Enrico di Württemberg

Enrico di Württemberg (Stoccarda, 7 settembre 1448Castello di Hohenurach, 15 aprile 1519) fu, dal 1473 al 1482, conte di Montbéliard.

Enrico di Württemberg
Conte di Montbéliard
Stemma
Stemma
In carica1473 –
1482
PredecessoreEberardo V
SuccessoreEberardo V
NascitaStoccarda, 7 settembre 1448
MorteCastello di Hohenurach, 15 aprile 1519 (70 anni)
DinastiaCasa di Württemberg
PadreUlrico V
MadreElisabetta di Baviera-Landshut
ConsorteAnna di Nassau-Dillenburg
ConiugiElisabetta di Zweibrücken-Bitsch
Eva di Salm
FigliEitel Enrico
Maria
Giorgio

Biografia modifica

Enrico era il secondo figlio maschio del conte Ulrico V di Württemberg-Stoccarda (14131480) e della seconda moglie Elisabetta di Baviera-Landshut (1419 - 1451). In quanto figlio cadetto Enrico venne avviato alla carriera ecclesiastica e nel 1464 egli divenne prevosto ad Eichstätt, con l'intenzione che egli avrebbe un giorno preso il posto di Adolfo II di Nassau come arcivescovo di Magonza.

A questo fine egli venne nominato vescovo coadiutore di Adolfo nel 1465; questo progetto era stato architettato dal potente elettore Alberto III Achille di Brandeburgo, che aveva dato in sposa la figlia Elisabetta al fratello di Enrico, Eberardo VI di Württemberg. Questo avrebbe permesso di legare saldamente l'Elettorato arcivescovile di Magonza al Margraviato di Brandeburgo e conseguentemente al partito filo-imperiale, capitanato appunto da Alberto Achille e a cui apparteneva anche il padre di Enrico, Ulrico V. L'arcivescovo di Magonza era uno dei sette elettori e per tale motivo aveva una considerevole influenza nel Sacro Romano Impero. Il progetto, in particolare, era diretto contro la famiglia Wittelsbach, nella figura dell'elettore palatino Federico I, che aveva umiliato Ulrico V nella battaglia di Seckenheim del 1462. L'arcivescovo di Magonza, però, non si trovò d'accordo con la parte che gli venne assegnata e si rifiutò di partecipare al piano.

Questa situazione condusse a quella che venne definita la "faida del coadiutore" del 1465 - 1467. Nel 1466 il conte Giovanni di Wertheim dichiarò aperta una faida contro Enrico, che continuò ad inasprirsi nel corso del tempo portando ad un conflitto armato tra i grandi principi dell'impero e quasi ad una guerra civile. In ultima istanza l'Elettore Palatino vinse il conflitto grazie alla propria azione diplomatica ed Enrico, assieme a tutti gli altri membri del Casato di Württemberg, rimase a bocca asciutta. Enrico venne in seguito compensato ricevendo il distretto di Bischofsheim, che infine restituì all'Elettorato di Magonza nel 1470.

Il trattato di Urach del 1473 mise nelle mani di Enrico la contea di Montbéliard e gli altri possedimenti di famiglia posti sulla riva sinistra del Reno. Nel corso di una disputa tra il duca Carlo il Temerario di Borgogna e l'imperatore Federico III, nel 1474, Enrico venne preso prigioniero da Carlo; la prigionia continuò fino al 1477 durante la quale Enrico fu trattato molto duramente e venne messa in scena anche una finta esecuzione.

Alla morte del padre, avvenuta nel 1480, Enrico reclamò la propria parte di eredità ed in particolare avanzò delle pretese sul Württemberg-Stoccarda; egli non riuscì nei propri intenti e il trattato di Reichenweier del 1482 lo obbligò a cedere Montbéliard al fratello Eberardo VI.

Nel 1490, suo cugino Eberardo I mise Enrico in stato di arresto, accusandolo di essere malato mentalmente. Nel 1492 l'imperatore Federico III nominò Eberardo I tutore legale di Enrico, tanto che, fino alla sua morte, Enrico e la moglie Eva di Salm vennero tenuti prigionieri nel castello di Hohenurach, sebbene fossero loro concesse sporadiche visite a Stoccarda.

Importanza modifica

Nel 1999 lo storico Klaus Graf tentò di riabilitare la figura di Enrico, che la storiografia del Württemberg aveva stigmatizzato come pazzo.[1] Egli, in particolare, evidenziò gli interessi intellettuali di Enrico, che poté desumere dalle sue collezioni di stampe e manoscritti.

Nel 2004, Felix Heinzer descrisse Enrico ed Eberardo I entrambi come amanti dei libri, basandosi su una recente scoperta di un libro di proprietà di Enrico.[2]

Matrimonio e discendenza modifica

Nel 1485 Enrico sposò la contessa Elisabetta di Zweibrücken-Bitsch, che morì due anni più tardi, il 17 febbraio 1487, pochi giorni dopo aver dato alla luce il figlio Eitel Enrico (nato l'8 febbraio 1487). In occasione del sacramento della Confermazione, nel 1493, il nome di Eitel Enrico venne cambiato in Ulrico, con il quale in seguito regnò come terzo Duca del Württemberg riunito.

Enrico si sposò nuovamente il 21 luglio 1488 con la contessa Eva di Salm, dalla quale ebbe due figli:

Enrico è quindi il fondatore della linea maggiore di Württemberg-Mömpelgard.

Ascendenza modifica

Genitori Nonni Bisnonni Trisnonni
Eberardo III di Württemberg Ulrico di Württemburg  
 
Elisabetta di Baviera  
Eberardo IV di Württemberg  
Antonia Visconti Bernabò Visconti  
 
Regina della Scala  
Ulrico V di Württemberg  
Enrico di Orbe Stefano di Montfaucon  
 
Margherita di Chalon-Arlay  
Enrichetta di Mömpelgard  
Marie de Chatillon, viscontessa di Blaigny Gaucher X de Chatillon, visconte di Blaigny  
 
Jeanne de Coucy  
Enrico di Württemberg  
Federico di Baviera-Landshut Stefano II di Baviera  
 
Isabella di Sicilia  
Enrico XVI di Baviera-Landshut  
Maddalena Visconti Bernabò Visconti  
 
Regina della Scala  
Elisabetta di Baviera-Landshut  
Alberto IV d'Asburgo Alberto III d'Asburgo  
 
Beatrice di Norimberga  
Margherita d'Asburgo  
Giovanna Sofia di Baviera-Straubing Alberto I di Baviera  
 
Margherita di Brieg  
 

Note modifica

  1. ^ Klaus Graf, "Graf Heinrich von Württemberg († 1519) – Aspekte eines ungewöhnlichen Fürstenlebens", in Sönke Lorenz, Peter Rückert (eds.), Württemberg und Mömpelgard 600 Jahre Begegnung. Montbéliard – Wurtemberg 600 Ans de Relations, Schriften zur Südwestdeutschen Landeskunde, vol. 26, Leinfelden-Echterdingen, 1999, pp. 107–20
  2. ^ Felix Heinzer, "Heinrich von Württemberg und Eberhard im Bart: zwei Fürsten im Spiegel ihrer Bücher", in Peter Rückert (ed.), Der württembergische Hof im 15. Jahrhundert: Beiträge einer Vortragsreihe des Arbeitskreises für Landes- und Ortsgeschichte, Stuttgart, Kohlhammer Verlag, Stuttgart, 2006, pp. 149–63

Bibliografia modifica

  • Klaus Graf, "3.1.1 Heinrich" in Sönke Lorenz, Dieter Mertens, Volker Press (eds.), Das Haus Württemberg. Ein biographisches Lexikon, Kohlhammer, Stuttgart, 1997, ISBN 3-17-013605-4, pp. 123–124;
  • Gerold Hayer, Ulrich Müller, "Flebilis heu maestos cogor inire modos: Gefängnis-Literatur des Mittelalters und der Fall des württembergischen Grafen Heinrich (1448–1519)", in Licht der Natur. Medizin in Fachliteratur und Dichtung. Festschrift für Gundolf Keil zum 60 Geburtstag, Göppingen, 1994, ISBN 3-87452-829-4, pp. 171–193;
  • Michael Bärmann, "Der Verfasser des Buches der Beispiele als Entrepreneur? Neuaufgefundene Lebenszeugnisse zu Antonius von Pforr", in Daphnis 37, 2008, pp. 381–408;
  • Paul Friedrich von Stälin (1880), "Heinrich I. (Graf von Württemberg-Mömpelgard)", in Allgemeine Deutsche Biographie (ADB), 11, Leipzig, Duncker & Humblot, pp. 627–628

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Collegamenti esterni modifica

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