Eulemur mongoz

specie di animali della famiglia Lemuridae

Il lemure mangusta (Eulemur mongoz), anche conosciuto come maki mongoz, è una piccola specie di lemure della famiglia Lemuridae, originario del Madagascar e introdotto nelle isole Comore. Questi animali arboricoli hanno un muso appuntito, code lunghe e cespugliose, e un mantello marrone scuro nella parte superiore del corpo, ventre chiaro e barbe, rossastre nei maschi e bianche nelle femmine. Vivono in gruppi familiari e si nutrono principalmente di frutta, ma si nutrono anche di foglie, fiori e nettare, come il nettare dell'albero di kapok che costituisce gran parte della loro dieta durante la stagione secca. La specie è diminuita drasticamente di numero a causa della distruzione dell'habitat e della caccia, e l'Unione internazionale per la conservazione della natura (IUCN) ha valutato il loro stato di conservazione come in Pericolo Critico.

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Lemure mangusta
Lemure mangusta allo zoo di Cleveland Metroparks
Stato di conservazione
Critico[1][2]
Classificazione scientifica
Dominio Eukaryota
Regno Animalia
Phylum Chordata
Classe Mammalia
Ordine Primates
Sottordine Strepsirrhini
Famiglia Lemuridae
Genere Eulemur
Specie E. mongoz
Nomenclatura binomiale
Eulemur mongoz
Linneo, 1766[3]
Sinonimi
  • Lemur albimanus É. Geoffroy, 1812
  • Lemur anjuanensis É. Geoffroy, 1812
  • Lemur cuvieri Fitzinger, 1870
  • Lemur dubius F. Cuvier, 1834
  • Lemur johannae Trouessart, 1904
  • Lemur mongoz Linnaeus, 1758
  • Lemur nigrifrons É. Geoffroy, 1812
  • Lemur houssardii Boitard, 1842
  • Prosimia brissonii Lesson, 1840
  • Prosimia bugi Lesson, 1840
  • Prosimia macromongoz Lesson, 1840
  • Prosimia micromongoz Lesson, 1840
  • Prosimia ocularis Lesson, 1840

Areale del lemure mangusta:[1]

     nativo

     introdotto

Descrizione modifica

 
Dimorfismo sessuale nella specie: maschio (sotto) e femmina (sopra)

Dimensioni modifica

Misura fino a 90 cm, di cui solo 35-40 spettano al corpo, mentre il resto è occupato dalla lunga coda pelosa: il peso è di circa 2 kg.

Aspetto modifica

La parte superiore del corpo è di color grigio scuro, quella ventrale è biancastra: sono presenti due macchie romboidali nere attorno agli occhi e zone di pelo bruno-ruggine sulla nuca e sulla testa. Le parti nude del corpo (muso, zampe).

Comportamento modifica

Si tratta di animali arboricoli, che vivono in gruppi familiari che consistono in una coppia con 1-5 giovani esemplari ancora non del tutto maturi. I membri di un gruppo stringono forti legami sociali fra loro tramite l'attività di grooming e li si trova sempre uniti, nei momenti di riposo come durante l'alimentazione. I vari gruppi si incontrano raramente, anche se spesso i vari territori si sovrappongono nelle zone di confine: in questi casi, i maki mongoz fanno sfoggio di una serie di rituali di minaccia, con versi ed atteggiamenti intimidatori ed un largo uso delle ghiandole per marcare i territori.

Il livello di attività dei vari gruppi varia con le stagioni: durante la stagione delle piogge (dicembre-aprile) i maki mongoz sono attivi soprattutto di giorno ed al crepuscolo, mentre durante la stagione secca (maggio-novembre) assumono abitudini maggiormente notturne.

Alimentazione modifica

Questi lemuri sono essenzialmente frugivori: durante la stagione secca, tuttavia, quando la frutta è poca, ripiegano anche su altro materiale vegetale, come fiori (in particolare quelli di kapok) e nettare.

Distribuzione modifica

Con una popolazione selvatica stimata fra i 1000 e i 10000 esemplari, questa specie abita la zona nord-orientale dell'isola, nella zona fra il fiume Mahavavy e la città di Antzohihy. Lo si trova anche sulle isole di Anjouan e Mohéli, nelle Comore.
Nel Madagascar colonizza le aree di foresta decidua secca, mentre nelle Comore vive nella foresta pluviale.

Conservazione modifica

La IUCN red list classifica questa specie come in pericolo critico.

Parte del suo areale ricade all'interno del Parco nazionale di Ankarafantsika.

Note modifica

  1. ^ a b (EN) Eulemur mongoz, su IUCN Red List of Threatened Species, Versione 2020.2, IUCN, 2020.
  2. ^ Checklist of CITES Species, su CITES, UNEP-WCMC. URL consultato il 18 marzo 2015.
  3. ^ (EN) D.E. Wilson e D.M. Reeder, Eulemur mongoz, in Mammal Species of the World. A Taxonomic and Geographic Reference, 3ª ed., Johns Hopkins University Press, 2005, ISBN 0-8018-8221-4.

Bibliografia modifica

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