Giuochi (famiglia)

famiglia

I Giuochi (cognome scritto anche nella forma Giochi) furono una delle più antiche e nobili famiglie fiorentine del Medioevo.

Giuochi
Palato di sei pezzi d'argento e di nero.
Stato Marca di Tuscia
Repubblica di Firenze
Fondatoremesser Giuoco
Data di estinzionetardo XV secolo
Etniaitaliana

Sono citati nell'ultima cantica della Divina Commedia di Dante Alighieri.

Origini modifica

Come spesso accade per i cognomi italiani, "Giuochi" è un patronimico e indica quindi la discendenza da un "Giuoco" originario. Il cognome risale quindi, probabilmente, al soprannome del ricco possidente fiorentino Pietro di Fiorenzo, vissuto nell'XI secolo, che in un placito del 1073 viene appunto registrato come "Petrus qui Ioco vocatur" ('Pietro, soprannominato Gioco').[1]

Giuoco ebbe un solo figlio, Giovanni, che morì prima di lui, nel 1079. Il nonno instaurò così, probabilmente, un particolare rapporto con i nipoti, Guittone e Ildebrandino, che presero il suo soprannome come nome di famiglia.[2] Guittone e Ildebrandino furono interpellati nel 1099 come baroni in un'assemblea tenuta da Matilde di Canossa che assegnò dei beni in Compiano alla canonica fiorentina.

Giuoco e i suoi primi discendenti furono strettamente legati alla Badia fiorentina.[3] La famiglia poi divenne importante anche per i possedimenti di terreni nella Val di Sieve.

Storia modifica

Nel XII secolo i Giuochi iniziarono ad acquisire una lunga serie di case e torri a Firenze. I membri della famiglia ricoprirono anche diversi ruoli politici, tanto da essere inseriti con l'avvento della Repubblica fra le casate consolari.[4]

Nel primo XIII secolo alcuni Giuochi furono cavalieri; alcuni aderirono alla Quinta Crociata intrapresa nel 1217 da papa Onorio III.

I Giuochi verranno menzionati nel sedicesimo canto della Divina Commedia tra le famiglie elogiate da Dante Alighieri, che alla fine del Duecento visse accanto ad una delle loro Torri.[5]

Gli inizi del Trecento modifica

A cavallo tra Due e Trecento la famiglia si divise tra i due orientamenti politici di Firenze: alcuni membri si schierarono per i guelfi, altri per i ghibellini. Questa rottura compromise il patrimonio della famiglia e la portò ad un lento declino.

Con le ripercussioni ghibelline del '300, a Firenze sopravvissero solo i magnati di parte guelfa che si convertirono in famiglia di popolo, immatricolandosi nelle Arti Maggiori del Cambio e della Lana, per continuare a partecipare all'attività politica.

Fra le famiglie con cui i Giuochi si relazionarono in questo periodo ci furono i Bastari, altra famiglia di popolo, con cui stabilirono una cappella secondaria nella Badia fiorentina, la cappella Giochi-Bastari.

Il ramo di Gherardo modifica

A partire dalla metà del Trecento fu importante il ramo di Gherardo Giuochi, sepolto con i suoi figli nel cimitero di Santa Maria Novella, nella propria cappella di famiglia. Tra i figli di Gherardo figurano Filippo e Uberto, Priori di Firenze negli anni 1323 e 1324.

Uberto ebbe a sua volta come figlio Cionetto, che fu socio nell'attività bancaria di Giovanni dell'appena nata famiglia dei Bianciardi dal 1349 al 1361[6] e morì nel 1363[7].

Un altro dei figli di Gherardo, Iacopo Giuochi, mercante lanaiolo, visse più a lungo ma non risulta che abbia lasciato degli eredi; si ritiene che con lui si sia estinto questo ramo della famiglia.

Tavola genealogica della famiglia Giuochi del ramo di Gherardo:

 Gherardo Giuochi
?? †??
 
    
Filippo Giuochi
?? †??
Uberto Giuochi
?? †1345
Iacopo Giuochi
?? †1396[8]
Cesare Giuochi
?? †1381
 
 
 Cionetto Giuochi
fl. 12981363
Piera ?
?? †??
 
 
 Uberto Giuochi
?? †1372

La decadenza modifica

Alla decadenza della famiglia fa riferimento un sonetto di Ugolino di Vieri nel Quattrocento.[9] Rami minori della famiglia sono comunque documentati almeno fino alla metà del Quattrocento. Francesco di Stefano di Francesco Giochi detto Pesellino, per esempio, fu un pittore fiorentino che visse fino al 1457.[10]

Nel primissimo Cinquecento a Milano si trovano dei "De Giochis"[11][12][13] che però probabilmente non hanno nulla a che vedere con la famiglia.

Nel 1565 Giorgio Vasari, in una lettera indirizzata al Granducato, dichiarò che la famiglia fiorentina era estinta.[14]

Monumenti modifica

Cappella Giuochi-Bastari modifica

Nell'attuale Chiesa di S. Maria Assunta della Badia Fiorentina nella Cappella di San Bernardo (all'epoca chiamata Cappella del Crocifisso per via dell'opera conservata all'interno) si trova quella che un tempo fu la Cappella della famiglia dei Giochi e dei Bastari, costruita all'inizio del Trecento[15].

Grazie alle testimonianze lasciate da Puccinelli[16], sappiamo che una volta vi si trovava una lapide che riportava la seguente iscrizione, che documenta la ristrutturazione della cappella:

(LA)

«An(no) Dom(ini) MCCCXI Michele Dunelli renovare fecit altare super idem deferens annuales reditus ad substentationem unius sacerdotis ut ad laudem Dei pro suis suorumque parentum missas peccaminum super eo iugiter celebretur [sic].»

(IT)

«Nell'anno del Signore 1311 Michele di Dunello fece rinnovare l'altare assegnando il reddito annuale per le mansioni del sacerdote affinché potesse celebrare la messa perché il Signore possa perdonare lui e i suoi genitori.»

Solo a partire dal 1330 questa cappella verrà posseduta dalle due famiglie in questione. Le famiglie la tennero per almeno un secolo e commissionarono degli affreschi a Buonamico di Martino, detto Buffalmacco.

Nella cappella sono parzialmente conservati tre degli affreschi:

  • Una rappresentazione della Passione di Cristo, con Gesù nell'atto di lavare i piedi ai discepoli.
  • Una rappresentazione della flagellazione di Cristo.
  • Una rappresentazione dell'impiccagione di Giuda.

Successivamente la cappella venne ceduta a terzi. Dopo la scomparsa di Iacopo, i primi a cederla furono proprio i Giuochi, nel primissimo Quattrocento, alla famiglia dei Boscoli. Questi ultimi in un primo momento tentarono di cancellare i riferimenti alla vecchia famiglia, quali gli stemmi, ma alcuni dei Giuochi si opposero e i Boscoli si limitarono quindi ad aggiungere i propri stemmi. La proprietà dei Bastari fu ceduta successivamente nel Quattrocento secolo alla famiglia dei Lenzoni.

 
Lastra in pietra contenente anche lo stemma dei Giuochi (in alto a sinistra)

I primi studi sulla cappella furono fatti dal Vasari[17] per il suo interessamento allo stile di Buffalmacco. Vasari descrisse dettagliatamente una serie di particolari degli affreschi presenti nella cappella.

Le tombe di entrambe le famiglie furono misteriosamente profanate e distrutte nel Seicento.

I monaci della Badia tentarono di risalire alle tracce originali nell'intento di provare a ricostruire i pezzi abbattuti.

Torri modifica

I Portinari, che già dal primo Trecento avevano acquisito alcune proprietà degli Alighieri, ottennero nel 1378 anche la torre principale dei Giuochi lì collocata[18].

Altro modifica

Piazza dei Giuochi si trova nel centro storico di Firenze.

Note modifica

  1. ^ Enrico Faini, Uomini e famiglie nella Firenze consolare (PDF), su storiadifirenze.org, 2009, p. 25.
  2. ^ Enrico Faini, Uomini e famiglie nella Firenze consolare (PDF), su storiadifirenze.org, 2009, pp. 25-26.
  3. ^ Enrico Faini, Uomini e famiglie nella Firenze consolare (PDF), su storiadifirenze.org, 2009, p. 26.
  4. ^ Giuochi in "Enciclopedia Dantesca", su treccani.it. URL consultato l'8 dicembre 2020.
  5. ^ Paradiso Canto XVI, su La Divina Commedia. URL consultato l'11 gennaio 2021.
  6. ^ DENTRO IL MEDIOEVO. TEMI E RICERCHE DI STORIA ECONOMICA E SOCIALE (PDF), su pacinieditore.it.
  7. ^ (LA) Marchiònne (di Coppo Stefani.), Istoria Fiorentina, Cambiani, 1777. URL consultato il 5 novembre 2020.
  8. ^ The Spiritual Power: Republican Florence Under Interdict, su books.google.it.
  9. ^ D'Ugolino Verino poeta celeberrimo fiorentino Libri tre in versi originali latini De illustratione urbis Florentiæ con la versione toscana a confronto del poema in metro eroico, 1790. URL consultato l'11 gennaio 2021.
  10. ^ Francesco Giuochi, su viaf.org.
  11. ^ Revue des bibliothèques, 1897. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  12. ^ A: Archivio di Stato di Milano Pergamene del Fondo Religione - Cart. 459-460, in Arte Lombarda, n. 53/54, 1980, pp. 147–203. URL consultato l'8 dicembre 2020.
  13. ^ Registri Missive XI [160v. Aluisum de Giochis] (PDF), su istitutolombardo.it. URL consultato il 5 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 23 ottobre 2020).
  14. ^ J. Wood (James Wood) Brown, The Dominican church of Santa Maria Novella at Florence: a historical, architectural, and artistic study, Edinburgh, O. Schulze, 1902. URL consultato il 5 gennaio 2021.
  15. ^ FONDAZIONE ZERI | CATALOGO : Nardo di Cione, Morte di Giuda, su catalogo.fondazionezeri.unibo.it. URL consultato l'8 dicembre 2020.
  16. ^ Della badia fiorentina ragionamento storico di Gio. Battista Uccelli, su archive.org.
  17. ^ Pèleo Bacci - Bollettino d'Arte (PDF), su bollettinodarte.beniculturali.it. URL consultato il 5 gennaio 2021 (archiviato dall'url originale il 27 giugno 2019).
  18. ^ La Villa degli Alighieri, su conoscifirenze.it. URL consultato l'8 dicembre 2020.

Voci correlate modifica

  • Abati, famiglia con cui strinsero alcuni legami politici.
  • Sacchetti, una delle famiglie citate assieme nella cantica della Divina Commedia.
  • Casa di Dante, posta in una delle loro Torri nel cuore di Firenze.