Giovanni Lauda

architetto e designer italiano

Giovanni Lauda (Napoli, 17 febbraio 1956) è un architetto e designer italiano.

Giovanni Lauda

Giovanni Lauda ha contribuito al dibattito e alla narrazione sul design italiano svolgendo attività didattica e conferenze e scrivendo di architettura e design per numerose riviste in Italia e all’estero. Vive a Milano e lavora nella ricerca, nel campo del Product e dell’Interior Design.

Biografia modifica

Dopo la laurea in Architettura a Napoli, si trasferisce a Milano dove frequenta la Domus Academy, allora diretta da Andrea Branzi, conseguendo il Master in Design con il progetto sulla scenografia urbana[1][2].

La sua collaborazione con la rivista di design Modo nata già prima del suo trasferimento a Milano, continua fino alla fine degli anni '80 e nel 1987 esce sul mercato il suo primo prodotto, la sedia Hydra per Sedie & Company.

Dal 1988 fino al 1991 lavora nello studio milanese di Massimo Morozzi, tra i fondatori di Archizoom, progettista per Cassina e art director di Edra.

Nel 1992 apre, insieme al designer Dante Donegani, lo studio D&L a Milano. Studio che lo vedo impegnato a ricerche sul tema dell'abitare attraverso mostre, allestimenti e prodotti[3] che ottengono riconoscimenti in Italia e all' estero.

Ha collaborato con Andrea Branzi alla cura della mostra Il Design italiano 1964-1990[4] alla Triennale di Milano nel 1996 e l'anno successivo progetta la Casa a scomparsa[5], ipotesi di casa fluida e reversibile non più divisa per ambienti funzionali, verrà realizzato solo successivamente, nel 2001, all’interno della mostra “Italia e Giappone, Design come stile di vita[6] a Yokohama e Kobe, a cura di Andrea Branzi con l’allestimento di Toio Ito. Mostra che lo vede impegnato anche nella veste di curatore per il settore casa.

L'anno seguente si rivelerà un anno fortunato. Infatti è nel 1998 che vede la luce il progetto della chaise longue Passepartout, prodotta da Edra, che nel 2003 entra nella collezione permanente del M.O.M.A. di San Francesco e del Museo del Design della Triennale di Milano. Nel 2005 verrà inoltre esposta alla Royal Academy of Arts di Londra.

La ricerca di una nuova relazione tra la casa e prosegue con i mobili Compact per Radice del 2000[7]. Nel 2004 il progetto La casa liberata[8][9] sulla riorganizzazione degli spazi domestici attraverso la miniaturizzazione delle componenti tecniche, la virtualizzazione di alcune attività e l’introduzione di alcuni servizi in sostituzione dei prodotti, è esposto alla Biennale di Venezia di Architettura dedicata al tema Metamorphosis.

Nel 2006 ha curato, per il CERSAIE di Bologna, il concept e l’allestimento della mostra Ceramic springs. Sorgenti ceramiche sul tema del benessere nell’ambiente multifunzionale e sofisticato del bagno.

Nel 2008 negli spazi dell‘ex Ansaldo di Milano ha curato la mostra Living Kitchen, per Veneta Cucine ed Electrolux, sui cambiamenti della cucina e del suo spazio.

Nel 2009 ha allestito la mostra Dritto e rovescio a cura di Nicoletta Branzi e il collettivo Do-knit-yourself alla Triennale di Milano.

Dal 2002 al 2004 ha tenuto la rubrica Progetto design sulla rivista Interni e nel 2021 ha pubblicato Il design è come un panda?[10], una storia del design italiano dal 1980 al 2020.

Riconoscimenti modifica

Nel 2005 la lampada Lisca, prodotta da Rotaliana vince un iF design award.

Nel 2008 MultiPot di Rotaliana è selezionato per il Compasso d’oro ed è descritto come esempio di lampada innovativa multifunzionale[11]

Nel 2009 La ricerca Living Kitchen. Nuovi standard in cucina per Veneta Cucine ed Electrolux è selezionata per l’ADI Index 2009.

Nel 2019 la lampada fonoassorbente Eden di Rotaliana riceve il Good Design Award.

Note modifica

  1. ^ Andrea Branzi e Dario Moretti, La Quarta Metropoli: Design e cultura ambientale = The fourth metropolis: design and environmental culture, Domus Academy, 1990, ISBN 978-88-7184-005-5.
  2. ^ Designers for Bergamo #Donegani E Lauda, su Adobe Spark. URL consultato il 22 febbraio 2024.
  3. ^ Donegani & Lauda, la casa fredda - the cold house: = Donegani & Lauda, the cold house, collana Top.ten, Forma, 2013, ISBN 978-88-96780-41-1.
  4. ^ Il design italiano, 1964 - 1990: un museo del design italiano; [26 febbraio - 10 maggio 1996, 27 giugno - 31 ottobre 1996], Electa, 1996, ISBN 978-88-435-5375-4.
  5. ^ Italy - contemporary domestic landscapes 1945 - 2000, Skira, 2001, ISBN 978-88-8118-958-8.
  6. ^ Giovanni Lauda e AA.VV., Casa, in Italia e Giappone. Design come stile di vita, Nihon Keizai Shimbun Inc, 2001.
  7. ^ Francesca Picchi, Dalla scrivania alla postazione di lavoro. Mobili per nascondere il computer, in Domus, n. 819, 1999.
  8. ^ Giovanni Lauda, Abitare meno, abitare meglio: design tra professione, ricerca e didattica, Alinea, 2012, ISBN 978-88-6055-693-6.
  9. ^ Francesca Picchi, La casa liberata, in Domus, n. 884, 2005.
  10. ^ Giovanni Lauda, Il design è come un panda? il design italiano, 1980-2020, Prima edizione, LetteraVentidue, 2021, ISBN 978-88-6242-543-8.
  11. ^ Il design dell’artefatto tecnologico, in XXI Secolo, Enciclopedia Treccani, 2010.
Controllo di autoritàVIAF (EN300544554 · ISNI (EN0000 0004 0823 1815 · LCCN (ENn2014014574 · GND (DE1034794833
  Portale Biografie: accedi alle voci di Wikipedia che trattano di Biografie