Fortezza di Rastadt

fortezza di Rastadt, Germania

La fortezza di Rastadt (Bundesfestung Rastadt in lingua tedesca) era una fortezza costruita nei pressi della città tedesca di Rastadt e che consentiva la difesa anche della città di Baden. La fortezza, eretta dal 1842 e terminata un decennio dopo, ebbe un ruolo importante nella rivoluzione del Baden. Venne abbandonata nel 1890 e in gran parte distrutta successivamente.

Fortezza di Rastadt
Bundesfestung Rastadt
Le fortificazioni della città di Rastadt nel 1849
Ubicazione
Stato Confederazione Germanica
Granducato di Baden
Impero tedesco
Stato attualeBandiera della Germania Germania
LandBaden-Württemberg
CittàRastadt
Coordinate48°51′29.88″N 8°12′38.02″E / 48.8583°N 8.21056°E48.8583; 8.21056
Mappa di localizzazione: Germania
Fortezza di Rastadt
Informazioni generali
Costruzione1842-1856
Primo proprietarioEsercito tedesco
Condizione attualeParzialmente demolita
Proprietario attualeComune di Rastadt
Visitabile
Informazioni militari
Funzione strategicaDifesa delle città di Baden e Rastadt
Termine funzione strategica1890
voci di architetture militari presenti su Wikipedia

Antefatto modifica

Al 3 novembre 1815, i confini stabiliti dalla Conferenza di Pace di Parigi per le quattro potenze vincitrici (Austria, Gran Bretagna, Prussia e Russia) necessitavano di un'adeguata difesa, garantita dalla presenza di quattro fortezze predisposte per le città di Magonza, Lussemburgo e Landau e realizzate per volontà della Confederazione Germanica. Successivamente il progetto venne ampliato con ulteriori piazzeforti nell'Alto Reno per una spesa totale di 20.000.000 di marchi.[1] Tra il 1819 ed il 1824 venne costituita una commissione per gestire la costruzione delle fortezze composta da ingegneri provenienti dal Baden, dalla Baviera, dal Württemberg e dall'Austria che procedettero a stendere i primi progetti concreti.[2] L'Austria era intenzionata ad espandere la fortezza di Ulma, mentre la Prussia era più preoccupata di fortificare adeguatamente gli stati della Germania meridionale, che erano più vicini alla Francia, ed in particolare proposero la costruzione di una fortezza a Rastadt.

Nell'ottobre del 1836 il re del Württemberg, Guglielmo I, propose un compromesso nel costruire una fortezza che coprisse l'area di due centri abitati, Rastadt e la capitale. Ad ogni modo fu solo con la crisi del Reno del 1840/41 che la Confederazione Germanica comprese concretamente la necessità di difendersi adeguatamente dalla Francia e pertanto l'assemblea federale, il 26 marzo 1841, si accordò per costruire entrambe le fortezze.[3] Le fortificazioni di Rastatt vennero disegnate sul modello delle fortezze stellate Seicentesche, fornendo però in più anche un'armeria per l'VIII corpo d'armata di stanza nella zona.[4] Il Granducato di Baden ottenne il diritto di nominarne il governatore, il comandante in capo dell'artiglieria, mentre il geniere capo doveva essere nominato dall'Impero austriaco.

La costruzione modifica

 
La cava da cui vennero ricavate le pietre per la costruzione della fortezza si trova ad Eichelberg

I lavori per la costruzione della fortezza federale di Rastadt ebbero inizio il 15 novembre 1842 anche se le sue fondamenta vennero poste solo il 18 ottobre 1844 a causa di una serie di laboriose opere preparatorie. Queste includevano l'acquisto di parti di terra anche tramite requisizioni. Inoltre, le terre di proprietà comunale e granducale sulle quali la fortezza sarebbe sorta, comprendevano in tutto 345 proprietari diversi.[5]

La costruzione della fortezza rappresentò un notevole sforzo economico per l'intera area; la città di Rastadt avrebbe dovuto anticipare il denaro necessario a rate che poi sarebbe stato restituito dal governo.[6] Il tenente colonnello austriaco Georg Eberle venne nominato responsabile dei lavori della fortezza e quasi tutto lo staff proveniva come lui dall'Austria. I lavoratori impiegati (nel 1844 erano 4000[7]) si occuparono di espandere le infrastrutture municipali necessarie (polizia e servizi medici) necessari in loco, ma ovviamente il finanziamento dell'opera causò delle dispute tra la città, il granducato e le autorità militari federali.

La maggioranza dei materiali da costruzioni proveniva da una cava posta ad Eichelberg, presso Oberweier a 14,5 km di distanza,[8] con una capacità di estrazione di 400 metri cubi al giorno. Nella cava erano impiegati 400-1200 operai per i quali venne predisposto anche un accampamento nei pressi del luogo di lavoro. Oltre ai cittadini locali, vennero impiegati lavoratori dal Württemberg, dall'Austria, dal Sudtirolo e dall'Italia.[9] La costruzione era prevista in completamento per l'anno 1849, ma a causa dei problemi finanziari che si susseguirono e per lo scoppio della Rivoluzione del Baden vi furono ulteriori ritardi.

Nel 1848 la fortezza venne inaugurata con la nomina del primo governatore, il tenente generale Carl Felix von Lassolaye[10] anche se mancavano ancora alcuni lavori da portare avanti. Dopo la rivoluzione, i lavori ripresero nel 1850 e vennero effettivamente terminati in qualche modo solo nel 1852. Dopo diverse dispute che bloccarono ulteriori espansioni del progetto (in particolare tra Prussia ed Austria),[11] si può dire che il progetto sia stato completato definitivamente nel 1856.

La struttura modifica

La fortezza era costituita da tre parti distinte che potevano essere difese in modo indipendente:

  • Forte A "Fortezza di Leopoldo"
  • Forte B "Fortezza di Ludovico"
  • Forte C "Fortezza di Friedrich"

I tre forti erano collegati nello stesso ordine da:

  • "Connessione superiore"
  • "Connessione inferiore"
  • "Porto di Mezzo"

All'interno di questo nucleo della fortezza vi erano 30 opere di fortificazione totali. Al di fuori di questo primo anello si trovavano altre 47 punti fortificati.

La fortezza e la Rivoluzione del Baden modifica

La fortezza federale di Rastadt acquisì importanza politica e militare nel 1849 durante la Rivoluzione del Baden, evento nel corso del quale la guarnigione della fortezza si ammutinò e si sottomise al governo rivoluzionario insieme alla milizia locale. La reazione dei vicini stati reazionari non si fece attendere. Sotto la guida della Prussia, la rivolta fu repressa con la forza militare. Il memoriale di questo evento e un museo sull'importanza nazionale della rivolta in loco per la milizia e la popolazione del Baden si trova nel vicino castello di Rastatt.

L'ammutinamento dell'11 maggio 1849 modifica

Il 9 maggio 1849, alle 19:00, sulla piazza d'armi della fortezza di Rastadt ebbe luogo un'assemblea di soldati, a cui presero parte quasi tutti gli arruolati ed i sottufficiali dell'area. Sebbene la dirigenza militare locale avesse consigliato ai soldati di non prendere parte all'evento pena denunce e pene severe, di fatti non emisero mai un decreto di divieto assoluto di riunione. Il 10 maggio, vi fu un'altra assemblea di soldati presso il birrificio Gromer'sche, incontro nel quale gli artiglieri marciarono in formazione chiusa con sciabole sguainate e bandiere nere, rosse e dorate, quelle della Confederazione Germanica, ma anche dei rivoluzionari.

La mattina dell'11 maggio, il soldato Stark venne imprigionato per ordine del capitano von Renz nelle celle della caserma Leopold del 1º reggimento di fanteria del Baden, dal momento che questi aveva osato pronunciare in pubblico parole contro la gestione militare e l'élite politica che dirigeva il paese. I soldati del 1º e 3º reggimento di fanteria, così come gli operai della fortezza, si radunarono quindi davanti alla caserma intorno alle 10:00 del mattino e chiesero ufficialmente il rilascio del soldato Stark. Diversi ufficiali tentarono di calmare le truppe e di ristabilire l'ordine anche tramite minacce che però ebbero ben poco successo, anzi non fecero altro che portare ad un aumento delle tensioni. I soldati di guardia della caserma si rifiutarono di agire contro i loro commilitoni. Alla fine, Stark, venne rilasciato per ordine del comandante generale della compagnia.

Alle 13:00 gli uomini del 3º reggimento di fanteria si scagliarono ad ogni modo contro il governatore della fortezza, Wilhelm von Clossman, e contro altri ufficiali che finirono per cacciare gli insubordinati. Un assalto all'abitazione del comandante del 3º reggimento di fanteria, il colonnello Pierron, venne impedito solo grazie alla persuasione di un soldato di nome Haas, leader del club locale reggimento. Intorno alle 18:00 diversi tra soldati, cittadini e operai della fortezza si radunarono nuovamente davanti alla caserma Leopold. Ora questi chiedevano il rilascio del caporale Kehlhofer, accusato di insubordinazione e assenza non autorizzata dalla forza. Il colonnello Hoffmann venne ferito nel corso del tumulto da un sasso lanciato dai rivoltosi, mentre il colonnello Pierron riuscì a scappare solo a cavallo. I disordini a quel punto si erano già diffusi non solo presso la fortezza, ma nell'attigua città di Rastadt. Infine, il governatore tentò con uno squadrone di dragoni di disperdere la soldataglia, ma dopo un iniziale successo, cercò di parlare coi rivoltosi per giungere a una conclusione pacifica, ma ancora una volta gli vennero lanciate pietre e mattoni e ne uscì ferito e quindi i dragoni al suo seguito ritennero di dover agire, anche senza suo esplicito ordine. Singoli ufficiali vennero minacciati per strada e la casa del colonnello Pierron, che in precedenza era riuscito a fuggire, venne preso d'assalto. L'esercito era ormai senza un comandante, con von Clossmann e Hoffmann feriti e Pierron irreperibile. I capitani del piccolo contingente austriaco nella fortezza tennero uniti i loro uomini e rimasero isolati nella fortezza.

 
Cippo commemorativo agli insorti fucilati presso i fossati della fortezza a conclusione della rivoluzione del 1849

I rivoluzionari Gustav Struve e Karl Blind, che erano stati imprigionati dopo il Putsch di Struve del settembre del 1848, si portarono a Rastatt la notte tra l'11 ed il 12 maggio. Il 12 maggio anche in città scoppiarono delle rivolte contro diversi ufficiali e personale filo-governativo. Intorno alle 8:00 del mattino, il ministro della guerra del Baden, Friedrich Hoffmann, giunse alla fortezza da Karlsruhe. Quasi contemporaneamente, tre squadroni del 1º reggimento di dragoni del Baden al comando del colonnello Heinrich Wilhelm von Hinckeldey colpirono gli uomini in rivolta con un distaccamento di artiglieria. Il generale Hoffmann visitò le singole unità e chiese agli uomini di esporgli le loro lamentele. Oltre alla richiesta di una paga più elevata, venne chiesto che anche i soldati avessero diritto di essere rappresentati all'assemblea popolare che il 13 maggio era prevista a Offenburg, richieste queste che vennero entrambe accolte dal ministro. L'intervento governativo sembrò aver calmato gli animi, ma verso sera si ebbero ulteriori rivolte armate a causa delle voci di ammutinamenti in altre località, in particolare per l'avanzata delle truppe prussiane sul suolo badense. Il generale Hoffmann radunò il reggimento dei dragoni sulla Schlossgartenplatz. I ribelli riuscirono a impossessarsi del distaccamento di artiglieria del generale ed a prendere prigionieri i relativi artiglieri. I dragoni vennero ora minacciati con l'artiglieria da un lato e nel contempo li si invitava a fraternizzare coi rivoltosi. Anche il reggimento dei dragoni venne sciolto, ma il generale Hoffmann riuscì a fuggire da Rastadt con parte di questo reggimento e la maggior parte degli ufficiali. Gli ammutinati ora iniziarono a dare la caccia agli ufficiali e furono perquisite anche le case private. Ciò spinse la milizia di Rastadt ad intervenire per garantire la sicurezza dei cittadini. Pattuglie di miliziani e truppe ribelli riuscirono a ripristinare parzialmente la calma in città.

Il 13 maggio, i delegati eletti dei soldati Rastatt si recarono come previsto dagli accordi raggiunti all'assemblea pubblica di Offenburg. A Rastatt venne costituito un comitato di sicurezza guidato dai rivoluzionari che presero quindi possesso anche delle fortificazioni locali.

L'assedio dal 30 giugno al 23 luglio 1849 modifica

Il II Corpo d'Armata prussiano al comando del tenente generale Karl von der Groeben giunse a Rastadt il 30 giugno 1849. Dopo un assedio di tre settimane, la fortezza venne consegnata il 23 luglio 1849 nelle mani delle truppe della Confederazione Germanica. Il governo rivoluzionario cercò in questo modo di impedire un massacro della popolazione urbana. Tuttavia, i prussiani imposero severe sanzioni a coloro che vennero imprigionati e anche 19 condanne a morte mediante fucilazione nei fossati della fortezza. Uno dei fucilati era il maggiore Gustav Tiedemann, che era stato nominato governatore della fortezza di Rastadt.

La fortezza oggi modifica

 
Porta Karlsruhe
 
Porta Kehl
 
Casematte della fortezza

La fortezza di Rastadt venne abbandonata nel suo ruolo militare nel 1890,[12] dal momento che ormai aveva perso definitivamente il proprio ruolo di difesa di confine. Il sito venne venduto in gran parte nel 1892 alla città di Rastadt che lo utilizzò come fonte per materiale da costruzione. Dopo la sconfitta dell'Impero tedesco nella prima guerra mondiale, secondo l'art. 180 del trattato di Versailles, la Germania avrebbe dovuto atterrare tutte le proprie fortezze ad est del Reno lungo un corridoio di 50 miglia e così venne fatto con gran parte delle strutture.

Le casematte, sopravvissute alla demolizio,e sono oggi accessibili tramite visite guidate, assieme ad alcune strutture che si possono ancora notare sul sito.

Note modifica

  1. ^ Procès-verbal de la conférence de M. M. les plénipotentiaires des quatre puissances du 3. Novembre 1815 à Paris, Annexe B, Système défensif de la confédération germanique. Art. 10, dated 3 November 1815. In: Staatsarchiv des Deutschen Bundes, published by Johann Ludwig Klüber, Vol. I, 3rd Issue, Erlangen, 1816, pp. 389–391 online at Google Books
  2. ^ Müller, p. 499
  3. ^ Stampato da Philipp Anton Guido von Meyer: Corpus constitutionum Germaniae, oder Die sämmtlichen Verfassungen der Staaten Deutschlands, Frankfurt am Main, 1845, pp. 95–96 online at Google Books
  4. ^ v. Staatslexikon, p. 509.
  5. ^ Müller, p. 505
  6. ^ Fickler, p. 3
  7. ^ Dal 1843 al 1848 si alternarono in tutto 4000 lavoratori, che raggiunsero poi il numero di 6000 negli ultimi anni; Müller, p. 501
  8. ^ s. www.bundesfestung-rastatt.de; retrieved 22 November 2013, su bundesfestung-rastatt.de. URL consultato il 27 gennaio 2022 (archiviato dall'url originale il 4 marzo 2016).
  9. ^ Müller, p. 502
  10. ^ Entry online – Leo-bw; Entry in the Baden Biographies
  11. ^ Rößler, pp. 265–266
  12. ^ La Commissione per la Difesa dello Stato riunitasi a Berlino aveva già deciso la chiusura della fortezza dal 1887, ma l'ordine dal Gabinetto Imperiale pervenne solo il 4 marzo 1890. Karl Stiefel: Baden 1648-1952. Karlsruhe 1979, vol. 2, p. 1027.

Bibliografia modifica

  • Wolfgang Dreßen (ed.): 1848–1849. Bürgerkrieg in Baden: Chronik einer verlorenen Revolution. (Wagenbachs Taschenbücherei, 3). Wagenbach, Berlin, 1975, ISBN 3-8031-2003-9.
  • Gunther Hildebrandt: Rastatt 1849. Eine Festung der Revolution. (Illustrated historical issue No. 6, ed. by the Zentralinstitut für Geschichte der Akademie der Wissenschaften der DDR). VEB Deutscher Verlag der Wissenschaften, Berlin, 1976.
  • Albert Neininger: Rastatt als Residenz, Garnison und Festung. Selbstverlag, Rastatt, 1961.
  • Carl Schurz: Flucht aus der Festung Rastatt. Erinnerungen an die Badische Revolution. Mit einer Einführung von Helmut Bender. Waldkircher Verlagsgesellschaft, Waldkirch, 1983, ISBN 3-87885-086-7.
  • Rainer Wollenschneider, Michael Feik: Bundesfestung Rastatt. In Erinnerung an die Grundsteinlegung am 18. Oktober 1844. Schütz, Ötigheim, 1994, ISBN 3-925418-44-X.
  • Karl Alois Fickler: In Rastatt 1849. Mit einem Plane von Rastatt. Rastatt 1853 online at Google Books
  • Karl Leopold Frhr. Schilling v. Canstatt: Die Militärmeuterei in Baden. Die Ereignisse in Rastatt, Bruchsal, Karlsruhe, Lörrach, Freiburg, Gundelfingen, Krotzingen, Neustadt etc. enthaltend. Aus authentischen Quellen zusammengetragen von einem badischen Offizier. Karlsruhe, 1849. (Full text UB Frankfurt)
  • Carl von Rotteck, Carl Theodor Welcker: Staats-Lexikon – Encyklopädie der Staatswissenschaften. 3rd edn., 4th vol., Leipzig, 1860: Deutsche Bundeskriegsverfassung, B. Die Bundesfestungen, pp. 506–514. (online in der Google-Buchsuche)
  • Marco Müller: Die Bundesfestung Rastatt. In: Badische Heimat, Heft 4/2005, pp. 499–515
  • Karl Josef Rößler: Kampf um den Bau und die Besatzung der Festung Rastatt. In: Die Ortenau 42 (1962), pp. 264−273 online at the University of Freiburg
  • Hermann Kraemer: Rastatt im Revolutionsjahr 1848/49. Gedenkblätter zur Jahrhundertfeier. Rastatt, 1949.

Altri progetti modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN243849647 · GND (DE4464069-9