Diego Aliprandi

ultimo barone di Nocciano e politico italiano

Diego Aliprandi Barone di Nocciano (Penne, 29 marzo 1819Penne, 29 novembre 1910) è stato un politico italiano.

Diego Aliprandi
Il barone Diego Aliprandi

Deputato del Regno d'Italia
LegislaturaIX, X, XII, XIII
Gruppo
parlamentare
Sinistra progressista
Sito istituzionale

Dati generali
Professionepolitico

Biografia

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Il Palazzo Aliprandi di Penne
 
Un'opera scritta dal barone Diego Aliprandi

Esponente di spicco della nobiltà pennese ottocentesca, discendeva da un ramo del casato Aliprandi che si stabilì a Penne all'epoca di Margherita d'Austria[1].

Era figlio del barone Domenico Aliprandi e di Clorinda Castiglione dei Marchesi di Poggio Umbricchio[1].

Ebbe come residenza ufficiale il Palazzo Aliprandi di Penne, somigliante internamente a quello Chiablese di Torino e lo arricchì con le sue collezioni (tele, ceramiche di Castelli e monete rare)[2].

Fu di idee monarchiche e liberali e nel 1837 prese parte alla Rivolta Pennese, entrando nella Giunta rivoluzionaria che ripristinava la Costituzione di Palermo del 1820[2][3].

Nel 1842 rifece a proprie spese la Porta Ringa a Penne e la intitolò a Ferdinando II delle Due Sicilie per ricucire i rapporti col sovrano dopo i fatti del 1837[2].

Dal 1847 al 1848 fu Sindaco di Penne[2].

Nel 1854 sposò la nobile Caterina de Sterlich dei marchesi di Cermignano, dalla quale ebbe quattro figli che morirono tutti in giovane età[1]: Diego (nato a Napoli il 6 giugno 1855 e deceduto ivi suicida nel 1873), Odoardo (Napoli 21 maggio 1857 - Penne 11 luglio 1878), Adelaide (nata a Napoli il 3 novembre 1860 e deceduta di tifo a Penne il 26 marzo 1878) e Domenico morto infante[4][5].

Nel 1862 ospitò nel suo Palazzo di Penne il poeta trentino Giovanni Prati[2].

Nel novembre 1865 fu eletto al Parlamento Italiano per la IX legislatura e sedette a sinistra, conservando sempre una certa autonomia nelle decisioni. Cinque anni dopo fu rieletto per la X legislatura[2].

Nel 1874 fu ancora rieletto deputato in Parlamento per la XII legislatura[2].

Fondò la Società Operaia di Penne il 16 marzo 1876[2].

Fu rieletto deputato al Parlamento nel maggio 1880 per la XIII legislatura[2].

Ultimo rappresentante della famiglia Aliprandi di Penne, adottò e lasciò erede del suo patrimonio il nipote Diego de Sterlich Aliprandi[1].

  1. ^ a b c d Andrea Borella, "Annuario della Nobiltà Italiana", Edizione XXXII, Teglio (SO), 2014, S.A.G.I. Casa Editrice, pag. 133
  2. ^ a b c d e f g h i Candido Greco, "Breve storia della Società Operaia di Mutuo Soccorso Diego Aliprandi", Penne 2006 pag. 111-113
  3. ^ La sentenza della Gran Corte Criminale del 20 settembre non colpì per nulla lui e gli altri perché ritenuti costretti ad accettare l'ufficio
  4. ^ Andrea Borella, "Annuario della Nobiltà Italiana", Edizione XXXIII 2015-2020, volume I, pag. 643 (Aliprandi)
  5. ^ Adelaide Aliprandi

Bibliografia

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  • Candido Greco, "Breve storia della Società Operaia di Mutuo Soccorso Diego Aliprandi", Penne 2006 pag. 111-113

Voci correlate

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Altri progetti

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Collegamenti esterni

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