Discussione:Alberto Sed

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Criteri di inserimento di voci sui deportati nei campi di concentramento modifica

Concordo che Wikipedia non e' il Libro della Memoria dove si debbano conservare tutti i nomi dei deportati o dei sopravvissuti. A mio giudizio si devono seguire quattro criteri (specialmente per persone deportate giovani ove non vi e' nulla di distintivo nella loro vita prima della deportazione:

  • (1) Vittime della Shoah che abbiano avuto esperienze del tutto particolari e distintive durante il periodo della persecuzione e della prigionia: e' il caso di Anna Frank o di Sergio De Simone o di Luigi Ferri (non e' il caso di Alberto Sed).
  • (2) Sopravvissuti alla Shoah che dopo la Liberazione si siano fatti testimoni con un ruolo pubblico riconosciuto o come autori di scritti autobiografici pubblicati da importanti case editrici (come Piero Terracina, Enzo Camerino, Sami Modiano, Nedo Fiano, i fratelli Venezia, Arianna Szoreny o Hanna Kugler Weiss). E' vero che non basta essere soggetto di un libro per entrare in questa categoria, ma del libro di Riccardi Alberto Sed e' coautore in quanto trattasi di una intervista.
  • (3) Sopravvissuti la cui esperienza per motivi di eccezionalita' sia stata ampiamente discussa nella letteratura accademica sull'Olocausto (come Thomas Geve o Thomas Buergenthal o Luigi Ferri). (e' solo parzialmente il caso di Alberto Sed, la cui esperienza e' comunque discussa in Italia nelle opere di Marcello Pezzetti e Bruno Maida)
  • (4) Sopravvissuti che abbiano acquisito un ruolo importante nel media (e' certamente il caso di Alberto Sed che ha avuto articoli su Repubblica, interviste alla Radio Vaticana, ecc.).

Considerate tutte queste caratteristiche, propendo per la rilevanza enciclopedica del caso di Alberto Sed (che rientra in tutto o in parti in alcuni dei criteri enunciati). E' una figura di cui l'utente sente parlare nei media e consulta Wikipedia per saperne la biografia (e' questa la funzione di una enciclopedia).

--Ghinozzi-nissim (msg) 20:53, 23 dic 2014 (CET)Rispondi

La voce è troppo celebrativa, con ben quattro citazioni ed alla fine risulta essere un ampia trama del libro e pochissimo più. Non dico che queste informazioni debbano sparire ma che debbano essere comunque riorganizzate. Forse una voce sul libro ci starebbe anche (più concisa dell'attuale) ma il biografato, alla fine, è solo uno dei tanti che è tornato dai campi di concentramento e che, in un modo o in un altro ha mantenuta viva la propria testimonianza. Moltissimi di quelli che sono tornati si sono prestati a portare la loro testimonianza nelle scuole. Molti altri sono stati oggetto di interviste. Per questo noncredo che la voce, così com'è assuma rilevanza enciclopedica. --НУРшЯGIO(attenti all'alce mascarato) 08:27, 24 dic 2014 (CET)Rispondi


Inviterei a guardare i dati concreti per evitare di essere generici. In realta' non sono "moltissimi" quelli che tornati si sono prestati a portare la loro testimonianza nelle scuole e sono stati oggetto di interviste (anche perche' questo e' un fenomeno cominciato negli anni '90 cui per ragioni anagrafiche solo "pochi" hanno potuto prendere parte). E in ogni caso concordo che questo non e' un criterio sufficiente per la loro rilevanza enciclopedica. Quindi non dobbiamo certo scrivere le biografie di tutti gli ex-deportati e nemmeno delle 105 persone intervistate da Marcello Pezzetti.

A mio giudizio l'unico criterio oggettivo e' dare rilevanza enciclopedica a quei "pochi" (non "molti" o "moltissimi") che hanno scritto libri di memorie o la cui testimonianza e' stata raccolta in un libro-intervista.

Questo e' l'elenco dettagliato di chi ha pubblicato libri autobiografici:

Questo e' l'elenco dei libri-intervista (escluse le raccolte collettive):

Su centinaia di ex-deportati si sta parlando di 30-35 persone la cui testimonianza e' stata resa attraverso libri o libri-interviste. Poi ovviamente piu' numeroso e' il numero di coloro che occasionalmente hanno rilasciato brevi interviste su radio e giornali (ma questo in se' - concordo - non e' un criterio sufficiente). Alberto Sed e' uno dei soli quattro ex-deportati alla cui storia sia stato dedicato in Italia un libro-intervista. Per ragioni anagrafiche e' difficile aspettarsi che il numero possa aumentare in modo significativo nei prossimi anni.

Le suddette 30-35 persone in quanto autori di memorie autobiografiche o di libri-intervista hanno (e avranno sempre piu' in sede storigrafica) rilevanza enciclopedica. Non mi paiono francamente "moltissime".

--Ghinozzi-nissim (msg) 15:21, 24 dic 2014 (CET)Rispondi

Moltissimi sono i tornati (anche se infinitesima parte dei deportati). I soggetti di libri intervista mi paiono essere su un livello totalmente diverso degli autori di autobiografie. Credo che in questa discussione ci siano due punti di vista opposti, e necessiterebbe un parere terzo, che, però, dubito interverrà a breve. Comunque, chi andrà a processare il dubbio di enciclopedicità, credo, avrà abbastanza elementi per giudicare la rilevanza del biografato. --НУРшЯGIO(attenti all'alce mascarato) 14:38, 2 gen 2015 (CET)Rispondi

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