Elementatio theologica

opera di Proclo

L'Elementatio theologica (Στοιχείωσις θεολογική) è un'opera di filosofia neoplatonica scritta da Proclo (c. 412-485). Concepita come una sintesi sistematica della metafisica neoplatonica, nel corso dei secoli fu sovente utilizzata come un'introduzione generale a tale filosofia.[1]

Durante il Medioevo esercitò una grande influenza, specialmente nel IX secolo con la traduzione araba Kitāb al-Īḍāḥ fī al-khayr al-maḥḍ ("Il libro sulla spiegazione del bene puro")[2], tradotta in latino nel XII secolo da Gerardo da Cremona col titolo di Liber de causis, che per lungo tempo era stata falsamente attribuita ad Aristotele. Nel 1268 l'opera di Proclo fu tradotta dal greco in latino da Guglielmo di Moerbeke, col titolo di Elementatio theologica (Elementi di teologia). San Tommaso d'Aquino comprese che il Liber de causis non poteva essere ascritto ad Aristotele e che doveva invece essere uno scritto di Proclo come parte dell'Elementatio theologica.[1]

Contenuto modifica

L'opera è un compendio di 211 proposizioni che presenta una concisa sistematizzazione della filosofia neoplatonica, senza alcun tentativo di innovazione radicale.[3] Proclo adottò il termine "teologia" per indicare lo studio dei principi primi di tutte le cose. Le proposizioni possono essere suddivise in due parti: la prima parte stabilisce l'unità del molteplice nell'Uno, la causalità, la partecipazione, la Scala naturae, la processione degli enti dall'Uno, l'infinità e l'eternità; la seconda parte descrive le monadi, le intelligenze e le anime.[1]

Diffusione modifica

Esistono traduzioni del testo arabo Kitāb al-Īḍāḥ fī al-khayr al-maḥḍ anche in armeno e in ebraico.[4] Parti dell'Elementatio theologica erano note nella filosofia aristotelica medievale grazie alle traduzioni arabe delle opere di Alessandro di Afrodisia.[5]

Nel mondo bizantino, gli Elementi di Teologia furono studiati nell'XI secolo da Michele Psello e tradotti in georgiano dalla sua allieva Ioane Petritsi, che redasse anche un commento dell'opera. Una confutazione cristiana del testo fu scritta nel XII secolo dal vescovo Nicola di Metone.[1]

Tuttavia, il maggior influsso derivò dal Liber de Causis che secondo i medievali era una sorta di appendice alla Metafisica di Aristotele, e che, in quanto tale, apparteneva a pieno diritto al curricolo universitario del XIII secolo. Ciò ebbe fine quando Tommaso d'Aquino, con l'aiuto della traduzione di Moerbeke, riuscì a dimostrare che l'opera non era di Aristotele, ma era in realtà basata sul lavoro di Proclo.

Le traduzioni latine delle opere di Proclo da parte di Guglielmo di Moerbeke furono pressoché ignorate durante il Medioevo, sebbene nel XIV secolo Bertoldo di Moosburg avesse redatto un commento latino del testo.[6] Il Liber de Causis era ancora in uso al tempo di Dante (c. 1265-1321), il quale probabilmente vi attinse le idee neoplatoniche presenti nella sua Divina Commedia.[4]

Note modifica

  1. ^ a b c d Helmig, Steel (2015).
  2. ^ Curata in inglese da Badawī (1977), pp. 1–33. Una precedente traduzione del testo arabo in tedesco è rinvenibile in Bardenhewer (1882), pp. 58–118.
  3. ^ Dodds (1963), p. xxv.
  4. ^ a b Dodds (1963), p. xxx.
  5. ^ Curata in inglese da Endress (1973) e Zimmermann (1994).
  6. ^ Helmig, Steel (201)5. Alcune edizioni, talora parziali, degli altri commenti latini dell'Elementatio Theologica, così come della traslitterazione del Liber de causis sono rinvenibili in Calma (2016).

Bibliografia modifica

  • ʿAbd al-Raḥmān Badawī, al-Iflāṭūniyya al-muḥdatha ʿinda al-ʿArab, 2a, al-Kuwayt, Wakkālat al-Maṭbūʿāt, 1977.
  • Otto Bardenhewer, Die pseudo-aristotelische Schrift ueber das reine Gute bekannt unter dem Namen Liber de Causis, Freiburg im Breisgau, Herder'sche Verlagschandlung, 1882, OCLC 6394425.
  • Helmut Boese, Elementatio Theologica. Translata a Guillelmo de Morbecca, Lovanio, Leuven University Press, 1987, ISBN 9789061862444.
  • E. R. Dodds, Proclus: The Elements of Theology. A Revised Text with Translation, Introduction, and Commentary, 2nd, Londra, Oxford University Press, 1963, ISBN 0-19-814097-5.
  • Dragos Calma (a cura di), Neoplatonism in the Middle Ages: New Commentaries on 'Liber de Causis' and 'Elementatio Theologica', Studia Artistarum, vol. 42, Turnhout, Brepols, 2016, DOI:10.1484/M.SA-EB.5.111556, ISBN 978-2-503-55474-7. (in 2 volumi)
  • Dragos Calma (a cura di), Reading Proclus and the Book of Causes, Volume 1: Western Scholarly Networks and Debates, Studies in Platonism, Neoplatonism, and the Platonic Tradition, vol. 22, Leida, Brill, 2019, DOI:10.1163/9789004395114, ISBN 978-90-04-34510-2.
  • Dragos Calma (a cura di), Reading Proclus and the Book of Causes, Volume 2: Translations and Acculturations, Studies in Platonism, Neoplatonism, and the Platonic Tradition, vol. 26, Leida, Brill, 2020, DOI:10.1163/9789004440685, ISBN 978-90-04-34511-9.
  • Dragos Calma (a cura di), Reading Proclus and the Book of Causes, Volume 3: On Causes and the Noetic Triad, Studies in Platonism, Neoplatonism, and the Platonic Tradition, vol. 28, Leida, Brill, 2022, DOI:10.1163/9789004501331, ISBN 978-90-04-50132-4.
  • Gerhard Endress, Proclus Arabus. Zwanzig Abschnitte aus der Institutio Theologica in arabischer Übersetzung, Beiruter Texte und Studien, vol. 10, Wiesbaden e Beirut, Steiner and Orient-Institut der Deutschen Morgenländischen Gesellschaft, 1973, OCLC 841196.
  • Christoph Helmig e Carlos Steel, Proclus, in Edward N. Zalta (a cura di), The Stanford Encyclopedia of Philosophy, 2015.
  • Fritz Zimmermann, Proclus Arabus Rides Again, in Arabic Sciences and Philosophy, vol. 4, 1994, pp. 9–51, DOI:10.1017/S0957423900001855.

Collegamenti esterni modifica

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