Enrico Thiébat

cantautore, cabarettista e scultore italiano

Enrico Thiébat (pron. fr. AFI: [tjeba]) (Aosta, 2 agosto 1949Verrayes, 14 dicembre 1992) è stato un cantautore, cabarettista e scultore italiano.

Enrico Thiébat
Enrico Thiébat
NazionalitàBandiera dell'Italia Italia
GenereMusica d'autore
Teatro canzone
Periodo di attività musicale1983 – 1992[1]

Biografia modifica

Enrico Thiébat nasce in una famiglia borghese e numerosa (il fratello Pier Luigi diventerà sindaco di Aosta) dimostrando fin dall'infanzia doti istrioniche e interesse per il cabaret: si esibisce davanti agli ospiti di famiglia in numeri improvvisati, cantando o imitando gli invitati.[2]

Negli anni sessanta, frequenta il liceo e coltiva la sua passione per la chitarra, il canto e le caricature. Studia quindi Scienze politiche a Torino, seppure con scarso interesse, partecipando invece con passione ai moti del '68. In quegli anni la sua vena trasgressiva trova uno sbocco più maturo negli ideali anarchici che lo accompagneranno per tutta la vita. Si laurea nel 1974.[2]

Dalla fine degli anni sessanta, frequenta l'Équipe d'Action Culturelle, un centro culturale di tendenze anarchiche nato con altro nome tra il '67 e il '68[3].

Negli anni settanta, fiorisce la sua produzione artistica: inizia a esporre i propri dipinti alle prime mostre, da Aosta a Milano, scrive poesie e canzoni che verranno ricantate da vari artisti[4], si esibisce in spettacoli di musica e di cabaret nei locali, nelle parrocchie e alle manifestazioni politiche.[2][3].

Rifiuta il modello di vita borghese «politicamente, socialmente, economicamente»[2]. Vive da bohémien per alcuni mesi a Parigi: fa l'artista di strada e si esibisce per i clochard che lo chiamano Henri la trompette.[5] Torna a vivere ad Aosta, poi si trasferisce per un certo tempo ad Oyace: in questo periodo ha una compagna, Luisa, e impara ad intagliare il legno. Si dedica alla scultura e si cimenta come artigiano, palchettista e boscaiolo.[2]

Dopo un soggiorno a Siviglia, dove frequenta un gruppo d'avanguardia che lo spinge verso l'astrattismo pittorico[2], torna nuovamente in Valle d'Aosta dove si cimenta con il suo rinnovato stile pittorico.

Di carattere è ribelle e sarcastico, ama le sue radici ma è uno spirito libero e solitario. Anche se evita l'establishment, non è iscritto a nessun partito e non fa parte ufficialmente del movimento di contestazione, è continuamente attratto dalla realtà politica che lo circonda, che provoca o con cui cerca lo scontro. Durante le elezioni regionali del 1978, quando per la prima volta viene presentata una lista della sinistra radicale che otterrà anche un seggio[6], scrive sui muri lo slogan Elections piège-à-cons offendendo una parte dell'ala politica con cui pure aveva a che fare.[7] Pochi anni dopo critica di nuovo i politiciens, politi... chiens in canzoni come Queun Casinò e Bossa dei boss, fa satira contro il présidàn di vatze[8] quando scoppia lo scandalo del Casinò di Saint-Vincent.[1]

 

Tra i settanta e gli ottanta continua ad esibirsi con altri musicisti in spettacoli e concerti, ma ben presto affianca l'attività artistica musicale, scultorea e pittorica anticonformista[2] ad un'attività più inserita nel sistema sociale[9]: nel 1976 inizia a collaborare con la RAI, che aveva appena aperto la sede regionale valdostana, entrando a far parte del Nucleo ideativo produttivo. In Rai realizza come autore vari programmi, tra cui una trasmissione televisiva e varie puntate radiofoniche su Jacques Brel[10], fino a passare davanti alla macchina da presa nel 1979, quando canta per la prima volta in TV, esibendosi in Sperimentar cantando insieme a Edoardo Mancini[10]. Nello stesso anno dà vita al gruppo Eau de vie, insieme a César Marguerettaz e a Franco Degani.[10]

Nel 1981 mostra un'inedita Valle d'Aosta nel programma La Valle rivisitata[10], ma il suo punto di vista non banale si esprime anche nella sua musica: non a caso è considerato da alcuni il successore di Magui Bétemps.[11]

Nel 1989 dalla compagna Vige ha una figlia, Marta, con cui ha un rapporto intenso e che spesso porta con sé nei suoi viaggi.[2]

Enrico Thiébat muore il 14 dicembre 1992, a soli 43 anni, in un incidente automobilistico a Champagne (Verrayes), forse sbandando per un sottile strato di verglas sul manto stradale[12]. Al suo funerale partecipa una folla eterogenea, composta da ogni ceto sociale[2]. Viene sepolto nel cimitero di Challand-Saint-Anselme. La sua morte sancisce anche la fine simbolica del movimento anarchico valdostano.[13]

Il 31 dicembre 1992 la Rai gli dedica lo speciale Enrico Thiébat, en souvenir, di Carlo Rossi, seguito il 6 gennaio da uno speciale su Radiodue[10].

Il 16 dicembre 2012 il ventennale della sua scomparsa viene ricordato col concerto "Thiébat chi?" organizzato dal giornalista Gaetano Lo Presti all'Espace Populaire di Aosta, al quale hanno partecipato alcuni dei migliori musicisti valdostani. Tra questi Alberto Visconti de L'Orage che interpreta la canzone "Monsieur Thiébat" scritta con Lo Presti[14][15].

Nel 2022, in occasione del trentennale della morte di Enrico, Lo Presti ha realizzato per le frequenze valdostane di Radio Uno RAI cinque puntate del programma "Thiebat chi?" che, attraverso decine di testimonianze e documenti sonori inediti, hanno ripercorso la vicenda umana di Enrico (sono andate in onda i sabato mattina compresi tra il 10 dicembre 2022 ed il 7 gennaio 2023). L'11 dicembre 2022, poi, Lo Presti ha organizzato, in una Cittadella di Aosta stracolma, una serata "Thiebat chi?" con alcuni dei musicisti e degli amici che hanno conosciuto bene Thiebat.[16][17]

Il cabaret e la musica modifica

Cantautorato e cabaret si fondono spesso sconfinando uno nell'altro. I temi sono provocatori e irriverenti, anticonvenzionali e a volte socialmente impegnati.

«Si regalava vino pinzando il bicchiere tra il pollice e il medio, l'indice era occupato a reggere la sigaretta. Grattava la chitarra ed esplodeva con la portanza della sua grande voce. Trascinava storie di amori delusi e di mamme di ritorno dai campi, righiava la rabbia degli sfruttati e degli emarginati.[18]»

Scrive in francese, italiano o patois a seconda dell'ispirazione. Per esempio, La jambe me fait mal è una versione in francese di Thiébat dell'antica canzone provenzale omonima, in cui Thiébat riadatta il testo e riscrive la musica: quest'ultima infatti, tramandata oralmente e a suo tempo universalmente nota, non è giunta fino a noi.[19] Rifà e reinterpreta Les bourgeois di Brel e Sei bella negli occhi e Maremma di autori anonimi persi nel tempo.

Ai suoi maggiori successi, come L'acqua, si affiancano: Sedimentalmente tuo, Mi è salita una mosca in macchina, Run run, Storia d'amore di un ricco signore, Governu italianu, Queun casinò, Giudice, C'ho la donna che mi mena, Une île, Blanche biche, Le déserteur, Il cavaliere d'argento, La femme honnête, Les canuts, Le calembour inutile, Storiella del vescovo, La princesse et le mariage, Quand je menais mes chevaux boire, Storiella del marocchino, Politiciens, Est presque l'automne, Storiella dello sfasciacarrozze, Fru fru, Nebbia, Alla valle, Casino, Mi faccio un fondo così, A Cormajo.

J'ai un amour, inedito fino al 2011, è presentato alla Saison Culturelle al Teatro Giacosa di Aosta.

La pittura e la scultura modifica

Thiébat è scultore e pittore per passione ma senza raggiungere i livelli del cantautorato. Dapprima artista figurativo, le sue opere pittoriche diventano gradualmente sempre più astratte e informali, grazie anche al contatto con l'avanguardia francese, i colori accesi si mischiano in composizioni complesse e caotiche, quasi apocalittiche: «uomo totalmente libero, ha cantato il Medioevo prossimo venturo (...) A differenza dei maestri storici dell'espressionismo informale, Enrico Thiébat dipinge per rappresentare, non per possedere solo la potenza della materia».[20] Sperimenta l'acquerello e l'acrilico, la tempera e l'olio, la china su carta e il collage, la tecnica mista. Anche le sculture, principalmente lignee e astratte, mescolano a volte materiali diversi. Spesso non dà titolo alle sue opere.

Note modifica

  1. ^ a b Gaetano Lo Presti, La protesta ha il morbillo (PDF) [collegamento interrotto], in L'école valdôtaine, n. 85, 2010, p. 32.
  2. ^ a b c d e f g h i Pier Luigi Thiébat, "Biografia", in Enrico Thiébat, Enrico Thiébat, 1999.
  3. ^ a b Claudio Magnabosco, "Gli anni dei centres culturels" in Il '68 e dintorni in Valle d'Aosta, dicembre 2003.
  4. ^ Tra i valdostani ricordiamo Maura Susanna.
  5. ^ In italiano Enrico la tromba, per la sua capacità di imitare il suono della tromba solo con le labbra. Cfr. Pier Luigi Thiébat, cit.
  6. ^ Del successo fu complice il riuscito spettacolo allestito da Dario Fo e Franca Rame nel quartiere Dora, che portò l'entusiasmo e l'apporto economico necessario alla campagna elettorale.
  7. ^ Elections piège-à-cons (letteralmente: Elezioni, trappole per beoni, in cui "con" è "idiota" in francese colloquiale) è uno degli slogan del maggio francese, usato anche in altre contestazioni. La visione categoricamente anarchica di Thiébat non poteva che dispiacere alla sinistra radicale, alla sua prima prova elettorale. Narra Maria Pia Simonetti a proposito di quel periodo:

    «So che eravamo diffidenti nei confronti delle istituzioni e però quando Enrico Thiébat, che era anarchico, scriveva sui muri Elections piège-à-cons ci sentivamo offesi (forse identificandoci subito con i cons); so che mentre negli altri partiti si mangiavano a vicenda per entrare in lista, da noi si faticava a trovare le persone disponibili le quali poi accettavano solo per senso del dovere.»

    Cfr. Alessandro Bortot, Elio Riccarand, Maria Pia Simonetti, cit..
  8. ^ Enrico Thiébat, Politiciens.
  9. ^ A suo modo di vedere, e con la terminologia dell'epoca, per cambiare il sistema culturale dal suo interno. Cfr. P.L. Thiébat, cit.
  10. ^ a b c d e Enrico Martinet, La Rai ricorda Enrico Thiébat, La Stampa, 31 dicembre 1992.
  11. ^ AA.VV., Tribù Italiche: Valle d'Aosta, a cura di Gaetano Lo Presti, n. 72, cit. in giornaledellamusica.it, www.giornaledellamusica.it, https://web.archive.org/web/20160306020051/http://www.giornaledellamusica.it/wmm/cd.php?id=74. URL consultato il 29 agosto 2012 (archiviato dall'url originale il 6 marzo 2016).
  12. ^ S. Ser., Enrico Thiébat muore nell'auto rovesciata, La Stampa, 15 dicembre 1992.
  13. ^ Il passaggio tra gli anni ottanta e novanta vede in Valle d'Aosta un susseguirsi di lotte, manifestazioni e occupazioni, che culminano nell'occupazione della Torre dei balivi da parte di Piloto io, sgomberata nel 1992. Il movimento anarchico valdostano si esaurisce in quegli anni. Cfr. Alessandro Bortot, Elio Riccarand, Maria Pia Simonetti, cit. e Gaetano Lo Presti, cit..
  14. ^ Thiebat chi? All'Espace populaire per ricordare e riscoprire l'artista valdostano, su gazzettamatin.com. URL consultato il 6 febbraio 2015 (archiviato dall'url originale il 6 febbraio 2015).
  15. ^ https://aostasera.it/notizie/cultura-e-spettacolo/thiebat-chi-nel-ventennale-della-morte-una-serata-lo-ricorda-allespace-populaire/
  16. ^ Redazione La Vallée Notizie, Serata in ricordo di Enrico Thiebat a trent’anni dalla sua scomparsa, su La Vallée Notizie, 10 dicembre 2022. URL consultato il 30 dicembre 2022.
  17. ^ Thiebat chi?, su Cittadella dei Giovani di Aosta. URL consultato il 30 dicembre 2022.
  18. ^ Dal libretto di La storia è questa! Il cabaret di Enrico Thiébat, 1999.
  19. ^ La jambe me fait mal, Tapazovaldoten.
  20. ^ Paolo Levi, "Il diario di Prometeo" in Enrico Thiébat, Enrico Thiébat, 1999.

Bibliografia modifica

  • Joe Vitale, Viaggio nell'etnomusica: tradizioni e nuove tendenze dai qawal alle tribù del XXI secolo: manuale di musica popolare, Ila Palma, 2006, p. 30.
  • Alessandro Bortot, Elio Riccarand, Maria Pia Simonetti, Movimento!: vicende e protagonisti della nuova sinistra valdostana dal 1968 al 2000, Le château, 2001, pp. 59–60 e 89-91. ISBN 8887214778
  • Marco Cuaz, Paolo Momigliano Levi, Elio Riccarand, Cronologia della Valle d'Aosta 1848-2000, Stylos, 2003. ISBN 8887775230
  • Enrico Thiébat, Enrico Thiébat, catalogo mostra, con un testo critico di Paolo Levi, Aosta: Tipografia valdostana, 1999.
  • Enrico Thiébat, La Storia è questa - Il cabaret di Enrico Thiébat, Aosta: Tipografia valdostana, 1999. (libretto allegato al documento sonoro - CD)
  • Enrico Thiébat, Il cabaret (libretto allegato al documento sonoro - audiocassetta dolby stereo)

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