Eoazara xerrii è un mammifero rinocerotide estinto, appartenente agli elasmoteriini. Visse nel Miocene superiore (circa 9 - 6 milioni di anni fa) e i suoi resti fossili sono stati ritrovati in Marocco.

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Eoazara
Cranio di Eoazara xerrii
Stato di conservazione
Fossile
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Sottoclasse Eutheria
Ordine Perissodactyla
Famiglia Rhinocerotidae
Genere Eoazara
Specie E. xerrii

Descrizione modifica

Questo animale era di grandi dimensioni, paragonabili a quelle dei più grandi rinoceronti attuali. Eoazara, tuttavia, era di corporatura più snella. Il cranio è lungo con un profilo concavo, e relativamente completo (manca la maggior parte dell'occipite). Si sono conservate la parte dentaria del lato sinistro e della maggior parte del lato destro. Sebbene relativamente completo, il cranio è stato schiacciato dorsoventralmente, tuttavia le proporzioni non sono state eccessivamente distorte dalla tafonomia. In vita, il cranio sarebbe stato più alto che lungo; la maggior parte delle suture craniche non sono rintracciabili, e ciò dimostra che si trattava di un esemplare maturo. L'osso nasale fuso è lungo e rigonfio, ma si assottiglia fino a un punto al suo margine anteriore verso le ossa premascellari. La superficie rugosa del nasale doveva sostenere un grande corno cheratinoso in corrispondenza di una tacca profonda, che tuttavia non era arretrata come in Hispanotherium. Sebbene non ci siano prove di un secondo corno sull'osso frontale, la sua assenza non può essere determinata in modo affidabile a causa del fatto che nei rinoceronti i secondi corni spesso lasciano solo deboli tracce sull'osso cranico. Le ossa premascellari sono lunghe e sottili e in stretta prossimità dell'osso nasale, separate da una distanza di soli 40 mm (una distanza molto più piccola che nei rinoceronti moderni). Il muso dell'animale doveva essere piuttosto affusolato e, a causa della mancanza del setto nasale, doveva assomigliare a quello del rinoceronte lanoso (Coelodonta antiquitatis). Le orbite si trovano a circa metà della lunghezza del cranio, a una discreta distanza dal corno nasale, con bordi orbitali prominenti; l'arco zigomatico è sottile.

Sebbene nella stessa località sia stato trovato materiale postcranico, la maggior parte di esso è di difficile identificazione a causa della scarsa conservazione e della presenza di altre specie di rinoceronti di dimensioni simili nell'area. Tuttavia due metapodi rinvenuti sono molto più dritti e snelli di quelli dei Dicerotini e sono stati quindi attribuiti a Eoazara.

Eoazara possedeva la tacca nasale meno profonda e l'osso nasale più ampio rispetto a "Hispanotherium" tungurense; rispetto a Iranotherium, invece, aveva un muso più corto, mentre si differenziava da Parelasmotherium per le sue orbite più anteriori, la fila dentale meno anteriore e la premascella più grande. Infine, si distingueva da Ningxiatherium per le sue dimensioni più piccole, per la completa mancanza di un setto nasale, per le ossa nasali più lunghe, per le orbite più anteriori e per alcune caratteristiche dei molari.

Scoperta e classificazione modifica

Eoazara xerrii venne descritto per la prima volta nel 2021, sulla base di fossili ritrovati nel bacino di Ouarzazate nei pressi di Skoura, in Marocco, in terreni risalenti al Miocene superiore.

Le prime descrizioni dei rinoceronti del Miocene superiore delle regioni di Skoura vennero pubblicate da Zouhri e colleghi nel 2012, tra cui cfr. Ceratotherium sp. e aff. Chilotherium sp.; quest'ultimo venne descritto sulla base dell'esemplare FSC-Sk-33, allora ritenuto premolare. Nel 2013 il dente, a quel punto ritenuto molare, venne re-identificato come appartenente a elasmoteriino indeterminato. Nella stessa zona erano attivi anche i cacciatori di fossili che scoprivano di tanto in tanto crani di altri mammiferi. Il cranio olotipo di Eoazara, l'esemplare FSC-Sk-250, venne acquistato da Serge Xerri a Rabat e venne portato alla Facoltà di Scienze Aïn Chock, a Casablanca. Successivamente venne trasportato a Parigi per la preparazione e restituito alla Facoltà. A questo genere è stato attribuito anche materiale postcranico (un metacarpo e un metatarso). Il nome Eoazara deriva dal greco "eo", che significa "antico", e dalla parola Amazigh per "rinoceronte", "azara". Il nome della specie onora Serge Xerri per aver donato il cranio dell'olotipo.

Analisi filogenetiche indicano che Eoazara era un rappresentante degli Elasmotheriinae, un gruppo di rinoceronti estinti strettamente imparentati alle forme attuali ma dotati di alcune caratteristiche dentarie e osteologiche notevolmente differenti. Di seguito è mostrato un cladogramma tratto dal lavoro di Geraads e Zouhri:


Elasmotheriinae

Rusingaceros leakeyi

Brachypotherium minor

Turkanatherium acutirostratum

Chilotheridium pattersoni

Victoriaceros kenyensis

Caementodon caucasicum

Hispanotherium beonense

Hispanotherium matritense

Begertherium grimmi

"Hispanotherium" tungurense

Iranotherium morgani

Eoazara xerrii

Parelasmotherium lingxiaense

Ningxiatherium euryrhinus

Ningxiatherium longirhinus

Elasmotherium sibiricum


Lo studio presenta un clade Elasmotheriinae monofiletico, con Eoazara in una posizione piuttosto derivata, tra Iranotherium e il clade formato da Parelasmotherium, Ningxiatherium ed Elasmotherium; tutte le altre forme africane occupano posizioni più basali all'interno dell'albero. I quattro generi esistenti di rinoceronti, insieme a Coelodonta, formano un clade gemello degli Elasmotheriinae.

Paleoecologia modifica

La dentatura di Eoazara suggerisce che l'animale potrebbe essere stato un pascolatore, mentre i metapodi suggeriscono uno stile di vita da corridore. Questo denota che Eoazara probabilmente abitava un paesaggio ampio e aperto, dove si nutriva principalmente di varie erbe. Questo stile di vita sarebbe coerente con il resto della fauna trovata vicino a Skoura, comprendente giraffe, struzzi, cavalli come Hippotherium, antilopi (come Prostrepsiceros e Skouraia) e il proboscidato Tetralophodon, tutti adatti a un ambiente simile alla savana. I carnivori sono rappresentati da felidi e coccodrilli.

Bibliografia modifica

  • Geraads, D.; Zouhri, S. (2021). "A new late Miocene elasmotheriine rhinoceros from Morocco". Acta Palaeontologica Polonica. 66. doi:10.4202/app.00904.2021.

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