Chiesa della Santissima Trinità (Segonzano)
La chiesa della Santissima Trinità è la parrocchiale di Stedro, frazione del comune sparso di Segonzano in Trentino. Rientra nella zona pastorale di Mezzolombardo dell'arcidiocesi di Trento e risale forse al XII secolo o a un periodo precedente[1].
Chiesa della Santissima Trinità | |
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Stato | Italia |
Regione | Trentino-Alto Adige |
Località | Stedro (Segonzano) |
Coordinate | 46°11′07.58″N 11°15′31.87″E |
Religione | cattolica |
Titolare | Trinità |
Arcidiocesi | Trento |
Consacrazione | 1º settembre 1499 (secondo edificio) 1º luglio 1749 (terzo e attuale edificio)[1] |
Inizio costruzione | Ignoto (primo edificio) 1468 (secondo edificio) dopo il 1710 (terzo edificio) |
Completamento | Ignoto (primo edificio) 1499 (secondo edificio) 1738 (terzo edificio, costruzione) 1888 (terzo edificio, costruzione presbiterio) |
Storia
modificaLa prima attestazione dell'esistenza della chiesa risale al 1348, ma grazie a scavi archeologici effettuati nel 1977 sono state ritrovate tracce di una precedente struttura, databile forse al XII secolo o addirittura al X[1] (o anche di due strutture distinte, l'una successiva all'altra[2]). La cappella originale, in stile romanico, era dedicata al Santo Salvatore o al Santo Spirito: essa venne completamente demolita fra il 1468 e il 1469, e riedificata in stile gotico[1][3].
La nuova costruzione, consacrata il 1º settembre del 1499, venne dedicata alla santissima Trinità ed eretta a curazia[1]; di questo edificio si sa che aveva una sagrestia, un ossario e un ballatoio in controfacciata su cui era stato posto un organo, oltre che delle decorazioni che vennero rimosse dopo il 1632 perché giudicate "non conformi"[1].
Anche questa seconda chiesa, di cui ora sopravvivono solo la facciata e la fiancata destra, venne in gran parte ricostruita dopo il 1710, quando, durante una visita pastorale, venne osservato che era troppo piccola[1][2]. I lavori di ricostruzione dell'edificio principale terminarono nel 1738, ma lavori collaterali andarono avanti per diversi anni ancora, con l'aggiunta della sagrestia, l'erezione del campanile nel 1744 e la posatura della pavimentazione dopo il 1749, anno in cui avvenne la consacrazione, e infine con l'ampliamento del presbiterio nel 1888[1][2].
La chiesa venne danneggiata dal terremoto del Friuli del 1976, e fu sottoposta a lavori di restauro e scavi archeologici l'anno seguente[1].
Descrizione
modificaLa chiesa è situata su un terrazzamento naturale che si staglia a picco sulla Val di Cembra[1].
Esterno
modificaLa facciata, chiusa tra due contrafforti angolari, è piuttosto spoglia, bucata solo dal portone e da due piccole finestre rettangolari in basso, e da un foro a forme di croce in alto[1]. Ciascuna delle due facciate, intervallata da due lesene ciascuna, è bucata da tre alte finestre a lunetta e da un ingresso laterale; nella prima campata della facciata destra c'è inoltre una monofora archiacuta murata, risalente alla chiesa gotica medievale[1]. Altre tre monofore, con vetrate colorate, decorano il presbiterio, due a sinistra e una a destra.
Contro la facciata sinistra sono addossati la sacrestia e il campanile, con cella a monofore e sormontato da un tamburo ottagonale, anch'esso con monofore (quattro aperte e quattro cieche, alternate)[1].
Il cortile intorno alla chiesa è servito da cimitero fino al 1849, quando è stato spostato a poca distanza[1][2].
Interno
modificaLa chiesa è a navata unica, suddivisa in tre campate la terza delle quali, rialzata, forma una cupola ottagonale, che originariamente fungeva da presbiterio; il nuovo e attuale presbiterio, che si apre dopo l'arco santo alla fine della cupola, è stato aggiunto alla struttura nel 1888[1][2]. Sopra l'ingresso è costruita una balconata in legno che ospita l'organo.
Gli affreschi della cupola e della volta, raffiguranti rispettivamente la Trinità e svariati santi, sono stati realizzati nel 1922 dal frate francescano Nazario Barcatta[3] (1872-1933). Nel presbiterio è inoltre appesa una tela di Giovanni Battista Rovedata, raffigurante la Madonna del Rosario con i santi Domenico e Caterina da Siena e le anime del Purgatorio[3].
Altari
modificaL'interno è dominato da un grande altare maggiore in stile barocco; il tabernacolo dorato risale al 1520, e raffigura Cristo che esce dal sepolcro affiancato da vescovi e angeli; le porte del coro che contornano l'altare sono invece della prima metà del 1700[3]. Al centro della pala si trova uno scrigno tardogotico di metà 1400, raffigurante Dio padre che tiene in mano il crocifisso, san Valentino e sant'Agostino; lo scrigno è inserito in un complesso barocco del 1663, composto da varie colonne, figure e decorazioni e sormontato dall'arcangelo Michele che tiene la bilancia[3].
In chiesa vi sono anche due altari laterali, dedicati alla Madonna del Rosario e a san Bartolomeo, patrono di Segonzano[3].
Note
modificaBibliografia
modifica- Elio Antonelli, La Chiesa della SS. Trinità di Segonzano, Trento, Grafiche Artigianelli, 1991.
- Elio Antonelli, Segni del Sacro a Segonzano, Trento, Grafiche Futura, 2016.
Voci correlate
modificaAltri progetti
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