Ghar Wapsi (hindi: घर वापसी) è un'espressione della lingua hindi che fa riferimento al programma di conversione religiosa all'induismo e in minor misura al sikhismo, subìto dai seguaci dell'islam, del cristianesimo e di altri culti minoritari, sotto la spinta dei nazionalisti indù. Tale pratica è promossa dal Vishva Hindu Parishad (Consiglio Mondiale Induista), dalla milizia Rashtriya Swayamsevak Sangh (Organizzazione Volontaria Nazionale) e più in generale dai sostenitori dell'hindutva, l'ideologia di estrema destra che supporta i valori della tradizione indù e avversa il laicismo. La locuzione letteralmente significa "Ritorno a Casa" e si riferisce all'idea che tutti gli abitanti dell'India siano atavicamente indù e quindi la conversione alla religione induista non è altro che un ritorno alle proprie radici ancestrali.[1] Infatti l'islam si diffuse in India soltanto durante i tre secoli di dominazione Moghul.[2] Invece la fede cristiana si sparse nel Subcontinente Indiano grazie ai missionari occidentali, talvolta con atti di semplice evangelizzazione, oppure mediante azioni intimidatorie e coercitive.[3] Oggi soventi sono i casi di discriminazione delle minoranze che rifiutano di convertirsi e tornare alla fede induista.[4]

Conversioni di massa

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Andhra Paradesh e Telangana

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Nel 2014, anno di insediamento del nuovo governo nazionalista guidato dal Bharatiya Janata Party, in soli sei mesi oltre 8.000 persone in Andhra Pradesh e Telangana sono state riconvertite all'induismo, sotto l'egida del programma Ghar Wapsi del Consiglio Mondiale Induista. Oltre mille famiglie hanno subìto la conversione soltanto a Hyderabad.[5]

Uttar Pradesh

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I gruppi dell'estrema destra indù hanno affermato di aver convertito una cinquantina di famiglie musulmane all'induismo ad Agra nel dicembre 2014. La Commissione per le minoranze dello stato settentrionale ha tuttavia dichiarato che l'atto di conversione risulta in realtà una frode in quanto le persone coinvolte appartengono a famiglie disagiate condotte con l'inganno al rito di iniziazione e continuando a praticare l'islam la loro conversione non può di certo considerarsi effettiva.[6]

Nel 2015 presso lo Stato indiano nord-occidentale del Punjab, circa 17000 cristiani sono stati riconvertiti alla fede induista.[7] Negli anni immediatamente precedenti ancora nel Punjab, 8000 seguaci del cristianesimo sono invece stati convertiti alla religione sikh, grazie all'intervento dei miliziani della RSS.[8]

Bengala Occidentale

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Sempre nel 2015 il Bengala Occidentale è stato teatro della conversione all'induismo di più di un centinaio di cristiani nel distretto di Birbhum.[9] Tre anni più tardi i nazionalisti indù si occuparono invece della conversione di un'intera famiglia musulmana composta da sedici persone. I sostenitori dell'hindutva presenti nella regione hanno inoltre chiesto alla popolazione induista di fare più figli per sopperire al calo demografico che li vede perdere terreno nei confronti degli islamici.[10]

Chhattisgarh

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1.200 famiglie cristiane tornano all'induismo tra il 19 e 20 novembre 2021 sotto la guida di Prabal Pratap Singh Judev, segretario di Stato del Bharatiya Janata Party. I resoconti suggeriscono che queste famiglie di umili origini si erano convertite alla religione cristiana tre generazioni fa. Come spesso accade in questi casi, i missionari li avrebbero persuasi a convertirsi con il pretesto del sostegno finanziario e di una migliore qualità della vita.[11]

  1. ^ Conversione programmata, su lanuovabq.it.
  2. ^ L'impero Moghul e la diffusione dell'islam, su treccani.it.
  3. ^ Cristianesimo in India (PDF), su senato.it.
  4. ^ Persecuzione religiosa, su unavocenelsilenzio.it.
  5. ^ Ghar Wapsi in Andhra Pradesh e Telangana, su deccanchronicle.com.
  6. ^ Conversione di Agra del 2014, su indiatoday.in.
  7. ^ Cristiani del Punjab convertiti all'induismo, su economictimes.indiatimes.com.
  8. ^ Cristiani convertiti al sikhismo, su firstpost.com.
  9. ^ Cristiani convertiti in Bengala Occidentale, su indiatoday.in.
  10. ^ Conversione dei musulmani nel Bengala Occidentale, su indianexpress.com.
  11. ^ I convertiti di Chhattisgarh, su opindia.com.

Voci correlate

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