Forte Pramand

forte di Salbertrand

Il forte Pramand fu l'ultimo forte ad essere stato costruito nella conca di Bardonecchia (entrò in funzione nel 1905) e, grazie a ciò, aveva in dotazione alcuni accorgimenti innovativi migliori rispetto agli altri forti della zona di più vecchia costruzione (Forte Bramafam e Forte Föens). Inoltre era ed è raggiungibile con mezzi motorizzati tramite la Strada militare Fenil - Pramand - Föens - Jafferau che lo collegava al fondovalle ed agli altri forti della conca.

Forte Pramand
514ª Batteria G.a.F. del Pramand
Vallo Alpino Occidentale
Ubicazione
StatoBandiera dell'Italia Italia
Stato attualeBandiera dell'Italia Italia
RegionePiemonte
CittàSalbertrand
Coordinate45°03′53.77″N 6°50′28.65″E / 45.064936°N 6.841291°E45.064936; 6.841291
Mappa di localizzazione: Italia
Forte Pramand
Informazioni generali
TipoBatteria
Altezza2162 m s.l.m.
Inizio costruzione1905
MaterialeCalcestruzzo
Primo proprietarioMinistero della guerra italiano
Demolizionein parte nel 1947
Condizione attualeRovine
Proprietario attualeMinistero della difesa
Visitabilecon molta cautela
Informazioni militari
UtilizzatoreBandiera dell'Italia Italia
Funzione strategicaInterdizione e protezione
Termine funzione strategica25 giugno 1945
Armamento4 cannoni 149/35 A. in cupola corazzata tipo A.
D. Gariglio, M. Minola, Le fortezze delle Alpi Occidentali
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Struttura modifica

 
La posizione dell'osservatorio del Forte Pramand e della postazione semi-permanente, a strapiombo sul fondovalle
 
Pianta del Forte, con piano terra e primo piano

Il forte venne edificato sulla somma del monte Pramand, a picco sopra Pont Ventoux (comune di Salbertrand), e constava di un edificio in conglomerato di cemento a forma rettangolare e con volta ricoperta da reticolati (quindi con forma simile ai forti Paradiso e La Court al Moncenisio). L'edificio era a 2 piani, col piano superiore leggermente più piccolo di quello inferiore: questo era circondato da una galleria lungo tutto il lato protetto sulla quale si aprivano i locali "tecnici" quali magazzini, vani per gruppo elettrogeno e accumulatori, riserva di carburante. Nella parte centrale del piano terra vi erano le cucine, il deposito viveri e 3 camerate. Al piano superiore, di dimensioni inferiori rispetto a quello sottostante, vi era un corridoio parallelo al fronte di gola sul quale si aprivano le riservette per i 4 cannoni ed i pozzi in cui vi erano i pezzi di artiglieria. Al forte erano impiegati, come dotazione normale, 180 uomini.

A differenza dei forti della zona, durante la prima guerra mondiale i cannoni del Pramand non vennero asportati per essere utilizzati sul Fronte Orientale ma rimasero pronti per un eventuale utilizzo. Il forte era dotato di 4 cannoni tipo 149/35 A. non Montagna e montati a pozzo nei 4 buchi appositamente siti sul tetto della costruzione. I cannoni erano protetti da una cupola di acciaio spessa oltre 15 cm che poggiava su sfere che le permettevano una rotazione di 360° per battere la Valle della Dora di Cesana e la conca di Bardonecchia.

La polveriera del forte, posta in posizione arretrata e più protetta rispetto al forte, era collegata allo stesso tramite un corridoio sotterraneo di circa 150 m di lunghezza lungo il quale vi era una rotaia per il trasporto rapido dei proiettili. La polveriera, posta sotto i locali di spolettamento e caricamento dei proiettili al fondo della galleria, constava di 3 locali interrati in cui vi era il magazzino per la balistite e la polvere nera per la fabbricazione dei proiettili.

Arrivando dalla strada militare vi era, nei pressi del primo tornante della strada che arriva dal Colletto Pramand (2087 m s.l.m.), la postazione semi-permanente che, posta sullo spuntone roccioso a strapiombo sopra Pont Ventoux, poteva essere armata con altri 4 cannoni 149/35 Mod. 1901 che, normalmente, erano posti nei magazzini del forte. Alla sinistra delle piazzole vi era l'osservatorio del forte, in una postazione strategica in quanto molto mimetizzata con le rocce e la vegetazione circostante e raggiungibile tramite un sentiero in parte scavato in trincea.

Il forte oggi modifica

 
L'interno del corridoio al piano terra del forte nelle condizioni attuali; sulla sinistra ci sono gli ingressi dei vari locali, al fondo l'imbocco per la polveriera

In seguito alla sconfitta dell'Italia nella seconda guerra mondiale il forte, trovandosi a meno di 20 km dal confine con la Francia, dovette essere immediatamente disarmato e venne in parte fatto saltare per evitare ogni possibile riutilizzo (art. 47 del Trattato di Pace).

Attualmente il forte è in cattive condizioni di conservazione, il corridoio del piano terra è ingombro di macerie e detriti e le varie stanze sono praticamente inaccessibili. Al primo piano, raggiungibile con difficoltà grazie alla scala interna, si possono ancora vedere le riservette e le vecchie postazioni dei cannoni.

Sul tetto, raggiungibile tramite un sentiero sul fianco occidentale del forte, si vedono ancora chiaramente le quattro sedi in cui erano alloggiati i cannoni ed è ancora in posizione (per buona parte) il reticolato di protezione.

La galleria per la polveriera è in parte ostruita delle esplosioni ma, superato il blocco, si riesce ancora ad arrivare al locale di caricamento posto al termine. La polveriera invece è inaccessibile dal pozzo che la collegava al locale spolettamento, ma è raggiungibile dal sentiero esterno che, nei pressi della caserma diroccata del Colletto Pramand, sale al forte non sfruttando la strada militare.

Bibliografia modifica

  • Dario Gariglio, Mauro Minola, "Le fortezze delle Alpi Occidentali", vol.1, Edizioni L'Arciere, 1994, ISBN 88-86398-07-7
  • Marco Boglione, "Le strade dei cannoni. In pace sui percorsi di guerra", Blu Edizioni, 2003, ISBN 88-87417-68-7

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