con la prefazione di Vittorio Lingiardi e la postfazione di Ivan Scalfarotto. Nel libro condanna lo stigma sociale verso le persone omosessuali che assumono un ruolo genitoriale e, analizzando numerose ricerche scientifiche, si propone di confutare le tesi di chi sostiene che una coppia omosessuale non possa garantire ai bambini in affido o adottati, o anche figli di uno dei due membri della coppia, la salubrità e il diritto a entrambe le figure genitoriali.

Nel 2011 ha affrontato il tema del diritto all'obiezione di coscienza nel saggio C'è chi dice no. Dalla leva all'aborto; come cambia l'obiezione di coscienza.[9] Per Fandango nel 2013 ha pubblicato A. La verità, vi prego, sull'aborto, dichiarando poi, nel 2018, di aver fatto ricorso all'interruzione volontaria di gravidanza.[10] Assieme all'epistemologo Gilberto Corbellini, nel 2015 ha pubblicato la voce l'Etica del fine vita, dell'Enciclopedia Italiana edita da Treccani.[11]

Ha pubblicato All You Can Eat. Atlante alimentare illustrato (con disegni di Francesca Biasetton) nel 2015. Il libro crea una tassonomia dei comportamenti alimentari, dal vegetariano all'astemio, dal dipendente dalla cioccolata all'allergico, e analizza – spesso demolendoli – i miti e le errate convinzioni contemporanei sul mangiare sano.[12]

Nel 2020, con Cecilia Sala, ha realizzato Polvere,[13] una serie audio di otto puntate sull'omicidio di Marta Russo, la studentessa universitaria uccisa la mattina del 9 maggio 1997 presso l'Università La Sapienza di Roma, con interviste ai protagonisti dell'epoca.[14] Il podcast ha avuto successo ed è stato distribuito dall'Huffington Post.[13] Nelle prime settimane è stato scaricato e ascoltato duecentomila volte.[14] Dal podcast le autrici hanno successivamente tratto un libro, pubblicato da Arnoldo Mondadori Editore.

Nel 2022 ha scritto e prodotto, in collaborazione con l'Associazione Luca Coscioni per la libertà di ricerca scientifica, Sei stato felice? Mina e Piero Welby, una lunga storia d’amore[15], una serie audio di cinque puntate sulla storia politica ed intima di Piergiorgio Welby. Immobilizzato da una malattia incurabile e imprigionato in un corpo che non funziona più, Piero vuole essere libero: di parlare, di votare, di decidere, di non soffrire e di morire – anche se, come scrive[16], «morire mi fa orrore, purtroppo ciò che mi è rimasto non è più vita». Vuole anche che quella libertà sia di tutti ed è per questo che la sua richiesta è pubblica e politica e non viene esercitata di nascosto. La libertà ha un prezzo molto caro. Passano 88 giorni tra la sua lettera pubblica e la possibilità di morire come vuole. Ma c'è anche un'altra libertà che ti spezza il cuore: quella della donna che lo ama e che lo lascia andare.

Fa parte dell'Intergruppo parlamentare dedicato ai Diritti Fondamentali della Persona[17] promosso e costituito dalla vicepresidente del Senato Maria Domenica Castellone[18].

Opere modifica

Note modifica

  1. ^ Iscrizione all'Ordine dei Giornalisti, su odg.it. URL consultato il 22 dicembre 2021 (archiviato dall'url originale il 10 maggio 2019).
  2. ^ [1]
  3. ^ [2]
  4. ^ [3]
  5. ^ Bimbi di coppie gay a lezione 200 educatori - la Repubblica.it, su Archivio - la Repubblica.it. URL consultato il 19 gennaio 2021.
  6. ^ Curriculum Vitae (PDF), su uniroma1.it. URL consultato il 19 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 27 gennaio 2021).
  7. ^ [4]
  8. ^ Chiara Lalli, La fecondazione assistita ha ancora troppi limiti in Italia, su Internazionale, 10 marzo 2015. URL consultato il 19 gennaio 2021.
  9. ^ L'obiezione di coscienza non può essere legale, su Il Post, 27 ottobre 2011. URL consultato il 19 gennaio 2021.
  10. ^ Ho abortito e sto bene. Perché all'aborto si associano sempre sofferenza e colpa?, su Wired, 22 maggio 2018. URL consultato il 19 gennaio 2021.
  11. ^ Etica di fine vita in "Enciclopedia Italiana", su treccani.it, Istituto Treccani, 2015. URL consultato il 19 gennaio 2021.
  12. ^ Marisa Fumagalli, Vegani, crudisti, sommelier: le tribù del cibo, Corriere della Sera, 30 maggio 2015, p. 43 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2016).
  13. ^ a b Polvere. Il caso Marta Russo, su L'HuffPost, 24 ottobre 2020. URL consultato il 19 gennaio 2021.
  14. ^ a b Il podcast che riapre il caso Marta Russo, su la Repubblica, 26 ottobre 2020. URL consultato il 19 gennaio 2021.
  15. ^ [5]
  16. ^ [6]
  17. ^ [7]
  18. ^ [8]

Voci correlate modifica

Altri progetti modifica

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN66182632 · ISNI (EN0000 0000 6595 4551 · SBN LO1V265331 · LCCN (ENno2004055878 · GND (DE1304288277 · BNE (ESXX4718920 (data) · WorldCat Identities (ENlccn-no2004055878