François Tuefferd

fotografo francese

François Tuefferd (Montbéliard, 30 maggio 1912Fontenay-lès-Briis, 17 dicembre 1996) è stato un fotografo e gallerista francese, figura singolare che ha mostrato il circo parigino in ogni sua condizione dagli anni Trenta agli anni Cinquanta ed ha realizzato stampe fotografiche nella sua camera oscura, ben nota ai molti fotografi della sua epoca, prima della seconda guerra mondiale.

Biografia

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Nato in una famiglia benestante, fu incoraggiato dal padre, medico, verso la fotografia di cui anch'egli era appassionato. Il fratello, Jean-Pierre, è stato sindaco di Montbéliard tra il 1959 e il 1965[1]. Fece i suoi studi al Lycée Louis-le-Grand di Parigi nel 1920. Nel 1929 lo troviamo in Tunisia nel suo primo viaggio in visita al fratello Jean-Pierre nei pressi di Hammamet, dove incontrò George Hoyningen-Huene. Due anni dopo, con la sua Leica, irreggimentato con gli Zuavi realizzò le riprese, oltre ai soldati, anche quelli della popolazione tunisina, fino ad allora, del tutto ignota dal punto di vista delle immagini[2].

Nel corso di una licenza, Hoyningen-Huene gli prestò la propria Rolleiflex perché facesse alcune fotografie alla parodia del film L'Atlantide di Georg Wilhelm Pabst ed apprezzandone il risultato, in autunno, invitò Tuefferd ad un stage presso la rivista Vogue a Parigi, dove approfondirà le tecniche di camera oscura, di ritocco e lavorazione dei prodotti pubblicitari[3]. Vogue e la tivista "Vu" pubblicarono molte sue immagini principalmente di moda e di accessori in cui compare anche Josephine Baker, ma al tempo stesso si convince che il suo destino non è in quel settore. Con l'aiuto di Hoyningen-Huene nel 1932 entra nel negozio laboratorio di Gustave Grenier e, dopo poco tempo, avrà come clienti Rogi André, Ilse Bing, Robert Capa, Ergy Landau, Man Ray. Proseguirà anche il suo lavoro come fotografo poiché espone nel 1935 alla Grenier cinquanta foto del transatlantico Normandie e qualche anno dopo France Soir ospiterà le sue foto sulla visità in Francia della moglie del Presidente degli Stati Uniti, Eleanor Roosevelt. Molte le riviste francesi nelle cui pagine furono pubblicate foto di Tuefferd sui più svariati argomenti[2].

Grazie all'eredità della nonna[2] fu possibile, per Tuefferd aprire, nel giugno del 1937 la galleria "Le Chasseur d'Images" in Rue du Bac al civico 46[4]. Fu la prima galleria interamente dedicata alla fotografia a Parigi[5] in cui egli fece esporre sia fotografi noti ma anche debuttanti e sconosciuti[6]. Il primo ad esporre proprio nel mese di giugno 1927 fu Emmanuel Sougez. Com'era uso all'epoca, le foto venivano appese direttamente al muro, senza cornici, così fece il tedesco Herbert List[7]. Anche Bill Brandt e Ilse Bing[8] hanno tenuto mostre personali in quella galleria. Con lo scoppio della guerra mnondiale anche la sua attività fu dapprima ridotta e nel 1943 fu chiuda del tutto. In questo periodo accolse Henri Cartier-Bresson, fuggito dalla Germania nazista, che lavorò per un periodo nella camera oscura di Tuefferd. Dopo il 1943 fu costretto a ritirarsi in una fattoria nei dintorni di Parigi e portava da mangiare agli amici in bicicletta. Ritornò a vivere a Parigi alla fine del 1944[2].

Al termine del conflitto mondiale, dopo aver affidato la galleria alla direzione di Geneviève Degomme, come reporter viene inviato dapprima in Alsazia e poco dopo in Tunisia dove rimase fino al 1949. Girò documentari sul Ramadam e sull'isola di Gerba. Dopo alcuni viaggi negli Stati Uniti per scopi pubblicitari dove aveva scattato foto per case automobilistiche, nel 1952 sposò una donna americana e nell'anno successivo si stabilì a New York ma contemporaneamente insorsero problemi di sakute che lo costrinsero a rinunciare alla fotografia. Mentre inizia a disegnare storie per bambini con disegni tratti dal vero e dalle sue foto, Edward Steichen sceglie una sua foto del circo per la grande mostra che verrà inaugurata al Museum of Modern Art di New York nel 1955, intitolata The Family of Man[2].

Nel 1968 incontrò la sua seconda moglie, Helen McDougall (1932-2016), di origini inglesi, nel corso di una tempesta di neve sul Mount Cardigan nel New Hampshire, stato in cui stabilirono la loro residenza e dalla quale ha avuto due figli, Max e Nanook.[9]. Negli ultimi anni, come egli stesso ha affermato, ha aperto i propri archivi fotografici per "scavare in un passato in cui le immagini raccolte nel corso degli anni giacevano dormienti"[2].

Gran parte delle fotografie di Tuefferd sono conservate presso la Biblioteca nazionale di Francia.

Tuefferd e il circo

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L'interesse principale cui ha dedicato migliata di scatti fotografici è senz'altro quello del circo. Iniziato verso la metà degli anni Trenta e proseguito nel corso dei primi anni della guerra, prima che Parigi cadesse in mano tedesca, e poi di nuovo al ritorno dall'Africa in Francia, seguendo con una piccola roulotte il "Cirque National" di tappa in tappa del suo tour attraverso il paese. Infine oltreoceano negli Stati Uniti con i circhi americani, passione che non si interruppe fino alla metà degli anni Cinquanta, quando la sua salute gli impedì di continuare a fotografare. La lettura dei suoi soggetti circensi è di tipo umanista[10] dove i trapezisti sono ripresi dal basso su fondo scuro, gli spettatori col collo allungato e apparentemente sorpresi dallo spettacolo, così come i dietro le quinte dei pagliacci, degli scorci di animali, ombre fuggenti, tende che paiono avvolgere ballerine e clown[2].

  1. ^ (FR) Thérèse Blondet-Bisch, Thomas Michael Gunther, Une traversée photographique du XXe siècle, in Créaphis, Bibliothèque de documentation internationale contemporaine, 2008, p. 143.
  2. ^ a b c d e f g (FR) Thomas Michael Gunther, François Tuefferd, in De Artibus Sequanis, 1993. URL consultato il 24 giugno 2024.
  3. ^ (FR) Dominique Baqué, Les Documents de la modernité: anthologie de textes sur la photographie de 1919 à 1939, in J. Chambon, 1993, p. 534.
  4. ^ (FR) Danielle Leenaerts,, Petite histoire du magazine Vu (1928-1940): entre photographie d'information et photographie d'art, in PIE Peter Lang, 2010, p. 100.
  5. ^ (FR) Christian Bouqueret, Blandine Chauvanne, La nouvelle photographie en France 1919-1939: Poitiers, in Musée Sainte-Croix, Musée Réattu, Musée de Carcassonne, 1986, p. 1935.
  6. ^ (FR) Thérèse Blondet-Bisch, Thomas Michael Gunther, Une traversée photographique du XXe siècle, in Créaphis, Bibliothèque de documentation internationale contemporaine, 2008, p. 98.
  7. ^ (FR) G. Brunon Guardia, Les Arts - Les Photographies de Herbert List, in L’Intransigeant, 16 giugno 1937, p. 2. URL consultato il 24 giugno 2024.
  8. ^ (EN) Larisa Dryansky, Edwynn Houk, Ilse Bing: photography through the looking glass, in H.N. Abrams, 2006, p. 25.
  9. ^ (EN) Helen Tuefferd Obituary, in The Boston Globe, 8 maggio 2016. URL consultato il 25 giugno 2024.
  10. ^ (FR) Marie de Thézy, Claude Nori, La photographie humaniste: 1930-1960, histoire d'un mouvement en France, in Contrejour, 1992, p. 234.

Bibliografia

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  • Henry Thétard (a cura di), La Merveilleuse Histoire du Cirque, Prisma, 1947
  • Christian Bouqueret, Blandine Chavanne, La Nouvelle Photographie en France 1919-1939, Musée de la ville de Poitiers, 1986
  • Thomas Michael Gunther, François Tuefferd, Chasseur d'Images, Paris Bibliothèques, 1993 - ISBN 978-2906869431
  • Collectif, Le cirque de François Tuefferd: Donation, photographies de 1938 à 1954, Réunion des Musées Nationaux, 1998 - ISBN 978-2711836611
  • Laure Beaumont-Maillet, Françoise Denoyelle, Dominique Versavel, 1945-1968 La photographie humaniste, Biblioteca nazionale di Francia, 2006 - ISBN 978-2717723670

Collegamenti esterni

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