Francesco Giani

vescovo cattolico

Francesco Parisio Giani (Novate Mezzola, 30 aprile 1641Vienna, 19 aprile 1702) è stato un vescovo cattolico italiano.

Francesco Parisio Giani
vescovo della Chiesa cattolica
 
Incarichi ricoperti
 
Nato30 aprile 1641 a Novate Mezzola
Ordinato presbitero2 febbraio 1673
Consacrato vescovo1º luglio 1697
Deceduto19 aprile 1702 (60 anni) a Vienna
 

Biografia modifica

Membro della facoltosa famiglia Giani[1] di Novate, originaria della Val Codera, fu vescovo e superiore di Sirmio nell'allora Regno d'Ungheria.

Figlio di Paolo Giani e Caterina Vanossi, si laureò in utroque iure all'università di Parma[2] il 2 giugno 1667 e fu ordinato prete il 2 febbraio 1673 a Vienna[3], dov'era giunto come maestro di Camera di Mario Alberizzi[4], arcivescovo di Neocesarea del Ponto e nunzio presso l'imperatore Leopoldo I d'Asburgo, succeduto al precedente nunzio, pugliese come lui, Antonio Pignatelli.

L'11 giugno 1678 Francesco Giani fu nominato ,dallo stesso imperatore, prevosto di San Michele arcangelo a Csorna e vescovo di Sirmio, ma la conferma pontificia di quest'ultima carica arrivò il 1 luglio 1697 da papa Innocenzo XII. Va precisato che il vescovo Franz Jany[5] non raggiunse mai la sua residenza episcopale[6], in quanto diocesi in partibus infidelium dominata dai turchi e risiedette principalmente a Vienna.

Francesco Giani fu un generoso e attivo benefattore di chiese in tutta la Valchiavenna. Fece ristrutturare e decorare a proprie spese, in un esempio di architettura barocca, la chiesa parrocchiale della Santissima Trinità a Novate Mezzola (con affreschi ad opera di Giulio Quaglio)[7] e Santa Maria di Borgonuovo a Chiavenna, finanziò la costruzione del quadriportico davanti alla collegiata di San Lorenzo a Chiavenna da maestranze di Cevio e della scalinata con balaustre in pietra ollare che sale verso la facciata del Santuario lauretano di Dragonera.

Il vescovo Giani morì di tisi nell'aprile del 1702 in casa della vedova Cosmoverin, nel distretto viennese di Landstraße e venne sepolto nella vicina chiesa Agostiniana.

Leopoldo I creò il nipote di Francesco, Giacomo Ferdinando Giani[8], Barone di Valpo (Valpó in magiaro) nel 1704, con estensione del titolo nobiliare ungherese a madre, fratelli, sorelle e loro discendenti in linea sia maschile che femminile.[9]

Il palazzo in cui nacque Francesco Giani è ancora presente a Novate Mezzola, nella piazza a lui dedicata[10].

Note modifica

  1. ^ Bollettino del centro studi storici valchiavennaschi, CLAVENNA, XLIV - 2005, pp. 72-75.
  2. ^ Il giovane Francesco studiò ivi grazie all'intercessione del cardinale Girolamo Farnese, in rapporti d'amicizia col padre Paolo. Il prelato, allora incaricato della nunziatura agli Svizzeri, fu infatti ospitato nel 1639 presso l'osteria dell'Angelo di Novate, di proprietà dei Giani.
  3. ^ o forse a Bratislava
  4. ^ Girolamo Farnese era lo zio materno di Mario Alberizzi
  5. ^ Germanizzazione del nome di Francesco Giani
  6. ^ La cui sede, al tempo, era ubicata nella cittadina di Ilok. Nello stesso anno 1697 al comasco Livio Odescalchi fu attribuito da Leopoldo I il ducato di Sirmio e Sava, come compensazione per l'aiuto di suo zio, papa Innocenzo XI, nella guerra austro-turca. Sede del ducato era proprio il castello di Ilok e, anche se l'Odescalchi non vi mise mai piede, si possono presupporre intrecci politici e conoscenze tra lui e il vescovo Jany .
  7. ^ Artisti che operarono nella chiesa della SS Trinità, su lombardiabeniculturali.it.
  8. ^ figlio di Gian Giacomo Giani e di Filomena Calderari, nacque a Chiavenna il 28 agosto 1669
  9. ^ Va puntualizzato infatti che non solo Francesco gravitò intorno alla corte imperiale di Vienna, ma anche due dei suoi fratelli e un nipote: Paolo, Giovanni e il già citato Giacomo Ferdinando (o Ferrante). Il primo fu capitano dell'esercito ungherese e in seguito fu nominato prevosto di Sant'Ireneo dallo stesso Leopoldo I. Giovanni fu consigliere imperiale e dal 1685 abate mitrato di San Michele arcangelo di Batha nella diocesi di Pécs. G.Ferdinando, dopo gli studi a Milano, raggiunse gli zii a Vienna e venne ordinato prima abate dell'abbazia di Santa Croce de Mura e, dopo poco, abate mitrato di San Michele arcangelo, già dello zio Giovanni, deceduto nel 1694. Venne successivamente nominato vescovo di Smederevo nel 1713 da Carlo VI e morì nel 1727 a Bátaszék, in seguito alle torture subite dai turchi.
  10. ^ piazza Francesco Giani de Valpo, su google.it.

Bibliografia modifica

  • Bollettino del centro studi storici valchiavennaschi, CLAVENNA, XLIV - 2005, pp. 71 - 90

Collegamenti esterni modifica

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