Ferrovia San Vito al Tagliamento-Motta di Livenza

La ferrovia San Vito al Tagliamento-Motta di Livenza è stata una linea ferroviaria italiana che si diramava dalla Treviso-Portogruaro, in corrispondenza di Motta di Livenza, per innestarsi a San Vito al Tagliamento, sulla ferrovia Casarsa-Portogruaro. La linea, a semplice binario e non elettrificata, è dismessa.

San Vito al Tagliamento-Motta di Livenza
Stati attraversatiBandiera dell'Italia Italia
InizioSan Vito al Tagliamento
FineMotta di Livenza
Attivazione1913
Soppressione1967 / 1987
Precedenti gestoriFS
Lunghezza26,880 km
Scartamento1435 mm
ElettrificazioneNo
Ferrovie

Fu indicata anche come Casarsa-Motta di Livenza[1].

Storia modifica

 
La stazione di Motta di Livenza nel 1918

Fu aperta all'esercizio il 30 giugno 1913 a completamento della Treviso-Motta, come il coevo tronco Motta-Portogruaro, in direzione del Tagliamento e del confine orientale[2].

La linea ebbe la funzione di collegare l'Opitergino-Mottense (Oderzo e Motta di Livenza) direttamente con la linea per Udine passando dal nodo di Casarsa. Il motivo primario per cui se ne decretò la costruzione fu un'apposita richiesta dello stato maggiore dell'esercito italiano il quale necessitava di una linea ferroviaria per spostare velocemente le truppe lungo la sponda destra del Tagliamento nel caso di un conflitto contro l'Impero austro-ungarico.

Dopo la seconda guerra mondiale, a causa delle distruzioni subite dai ponti sulla Livenza, i quali originariamente erano stati costruiti a doppio binario ed ospitavano i percorsi affiancati delle due linee, le ferrovie per Portogruaro e per San Vito furono riunificate nei primi chilometri dopo Motta, separandosi presso il Bivio Livenza il quale fu posto in piena linea presso il casello al km 38 della linea Treviso-Portogruaro.

Fu danneggiata dall'alluvione del 4 novembre 1966[3]. A causa di questo evento, l'esercizio ferroviario fu dapprima sospeso, quindi riattivato verso la fine del mese, ed infine "sospeso temporaneamente" nel 1967[4]. La riattivazione non fu mai decretata e nel 1987 l'esercizio fu ufficialmente chiuso[4] con Decreto Ministeriale 1.10.1987 n. 107.T[3]. Fino al 1978, tuttavia, fu effettuato un servizio merci in regime di raccordo che veniva svolto da questa ferrovia per l'inoltro di carri nella stazione di Motta di Livenza da San Vito[4].

Anni 2000 modifica

 
La stazione di Sesto al Reghena nel 2014

Al 2010, la linea risulta ancora armata, sebbene sia oggetto di valutazioni per la sua riqualificazione come pista ciclabile. Una tratta ricadente nel territorio del comune di Annone Veneto è già stata trasformata in pista ciclabile nel 2007, in alcuni tratti in corrispondenza dei passaggi a livello, i binari sono stati ricoperti da asfalto, a Pravisdomini di fronte alla stazione è stata realizzata una rotonda stradale, e vari metri di binari sono stati rimossi. Nelle vicinanze della stazione di Annone Veneto, un casello è stato riconvertito ad abitazione privata e reca chiaramente il nome della stazione che si trova a poche decine di metri, mentre un cartello stradale posizionato nelle vicinanze al 2014 informa ancora che è bene prestare attenzione perché a pochi metri vi è un passaggio a livello privo di barriere.

Numerosi caselli abbandonati ma in buono stato di conservazione si trovano lungo tutta la linea; l'attuale armamento risulta sconnesso in alcuni tratti a causa del deteriorarsi delle traversine in legno.

Nei primi mesi del 2022 è stata completata la rimozione dei binari, effettuata dalla società Livenza Tagliamento Acque (avente sede lungo il tracciato della stessa ex linea ferroviaria).

Caratteristiche modifica

Stazioni e fermate
   
per Treviso
   
0+000 Motta di Livenza
   
per Portogruaro
   
Livenza (vecchio ramo)
   
Livenza
   
1+990 Bivio Livenza
       
per Portogruaro
 
 
confine Veneto-Friuli-Venezia Giulia
   
7+230 Annone Veneto
   
9+380 Pravisdomini
   
15+230 Chions-Azzano Decimo
   
19+680 Sesto al Reghena
   
per Portogruaro
   
26+880 San Vito al Tagliamento
   
per Casarsa

La linea era una ferrovia a binario semplice non elettrificato. Lo scartamento adottato fu quello standard da 1 435 mm. Le stazioni sono situate nelle immediate vicinanze dei centri abitati che dovevano servire. L'unica eccezione risulta essere la stazione di Sesto al Reghena che si trova lontano dal rispettivo centro abitato, a circa un chilometro dalla frazione di Marignana, al termine di una laterale dell'omonima via Stazione.

La lunghezza della linea era di 26,88 km[5].

Note modifica

  1. ^ Storia dei trasporti italiani, Volume 6, op. cit.
  2. ^ Ufficio Centrale di Statistica delle Ferrovie dello Stato, Prospetto cronologico dei tratti di ferrovia aperti all'esercizio dal 1839 al 31 dicembre 1926, in Trenidicarta.it, Alessandro Tuzza, 1927. URL consultato il 6 febbraio 2014.
  3. ^ a b Provincia di Pordenone. Lavori di realizzazione di una variante all'abitato di Pravisdomini. Archiviato il 29 maggio 2014 in Internet Archive.
  4. ^ a b c Il tender n° 70 - DLF Udine, coll. esterno.
  5. ^ Azienda autonoma delle Ferrovie dello Stato, Ordine Servizio n.173, 30 giugno 1913.

Bibliografia modifica

  • Francesco Ogliari e Franco Sapi, Storia dei trasporti italiani, Volume 6, 1966.

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