Chiesa di San Francesco ad Alto

ex chiesa di Ancona

L'ex chiesa di San Francesco ad Alto è situata ad Ancona.

ex chiesa di San Francesco ad Alto
ex chiesa di San Francesco ad Alto, ora sede del Distretto militare
StatoBandiera dell'Italia Italia
RegioneMarche
LocalitàAncona
Coordinate43°36′57.02″N 13°30′39.17″E / 43.61584°N 13.51088°E43.61584; 13.51088
Religionecattolica
Arcidiocesi Ancona-Osimo
Inizio costruzioneXIII secolo

Storia e descrizione modifica

Secondo la tradizione, il luogo in cui la chiesa fu eretta era stato scelto dallo stesso san Francesco nel 1219[1], anno in cui era ad Ancona per imbarcarsi per l'Egitto; il suo viaggio era motivato dalla volontà di portare una parola di pace in una terra funestata dalle lotte tra cristiani e musulmani. Quindi la denominazione "ad Alto" sarebbe stata tratta dalle parole stesse del santo di Assisi, che le pronunciò mentre si trovava sulle banchine del porto, indicando il colle Astagno come luogo in cui erigere il primo convento e la prima chiesa francescana di Ancona.[1].

Inizialmente la chiesa era di dimensioni ridotte: lo stesso Santo non voleva che le chiese dei suoi frati fossero ricche e troppo ampie. Tornato dall'Egitto e visto che essa era troppo grande, nel giro di qualche anno la fece ridurre di dimensioni. Dal 1230 al 1323 la comunità che l'utilizzò fu la sola famiglia francescana di Ancona.

L'aumento dei membri della comunità e la loro stessa attività resero necessari ampliamenti sia per la chiesa che per il convento; i primi lavori avvennero tra il 1422 ed il 1425, al tempo del padre guardiano Gabriele Ferretti, appartenente alla nobile e potente famiglia anconetana, le cui enormi ricchezze egli abbandonò per seguire la vita monastica. Fra' Gabriele, oltre al nuovo dormitorio per i frati, fece aggiungere un nuovo corpo alla chiesa, trasformando l'edificio preesistente in presbiterio; inoltre la dotò di un portico antistante. Dal 1449 egli fu nominato superiore del convento di San Francesco ad Alto, incarico che mantenne fino al 1452, dopo di che continuò a vivere nel monastero, dove rimase fino alla morte, il 12 novembre 1456. Il 9 dicembre 1456 ebbe un'umile sepoltura, nella nuda terra, a sinistra della porta della chiesa; nel 1489 il corpo fu traslato in un'urna marmorea fatta scolpire dalla sorella Paolina Ferretti, che fu posta a fianco dell'altare maggiore. Nell'occasione la famiglia Ferretti commissionò al pittore veneziano Carlo Crivelli la realizzazione del dipinto Beato Gabriele Ferretti in estasi, ambientato nei giardini del convento, che venne posto nella chiesa.

Alla fine del XV secolo venne aggiunta all'edificio un'abside ed una sacrestia; l'aula venne inoltre suddivisa in tre navate da due file di colonne. I lavori durarono nel tempo, perché si hanno notizie su altri interventi ed altre spese, relativamente agli anni 1588 e 1614. Nel 1520 il mercante raguseo Luigi Gozzi, come segno di gratitudine per la città che lo aveva accolto, commissionò al pittore veneto Tiziano una grande pala d'altare da porre a San Francesco ad Alto: l'Apparizione della Vergine, capolavoro del periodo giovanile del grande pittore cadorino e sua prima opera firmata. L'origine dalmata del committente è rivelata dalla presenza nel dipinto di San Biagio, patrono di Ragusa, l'attuale città di Dubrovnik in Croazia.

Una descrizione del 1784 offre l'idea della vastità del tempio, visto che vi si dicono presenti ben 15 altari. La chiesa conteneva alcuni capolavori della pittura rinascimentale in città come la Madonna col Bambino e il Beato Gabriele Ferretti in estasi entrambi di Carlo Crivelli, l'Apparizione della Vergine (1520), o Pala Gozzi dal nome del committente, di Tiziano, ma anche la tela con i Quattro Santi in estasi con Angeli musicanti, proveniente dalla Chiesa di San Francesco ad Alto, realizzata nel 1598 circa per la distrutta terza cappella sinistra (oggi alla Pinacoteca civica).[2]

Dopo l'Unità d'Italia, il 14 maggio 1862 il corpo di Gabriele Ferretti, oggetto di venerazione e proclamato beato il 9 settembre 1753 da papa Benedetto XIV[3], venne traslato nella cripta del Duomo di Ancona e successivamente, il 30 gennaio 1943, nella chiesa di San Giovanni Battista, affidata a quegli stessi frati minori fra i quali il Beato Ferretti svolse tutto il suo servizio sacerdotale.

Nel 1863 la chiesa venne demanializzata e secolarizzata (l'ultima funzione religiosa vi si tenne il 2 maggio di quello stesso anno), con la sua trasformazione in ospedale militare; la grande aula fu divisa in piani e il campanile fu mozzato al di sopra del piano di calpestio della cella campanaria. Gli arredi, le sculture e i dipinti vennero dispersi in vari luoghi della città: la piccola tavola della Madonna col Bambino di Carlo Crivelli e l'Apparizione della Vergine del Tiziano sono ora alla Pinacoteca civica Francesco Podesti (allora appena inaugurata), il sarcofago del Beato Ferretti al Museo Diocesano, alcune sculture al Palazzo degli Anziani, l'altare maggiore in legno dorato nella chiesa di San Francesco alle Scale (dal secondo dopoguerra), le campane nella chiesa dei Santi Cosma e Damiano, il cui campanile, opera di Godeardo Bonarelli, è l'esatta replica dell'ex campanile del complesso. Il dipinto Beato Gabriele Ferretti in estasi di Carlo Crivelli, in passato venduto dalla famiglia Ferretti, è ora esposto alla National Gallery di Londra.

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Note modifica

  1. ^ a b Angelo Grimaldi, Memorie ecclesiastiche appartenenti alla vita, miracoli, e culto del B. Pietro da Treja dell'ordine de' Minori di S. Francesco, Luigi Perego Salvioni stampator vaticano, 1794 (pagina 19). Il testo è integralmente consultabile su Google libri: [1]
  2. ^ Livia Carloni, Andrea Lilli, Quattro santi con angeli musicanti, in Simone De Magistris. Un pittore visionario tra Lotto e El Greco, catalogo della mostra a cura di Vittorio Sgarbi, Venezia, 2007, pagg. 154 - 155.
  3. ^ Prima di assurgere al soglio di Pietro con il nome di Benedetto XIV, il cardinale Prospero Lambertini era stato vescovo di Ancona, dal 1727 al 1731, e quindi conosceva bene la fama di santità di Gabriele Ferretti (cfr. Vincenzo Pirani, in collaborazione con il Prof. Giorgio Nicolini, Storia della Chiesa di Ancona, capitolo III: Memorie dei vescovi, par.18).

Bibliografia modifica

  • Fabio Mariano, Il Complesso di San Francesco Ad Alto a Capodimonte. Storia, architettura, restauri del primo insediamento francescano in Ancona, Andrea Livi Editore, Fermo 2017, ISBN 88-7969-395-6.
  • Cogliandro Fabiola, Tittarelli Marco, Insediamenti francescani ad Ancona: la chiesa di San Francesco ad Alto, in Ravesi Rossana, Ragione Roberto, Colaceci Sara (a cura di), Rappresentazione, Architettura e Storia. La diffusione degli ordini religiosi nei paesi del Mediterraneo tra Medioevo ed Età Moderna, tomo I, Sapienza Università Editrice, Roma 2023, pp. 303-319. [2]

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