Enigma della sfinge
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L'enigma della sfinge è il primo enigma della storia di cui si abbia documentazione. Nella mitologia greca veniva posto dalla sfinge all'ingresso della città di Tebe ai passanti e chi non fosse stato in grado di risolverlo sarebbe stato strangolato o, secondo alcune fonti (Eschilo), divorato[2] dal mostro.

FontiModifica
L'indovinello viene citato da vari autori, come ad esempio Pseudo-Apollodoro, che descrive la Sfinge in modo classico, ossia un leone con volto da donna ed ali da uccello. L'enigma che essa, inviata da Era ed accovacciata sul Monte Ficio, propone è:
(GRC)
«τί ἐστιν ὃ μίαν ἔχον φωνὴν τετράπουν καὶ δίπουν καὶ τρίπουν γίνεται;[3]» |
(IT)
«Chi, pur avendo una sola voce, si trasforma in quadrupede, bipede e tripede?[4]» |
(Biblioteca, III, 5, 8) |
Essa saltava sui tebani che non rispondevano e li divorava. Creonte, dopo aver perso anche il figlio Emone, stabilì che chi l'avesse sconfitta avrebbe avuto il regno e la mano della vedova di Laio, Giocasta. Edipo ebbe successo, spiegando che la risposta era "l'uomo", che gattona da neonato, cammina su due gambe da adulto e si appoggia su un bastone da anziano. La Sfinge si suicidò dall'acropoli dopo la sconfitta.[5]
Diodoro Siculo propone una versione simile:
(GRC)
«τί ἐστι τὸ αὐτὸ δίπουν, τρίπουν, τετράπουν;» |
(IT)
«Chi è contemporaneamente bipede, tripede e quadrupede?[6]» |
(Bibliotheca historica, IV, 64, 3) |
Ateneo di Naucrati cita Asclepiade di Tragilo,[7] che avrebbe riferito l'enigma in questo modo:
(GRC)
«Ἔστι δίπουν ἐπὶ γῆς καὶ τετράπον, οὗ μία φωνή, |
(IT)
«Esiste qualcosa sulla terra che ha due piedi, quattro piedi e tre piedi |
(Deipnosofisti, X, 456b[9]) |
Né Sofocle, né Euripide citano l'enigma, pur citando lo scontro fra Edipo e la Sfinge.[10] Pausania afferma di aver visitato il monte su cui la Sfinge sedeva.[11] Neppure Igino, che considera la Sfinge figlia di Tifone.[12] La sconfitta della Sfinge è rappresentata drammaticamente da Seneca nella sua tragedia, l'Edipo.[13]
Età modernaModifica
L'alchimista Michael Maier riporta in latino l'enigma della Sfinge nel 39° epigramma del suo trattato Atalanta fugiens del 1617:
(LA)
«Sphyngem aenigmatico Thebis sermone timendam |
(IT)
«Scaltramente Edipo aveva costretto ad uccidersi |
(Trad. it. di Bruno Cerchio, da Michael Maier, Atalanta fugiens, emblema XXXIX, pp. 213-214, Roma, Mediterranee, 1984) |
Nella cultura di massaModifica
La figura della sfinge compare ne La storia infinita di Micheal Ende, dove Atreiu, per avere colloquio con l'Oracolo del Sud, deve attraversare tre portali. Il primo di questi è difeso da due sfingi, le quali tuttavia non pongono alcun quesito e concedono il passaggio solamente a chi ne sia ritenuto realmente degno.
CuriositàModifica
Esiste una kylix a figure rosse del 470 a.C. che rappresenta Edipo dinanzi alla Sfinge. A fianco del primo vi è la parola "ΟΙΔΙΠΟΔΕΣ" mentre la Sfinge pronuncia la parola "ΚΑΙΤΡΙ[ΠΟΝ]" ("e i Tripodi"), scritta al rovescio. Potrebbe essere un gioco di parole, essendo ΟΙΔΙΠΟΔΕΣ trasformabile in ΟΙ ΔΙΠΟΔΕΣ, ossia da una variante del nome "Edipo" a "i bipedi". In tal caso "i bipedi" avrebbe come risposta "ΚΑΙ ΤΡΙ[ΠΟΝ]" (e i tripodi) che a sua volta è una citazione da varie forme dell'indovinello.[14]
Simili enigmi non greciModifica
Enigmi simili a quelli della Sfinge sono stati registrati in molte culture differenti[4], come ad esempio fra i mongoli del Selenga[15], fra le tribù centrali africane un tempo colonie inglesi[16] e fra quelle della Guascogna.[17]
NoteModifica
- ^ Michael Maier, Atalanta fugiens, emblema XXXIX, pag. 213 e segg., a cura di Bruno Cerchio, Roma, Mediterranee, 1984.
- ^ I sette contro Tebe, 541.
- ^ Secondo lo Pseudo-Apollodoro, i genitori della Sfinge erano Echidna e Tifone.
- ^ a b Cfr. la traduzione inglese qui. Cfr. anche la nota 31, ricca di riferimenti ad altre citazioni dell'enigma.
- ^ Pseudo-Apollodoro, Biblioteca, III, 5, 8.
- ^ Cfr. la traduzione in inglese qui.
- ^ FGrHist 12 F 7a.
- ^ Cfr. la traduzione in inglese qui = The deipnosophists or banquet of the learned of Athenaeus, translated by C. D. Yonge, B. A., vol. II, London, Henry G. Bohn, York Street, Covent Garden. 1854, pag. 720.
- ^ Il passo è corrispondente a quello di Antologia Palatina, XIV, 64; cfr. Scholia in Euripidem, Phoenissae, 50; ipotesi delle Fenicie di Euripide, pp. 243-244 Schwartz; Tzetzes, Scholia in Lycophronem, 7.
- ^ Sofocle, Edipo re, vv. 391 sgg. e Euripide, Le fenicie, vv. 45 sgg. e v. 1507
- ^ Pausania, Periegesi della Grecia, IX, 26, 2.
- ^ Igino, Fabulae, 67.
- ^ Seneca, Edipo, vv. 92 sgg.
- ^ Andrea Gaeta, Gli Atomi, n. 10, Roma 2011, Miscellanea - scritti vari 1960-1990, Edipo al museo (pubblicato in Il Labirinto, Rassegna di enigmistica classica, 10/83), pagg. 9-10 o qui. Foto della kylix (Museo Gregoriano Etrusco, Inv. no. 16541 Archiviato il 25 giugno 2009 in Internet Archive., qui Archiviato l'8 ottobre 2012 in Internet Archive.. Riproduzione digitale qui.
- ^ Descriptive ethnology, R. G. Latham, vol. 1, eastern and northern asia-europe, london, John Van Voorst, Paternoster row., 1859, pag. 325.
- ^ Winning a primitive people, sixteen years' work among the warlike tribes of the Ngoni and the Senga and Tumbuka peoples of central Africa, Donald Fraser, New York, E. P. Dutton & Company, 1914, pag. 171.
- ^ Les Littératures populaires de totutes les nations, tome 19, Paris, Maisonnevuve Frères et Ch. Leclerc, 1886 - Contes populaires de la Gascogne par M. Jean-François Bladè, tome 1, Paris, 1886 , pagg. 3-14.
BibliografiaModifica
- (GRC, LA) Eduard Schwartz (a cura di), Scholia in Euripidem, vol. 1, Berlino, G. Reimer, 1887.