Giorgio Agosti

magistrato, partigiano e antifascista italiano (1910-1992)

Giorgio Agosti (Torino, 17 ottobre 1910Torino, 20 maggio 1992) è stato un magistrato, partigiano, antifascista e dirigente pubblico italiano.

Giorgio Agosti (a destra), questore di Torino in Piazza Vittorio a Torino, 6 maggio 1945

«Tra le persone che ho conosciuto nella mia vita [...] Giorgio Agosti appartiene a pieno diritto al "nobile castello" cui ho dato il nome di "Italia civile"»

Biografia modifica

Infanzia e formazione modifica

Giorgio Agosti nacque nel 1910 da Mario Agosti, medico e consulente specializzato in traumatologia, e Cristina Garosci, traduttrice dal polacco per numerose case editrici come Rizzoli, Fabbri ed Einaudi, nonché studiosa di letteratura francese. Frequentò il Liceo classico Massimo d'Azeglio a Torino, noto per alcuni prestigiosi insegnanti, tra cui Umberto Cosmo, Zino Zini, Augusto Monti, e Franco Antonicelli, che influenzarono la formazione politica dei loro studenti. Al liceo d'Azeglio in quel periodo si trovarono unite alcune delle più rilevanti figure intellettuali del nostro paese; Agosti infatti fu compagno di classe di Norberto Bobbio e Leone Ginzburg e negli stessi anni frequentarono la scuola Vittorio Foa e Giulio Einaudi. Agosti conseguì il diploma nell'autunno del 1927. Successivamente si iscrisse alla facoltà di giurisprudenza presso l'Università degli Studi di Torino dove insegnavano figure di antifascisti come Gioele Solari e Francesco Ruffini. Lì incontrò i fratelli Alessandro Galante Garrone e Carlo Galante Garrone, con i quali restò in contatto per sessantacinque anni. Tramite Sandro, conobbe anche Dante Livio Bianco, con cui ci fu subito intesa, ma la conoscenza si approfondì solo nei mesi che precedettero l'entrata dell'Italia in guerra nel 1939. Alessandro Galante Garrone scrisse del loro legame: "nacque fra noi un'amicizia di ferro; fatta, in quei giorni e mesi così tragici e ansiosi, di felici abbandoni, ma soprattutto cementata da una solidarietà morale, che sarebbe durata fino alla fine"[1].Nel 1930 si recò insieme alla madre in Polonia per il suo primo viaggio di studio. Egli fin da bambino imparò ad amare la Polonia grazie agli insegnamenti della madre e fu considerata da lui sempre come la sua "patria spirituale". Si laureò insieme a Sandro il 12 luglio 1931 e nell'autunno iniziarono il servizio militare, dopo il quale Agosti iniziò l'attività di magistrato prima a Vercelli e poi stabilmente a Torino dal 1938.

Antifascismo e magistratura modifica

Giorgio Agosti nei primi anni della guerra si spostò continuamente, per non abbandonare il suo lavoro da magistrato in tribunale, tra Torino e Torre Pellice, ospitato da Mario Alberto Rollier, con cui Agosti instaurò un forte legame grazie a Maria Luisa Castellani (detta Nini), divenuta sua moglie nel 1941.

Tramite il cugino Aldo Garosci, Agosti venne in contatto con il gruppo di Giustizia e Libertà, per cui si impegnò a diffondere la stampa clandestina tra Parigi e Torino fin dal 1932.

Quando l'Italia entrò in guerra, Agosti era giudice al Tribunale di Torino. Nel 1942 sfollò a Torre Pellice con la moglie per sfuggire ai bombardamenti in corso sulla città di Torino, pur continuando a recarsi nel suo ufficio; qui nacque il primo figlio Aldo. Nel 1947 nacque la seconda figlia, Paola.

Agosti prese parte alla Resistenza italiana, di cui divenne esponente di spicco, opponendosi in ogni modo al fascismo, sia militarmente che civilmente.

Nel 1942, Giorgio Agosti fu tra i fondatori a Torino del Partito d'Azione. Inoltre, sin dagli esordi della Resistenza, venne nominato commissario politico regionale.

Successivamente all'8 settembre 1943, la casa di Ada Gobetti divenne il ritrovo di alcuni esponenti di spicco del Partito d'Azione Ernesto Rossi, Leone Ginzburg, Vittorio Foa, Franco Venturi e dello stesso Agosti. Trasferirono in seguito il luogo delle loro riunioni a Torre Pellice, cui si aggiunsero Mario Andreis, Gian Luigi Banfi e Paolo Diena.

In questo periodo egli diresse la Resistenza in Piemonte, sfuggendo ai tentativi di arresto e svolse un'importante opera di organizzazione delle formazioni.

Tra il 14 marzo 1944 e l'8 giugno 1945 fu capo di stato maggiore del comando regionale Giustizia e Libertà, in principio con Duccio Galimberti, poi dopo l'uccisione di Duccio, con Dante Livio Bianco, e mantenne questo incarico fino alla Liberazione. Testimonianza di questa profonda amicizia e proficua collaborazione tra montagna e città furono le numerose lettere inviate: "Questa lotta, proprio per questa sua nudità, per questo suo assoluto disinteresse, mi piace. Se ne usciremo vivi, ne usciremo migliori; se ci resteremo, sentiremo di aver lavato troppi anni di compromesso e di ignavia, di aver vissuto almeno, per qualche mese, un preciso imperativo morale".

Nel frattempo, tramite il cugino Aldo Garosci, Agosti venne in contatto con il gruppo di Giustizia e Libertà, per cui si impegnò a diffondere la stampa clandestina tra Parigi e Torino fin dal 1932. Nel 1942 fu tra i fondatori del Partito d'Azione; dall'8 settembre 1943 protagonista della Resistenza come commissario politico regionale delle formazioni GL. Alla fine della guerra venne nominato dal CLN questore di Torino liberata, carica che mantenne fino al 1948 quando la lasciò per sua scelta.

Nel dopoguerra divenne dirigente efficiente e innovativo prima della SIP (Società Idroelettrica Piemonte), poi, con la legge di nazionalizzazione dell'industria elettrica privata, dal 1963 all'Enel con la carica di vicedirettore del compartimento di Torino (Piemonte-Liguria-Valle d'Aosta), che mantenne fino al 1973. Per molti anni, in rappresentanza dell'ENEL, è stato componente il Comitato amministratore del Fondo pensioni per i dipendenti dell'ENEL e delle Aziende elettriche private presso l'INPS centrale.

Agosti si distinse soprattutto nell'attività politico-culturale per la città di Torino che, nel 1976, gli conferì la cittadinanza onoraria; in particolare si adoperò per tenere viva e operante l'eredità della Resistenza e dell'antifascismo. Nel 1947 collaborò alla fondazione dell'Associazione GL, per cui si impegnò nella pubblicazione del periodico Resistenza uscito fino al 1970; dal 1961 ricoprì la carica di vicepresidente del Centro studi Piero Gobetti; nel 1972 venne nominato presidente del Museo nazionale del Risorgimento italiano e nel 1974 presidente dell'Istituto storico della Resistenza in Piemonte, dal 2004 a lui intitolato.

Agosti coltivò anche la passione per gli studi storici e curò edizioni di opere di antifascisti e partigiani: con Franco Venturi il diario di Dante Livio Bianco[2]; con Alessandro Galante Garrone l'epistolario e i diari di Piero Calamandrei[3] e parte degli scritti di Gaetano Salvemini[4]. Nel 2005 il figlio, lo storico Aldo Agosti, ne ha curato la pubblicazione del diario, che copre oltre un trentennio[5].

Note modifica

  1. ^ L'indice dei libri del mese. Gennaio 1991,anno VIII N.1,libre 7.000
  2. ^ Dante Livio Bianco, Guerra partigiana: raccolta di scritti, Einaudi, Torino, 1954.
  3. ^ Piero Calamandrei, Lettere 1915-1956, La Nuova Italia, Firenze, 1968 e Piero Calamandrei, Diari, La Nuova Italia, Firenze, 1982.
  4. ^ Gaetano Salvemini, Scritti vari 1900-1957, in G. Salvemini, Opere, vol. VIII, Feltrinelli, Milano, 1978.
  5. ^ Dopo il tempo del furore. Diario 1946-1988, a cura di Aldo Agosti, Einaudi, Torino, 2005.

Collegamenti esterni modifica

Controllo di autoritàVIAF (EN79157873 · ISNI (EN0000 0001 0919 1948 · SBN RAVV044933 · BAV 495/120919 · LCCN (ENn83225944 · GND (DE11912310X · BNF (FRcb13594534z (data) · J9U (ENHE987007386551905171 · WorldCat Identities (ENlccn-n83225944
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