La diocesi di Siene (in latino Dioecesis Syenitana) è una sede soppressa e sede titolare della Chiesa cattolica.

Siene
Sede vescovile titolare
Dioecesis Syenitana
Patriarcato di Alessandria
Sede titolare di Siene
Mappa della diocesi civile d'Egitto (V secolo)
Vescovo titolaresede vacante
IstituitaXIX secolo
StatoEgitto
RegioneTebaide
Diocesi soppressa di Siene
Suffraganea diTolemaide
Eretta?
Soppressa?
Dati dall'annuario pontificio
Sedi titolari cattoliche

Storia modifica

Siene, identificabile con Assuan in Egitto, è un'antica sede episcopale della provincia romana della Tebaide Seconda nella diocesi civile d'Egitto. Faceva parte del patriarcato di Alessandria ed era suffraganea dell'arcidiocesi di Tolemaide.

Sono diversi i vescovi noti di quest'antica diocesi egiziana, che era la più meridionale dell'Egitto ai confini con la Nubia. Siene e la sua regione ricevettero attorno al 330 la visita di Atanasio di Alessandria, ed è presumibile che fu in quest'occasione che venne istituita la sede episcopale.[1]

Nella lettera festale XIX di Atanasio, del 347, vengono riportati i nomi di vescovi deceduti di diverse sedi egiziane e i nomi di coloro che furono nominati al loro posto. Per la sede di Siene al defunto Nilammone succedette un vescovo con lo stesso nome.[2] Nilammone II era ancora in carica nel 356, anno in cui fu esiliato, assieme ad altri vescovi, durante la persecuzione di Giorgio d'Alessandria.[3]

Secondo un sinassario copto-arabo, a Siene alla morte del vescovo Valerio il popolo scelse come suo vescovo il santo Ammonio, che fu consacrato dal patriarca Timoteo di Alessandria (380-385). Poco dopo la stessa procedura fu seguita alla morte di un vescovo, di cui non è fatto il nome; il popolo scelse il monaco Hadra, che fu consacrato da Teofilo di Alessandria (385-412).[4]

Il vescovo Appio è documentato da un papiro, datato tra il 425 e il 450, che riporta una lettera che il vescovo scrisse all'imperatore Teodosio II per lamentarsi della difficile situazione in cui versa la sua diocesi, esposta continuamente alle incursioni dei barbari, e per domandare che la guarnigione militare di Siene fosse sottoposta al suo comando.[5]

Le Quien aggiunge un martire, Ammonio, messo a morte a Antinoe, dove esisteva una chiesa in suo onore. L'autore non riporta nessuna indicazione cronologica relativa a questo santo.[6]

Dal XIX secolo Siene è annoverata tra le sedi vescovili titolari della Chiesa cattolica; la sede è vacante dal 13 aprile 1984.

Cronotassi modifica

Vescovi residenti modifica

  • Nilammone I † (? - circa 347 deceduto)
  • Nilammone II † (circa 347 - dopo il 356)
  • Valerio † (? deceduto)
  • Ammonio † (consacrato tra il 380 e il 385)
  • Hadra † (consacrato tra il 385 e il 412)[7]
  • Appio † (menzionato tra il 425 e il 450)
  • Sant'Ammonio † (?)

Vescovi titolari modifica

Note modifica

  1. ^ (FR) Martin, Athanase d'Alexandrie et l'Église d'Égypte au IVe siècle, pp. 70-71.
  2. ^ (FR) Martin, Athanase d'Alexandrie et l'Église d'Égypte au IVe siècle, p. 68, nº 1.
  3. ^ (FR) Martin, Athanase d'Alexandrie et l'Église d'Égypte au IVe siècle, p. 494.
  4. ^ (FR) Martin, Athanase d'Alexandrie et l'Église d'Égypte au IVe siècle, p. 128.
  5. ^ (FR) Denis Feissel - Klaas A. Worp, La requête d’Appion, évêque de Syène, à Théodose II: Papyrus Leidensis Z révisé, Oudheidkundige Mededelingen uit het Rijksmuseum van Oudheden te Leiden 68 (1988), pp. 97-111.
  6. ^ (LA) Le Quien, Oriens christianus, vol. II. col. 613.
  7. ^ (FR) Arietta Papaconstantinou, Le culte des Saints en Egypte des Byzantins aux Abbassides. L’apport de la documentation papyrologique et épigraphique grecque et copte, Collection « Le monde byzantin » dirigé par Bernard Flusin, Paris, 2001, pp. 237-238.

Bibliografia modifica

Collegamenti esterni modifica

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