Diana Raznovich

scrittrice argentina

Diana Raznovich (Buenos Aires, 12 maggio 1945) è una drammaturga e fumettista argentina.

The Argentine playwright Diana Raznovich
La drammaturga argentina Diana Raznovich nel 1998.

Il suo lavoro, caratterizzato da un senso di umorismo ironico e dissacrante, tratta di femminismo, sessualità, misoginia e del periodo della dittatura militare argentina.[1][2][3]

Biografia modifica

Diana Raznovich è nata nel 1945 a Buenos Aires, la maggiore dei tre figli di Marcos Raznovich, di professione pediatra, e di Bertha Luisa Schrager, dentista. I nonni paterni, di origine ebraica, erano emigrati in Argentina a inizio Novecento dalla Russia zarista, i nonni materni due decenni dopo da Vienna.[4]

Ha iniziato a scrivere ancora adolescente; all'età di sedici anni ha composto Tiempo de amar (Un tempo per amare), una raccolta di poesie da lei più tardi definite “nichiliste”.

Ha studiato letteratura all'Università di Buenos Aires, dove è stata scelta tra gli studenti assegnati alla lettura di libri ad alta voce per Jorge Luis Borges, allora diventato cieco.[5]

Carriera modifica

Teatro modifica

La sua commedia di debutto, Buscapiés, ha vinto un concorso teatrale nel 1967, quando aveva solamente 22 anni.[6] Dopo aver scritto numerose altre opere teatrali alla fine degli anni '60 e all'inizio degli anni '70, la sua carriera è stata interrotta dalla violenza politica e dalla repressione. Suo marito Ernesto Clusellas scomparve nel 1974, prima della guerra sporca in Argentina, durante l'escalation della persecuzione politica.[7] Era stato attivamente coinvolto nel movimento di resistenza e, all'insaputa di Raznovich, aveva conservato un arsenale di armi nel loro appartamento.[1]

 
Jorge Videla, Emilio Massera e Orlando Agosti, Giunta militare argentina (1976-1982)

L'anno successivo alla scomparsa del marito, Raznovich lasciò l'Argentina a seguito delle minacce pervenutele da parte delle forze armate, si trasferì in Spagna, dove insegnò drammaturgia al Centro de Estudios Teatrales di Madrid e continuò a scrivere le sue opere.[8][7] Di questo primo periodo è l'opera Efectos personales (1985), la cui protagonista, Casalia Belprop, che cerca i suoi effetti personali tra i bagagli non reclamati in un luogo sconosciuto, rappresenta la metafora dell'esiliato che parte ma non arriva da nessuna parte, "intrappolato in un movimento costante".[1]

Nel 1981 fece ritorno nel suo paese per partecipare al movimento teatrale argentino denominato Teatro Abierto, cui parteciparono centinaia di artisti, drammaturghi, attori, registi, tecnici, che misero in scena un repertorio di venti spettacoli, in sfida alle restrizioni espressive imposte dalla dittatura militare.[9] Il teatro che accoglieva il festival venne messo al rogo dai militari la sera in cui doveva essere presentata la sua opera teatrale, Desconcierto, ma gli spettacoli proseguirono in altre sedi, con successo di pubblico.[8][10]

Tornata in Argentina nel 1983, dopo la caduta della dittatura, trascorse altri anni in Spagna, dal 1988 al 1993, per poi stabilirsi nuovamente in Argentina fino al 2000, l'anno in cui tornò in Spagna.[7]

Le sue opere durante questo periodo sono state rappresentate in diverse lingue su entrambe le sponde dell'Atlantico, in particolare Jardin de otoño (Giardino d'autunno, 1983[11]), Casa Matriz (1991),[12] De atrás para adelante (1993) e De la cintura para abajo (1999).[13]

Nel 1992 Raznovich ha vinto una borsa di studio Guggenheim per continuare il suo lavoro di drammaturga.[14] Nel 2002 ha pubblicato una raccolta bilingue di quattro sue opere, intitolata Defiant Acts/Actos Desafiantes.[15]

Fumetti modifica

Raznovich è anche una fumettista.[16][17] Le sue prime illustrazioni umoristiche sono legate al suo coinvolgimento nel movimento femminista argentino; negli anni '80 ha contribuito con i fumetti alla rivista Alfonsina che sosteneva i diritti delle donne e LGBT.[18] I suoi fumetti si basano sul concetto che l'umorismo delle donne è intrinsecamente politico, come spiegato nel suo Manifesto 2000 dell'umorismo femminile,[13] che affronta argomenti molto seri come la violenza di genere.[17]

Dal 2012 Raznovich pubblica la vignetta Donatela sull'ultima pagina del quotidiano argentino Clarín.[19] Ha anche pubblicato raccolte dei suoi cartoni animati, tra cui Mujeres pluscuamperfectas nel 2010 e Divinas y Chamuscadas nel 2011.[20][21]

Nel 2022 il suo lavoro è stato oggetto di una campagna di censura a causa di un gruppo di giudici spagnoli che si sono offesi per la sua rappresentazione della reazione impertinente di un giudice all'abuso coniugale, causando la rimozione del pezzo da una mostra sulle Isole Baleari.[22] L'artista ha condannato i suoi critici per la loro reazione "sproporzionata" e ha chiesto che il suo fumetto fosse reintegrato nella mostra.[23]

Scrittura e drammaturgia modifica

Oltre a produrre opere teatrali e fumetti, Raznovich ha lavorato anche come sceneggiatrice televisiva per la telenovela Bárbara Narváez andata in onda negli anni ottanta, e ha scritto poesie e romanzi.

Il primo, Para que se cumplan todos tus deseos, pubblicato nel 1989, rivela l'influenza del realismo magico. Nel secondo, Mater erótica (Madre erotica, 1991), l'autrice legge la caduta del comunismo in Europa come la fine dei tabù sessuali e politici.[24][25]

Vita privata modifica

Il primo marito di Raznovich, Ernesto Clusellas, è scomparso, come altri oppositori del regime, durante la Guerra Sporca; successivamente si è appreso che è stato ucciso nel 1978.[1]

In seguito ha sposato il regista teatrale Hugo Urquijo, che ha diretto le sue commedie Desconcierto e Jardín de otoño; la coppia ha divorziato nel 1983.[7][26]

Raznovich è bisessuale e gran parte del suo lavoro si occupa di genere e sessualità.[27] Il suo lavoro è anche influenzato dalla sua eredità ebraica; ha studiato la Kabbalah da adulta.[25][16]

Opere modifica

Teatro modifica

  • Buscapiès, 1968
  • Plaza hay una sola, 1969
  • El vigilante, 1970
  • Contratiempo, 1971
  • Efectos personales, 1975
  • Jardín de otoño, 1977
  • Il desconcierto, 1981
  • Objetos perdidos, 1988
  • Casa Matriz, 1988
  • La madre postmoderna, 1993
  • De atrás para adelante, 1993
  • De la cintura para abajo, 1999
  • El cuerpo efímero: una muerte de lujo, 2007

Poesia modifica

  • Tiempo de amar, Buenos Aires, 1960
  • Caminata en tu sombra, 1964

Romanzi modifica

  • Para que se cumplan todos tus deseos, 1989
  • Mater erotica, 1991

Collezioni di fumetti modifica

  • Cables pelados, Buenos Aires, 1987
  • Sopa de Lunares, Madrid, Hotel Papel, 2008
  • Mujeres Pluscuamperfectas, Madrid, Hotel Papel, 2010
  • Divinas y Chamuscadas, Madrid, Hotel Papel, 2011[28]

Note modifica

  1. ^ a b c d Carson, p. 261.
  2. ^ (EN) Diana Raznovich, su Hemispheric Institute of Performance and Politics. URL consultato il 14 marzo 2023 (archiviato dall'url originale il 7 febbraio 2023).
  3. ^ (ES) Diana Raznovich: "El humor es una cosa seria y desestabilizadora", su La Nación. URL consultato il 2 maggio 2023.
  4. ^ (EN) Nora Glickman, Diana Raznovich, su Jewish Women's Archive, 23 giugno 2021. URL consultato il 2 maggio 2023.
  5. ^ (ES) José Miguel Vilar-Bou, Diana Raznovich: “Borges aspiraba a que ninguna de sus palabras fuese reemplazable por otra”, su ElDiario.es, 2 maggio 2023.
  6. ^ (EN) Buscapiés (1968), su hemi.nyu.edu. URL consultato l'11 marzo 2023.
  7. ^ a b c d (EN) Jewish Women's Archive, https://jwa.org/encyclopedia/article/raznovich-diana. URL consultato il 28 settembre 2020.
  8. ^ a b Taylor, p. 74.
  9. ^ Francesca Lia, Teatro abierto, su teatroabierto.wordpress.com. URL consultato l'11 marzo 2023.
  10. ^ (EN) El desconcierto (1981), su hemisphericinstitute.org. URL consultato l'11 marzo 2023.
  11. ^ Giardino d'autunno, tradotto in italiano da Dacia Maraini, è andato in scena in prima nazionale nell'ottobre 1989, per la regia di Stefano Randisi. Cfr.: Diana Raznovich, regia di Stefano Randisi, Giardino d'autunno, [prima nazionale giovedì 12 ottobre 1989 ], Bologna, 1989.
  12. ^ Casa Matriz, Madri Affittasi, tradotto in italiano da Dacia Maraini, è andato in scena nel 1993 con la regia di Saviana Scalfi. Cfr.: Intervista a Scalfi Saviana, su patrimoniorale.ormete.net. URL consultato l'11 marzo 2023.
  13. ^ a b Taylor, p. 264.
  14. ^ (EN) Diana Raznovich, su John Simon Guggenheim Foundation. URL consultato l'11 marzo 2023.
  15. ^ (EN) Diana Raznovich, Diana Taylor, Defiant acts : four plays, traduzione di Victoria Martinez, Bucknell University Press, 2002, OCLC 947220018.
  16. ^ a b (ES) Entrevista a Diana Raznovich, su enrealidadnotienegracia.org, 11 novembre 2014. URL consultato l'11 marzo 2023.
  17. ^ a b (ES) La humorista gráfica Diana Raznovich expone en el Centro de Igualdad de Cruz Roja, su El Norte de Castilla, 2 agosto 2011. URL consultato l'11 marzo 2023.
  18. ^ (ES) Alfonsina, su Centro de Documentación e Investigación de la Cultura de Izquierdas. URL consultato l'11 marzo 2023.
  19. ^ (ES) Qué es el Humor para Diana Raznovich, su elplural.com, 10 gennaio 2023. URL consultato l'11 marzo 2023.
  20. ^ (ES) Presentado en Villena “Divinas y Chamuscadas” de Diana Raznovich, su Villena, 23 novembre 2018. URL consultato l'11 marzo 2023.
  21. ^ (ES) Diana Raznovich: «Si no hay clientes, las mafias se desbaratan», su ABC, 4 novembre 2009. URL consultato l'11 marzo 2023.
  22. ^ (EN) Don’t call us sexist, Spanish judges tell cartoonist, in The Times, 30 marzo 2022. URL consultato l'11 marzo 2023.
  23. ^ (ES) Margarita Morales, Diana Raznovich: "La censura a un artista es una expresión de falta de salud democrática", su Cultur Plaza, 31 marzo 2022. URL consultato l'11 marzo 2023.
  24. ^ (ES) La Nación, https://www.lanacion.com.ar/espectaculos/teatro/diana-raznovich-el-humor-es-una-cosa-seria-y-desestabilizadora-nid1608449/. URL consultato il 28 settembre 2020.
  25. ^ a b (ES) Diana Raznovich, su autores.org.ar. URL consultato l'11 marzo 2023.
  26. ^ (ES) Hugo Urquijo, su Alternativa. Comunidad en escena.. URL consultato l'11 marzo 2023.
  27. ^ (EN) Keshet Goes to the Theater, su JewishBoston, 5 febbraio 2015. URL consultato l'11 marzo 2023.
  28. ^ (EN) Complete List of Works by Diana Raznovich, su Hemispheric Institute of Performance & Politics. URL consultato l'11 marzo 2023.

Bibliografia modifica

  • (EN) Margaret Carson, Diana Taylor, Sarah J. Townsend (a cura di), Stages of conflict : a critical anthology of Latin American theater and performance, Ann Arbor, University of Michigan Press, 2008, OCLC 213480061.
  • (EN) Diana Raznovich, Diana Taylor, Defiant acts : four plays, traduzione di Victoria Martinez, Bucknell University Press, 2002, OCLC 947220018.
  • (EN) Diana Taylor, Roselyn Costantino (a cura di), Holy terrors : Latin American women perform, Durham, Duke University Press, 2003, OCLC 52477187.

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