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Il kumquat o cumquat[1] (Citrus japonica Thumb., 1784), detto anche comunemente mandarino cinese o kingen, è un piccolo albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rutacee.[2]

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Kumquat
Frutto di Citrus japonica
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Superrosidi
(clade)Rosidi
(clade)Eurosidi
(clade)Malvidi
OrdineSapindales
FamigliaRutaceae
SottofamigliaAurantioideae
TribùCitreae
GenereCitrus
SpecieC. japonica
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseRosidae
OrdineSapindales
FamigliaRutaceae
GenereCitrus
SpecieC. japonica
Nomenclatura binomiale
Citrus japonica
Thumb., 1780
Sinonimi

Citrus madurensis
Lour.
Citrus margarita
Lour.
Citrus microcarpa
Bunge
Fortunella japonica
(Thunb.) Swingle
Fortunella bawangica
C.C.Huang
Fortunella chintou
(Swingle) C.C. Huang
Fortunella crassifolia
Swingle
Fortunella hindsii
(Champ. ex Benth.) Swingle
Fortunella margarita
(Lour.) Swingle
Fortunella obovata
Tanaka
× Citrofortunella madurensis
(Lour.) D.Rivera & al.

Etimologia

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Il nome comune "kumquat" deriva dalla pronuncia cantonese dei caratteri 金橘, gam1 gwat1, letteralmente "tangerino d'oro".

Tassonomia

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Questa specie fu originariamente descritta nel 1780 da Carl Peter Thunberg come Citrus japonica. Nel 1915, Walter Swingle la riclassificò in un genere a sé stante, Fortunella, così denominato in omaggio al botanico britannico Robert Fortune (1812–1880). Oltre a Fortunella japonica, all'interno del genere Fortunella sono state a lungo riconosciute diverse specie (F. margarita, F. crassifolia, F. hindsii, F. obovata). Gli ibridi tra il kumquat e le altre specie di Citrus (il più noto dei quali è il calamondino (Citrus × microcarpa) venivano attribuiti al genere × Citrofortunella.

Studi recenti hanno messo in discussione la separazione dal genere Citrus, e anche le singole specie sono state declassate al rango di semplici varietà di Citrus japonica[3][4], con l'eccezione di Fortunella polyandra segregata nel genere Clymenia.

Descrizione

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Il fiore del kumquat
 
I frutti del kumquat

Si presenta come un piccolo albero sempreverde, di 2,5-4,5 m, con rami fitti, e qualche volta piccole spine. Le foglie sono di un verde scuro intenso, e i fiori, bianchi, nascono singoli o in gruppo dalle gemme.
Il frutto del kumquat, che ha lo stesso nome, sembra una miniatura ovale e lunga dell'arancia, lungo 3–4 cm e largo 2–4 cm. A seconda della varietà la buccia si presenta dal giallo al rosso e il frutto può essere ovale o rotondo. Il frutto viene prodotto generalmente dal tardo novembre fino a febbraio.

Differisce dalle altre specie di Citrus per il fatto che durante l'inverno entra in un periodo di letargo in cui non mette più nuove gemme o getti.

Distribuzione e habitat

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Il kumquat è originario della Cina (in letteratura le prime descrizioni risalgono al XII secolo), ed è stato a lungo coltivato in Giappone. Furono introdotte in Europa nel 1846 da Robert Fortune, collezionista della London Horticultural Society.

Richiede estati calde, dai 25 °C ai 38 °C, ma può resistere a temperature molto basse fino ai −10 °C senza problemi. Cresce molto bene nelle regioni del in Cina dove il clima è troppo freddo per le altre specie di Citrus.

Coltivazione

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Il kumquat è coltivato in Cina, Corea, Giappone, Europa (Corfù e Grecia) e nel sud degli Stati Uniti (Florida). In Italia, il kumquat cresce e fruttifica dalla Liguria alla Sicilia lungo tutto il litorale tirrenico.

È una pianta da esterno, può resistere fino a −5 °C se viene coperto con un velo di tessuto non tessuto ed è collocato in una posizione riparata dai venti freddi. In casa va conservato solo per pochissimi giorni in luogo fresco e luminoso. I frutti vanno raccolti tagliando il picciolo con un paio di cesoie.[5]

È soggetto all'attacco da parte di fitomizi (Acari, Afidi, Aleurodidi) che ne diminuiscono anche notevolmente le proprietà ornamentali e produttive.

La fioritura prosegue tutta l'estate ed avviene in contemporanea con la crescita dei frutti, rendendo particolarmente ornamentale tale essenza.

 
Gelato al kumquat e pistacchio

Il frutto è commestibile ed è usato per la preparazione di marmellate e canditi. La consistenza sottile e dal gusto delicato della buccia consente di mangiare il frutto senza sbucciarlo.

È noto anche l'uso di liquori in cui il frutto intero, lasciato per un periodo di alcuni mesi nell'alcol con o senza zucchero, dona le proprietà aromatiche e gustative tipiche del frutto, marginalmente anche il colore. Presenta proprietà digestive e bene si accompagna anche a dolci e gelati.

Nelle sue prime apparizioni fumettistiche, il personaggio Disney Eta Beta mangia anche frutti di kumquat in salamoia, sebbene nelle storie italiane questi vengano mutati in palline di naftalina (ciò fu dovuto al fatto che il kumquat era allora poco conosciuto e il termine difficilmente traducibile).[6]

  1. ^ Kumquat, in Treccani.it – Vocabolario Treccani on line, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana. URL consultato il 24 agosto 2016.
  2. ^ (EN) Citrus japonica, su Plants of the World Online, Royal Botanic Gardens, Kew. URL consultato il 10 marzo 2023.
  3. ^ (EN) Mabberley D.J., Citrus (Rutaceae): A Review of Recent Advances in Etymology, Systematics and Medical Applications, in Blumea, vol. 49, 2004, pp. 481–498.
  4. ^ (EN) Zhang Dianxiang, Thomas G. Hartley, David J. Mabberley, Rutaceae, in Flora of China, vol. 11, 2008, pp. 51-97.
  5. ^ Il mandarino cinese, su giardinaggioweb.net (archiviato dall'url originale il 14 luglio 2014).
  6. ^ Dal sito Topolino.it, su topolino.it. URL consultato il 27 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 4 dicembre 2017).

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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